giovedì 26 dicembre 2013

CHE BELLE LE FESTE

Non scrivo un post decente da giorni neanche a pagarmi, ho una lista di bozze che ormai non finisce più (adesso le cecchino tutte).
Che dire, insomma?
Natale è già passato, è arrivato talmente in fretta che neanche me ne sono accorta.

[Ho aspettato tutto il giorno che quel trippone di Babbo Natale mi deponesse i Cippilippi sotto l'albero ma niente, ormai è santo Stefano e ho perso le speranze. E dire che ero stata chiara nella mia letterina! E dire che ho chiesto una cosa facile quest'anno!! -L'anno scorso il regalo era più impegnativo, volevo che Jack White tornasse in Italia e che i The Raconteurs cacciassero fuori un nuovo album- Suvvia, diciamoci la verità Babbo: HAI BATTUTO LA FIACCA! I Cippilippi sono solo in quattro, non ci mettevi niente a ficcarli dentro un volo Ryanair -che risparmiavi pure!- e a mandarmeli a casa, 'tacci tua!]


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La vigilia l'abbiamo trascorsa a cucinare e a decorare la torta di Natale -come al solito abbiamo voluto fare GLI SBORONI ed è venuta enorme ****(ho fatto un pupazzetto di neve così carino che quasi volevo dargli un nome) e oggi sono stata mentalmente su un altro pianeta, ma anche in questo caso dov'è la novità?
Sono SEMPRE su un altro pianeta.
In questi giorni mi sono dedicata con grande impegno allo studio e la lettura delle carte angeliche (mi segnalano tra l'altro una sfilza di eventi positivi, abbondanza, felicità, nuove opportunità sul lavoro... ok, mi faccio i pop-corn, mi siedo e aspetto) e di un nuovo libro, «The Healing Codes», che illustra una tecnica rivoluzionaria e scientificamente dimostrata in grado di eliminare lo stress a tutti i livelli (conscio, inconscio, cellulare) e quindi di guarire il corpo e la mente attraverso l'uso delle mani su quattro punti chiave del corpo. Ho cominciato ad applicare il codice tre giorni fa andando un po' per tentativi, come succede sempre quando si comincia un nuovo lavoro, e quello che ho ottenuto per ora è stato di smuovere un sacco di robaccia che credevo non esistesse da nessuna parte dentro di me (non vi dico gli incubi nelle ultime notti...), e di rendermi conto che per quanto mi riguarda quasi tutto si riduce alla mia incapacità di perdonare.
Chiariamo le cose: non mi riferisco a fatti recenti, che in quanto tali potrebbero giustificare una mia mancanza di elaborazione/digestione, ma mi riferisco a cose che mi sono successe nella notte dei tempi e a cui rimango ancora in qualche modo attaccata (pare tuttavia che sia normale per la maggior parte di noi, che ne siamo consapevoli o meno). Nei prossimi giorni (settimane, mesi, anni... vediamo quanto mi occorre) ci lavorerò, sono molto curiosa di vedere che impatto avrà tutto questo nella mia quotidianità.
Per il resto non ho un cazzo voglia di andare in giro a vedere parenti domani, che tra l'altro piove in orizzontale, fa un freddo porco e si starebbe tanto meglio in casa sotto la copertina a fare le nanne (io avrei quelle solite due, tre settimane di sonno arretrato da recuperare), ma mi tocca sicché non potrò fare altro che rassegnarmi.
Che belle le feste.
Ma passare direttamente al 7 di gennaio no?

sabato 7 dicembre 2013

SCRIVI DAVVERO, SE TI RICORDI COME SI FA

Di ritorno in largo anticipo da una serata tra ragazze a casa di Chiara, che ci ha offerto un dopocena quantomai insolito, mi ritrovo qui davanti allo schermo in preda a una leggera ansia però mista a una qualche emozione positiva che non so definire.
Forse sono emozionata perché non accendo il pc da giorni se non per necessità (come lo scambio di messaggi con il ragazzo a cui sono riuscita a vendere il biglietto del concerto dei Biffy Clyro di domani... ci è mancato poco che mi restasse a casa -che era come dire infilarsi trenta euro nel posteriore), o forse sono soltanto ancora in quella fase di rincoglionimento senza ragione in cui ho vagato nell'ultimo mese, quella in cui ogni tanto i miei due neuroni capitano sulla stessa traiettoria e scontrandosi mandano una scintilla... ma poi ognuno va alla deriva per conto suo e tutto si conclude così, in un nulla di fatto.
Non scrivo niente da metà novembre, mi chiedo se mai ricomincerò. 
E se mai ricomincerò, mi ricorderò ancora come si fa?
Sto letteralmente contando le ore che mancano a domenica, quando rivedrò Astrid e Nicola e passerò una giornata immersa nell'energia positiva (è da lunedì che sogno il workshop quasi ogni notte, e sembra che il tempo non passi mai), ma soprattutto non vedo l'ora di raccontare ad Astrid di come i soldi per partecipare all'evento mi siano letteralmente piovuti addosso proprio come avevo desiderato. Mi ricordo ancora quello che le ho detto lo scorso 10 novembre: «Mettimi in lista per l'8 dicembre. Adesso non ho i soldi per il corso, ma entro quella data sono sicura che li avrò» e così è stato. Chissà che faccia farà lei.
Quando penso che mi sono arrivati per mano del mio defunto padre quasi mi si stringe il cuore. 
Ho rivisto Richard ieri mattina, e mi sono accorta per la prima volta di quanto assomigli a nostro papà. Mi veniva un po' da piangere a guardarlo, anche se è una cosa stupida visto il modo in cui ho sempre considerato quell'uomo, così come sembra banale e scontato che i miei sentimenti verso di lui siano cambiati dopo che se n'è andato (è un po' come dire che una volta andati al Creatore siamo tutti buoni e bravi), ma cosa ci posso fare? Forse guardare mio fratello mi farà sempre questo stesso, strano effetto.
Ma lasciamo perdere 'sti discorsi da emo del venerdì sera.
Adesso che ho scaldato un po' i polpastrelli forse posso provare a buttare giù qualche riga, mentre aspetto che Omar torni dal poker del venerdì. 
Chissà se mi ricordo ancora come si fa a scrivere davvero...

sabato 30 novembre 2013

NaNo FAIL

Ho rimandato la stesura di questo post a non finire, ma adesso che novembre sta giungendo al termine direi che è giunto il momento di fare due conti.
Non sono dispiaciuta per l'esito del NaNoWriMo di quest'anno, non ci avevo messo molto sentimento fin da subito quindi il fatto di non averlo completato non mi sorprende né mi rammarica, la verità è che serviva una pausa in questo senso, per staccarmi dalla rete (dannato EFP...) e soprattutto dal bisogno di approvazione, chissà se quando tornerò le cose andranno davvero meglio.
Intanto faccio un po' di cose reali. 
Esco, vedo gente, cucino come si deve, riallaccio i rapporti con mio fratello, medito tutti i giorni, prendo i Fiori di Bach, aspetto la neve e annuso il profumo della legna che brucia nel caminetto.
È incredibile la quantità di cose belle di cui scopro l'esistenza quando smetto di essere incazzata con tutto e tutti. 

mercoledì 6 novembre 2013

NaNoWriMo DAY 6 - E TE PAREVA!

In questo post sarò breve e circoncisa, stamattina per avere il tempo di fare la doccia e lavarmi i capelli indecenti della sera prima -modello Medusa senza serpenti ma facevano schifo uguale- prima di andare a lezione di pilates mi sono dovuta alzare a un'ora antelucana, dopo essere andata a dormire all'una e mezza di notte chiaramente, e adesso ho gli occhi modello saracinesca e sto per crollare.
Scrivo giusto due o tre cose che non hanno NIENTE a che vedere con il NaNoWriMo, so che sarebbe bello, interessante e magari vi piacerebbe pure che vi raccontassi cose supercalifragilistichespiralidose sui miei processi di scrittura, ma perché sembrare intellettuale quando posso deliziarvi con della fuffa di prima qualità?
Non contenta della sveglia a orario antelucano, della lezione di pilates, di un male porco a una spalla, di una mezza crisi di ipocondria premestruale (vaffanculo cambio di stagione!!) stasera sono stata anche a provare un'ora di cross boxe, dove un istruttore palestratissimo (che oltretutto mi ricorda vagamente il mio defunto padre quando era giovine) ha accolto me e l'altro tizio nuovo alla prima lezione con : «Scusate ma stasera facciamo un circuito un po' pesante, ci sarà da lavorare duro.».
E TE PAREVA!
...il diploma di Wonder Woman?
Nell'attesa mi son comprata la maglietta u_u
Mi sono spaccata non in due, non in quattro ma credo in un mosaico dai sei ai dieci pezzi, quando ho sceso le scale dalla sala allo spogliatoio avevo un passo alla John Wayne con le gambe di cemento e le braccia che non tenevano su neanche l'asciugamano (e i pantaloni così sudati che sembrava me la fossi fatta addosso). Bello, mi sono detta, una manciata di lezioni così e diventerò come Big Jim.
Non so se ci ritorno, credo si debba essere davvero molto motivati per fare un esercizio tanto pesante, ma mi riservo di decidere nel fine settimana. Cioè, se domani mattina riesco ancora a camminare e a fare due cose forse il corso ha qualche speranza.
Se cammino normalmente, forse domani mi danno anche il diploma di Wonder Woman.

martedì 5 novembre 2013

NaNoWriMo DAY 5 - GRANDI DOMANDE DEL MARTEDÌ


Va bene, dai, domani mi impegno
a scrivere un post carino. Promesso.
A momenti non ho tempo di aggiornare il blog oggi, figuriamoci se recupero il post del 3 novembre.
Secondo voi è brutto se scrivo il post del 3 novembre alla fine del mese?
O meglio, qual è l'utilità del farlo?
Ma più in generale, esiste un'utilità nello scrivere dei post pieni di scleri rubando tempo ad altre cose più utili come tenere il passo con la competizione, o non arrivare a scrivere la sera, dopo la palestra e magari ancora sudate e un po' puzzose (non c'è tempo di farsi la doccia, via, quando la fotta -The Fotth- chiama bisogna rispondere) mangiando oltretutto davanti al pc per fare prima? (Immaginate schizzi di sugo ovunque...)

Eh, le grandi domande del martedì...

lunedì 4 novembre 2013

NaNoWriMo DAY 4 - E DOMANI, E DOMANI...

Domani recupero il post che non ho scritto ieri.
Forse.
Per quanto riguarda oggi ho da dire soltanto che mi si è appiattito il culo a stare seduta a smanettare per tutto il giorno, perché a parte fare la spesa e un po' di pulizie non ho fatto altro che scrivere, ho anche rimandato la prima lezione di cross boxe -che non so assolutamente cosa sia (in realtà il problema è che se me la piazzano dalle 20.30 alle 21.30 io poi mi agito troppo e non dormo più. Già che ultimamente dormo male di mio...).
Suggerimenti per cosa fare
di questo post
Domani aggiorno abbestia.
Poi non lo so, se smette di piovere e di essere umido e insettoso e cavallettoso eccetera eccetera, forse faccio un salto in centro.
Domani è un altro giorno, nel frattempo cercherò di riavermi dall'emozione di aver trovato una nuova recensione (bellissima e lunghissimaaaa!!) per Dark Roads (tanto ammore per Power Lolly ♥) e anche dallo svarione post nuovo video live dei Cippilippi (sull'identità di codesti Cippilippi vi rimando a un post che scriverò in futuro, quando avrò smesso di ritrovarmi ad aggiornare all'ultimo momento e avrò tempo di scrivere un monte di cazzate).

sabato 2 novembre 2013

NaNoWriMo DAY 2 - NON SONO TRISTE, SONO DIVERSAMENTE FELICE

Da chi credete che Mike abbia preso
il suo più famoso tormentone, eh???
Oggi è stata una giornata talmente autunnale -umida, uggiosa, umida, triste... ho già detto umida?- che non mi ha fatto venire nessuna ispirazione per questo post, quindi spenderò poche righe per lamentarmi del fatto che non capisco come cacchio si aggiorna il counter nel sito del NaNoWriMo, e per informarvi che non capendone i meccanismi sto scrivendo numeri un po' ad minchiam.
A parte questo, domani andiamo al mare anche se il meteo dice che pioverà.
A noi la pioggia ci fa una pluripremiata, andremo a inzaccherarci le scarpe di sabbia bagnata, prenderemo una bella botta di freddo da usare come pretesto per fermarci a mangiare in qualche localino al calduccio e poi guarderemo il crepuscolo scendere troppo presto sulla spiaggia.

Nel caso ve lo steste chiedendo sì, il mio secondo nome è ALLEGRIA.
(Ma non sono triste in realtà, sono solo diversamente felice)

venerdì 1 novembre 2013

NaNoWriMo DAY 1 - ORGE ZUCCHERINE

Image and video hosting by TinyPic Va sempre (o quasi) a finire così: il 31 ottobre o c'è un tempo di cacca e non si fa niente, oppure c'è bel tempo ma non si fa niente lo stesso e io mi rimpinzo di caramelle. E più mi ripeto di non mangiarne più mi sento motivata a scartarle e ficcarmele in bocca.
Sì, va bene, da domani depurazione/astinenza/ramadam ma soprattutto un meritato riposo... dopo aver scritto le 1667 parole quotidiane. Attualmente sono a quota 668, ma sono solo le tre di notte. Quello che ho fatto da quando ho finito di cenare a circa quaranta minuti fa si perde tra le nebbie della digestione e delle orge zuccherine, e forse è meglio sorvolare.

sabato 26 ottobre 2013

CIAO BLOG, DA QUANTO TEMPO...

Se aspettavo ancora un po' ad aggiornare mi scadevano tre mesi TRE, ma come al solito quando mi manca "poco così" per decidere di mollare del tutto il blog mi rimetto a scrivere. Forse stavolta è successo perché sono in vena di diari in questo periodo, ne sto aggiornando tre cartacei, quindi perché non aggiungere anche qualche post?
Cari lettori immaginari, di cose da raccontarvi ne avrei così tante che mi servirebbero almeno dieci post più il papiro di Artemidoro e una messa cantata, ma vi risparmio e faccio un riassunto:
-estate di merda, inizio autunno di merda, autunno inoltrato procede bene, se fingiamo di non notare che a sei giorni da Halloween ci sono ancora 21 °C con umidità (che tirare un vaffanculo al giorno per me che odio l'afa sarebbe poco).
La mia vita continua a rotolare in direzioni inaspettate, finora quando mi sono fermata per fare un po' di ordine si è scatenato quasi sempre una specie di finimondo, e nonostante io sia d'accordo con Tony Robbins quando twitta: «The only problem we really have is we think we're not supposed to have problems! Problems call us to higher level- – face & solve them now!», avrei piacere di tirare un po' il fiato almeno per una settimana o due.
Ma guardando il lato positivo devo dire che sì, i problemi sono la madre del progresso. I miei mi hanno fatto partecipare a due workshop con meditazioni di gruppo nell'arco di venti giorni, che mi hanno spalancato le porte verso mondi ancora inesplorati (ho una pletora di nuovi argomenti da approfondire, credo che tra non molto soffocherò in mezzo a libri, manuali e saggi) e mi hanno dato una carica nuova, e sicuramente qualcosa di più utile da fare che annegare nella disperazione delle mie ansie e pippone mentali.
Sbattersi tutti i giorni per la gratitudine, i pensieri positivi e l'alimentazione dell'autostima è un lavoro che non avevo mai fatto per davvero, o forse che avevo paura di affrontare perché sapevo che mi avrebbe costretta a fronteggiare sentimenti repressi e a guardare in faccia realtà che non volevo vedere, ma credo che ora niente sia peggiore della prospettiva di un nuovo attacco di panico.
Onestamente credevo di aver finito con l'introspezione, di aver grattato a fondo tutto lo schifo accumulato negli anni e di essermi ripulita, invece mi rendo conto che questo processo probabilmente non finirà mai finché sarò viva, ma che non devo necessariamente vederlo come un fatto negativo.
Come direbbe Tony, sono solo progressi.

venerdì 2 agosto 2013

ALLE DUE E MEZZA DI NOTTE SI DOVREBBE DORMIRE

Ho la domanda delle 2.25 del mattino che mi tormenta (e non è «Che cosa cacchio ci fai ancora sveglia dopo che hai giurato di andare a letto al massimo all'una???!»): come faccio a prendere le distanze da una cosa che mi coinvolge emotivamente al punto da essere il primo pensiero del risveglio e l'ultimo prima di coricarmi?
Spero di trovare risposte nel sonno, stanotte.

Spero anche che, dato che ultimamente sto nella grazia dell'Universo, domani il corriere mi consegni l'ultimo ordine di Amazon.
Ho preso un film con un finale stronzo ma un'ambientazione meravigliosa (Saint Ange) e un libro che in questo momento non mi serviva assolutamente ma che volevo a tutti i costi («Scrivere per il teatro. L'idea iniziale, la stesura, la revisione del testo» di Steve Gooch) va a capire perché.
Ma tanto ormai non contesto più gli impulsi del momento, mi limito ad assecondarli almeno finché non sono troppo costosi.

lunedì 29 luglio 2013

AMAZON, HERE I COME!

Lo dico OGNI VOLTA che finisco un libro: «Dopo mi prendo una lunga vacanza. Studio, leggo e faccio un cazzo PER ALMENO UN MESE!» e poi non lo faccio MAI.
Stendiamo un pietoso asciugamano.
Manca poco all'uscita di LCDRA con una nuovissima copertina (che mi son rifatta io per ragioni di titolo, e per non andare a scassare ancora la minchia alla Vale per delle modifiche). Ho giusto due mesi di ritardo sulla mia tabella di marcia ma non so che farci se ho dei ritmi da bradipo, in ogni caso hey, HO QUASI FINITO.
Poi pensavo di lasciarmi tutto alle spalle, anche per finire con calma Dark Roads e lavorare al nuovo materiale che sto corteggiando da settimane, ma invece ho deciso che non seguirò del tutto il mio solito iter «Scrivi e dimentica, tanto chi ti si incula?».
Tanto per cominciare cercherò di pubblicizzare decentemente questo libro, e non lo metterò a disposizione gratuita anche se secondo me è il racconto peggiore che ho scritto da quando ho cominciato a dedicarmi seriamente a questa attività. Giuro che ogni volta che lo rileggo ho un moto di sconforto, eppure non riesco neanche a pensare di svenderlo come ho fatto con tutti gli altri perché è il risultato del lavoro più lungo ed estenuante che ho fatto finora e tutto il mio piangere, il mio sudare e il mio farmi forza per non mollare merita più considerazione. Ci sono voluti due anni per finirlo, per riprenderlo e squartarlo, farlo a pezzi, sezionare e buttare tutto quello che era in più (la maggior parte di quello che avevo scritto era "in più" a dirla tutta), e anche se non è un best seller i suoi 89 centesimi di euro li vale tutti quindi, Amazon here I come.

domenica 28 luglio 2013

MANDINGO

Dico soltanto due cose:

1) spero che i vicini della Titta avessero davvero chiuso le finestre, e che si siano quindi persi la nostra conversazione dell'una e mezza di notte sui panini umani, le mie fantasie da bimbaminchia e Mandingo Baggins

2) Pulce, TI AMO.
Notare bene la mia faccia sudatissima.
Che cazzo di caldo c'è in questi giorni???

Meh.

PS: ho inavvertitamente mangiato un pezzo di dolce al cocco con della muffa (fottutissimo ristorante cino-giappo di infima categoria) e sono sopravvissuta.
L'ipocondriaca che è in me sta ancora stentando a crederci.

martedì 16 luglio 2013

HELLO, MY NAME IS STICAZZI!

Come mai STICAZZI?
Perché domenica scorsa mia nonna ha accompagnato il mio cugino "scrittore" (virgolette obbligatorie per sottolineare il sarcasmo nell'accostare le parole "mio cugino" e "scrittore") a ritirare un PREMIO LETTERARIO.
Tralasciando il discorso del premio letterario perché mi fa soltanto ridere, ci tengo a sottolineare PER RICORDARMELO CASOMAI UN DOMANI SOFFRISSI ANCORA DI SENSI DI COLPA A CAUSA DELLA MIA FAMIGLIA che con lui ci è uscita senza tante storie, mentre quando io l'ho invitata fuori a pranzo si è scatenata una Terza Guerra Mondiale.

Ecco perché STICAZZI.
Non lo scrivo per lamentarmi o per fare la vittima, ma soltanto perché mi conosco fin troppo bene e so che arriverà il giorno in cui sentirò di aver in qualche modo mancato nel mio ruolo di nipote, e questo post mi aiuterà a ricordare che anch'io ho dei sentimenti che vanno rispettati, e che non mi faccio prendere per il culo in eterno.


giovedì 11 luglio 2013

PUNTO DI ROTTURA: TI ASPETTAVO CON ANSIA.

Non so se ho davvero la forza e la voglia di imbastire un post sul mio nuovo rigetto per l'umanità, quindi mi non mi sforzerò di farlo, piuttosto scriverò che credo di essere davvero (FINALMENTE!) arrivata a quel famoso punto di rottura per cui il presente mi è insopportabile e il cambiamento mi diventa necessario.
Ne ho bisogno.
Adesso.
Subito.
Forse è stata la spalla a farmi riflettere così tanto (quando il dolore porta qualcosa di buono...), forse l'ha fatto l'insonnia degli ultimi giorni, in ogni caso adesso è arrivato quel momento e lo so, lo sento nella pancia.
Si parte.

martedì 9 luglio 2013

ALL'UMANITÀ PREFERISCO LE PIANTE GRASSE

Oggi è la giornata in cui ricevo notizie dal mondo intero tranne che dalle persone a cui scrivo.
Non ho nemmeno più la forza di insultare il prossimo, dico davvero.
Scrivo a mio fratello tre mesi e mezzo fa per chiedergli di discutere face to face dell'eredità e dei cazzi e mazzi annessi e lui sparisce, poi all'improvviso venerdì scorso mi manda una raccomandata tramite il suo avvocato accusandomi di non aver risposto ai suoi numerosi tentativi di contatto telefonico (ma quando mai hai chiamato??), e conclude con «Se non vuoi più parlarmi me ne rammarico molto e davvero non ne comprendo il motivo».
Dopo aver racimolato tutta la pazienza di cui dispongo, evitando di fargli notare che io avevo dato piena disponibilità a parlare ancora a marzo, gli mando degli sms.
Fammi sapere quando sei libero che ti telefono e ci chiariamo.
Non risponde.
Gli scrivo su Facebook.
Fratè, hai cambiato numero? Perché non rispondi ai miei messaggi. Se hai cambiato numero fammelo sapere, mandami un sms e scrivimi quando ti posso richiamare.
Mi scrive che richiamerà lui una volta uscito dal lavoro, ma poi gli va per le lunghe e non ce la fa. Gli rispondo nessun problema, è sabato, sentiamoci con calma lunedì.
Ieri non chiama.
MA PORCA QUELLA MADONNA, MA CI SEI O CI FAI?????
Gli scrivo di nuovo, anche perché ha scordato di mandarmi la copia di certi documenti che secondo la sua raccomandata dovevo visionare, a proposito di un debito che nostro padre si è lasciato alle spalle e che lui e sua madre hanno intenzione di contestare, ma è come parlare con un muro.
MA PORCA QUELLA MADONNA parte seconda.
Io mi espongo, do la massima disponibilità con la convinzione di avere a che fare con persone intelligenti e loro mi sbugiardano così, 'ste scimmie senza cervello.
Poi non parliamo di chi è troppo occupato a tirarsela per dedicarmi due minuti se non altro per cortesia (la gente si dimentica sempre in fretta che tutti alla mattina ci sediamo sul cesso e facciamo la cacca), o della Psicopatica che mi scrive l'ennesima lettera piena di rammarichi.
Carissima, se mi conoscessi davvero capiresti quanto sono ordinaria e stronza e la cotta ti passerebbe nel giro di dieci minuti.
L'unica cosa che dovrei fare davvero in queste circostanze è capire che sono io la sola responsabile di quello che mi sta succedendo e non per farmene una colpa, ma solo per correggere il tiro.
Devo correggere il tiro, per forza.
La spalla sinistra mi ha dato il tormento per almeno due mesi consecutivi.
Una volta che sono riuscita a staccarmi dall'idea di avere un cancro all'utero, e di conseguenza il ciclo si è immediatamente regolarizzato e ha smesso di darmi problemi (ovviamente Vale, ovviamente!), sono passata a darmi il tormento alla spalla al punto che non riuscivo nemmeno più ad alzare il braccio, come già mi era successo con il lato destro della schiena.
Ho provato a curarmi con qualunque metodo, naturale e non: fans, argilla, impacchi di ghiaccio, docce calde, massaggini, creme a base di arnica e artiglio del diavolo, e poi tre giornate solo a Rosa Marchetti, e via i pomodori, i peperoni e le patate per non peggiorare quella che forse, FORSE era un'infiammazione, e niente ha funzionato.
Mi ci sono voluti due mesi per capire che avevo solo spostato il mio cilicio virtuale da un punto all'altro del corpo, perché se non ho un punto del mio corpo in tensione è un guaio. 
La verità è che sono emotivamente rigida come uno stoccafisso perché sono terrorizzata al pensiero che se sarò felice capiterà qualcosa di terribile. 
Morirà qualcuno, mi verrà un male terribile e incurabile, ci capiterà una disgrazia finanziaria, una persona a cui tengo molto mi farà ancora soffrire terribilmente e cose del genere, e non-vivere così è un modo di usarmi violenza che si traduce in ansia, che alimenta le paure di fallire, di sbagliare, di soffrire.
Spero di poter considerare il fatto di essermi resa conto che ho ancora il cilicio come un altro passo avanti, un altro progresso che posso vantarmi di aver fatto.

mercoledì 19 giugno 2013

MENO NOVE A TORINO

Passare da 8 gradi a 35 gradi CON AFA (temperatura percepita 50 gradi all'ombra) nell'arco di due settimane è LAMMERDA.
Sto malissimo e non so più in che modo commentare il tempo, e dire che quest'anno avevo deciso di impegnarmi per chiudere con le lamentele e godermi il caldo anche se notoriamente mi fa schifo...
Ma non pensiamoci.
E poi potrebbe andare peggio.
Tipo potrebbero esserci 35 gradi CON AFA tra nove giorni a Torino. Con la puccetta abbiamo studiato piani nei minimi particolari, però se c'è 'sto caldo non so come ci arrivo al palco e neanche come ci faccio DUE PRATI uno di fila all'altro.
Ma non pensiamo nemmeno a questo.
Può sempre andare peggio.
Tipo può non passarmi in tempo questa fottuta contrattura muscolare che mi fa vedere il firmamento ogni volta che muovo il braccio sinistro. Ma in fondo è soltanto una contrattura, per la verità sono più triste al pensiero che mercoledì prossimo c'è l'ultima lezione di zumba della stagione e poi devo stare senza per due mesi e mezzoh...tragedia D:

Va bene, forse è il caso che vada davvero a rivedere le mie priorità.
In attesa di ulteriori sviluppi sulla calura e i miei interessantissimi dolori: CONGAAAAA!!!!!!!!!!!


Ascolta i Muse, dicevano, sono musicisti coi controcazzi, dicevano...

venerdì 14 giugno 2013

FRIDAY I'M IN LOVE

Avrei voluto lavorare stasera, ma a parte «Lie to me» sul 39 sto facendo il backup generale da un HD all'altro sicché nessun documento è disponibile.
Per una volta, dato che a poker c'era già stato a giocare mercoledì sera, mi sarebbe piaciuto che il marito avesse detto «Hey, questo fine settimana sei via, stasera allora usciamo e stiamo un po' insieme»...e invece STICAZZI.
Non è per il poker, ma per il pensiero, ecco tutto.
Waldo mi sta dicendo che gli occorrono altre 2 ore e 25 per finire di trasferirsi i file, spero che si sbagli perché non ho voglia di stare alzata così tanto.
Adesso vado a fare una doccia e a preparare la valigia per domani, poi mi infilo in quel forno crematorio che è la camera da letto e sto un po' con Asimov e i gatti, ecco.

Certe volte non posso fare a meno di compatirmi da sola per questi venerdì sera.

domenica 9 giugno 2013

MA DE CHE??!!

Arriva puntualmente un momento nella mia vita in cui smetto di fare quello che mi diverte, come aggiornare il blog con delle CAZZATE, perché sento la necessità di darmi un tono.
Ma un tono de che?? 
La necessità di darmi un tono nasce dal pensiero che «Be' ma qualcuno che legge il mio blog c'è, o ci sarà, mica vogliamo fargli leggere delle cazzate, no???!!!»
Sì.
Sì perché questo è solo il mio diario, e nel mio diario ho sempre scritto delle gran cazzate insieme ai pensieri sconnessi che partorisco quando vado in crisi e mi galoppa l'ipocondria, e sì perché quando mi sforzo di fare "la seria" e di andare contro la mia natura il più delle volte finisco per cancellare ogni post che inizio (perché non è mai abbastanza buono), e il blog non lo aggiorno più.
È inutile, non scriverò mai dei post pieni di brillanti trame, acute osservazioni sul mondo che mi circonda o profonde riflessioni magari annotate con cura dal tavolino di un caffè. Non sono e non sarò mai contorta ma raffinata come Kafka, o una nuova Virginia Woolf, un Hemingway versione femminile, o qualcuno "tipo" Stephen King. Ho provato a mettermi addosso questa immagine romantica, anche uscendo con penna e Moleskine sotto il braccio per andare a prendere appunti in contesti diversi dalla mia cucina (al parco dove sto scomoda, e dove se c'è un maniaco in circolazione viene da me a chiedermi se sono tutta sola -no, sto con gli amici invisibili, testa di cazzo!- oppure al bar, dove c'è casino e non hanno il latte di soia) e il massimo che riesco a scrivere è una mezza pagina di cazzate.
Io sono io, e le cazzate fanno parte di me e questo è quanto.
Riuscirò a darmi pace, prima o poi, o almeno a smettere di voler essere quella figa che non sono per godermi un po' la vita?
Ai posteri l'ardua sentenza?
Ma anche no.

sabato 11 maggio 2013

MOMENTI TOPICI

Cagarsi in mano -PARTE SECONDA

Momento topico #1 della serata:
la signora che interrompe la performance dell'avvocato-mentalista* (ma de che?????!!) con un appunto stronzo e l'avvocato-mentalista che le risponde malissimo («Hahaha, spiritosa signora, vuole venire lei qui a fare l'esperimento??!»).


Momento topico #2 della serata:
la tipa che arriva trafelata e quasi interrompe la performance dell'avvocato-mentalista (ma de che????!! -reprise) perché un cretino aveva parcheggiato la macchina davanti al cancello della scuola e nessuno poteva più uscire («C'è da spostare una macchina targata VI...»).

Dio Cristo aiutami!
Per il resto è andato tutto bene.
Nel senso che ho trascorso il tempo della presentazione sul palco a fare niente con nonchalance, tanto sono sicura che tutta l'attenzione del pubblico era catalizzata da Skippy, il barboncino della dottoressa che stava spalmato sopra al tavolo e le leccava una mano mentre lei parlava.
Ah, okay, ho letto Gibran alla fine, ma erano sei righe, non contano.
Che altro aggiungere?

venerdì 10 maggio 2013

SCELTE COERENTI

Cagarsi in mano -PARTE PRIMA (la parte seconda arriva dopo la presentazione).
Stasera c'è la presentazione del libro che ho editato per la psic, lo so da due settimane ormai e fino a stamattina non ci ho proprio pensato (anzi, oserei dire che non ci pensavo nemmeno prima mentre andavo in pasticceria a fare rifornimenti per il post serata), adesso all'improvviso il mio cervello ha realizzato e CIAO, è partito per la tangente.
So che non è elegante scriverlo né dirlo, ma mi sto cagando in mano, che cosa ci posso fare???!!!

BREVE EXCURSUS SULLA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO by La Vostra Affezionata:
la prima e ultima volta che ho presentato un libro è successo nel 2008, sono andata fino a Roma con il topo di giovedì pomeriggio per essere sicura che non ci fosse qualcuno che conoscevo a parte lui (scelta coerente con l'idea di diventare una famosa scrittrice, vero?) e per tutto il tempo ho fissato le scarpe rosse di una signora seduta in prima fila.
Giuro, mi ricordo soltanto le scarpe rosse e qualche sguardo distratto al relatore, e poi una fuga verso la stazione dei treni ringraziando Dio che era tutto finito.

Stasera è diverso, lo so, il libro non è mio e io non sono obbligata a parlare ma sto sul palchetto seduta vicino alla dottoressa, la cacca in mano me la faccio lo stesso.
«Carissima, avrei piacere che leggessi un brano di Gibran, ti va?»
«MA CERTO, sarò FELICISSIMA di leggere!» 
Sicché dovrò leggere questa poesia a voce alta, con salivazione azzerata e lingua felpata.
Ho dovuto dire di sì, se non riesco a sbloccarmi in questo senso come potrò un giorno affrontare la presentazione di un altro dei miei libri?
Non diciamo a nessuno che ho preferito il fai-da-te per non dover affrontare un pubblico, nemmeno un pubblico di amici e conoscenti, ma sappiamo che è la verità.
Ho proprio fatto della coerenza il mio stile di vita. Già.
Fatemi gli auguri...

lunedì 6 maggio 2013

QUANDO SI DICE SCHIFARE LA NORMALITÀ...

Amo le domeniche quando prendono la strada che vogliono loro, è la riprova del fatto che sono sempre e comunque soggetta ai tiramenti del mio culo (o a scelta che le giornate sono troppo corte, che sono di diciotto ore e nessuno mi ha informata).
Oggi avevo tutta l'intenzione continuare a correggere LCDRA (e di chiamare mia nonna e mia mamma, tra parentesi, ma quando mi sono resa conto che dovevo farlo era già troppo tardi. Poi loro si stupiscono del fatto che mi dimentico persino che forma ha il telefono. Se vivessero nella terra dei Puffi e non avessero una vita sociale forse capirebbero), invece ho speso l'intera domenica in ricerche utili al mio progetto di "editing freelance", giusto perché non ho voglia di violare la legge e andare in galera (dubito che là abbiano il tè bancha e la frutta bio), ciaffando nell'officina di Thelma e Louise e mettendo insieme un post così lungo che neanche i Rotoloni Regina (il post è QUI).

E poi mentre ero "in pausa" mi sono fatta uno sfondino tutto nuovo per il desktop.
Image and video hosting by TinyPicDa una parte c'è Hugh Jackman che mi sorride sornione e dall'altra Simon Baker con l'espressione un po' rapace, così adesso ho gli Zalando-Ormoni: ogni volta che guardo il desktop tirano un urlo di piacere (anche se in realtà la tendenza è più quella di chiudermi le dita dentro un cassetto per la frustrazione. Insomma, «SE NON TI SPEZZI LE DITA GODI SOLO A METÀ») (meh.).

Di conseguenza oggi non ho mangiato, stasera ho cenato con una tazza di orzo e delle gallette di mais perché non avevo tempo per altro, è l'una passata, non ho corretto una mazza e così tra quattro ore sarò di nuovo sveglia, a mangiare come un pitone per compensare e a editare perché non riesco più a prendere sonno.
Quando si dice schifare la normalità...

mercoledì 1 maggio 2013

AVERE LE IDEE CHIARE SEMPRE

Sto per iniziare una session di scrittura serale di almeno un'ora e mezza.
Per non perdere tempo non mi sono nemmeno asciugata i capelli, alla faccia della corrente d'aria in mezzo a cui sto seduta a lavorare.
Forse in un'ora e mezza posso finire il primo editing di LCDRA.
Forse ce la faccio. Forse.
Credo che potrei tirare uno sclero se ce la facessi, mi sembra di lavorare a questo romanzo da tre vite e mezza.

O Santo Protettore degli Scrittori (San...Scribacchino??!), mi affido a te.

domenica 28 aprile 2013

COME DIVENTARE OBESI E SOCIOPATICI IN POCHE, SEMPLICI MOSSE

Ogni tanto trascorro una mezzora a leggere vecchi post che per fortuna non ho mai cancellato.
Detesto il modo che avevo di scrivere, e il fatto che mi occorressero ottocento faccine per concludere un discorso (mi capita ancora, in realtà, di aver bisogno di emoticon per donare enfasi alle frasi. Quando King mette in guardia l'aspirante scrittore dagli avverbi, che lui paragona ai denti di leone -perché se li lasci proliferare nel tuo giardino in breve tempo te lo seppelliscono- io devo mettere me stessa in guardia dalle emoticon a fine frase, e ricordarmi che non sono necessarie, che posso far capire di che umore sono anche senza), e sono felice che quel blog sia diventato uno spazio privato.
Allo stesso tempo però, mi piace il fatto che quattro o cinque anni fa aggiornavo spessissimo, anche più volte al giorno, pur non avendo qualcosa di importante di cui rendere conto. Mi piace perché adesso ho un modo di ricordare fatti piacevoli e non con dovizia di dettagli, non dovendo ricorrere soltanto alla memoria che insomma, pur funzionandomi ancora bene qualche pezzettino se lo perde ogni tanto per strada.
Magari non è interessante sapere che il lunedì sera era il momento della spesa settimanale, che spesso e volentieri il fine settimana mi facevo delle chiorbe assurde di msn con l'allora BFF Lennie (ogni tanto un po' mi mancano le nostre chiorbe di msn, just saying...), che soffrivo molto di stomaco, che bevevo litri di Nescafè (questo spiega in parte la sofferenza dello stomaco) o che nel 2009 credevo di avere il tendine radiale infiammato quando invece le braccia mi facevano male perché avevo i muscoli tesi all'inverosimile (ma non sapendolo ingurgitavo un'immonda quantità di fans PER NIENTE) ma in qualche modo ogni dettaglio, a distanza di tempo, sembra avere qualcosa da insegnarmi.
Avevo degli sbalzi d'umore allucinanti e soffrivo di una stanchezza quasi cronica, che si esauriva soltanto un po' in primavera quando uscivo a fare le prime passeggiate sotto al sole e quando mi incontravo con la sopraccitata di allora BFF, o quando riuscivo a mettere la parola "fine" sotto qualche scritto, motivo di incommensurabile gongolamento.
Non avevo un lavoro (nel 2009 avevo un lavoro indecente), ogni tanto mi lasciavo fagocitare dalla mia stessa casa per intere settimane (questo accade ancora, ahimé...) e quando riemergevo avevo anche il coraggio di lamentarmi perché non riuscivo a inserirmi nella società (e mi terrorizzava anche affrontare l'ufficio postale, e non certo per la fila...).
Con Lennie tenevo un comportamento passivo-aggressivo. Ma di brutto proprio. Ero incapace di comunicare con lei in un modo normale sicché i post ambigui erano all'ordine del giorno, quando le cose non andavano come io avrei voluto che andassero.
Suppongo sia per tutti questi motivi che nel corso degli anni ho sviluppato una curiosa forma di sociopatia e di odio per il genere umano, accumulando nel frattempo una ventina di chili di sovrappeso.
Tuttavia ero io, al cento per cento.
Una persona piena di problemi ma autentica. Scrivevo tantissimo, sognavo più in grande e non avevo paura del mio respiro. Ecco perché mi piacciono i vecchi post, anche se sono scritti male, trattano di argomenti inutili e sono farciti di cazzate. Allora almeno facevo molte più cose di quelle che faccio adesso, che sto a preoccuparmi per tre quarti della giornata e devo condensare il resto nel quarto restante.
Credo che dovrei ricominciare con quei post, se non diventano una lagna costante, magari con qualche gif di meno...
...magari...

HA HA HA.


Non mi ricordo dove l'ho trovata 'sta cosa (l'ho copiata/incollata da un vecchio blog), ma m'ha fatto ridere.
Ha ha ha.

Almeno l'itagliano ...sallo!

1. Mi puoi disinnescare la segreteria telefonica? (ordigni moderni) 
2. Soffro di vene vorticose. (sarà un ballerino...) 
3. Di fronte a queste cose rimango putrefatto! (che schifo!) 
4. In farmacia: Puoi darmi un 'una tantum'? (forse si chiama 'tantum verde'?) 
5. Quando muoio mi faccio cromare. (valido!) 
6. Arriva il treno, hai blaterato il biglietto? (.....) 
7. Come faccio a fare tutte queste cose simultaneamente? Dovrei avere il dono dell'obliquità! (la torre di Pisa???) 
8. Un'onda anonima ha travolto i surfisti. (e nessuno la sa riconoscere???) 
9. Almeno l'italiano... sallo! (Eh...) 
10. Basta! Vi state coagulando contro di me! (trasfusione?) 
11. E' nel mio carattere: quando qualcosa non va, io sodomizzo! (stategli lontano!) 
12. Anche l'occhio va dalla sua parte... (si chiama strabismo...) 
13. Non so a che santo riavvolgermi. (una video cassetta devota...) 
14. Avete i nuovi telefonini GPL? (no, mi spiace, solo benzina!!!) 
15. Il cadavere presentava evidenti segni di decesso. (ma va?! strano!) 
16. Prima di operarmi mi fanno un'autopsia generale. (auguri!) 
17. Vorrei un pacco di cotone idraulico. (ha una perdita???) 
18. Abbiamo mangiato la trota salmonellata. (ancora auguri!) 
19. Vorrei un'aspirina in supposte effervescenti. (quando si dice 
faccia da culo...) (hahahahahahaha muoio XD)
20. Vorrei una maglia con il collo a volpino. (non era lupetto?...) 
21. Devo andare dall'otorinolalinguaiatra. (che dire...) 
22. Ho visitato palazzo degli infissi a Firenze. (...sì, ci sono 
infissi alla finestre: e allora???) 
23. Vorrei una pomata per l'Irpef. (herpes è difficile...) 
24. Se lo sapevo glielo divo! (ovvio...) 
25. Usare il DDT fa diventare più grande il buco nell'Orzoro. (addio colazione) 
26. Tu non sei proprio uno sterco di santo. (menomale...) 
27. Tu l'hai letto il fu Mattia Bazar? (Antonella Ruggero???) 
28. E' andato a lavorare negli evirati arabi. (contento lui...) 
29. Lo scontro ha causato 5 feriti e 10 confusi. (uno dei confusi sei tu?) 
30. A forza di andare di corpo mi sono quasi disintegrata. (o disidratata? alla faccia della diarrea!) 
31. Mia nonna ha il morbo di Pakistan. (...) 
32. La mia auto ha la marmitta paralitica. (...e al posto dei cavalli ha le sedie a rotelle?) 
33. Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. (si salvi chi può!) 
34. Sono momentaneamente in stand-bike. (l'attesa in bicicletta...) 
35. Che lingua si parla in Turchia? Il turchese. (...è logico) 
36. Davanti alla sua prepotenza resto illibato. (...sì...?) 
37. Scendi il cane che lo piscio. (...guinzagliato però!!!) 
38. Da vicino vedo bene, è da lontano che sono lesbica. (aiuto...!) 
39. C'è una peluria di operai. (che schifo!)  
40. E' inutile piangere sul latte macchiato. (meglio farlo su un bel cappuccino...) 
41. Sono sempre io il cappio espiatorio. (l'impiccato) 
42. Beviamo una Magnum di Kruger. (salute!) 
43. Signora, vorrei 100 grammi di prosciutto senza polistirolo. (...che faccio un po' fatica a digerirlo...) 
44. Mi sono fatta il leasing al viso. (...pensavo un mutuo...) 

domenica 21 aprile 2013

PREFERISCO NON INDAGARE

Tu non puoi immaginare che cazzo di nostalgia mi prende certi giorni (che sia soltanto a causa degli ormoni o del cambio di stagione? No maledizione, non sono soltanto gli ormoni, è che tu sei così importante per me che io ho sempre paura di perderti) che mi fa venire voglia di aprire la finestra e di urlare, così, per vedere se il magone esce e se ne va per sempre.
Sappi comunque che certi pensieri non li trattengo perché te li devo far pesare ma perché esistono e basta, e ogni tanto vorrei solo sapere se ti rendi conto di quanto bene ti voglio. Così, perché quando sono in questo stato penso che se non avessi te la mia vita perderebbe senso. A mente fredda lo vedo anch'io che questa è senz'altro esagerazione, ma non mi sembra mai una cosa esagerata quando la provo e mi scorre sottopelle.
Sono una povera pazza, questa è la verità.
Pazza e stupida e anche un po' patetica.

Ho bisogno di luce e di uscire di casa, si capisce che sono stata rinchiusa per troppo tempo con le mie paranoie.
Ho bisogno del profumo di una libreria, di un gelato e di vedere un po' di gente, non importa com'è. E anche di smettere di ricordare con il magone cose meravigliose successe tanto tempo fa.
I giorni passano e il 2 maggio si avvicina, e so che se non mi do una mossa con LCDRA non riuscirò a rispettare nemmeno questa data di pubblicazione, ma oggi proprio non ce la posso fare.

PS:
Nel panetto di tofu che ho appena mangiato c'era qualcosa di strano, che non mi sembrava né un'alga né un pezzo di verdura. Che sia stato questo a farmi uscire di testa?
Preferisco non indagare.

venerdì 12 aprile 2013

44 SPIN-OFF IN FILA PER 6 COL RESTO DI 2

L'editing di LCDRA continua.
Un'estenuante tiramolla di individui che quando non si cioccano sono occupati a pensare.
E pensare. E pensare, pensare, pensare...e poi ancora pensare.
Mi ricordano qualcuno.
Chi, forse la sottoscritta??
Over-thinking is the main cause of depression.
Ho scoperto l'acqua calda e la patata lessa nello stesso giorno, sono un genio!!!
Insomma, per farla breve sto togliendo un sacco di roba dalla prima stesura, e con "un sacco" intendo pagine e capitoli interi, ma dato che questo romanzo è stato un po' diletto e un po' un mezzo con cui ho cercato di purgare la mia anima da troppo dolore in troppo poco tempo mi dispiace di buttar via proprio tutto, così tengo gli scarti. Tengo gli scarti per farci degli spin-off, forse.
Quarantaquattro spin-off in fila per sei col resto di due.
Questo è uno scarto che non mi dispiace.



OVER-THINKING IS THE MAIN CAUSE OF DEPRESSION


Lucinda era riuscita ad aprire gli occhi per un momento e a distinguere qualcosa attraverso la nebbia che il narcotico aveva fatto calare sulla sua mente.
Aveva visto McGrow che la fissava e aveva capito di trovarsi all'interno dell'auto di lui, ma a parte quello non aveva potuto fare altro. Il suo intero corpo era rimasto inerte, e poco dopo il solo mantenere il più a lungo possibile quella blanda presenza mentale le era costato una fatica enorme. Pensò che a quel punto non c'era davvero più nulla che potesse fare, o per cui valesse la pena di addolorarsi.
Se non per l'espressione di McGrow.
Era assurdo, ma fissandolo così a lungo negli occhi iniziava quasi a sentirsi colpevole come se l'avesse ferito di proposito, o non fosse stata lei la vittima della situazione, ma non appena sentì i battiti del suo cuore che acceleravano si impose di ignorarli, e di immaginare che di lì a poco l'auto si sarebbe fermata, lui avrebbe consegnato il suo corpo intorpidito nelle mani di Killeen e poi le avrebbe sussurrato che era davvero dispiaciuto, ma aveva dovuto fare il suo dovere.
Non c'era altro oltre a quello, si disse Lucinda, nessun vero sentimento, solo un dovere da compiere anche se McGrow si preoccupava per lei, la teneva saldamente tra le braccia curandosi che gli scossoni della strada non la disturbassero, e non smetteva di guardarla e di controllarle il polso. Se lei fosse stata soltanto “una missione da compiere” si sarebbe dato tutta quella pena?
 Non poteva negare a se stessa che era accaduto qualcosa di importante dentro di lei quando si erano incontrati, come non poteva mettere a tacere l'emozione che aveva provato poco prima, quando si era sentita davvero viva per la prima volta dopo un lunghissimo periodo trascorso a brancolare nell'oscurità e sopravvivere, a interfacciarsi con creature disgustose e ad avere più pietà per loro che per la sua stessa anima, tuttavia che futuro poteva sperare ci fosse per tutte quelle meravigliose emozioni?
È stato tutto molto bello, pensò, ma è finito.
Anche se in quegli istanti per una volta tanto si sentiva protetta dentro quell'abbraccio, abbandonarsi alla speranza non aveva senso.
All'improvviso chiuse di nuovo gli occhi, per non dover più guardare dentro quelli di lui.
Si sforzò di ricordare che le aveva mentito, che l'aveva ascoltata e forse persino sedotta soltanto per renderla più arrendevole e catturarla meglio nella sua rete. Uccise subito quel barlume di piacere che provava nell'essere ancora tanto vicina a lui da sentire il suo respiro sul viso e la mano salda contro il fianco, e attese il momento in cui l'auto si sarebbe fermata e il suo viaggio sarebbe così finito.
Finito e miseramente fallito.
Anche McGrow stava meditando sul suo tracollo emotivo, scosso dall'imprevedibilità di una vita che dopo la trasformazione aveva immaginato incolore e senza terremoti.
Aveva sempre fatto del suo meglio per salvare ogni creatura che avesse trovato in pericolo, ma tra l'impegnarsi e il provare trasporto per quelli che salvava correva una differenza abissale. Gli erano capitate famiglie che non riuscivano a staccarsi dai loro cari nonostante fossero stati infettati, e poi fossero morti e ritornati. Aveva dovuto uccidere esseri umani ancora vivi che erano stati morsi e non potevano essere trasformati come lui per mancanza di tempo, e bruciare pile di corpi ammassati dentro fosse comuni come aveva visto accadere nella storia passata, durante le guerre o gli stermini di massa. Molti gli avevano urlato che era un assassino senza pietà senza sapere che sorte gli era toccata, ma per quanto potessero aver avuto ragione, seppur in minima parte, lui non era mai giunto alla fine di una giornata provando rimorso per quello che aveva fatto. Sapeva che il suo cervello era umano, che anche il suo cuore in un certo senso lo era ancora, ma non era più riuscito a lasciarsi andare a un vero sentimento. Si ricordava che lo stesso Killeen prima della trasformazione gli aveva parlato della possibilità che le sue emozioni col tempo subissero una sorta di ottundimento, e che a quell'idea lui si era sentito enormemente sollevato. I cervelli sfatti gli avevano portato via la madre, il padre e la sorella minore e avevano quasi ucciso Jake, prima di mordere anche lui. Nonostante nessuno dei due portasse più i segni dell'infezione nel corpo quella strage, le urla e i lampi degli spari nel buio erano qualcosa che difficilmente avrebbe potuto dimenticare. E poi aveva visto tanto di tutto e di tutti lasciandosi scivolare ogni cosa sulla sua nuova pelle, finché non era arrivata Lucinda.
Lucinda era una persona sola, ma il trasporto emotivo che aveva provato da subito per lei lo aveva travolto come se tutte le anime che aveva bruciato e le vite che aveva stroncato senza battere ciglio si fossero unite e scagliate su di lui.
Non vedeva l'ora di tornare ad Unnamed, nell'unico posto al mondo in cui si fosse sentito veramente al sicuro, per parlare con il dottore di ciò che gli stava accadendo. Da un lato si sentiva quasi in imbarazzo per il suo tormento, ma dall'altro sapeva che la necessità di rassicurazioni sarebbe stata più forte di quel disagio. Forse c'era stato un contatto anomalo tra i suoi circuiti, pensò, qualcosa che l'aveva colto impreparato perché non gli era mai capitato prima, dopotutto non doveva dimenticare che lui, Jake e gli altri erano i primi prototipi, e che c'era ancora molto che Killeen poteva fare per migliorare la sua specie.
Guardò di nuovo la ragazza.
Sapeva che era cosciente, e perciò il fatto che si ostinasse a tenere gli occhi chiusi lo feriva ancora di più. Per un istante provò il violento desiderio di essere di nuovo umano, soltanto per il tempo che occorreva per arrivare ad Unnamed e perché lei si sentisse più a suo agio. Gli sembrò di vederla ancora inorridire nell'oscurità di quel palazzo abbandonato, quando aveva capito che la sua natura era tutt'altro che umana. Anche quello lo feriva e allo stesso tempo lo sorprendeva, perché credeva davvero di aver previsto tutto prima della trasformazione, per quel poco che era stato cosciente mentre il virus iniziava a uccidere il suo cervello. Gli sembrò di ricordare che il dottore gli avesse fatto un lungo discorso anche a proposito di quelle certezze a cui si stava ostinatamente attaccando, per sopprimere il dolore e superare il trauma della morte della sua famiglia gli aveva detto, ma non ne era sicuro. Lui e il dottore avevano fatto così tanti lunghi discorsi che molto era andato perso nel passato, e forse era lì che dovevano restare.


Giovedì 11 aprile 2013, ore: 16.49

lunedì 8 aprile 2013

ALIAS

Me la sto menando da...giorni? Settimane? MESI?!! non lo so di preciso, ma mi sembra da un sacco di tempo, circa il proposito di aprire o non aprire un nuovo blog.
Bloggo o non bloggo,
quale atroce dilemma...
Non ci sarebbe niente di sbagliato in questo se non fosse che ho già un altro milione e mezzo di cose a cui pensare, e quando cito"cose" intendo "cose più importanti" (vita pratica, casalinga. Voglio dire, la biancheria non si lava e non si stira da sola, per fare un esempio), ma inizia a venirmi il sospetto che baloccarmi con dubbi amletici come «Nuovo blog o non nuovo blog, questo è il dilemma!» sia soltanto un modo per scansare le altre faccende più serie.
Ma passiamo oltre.
A che mi serve un nuovo blog?
Mi serve per una nuova identità, perché un giorno che si perde nella nebbia dei miei giorni passati ho deciso che avevo bisogno di un ALIAS che pubblicasse il prossimo romanzo al posto mio, così, per vedere che cosa succede, perché per come sono andate le vendite degli altri libri finora sembra che il mio nome e cognome siano funestati da una cattiva fama e, badate bene, non presso il mondo ma presso me stessa medesima.
Tradotto in parole comprensibili significa: «Finché continui a pensare che sei una sfigata sui tuoi lavori aleggerà un alone di sfiga che tutti percepiranno a chilometri di distanza.».
C'è anche poi quella questione brevemente dibattuta con Lennie a proposito del fatto che mi sto boicottando (...nuoh, ma chi, io???!!!), sulla quale tuttavia dovrei scrivere non un post ma un'enciclopedia, e che per ovvie ragioni lascerò perdere, ad ogni modo secondo la mia mente un nome nuovo e una nuova, misteriosa identità potranno giovare alle mie future pubblicazioni.
Non certo smettere di cacarsi sotto e farsi una buona pubblicità, sbattersi un po', bussare a qualche porta, rompere le scatole a qualche editore, fare delle presentazioni, allargare il giro, proporre il testo...no, questa è fuffa in confronto al mio geniale piano di trovare una nuova identità e aprirle un altro blog.

Seriamente.
Penso di averne avuto abbastanza di lutti e dispiaceri, e che sia arrivato il momento di alleggerirsi un po'.
Negli ultimi mesi non ho fatto che rammaricarmi perché non mi riusciva più di scrivere e di dedicarmi alle cose che amo, ma rileggendo un po' tutti i vecchi post degli ultimi due anni capisco perché è successo.
Come faccio a concentrarmi sulle cose che amo se sono occupata a concentrarmi su tutto quello che detesto?
Non si tratta di fingere che vada sempre tutto bene anche quando non va tutto bene, e nemmeno di negare che qualche volta anche il guru più scafato si incazza, o è triste o nostalgico (ci sarà suppongo anche qualche guru donna che almeno un giorno al mese soffrirà il premestruo, no??!), si tratta solo di non concentrare tutte le mie energie su quello che non va. I post sulla scrittura e sui libri si contano sulle dita di una mano. Non dovrebbero essere quelli il mio pane quotidiano??!
Va bene, fine delle domande retoriche.

Sono contenta di far parte di quella schiera di persone che passano la vita a ricominciare.

martedì 26 marzo 2013

NO Camp NaNoWriMo, NO PARTY!

La foto non c'entra una pizza,
la posto solo per darmi un tono
 e mostrare al mondo che ho tanti libri sul comò.
Mi sono ritirata prima ancora di iniziare.
In fondo A CHI, se non a me stessa, devo dimostrare di essere Wonder Woman?
E dato che devo dimostrarlo soltanto a quella parte di me che pretende che io sia Wonder Woman, perché non crescere una buona volta e mandarla a fare in culo?!
L'ho mandata a fare in culo e sono molto orgogliosa di me stessa, adesso vado a misurarmi per vedere se sono cresciuta un po'...

martedì 12 marzo 2013

QUANDO SI DICE «FARE BELLA FIGURA»...

Come si evince da tutti i cazzilli che ho aggiunto qui a fianco nel blog e sopra questo post, mi sono iscritta al Camp NaNoWriMo di aprile (che ha sostituito l'annuale Script Frenzy cancellato non ricordo perché).
La mia idea è quella di tenere in piedi di nuovo tre lavori** e riuscire a leggere una quantità di testi inenarrabile prima della fine del mese perché se non mi impongo di fare certe cose finisce che non le faccio mai, sempre ammesso che il mio stomaco si dia una calmata e mi lasci lavorare (sono giorni che mi tormenta, il maledetto...troppi rospi da ingoiare, eh??!).

**1) DARK ROADS aka "Il lavoro di cui non mi importava un cazzo" continua a ricevere consensi su EFP, sicché mi tocca proprio continuarlo e temo che lo dovrò anche finire (ridendo e sterminando sono quasi a ottanta pagine e non è ancora successo NIENTE. Ho paura di scoprire fin dove mi spingerò questa volta).
Mappazzone LoL
2) LCDRA aka "IL MAPPAZZONE" è in fase di editing, con un po' di sbatti dovrei aver pronta la seconda bozza per la fine del mese. La seconda bozza non significa il romanzo pubblicabile, è più probabile che le bozze saranno almeno tre, quindi a Camp NaNo iniziato (e anche inoltrato) ci starò ancora lavorando su.
3) L'ATTESA DI SOFIA è il romanzo che ho iscritto al Camp. Avrei voluto cimentarmi con il Grand-Guignol e saggiare le mie (in)capacità teatrali ma data la mole di materiale da studiare per prepararmi so che non ce l'avrei fatta. Forse lo scriverò a giugno, oppure a novembre chissà.

A parte questi impegni (di cui mi compiaccio e per i quali segretamente gongolo abbestia) c'è la solita fuffa.
*Il 20 di aprile la mia ormai ex psic dovrebbe presentare il libro che ho editato per lei, ho una tale voglia di partecipare alla sopraccitata presentazione che piuttosto me ne andrei affanculo di mia spontanea volontà (tra l'altro grazie a cardio fitness il mio culo è molto migliorato ultimamente, potrei anche trovarlo qualche acquirente...).
*A mia mamma do un ditino e lei si prende tutto il braccio. Ha ragione la Pucci a dire che la gente nel profondo non cambia, aspetta solo il momento migliore per tornare alle vecchie abitudini.
*Ieri sera su Amazon ho fatto un ordine così costoso che con la prossima consegna mi aspetto in visita una delegazione della maggiore sede italiana, per un abbraccio e degli affettuosi *pat-pat* sulla schiena (ho comprato tanti manuali sulla scrittura, le sceneggiature e il teatro che non avrò bisogno di comprarne altri per il resto della mia vita). 
Ma non è questo il punto. 
Il punto è che la settimana scorsa, la mattina che mi sarei dovuta alzare presto per attendere l'arrivo di un altro libro mi sono presa a letto, e così quando il tizio della UPS ha suonato il campanello pur di non perdere la consegna sono scesa a firmare per il ritiro in pigiama rosa abbinato a calzettoni leopardati e crocks a fiori, capelli pettinati alla Goku super sayan, senza lavarmi la faccia e con Capitan Fiatella. LIKE A BOSS.
Spero tanto che domani mandino un altro corriere.

mercoledì 13 febbraio 2013

*MA LoL*

«Naturalmente, Aurora…posso chiamarla Aurora, vero?»
Io gli sorrisi amabilmente.
«Signorina Quinn andrà benissimo, Signor Norwall.»
«Lei ha un gran bel caratterino mia cara, mi permetta di dirglielo.»
«Servono le palle per fare il mio mestiere, amico mio! Ora, mi vuole spiegare che cosa significa quest’atto di proprietà o preferisce che facciamo ancora un po’ di amabile conversazione?»

 photo tumblr_llr9c4VSg81qdoqnm_zps89e92eb9.gifNiente, una cosetta così, che ho trovato in mezzo a certi vecchi appunti e per la quale ho lollato un'ora e mezza.
Tra l'altro la trama è nient'affatto male, con un po' di buona volontà e di tempo materiale potrei ricavarci un romanzetto coi controcosini. Adesso vanno di moda i morti viventi, nevvero? Ecco, qui ci sono. Fantasmi e morti viventi. A qualcuno potrebbe venire un orgasmo. 
Orgasmi letterari a parte ho gran poco su cui aggiornare.
Suppongo che la mia vita economica stia per subire una svolta in positivo, data l'improvvisa eredità di cui non avevo neanche immaginato l'esistenza. I più maliziosi avranno qualche difficoltà a credere nella mia buona fede, ma per quanto ne sapevo "papà" aveva soltanto debiti e al massimo poteva lasciarmi quelli (ma anche no, dato che non tengo un reddito dal 2007, e l'unica cosa veramente mia per ora è la macchina, una Panda del 2003**). Ad ogni modo questo è l'unico fatto che al momento, per forza di cose mi tiene ancorata alla realtà, perché per il resto sto volando nell'alto dei cieli come un palloncino sbattuto dal vento che aspetta di finire l'elio per andare ad afflosciarsi da qualche parte.
Sento spesso qualcosa di buono dentro di me, una voce positiva e ottimista che mi ricorda quante cose FA-VO-LO-SE posso fare, ma continuo ad ascoltarla da lontano, non so se per scelta o se per una reazione da stress post-traumatico (che poi in fondo il mio stress post-traumatico ormai dura da trent'anni come minimo, credo di essere stata sminchiata emotivamente così spesso e in profondità che in qualche modo ogni tanto rivivo anche il trauma della nascita e quello della mia prima colica).
Comunque, per dovere di cronaca, stasera ho sfanculato la lezione di cardio fitness per scendere da mia suocera e mangiare chiacchiere e castagnole come se non ci fosse un domani, e non mi sento minimamente in colpa per la mia scelta sconsiderata.
Eh, che progressi...


**A PROPOSITO DI FUFFA INERENTE LA MIA MACCHINA...
Sui quindici centimetri di neve che coprono la rampa di salita dal garage al giardino la macchina di mio marito, un modello faigo, nuovo, con centocinquantamila cazzili e un segnale sonoro per ogni cazzata (suona se il serbatoio va in riserva, se la cintura non è allacciata, se ti scappa una scoreggia di quelle che puzzano...) slitta tutta, mentre la mia Panda, che non è nemmeno una 4x4 e che annovera tra gli optional la leva del cambio, il volante e il cruscotto va su che è una meraviglia.
E queste sono davvero soddisfazioni!!!

mercoledì 30 gennaio 2013

NOW BURIED

R.I.P.

Yesterday I went to my father's funeral.
It was a cold and foggy day, and I felt like the freezing wind of january was wrapping my soul. 
I've been standing far from the rest of the family, back of the church, and I've heard people whispering my name, asking why I wasn't in front of the altar, near the coffin.
I hate people sometimes.
And I can't believe he's gone. 
That man meant pain to me, he did nothing for me and I've hated him for years, but even if he has been a son of bitch a part of him was inside me, and now it's dead, it's been buried with his remains. 

martedì 29 gennaio 2013

NON RISPONDO MAI AL TELEFONO

Non riesco a spiegare a me stessa come mi sento in questo momento, come mi sono sentita in queste ultime due settimane, con l'ipocondria che mi ha inseguita ovunque e tuttora quando mi fermo mi mastica i calcagni, con le pressioni invisibili che sono più forti di un blocco di cemento sulle spalle.

In fondo lui non è mai stato mio padre. Per trent'anni ho avuto soltanto sporadiche apparizioni nella mia vita. Non c'è mai stato, aveva da fare il marito con la sua seconda moglie e il padre per mio fratello. Non avrei nemmeno voluto che ci fosse il mio nome nel necrologio o sui fiori. In chiesa sono stata nascosta negli ultimi banchi, con la gente che sussurrava il mio nome e si chiedeva perché non ero davanti insieme al resto della famiglia.
E nonostante tutto questo è come se una parte di me fosse morta insieme a lui. Una parte piccola, che probabilmente non ha una ragione per esistere eppure esiste, da quando in qualche modo lui è rientrato nella mia anima. Dopotutto io sono una parte di lui. Va bene, sarà pure soltanto genetica ma tant'è.

I lutti e i dispiaceri sono come inverni pieni di freddo e di nebbia, mi stanno avvolgendo l'anima in una pellicola ghiacciata lasciandomi senza forze e volontà, e soprattutto senza desiderio.
Ho detto al mio fratellastro se hai bisogno di me chiama.
Tanto io non rispondo mai al telefono.

lunedì 21 gennaio 2013

FOTTUTISSIMA VITA

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No, cioè
òLKJGSJK#AGHGALJGAVGSG#perché...??
L'anno è appena iniziato ed è iniziato MALE.
Oggi è il 21 gennaio e io sono già presa con le bombe e va bene, lo so, shit happens e devo imparare a prendere la vita con più filosofia, calma e positività...okay, ma se la vita me ne dà il modo magari!
Ci provo, ce la metto tutta, ma quando mi muore la gente intorno come cadono i birilli al bowling, mi stanno male i gatti e tutti sclerano e vengono da me a chiedere aiuto manco fossi Wonder Woman o il genio della lampada non è così facile mantenere l'equilibrio.

Ieri sera prima di andare a letto ho letto cose a proposito dei sogni lucidi.
Cercavo di risvegliare un po' di entusiasmo in me, di propormi qualcosa di nuovo e di efficace per sviare l'attenzione da tutto quello che mi sta succedendo intorno e che bene o male mi tocca (inutile negarlo e fingere che non stia accadendo, non sono fatta di marmo) e così ho rimediato una notte sovraccarica di sogni orrendi che ho ricordato alla perfezione. Senza volerlo ho seguito pedissequamente la procedura indicata per la compilazione di un corretto diario dei sogni (sogna, svegliati, trascrivi, riaddormentati. Sogna di nuovo, svegliati, trascrivi, riaddormentati) quando invece volevo soltanto un sogno lucido, soltanto uno, per avere la temporanea sensazione di star riprendendo il controllo della mia fottutissima vita.

lunedì 7 gennaio 2013

COGLIONAGGINI PER GLI OSPITI

Il post che riporto qui sotto è di gennaio 2009, e mi ha fatto decidere all'istante che voglio fortissimamente e fottutissimamente voglio ricominciare a scrivere dei post di cacca inutili ma che tra anni rileggerò ridendo e volendomi bene.
Ah, è vero...io scrivo già dei post inutili e di cacca *ma LoL*

«TITOLO DEL POST: 
Tutto è possibile.

TESTO DEL POST:
Farsi ammazzare psicologicamente da un proprio racconto non solo è possibile, ma è anche tremendo @_@
A volte vorrei solo non immedesimarmi così tanto in quello che scrivo, vorrei non vedere e non sentire con tanta chiarezza come se fossi lì, e non certo a guardare col blocchetto per gli appunti in mano ma a vivere quello che succede.
Ok, forse mi sta capitando solo perché dopo anni di terza persona (TRADUZIONE: «Io sono la Ciccia Onnipotente Imperatrice di codesto mondo e sono la terza persona che vi scruta quindi voi fate con comodo le vostre cosine e non badate a me, che io sto lì nell'angolo a prendere appunti....sìsì, chiudo la porta uscendo.») mi sto dando alla prima (TRADUZIONE: «Levatevi dai coglioni che adesso FACCIO IO le cose, voglio proprio vedere se non mi riesce di trovare il dritto della situazione senza che ci mettiate i vostri tiramenti di culo!»...ma fosse vero almeno, porco Zeus!!!!).
Comunque, Travis** sei proprio un cattivo bambino e io ti odio molto più di quanto non ti odiassi nel primo racconto, dove lì perlomeno c'era il punto di vista di un misogino incapace di vedere che porco di un sadico sei in realtà. Bravo ragazzo un paio di cazzi!!!!!
Io non sto bene, e forse è meglio che vada a dormire...»
(**Travis è il protagonista di un racconto, ndr.)

A volte la stimo davvero, la mia insulsaggine interiore.
Mi ricorda che per certi versi, per fortuna, non diventerò mai adulta.
Detto tutto ciò aggiungo soltanto che le sorprese sconvolgenti di inizio anno non sono finite, che oggi ne ho ricevuto un'altra della quale non parlo soltanto per cortesia (cortesia? Non COGLIONAGGINE?), ma che meriterebbe un'enciclopedia a parte (voto per farmi tatuare un bel "COGLIONA" in fronte, perché stamparmelo su una maglietta non è abbastanza!!).
Meglio se stendo un pietoso plaid e vado a letto. Leggo un po' e poi mi sforzo come ogni notte di sognare Jack White pur sapendo che finirò per sognare i Muse che suonano in posticini del cazzo tipo una piscina comunale o la sagra dei ciccioli.
Perché lui è stronzo e non si fa sognare, o si fa sognare di spalle mentre se ne va.
Vedi che te ne vai anche la volta che ti prendo...ma in ginocchio!

giovedì 3 gennaio 2013

ORA E PER SEMPRE

Si spostò ancora, e sfiorò nuovi volumi.
«L'ultima poesia di Edgar Allan Poe, rifiutata. L'ultimo racconto di Herman Melville, mai visto.»
«In che modo?»
«Siamo andati a trovarli sul letto di morte nelle loro ultime ore di vita. I moribondi, a volte, parlano in altre lingue. Se conosci l'idioma del delirio sei in grado di trascrivere le loro strane e tristi verità. Ci occupiamo di loro come guardiani speciali nella notte profonda, raccogliamo un ultimo lampo vitale, li ascoltiamo da vicino e conserviamo le loro parole. Perché? Dal momento che siamo i passeggeri del tempo, abbiamo pensato che bisogna salvare ciò che può essere salvato nel nostro passaggio verso l'eternità, per conservare quello che può andare perduto se trascurato, aggiungendovi qualcosa della nostra lunga vita errante.»

Da qualche parte suona un'orchestrina


«Meno uno e inizia il conteggio.»
Noi eravamo distesi in attesa di essere presi e lanciati nel cielo dal vento di fuoco.
E fummo afferrati e scagliati via.
"Oh, mio Dio" pensai. "Aiutami a gridare: Stiamo salendo, stiamo salendo."
Ma il silenzio ci strinse, come monaci penitenti, al suo petto.
Perché persino il razzo tuonante, che squarcia l'anima sulla Terra, a qualche chilometro di altezza procede in silenzio, cammina sulle stelle senza rumore di passi, come in ammirazione della grande cattedrale dello spazio.

Leviatano '99


RAY BRADBURY