lunedì 29 luglio 2013

AMAZON, HERE I COME!

Lo dico OGNI VOLTA che finisco un libro: «Dopo mi prendo una lunga vacanza. Studio, leggo e faccio un cazzo PER ALMENO UN MESE!» e poi non lo faccio MAI.
Stendiamo un pietoso asciugamano.
Manca poco all'uscita di LCDRA con una nuovissima copertina (che mi son rifatta io per ragioni di titolo, e per non andare a scassare ancora la minchia alla Vale per delle modifiche). Ho giusto due mesi di ritardo sulla mia tabella di marcia ma non so che farci se ho dei ritmi da bradipo, in ogni caso hey, HO QUASI FINITO.
Poi pensavo di lasciarmi tutto alle spalle, anche per finire con calma Dark Roads e lavorare al nuovo materiale che sto corteggiando da settimane, ma invece ho deciso che non seguirò del tutto il mio solito iter «Scrivi e dimentica, tanto chi ti si incula?».
Tanto per cominciare cercherò di pubblicizzare decentemente questo libro, e non lo metterò a disposizione gratuita anche se secondo me è il racconto peggiore che ho scritto da quando ho cominciato a dedicarmi seriamente a questa attività. Giuro che ogni volta che lo rileggo ho un moto di sconforto, eppure non riesco neanche a pensare di svenderlo come ho fatto con tutti gli altri perché è il risultato del lavoro più lungo ed estenuante che ho fatto finora e tutto il mio piangere, il mio sudare e il mio farmi forza per non mollare merita più considerazione. Ci sono voluti due anni per finirlo, per riprenderlo e squartarlo, farlo a pezzi, sezionare e buttare tutto quello che era in più (la maggior parte di quello che avevo scritto era "in più" a dirla tutta), e anche se non è un best seller i suoi 89 centesimi di euro li vale tutti quindi, Amazon here I come.

domenica 28 luglio 2013

MANDINGO

Dico soltanto due cose:

1) spero che i vicini della Titta avessero davvero chiuso le finestre, e che si siano quindi persi la nostra conversazione dell'una e mezza di notte sui panini umani, le mie fantasie da bimbaminchia e Mandingo Baggins

2) Pulce, TI AMO.
Notare bene la mia faccia sudatissima.
Che cazzo di caldo c'è in questi giorni???

Meh.

PS: ho inavvertitamente mangiato un pezzo di dolce al cocco con della muffa (fottutissimo ristorante cino-giappo di infima categoria) e sono sopravvissuta.
L'ipocondriaca che è in me sta ancora stentando a crederci.

martedì 16 luglio 2013

HELLO, MY NAME IS STICAZZI!

Come mai STICAZZI?
Perché domenica scorsa mia nonna ha accompagnato il mio cugino "scrittore" (virgolette obbligatorie per sottolineare il sarcasmo nell'accostare le parole "mio cugino" e "scrittore") a ritirare un PREMIO LETTERARIO.
Tralasciando il discorso del premio letterario perché mi fa soltanto ridere, ci tengo a sottolineare PER RICORDARMELO CASOMAI UN DOMANI SOFFRISSI ANCORA DI SENSI DI COLPA A CAUSA DELLA MIA FAMIGLIA che con lui ci è uscita senza tante storie, mentre quando io l'ho invitata fuori a pranzo si è scatenata una Terza Guerra Mondiale.

Ecco perché STICAZZI.
Non lo scrivo per lamentarmi o per fare la vittima, ma soltanto perché mi conosco fin troppo bene e so che arriverà il giorno in cui sentirò di aver in qualche modo mancato nel mio ruolo di nipote, e questo post mi aiuterà a ricordare che anch'io ho dei sentimenti che vanno rispettati, e che non mi faccio prendere per il culo in eterno.


giovedì 11 luglio 2013

PUNTO DI ROTTURA: TI ASPETTAVO CON ANSIA.

Non so se ho davvero la forza e la voglia di imbastire un post sul mio nuovo rigetto per l'umanità, quindi mi non mi sforzerò di farlo, piuttosto scriverò che credo di essere davvero (FINALMENTE!) arrivata a quel famoso punto di rottura per cui il presente mi è insopportabile e il cambiamento mi diventa necessario.
Ne ho bisogno.
Adesso.
Subito.
Forse è stata la spalla a farmi riflettere così tanto (quando il dolore porta qualcosa di buono...), forse l'ha fatto l'insonnia degli ultimi giorni, in ogni caso adesso è arrivato quel momento e lo so, lo sento nella pancia.
Si parte.

martedì 9 luglio 2013

ALL'UMANITÀ PREFERISCO LE PIANTE GRASSE

Oggi è la giornata in cui ricevo notizie dal mondo intero tranne che dalle persone a cui scrivo.
Non ho nemmeno più la forza di insultare il prossimo, dico davvero.
Scrivo a mio fratello tre mesi e mezzo fa per chiedergli di discutere face to face dell'eredità e dei cazzi e mazzi annessi e lui sparisce, poi all'improvviso venerdì scorso mi manda una raccomandata tramite il suo avvocato accusandomi di non aver risposto ai suoi numerosi tentativi di contatto telefonico (ma quando mai hai chiamato??), e conclude con «Se non vuoi più parlarmi me ne rammarico molto e davvero non ne comprendo il motivo».
Dopo aver racimolato tutta la pazienza di cui dispongo, evitando di fargli notare che io avevo dato piena disponibilità a parlare ancora a marzo, gli mando degli sms.
Fammi sapere quando sei libero che ti telefono e ci chiariamo.
Non risponde.
Gli scrivo su Facebook.
Fratè, hai cambiato numero? Perché non rispondi ai miei messaggi. Se hai cambiato numero fammelo sapere, mandami un sms e scrivimi quando ti posso richiamare.
Mi scrive che richiamerà lui una volta uscito dal lavoro, ma poi gli va per le lunghe e non ce la fa. Gli rispondo nessun problema, è sabato, sentiamoci con calma lunedì.
Ieri non chiama.
MA PORCA QUELLA MADONNA, MA CI SEI O CI FAI?????
Gli scrivo di nuovo, anche perché ha scordato di mandarmi la copia di certi documenti che secondo la sua raccomandata dovevo visionare, a proposito di un debito che nostro padre si è lasciato alle spalle e che lui e sua madre hanno intenzione di contestare, ma è come parlare con un muro.
MA PORCA QUELLA MADONNA parte seconda.
Io mi espongo, do la massima disponibilità con la convinzione di avere a che fare con persone intelligenti e loro mi sbugiardano così, 'ste scimmie senza cervello.
Poi non parliamo di chi è troppo occupato a tirarsela per dedicarmi due minuti se non altro per cortesia (la gente si dimentica sempre in fretta che tutti alla mattina ci sediamo sul cesso e facciamo la cacca), o della Psicopatica che mi scrive l'ennesima lettera piena di rammarichi.
Carissima, se mi conoscessi davvero capiresti quanto sono ordinaria e stronza e la cotta ti passerebbe nel giro di dieci minuti.
L'unica cosa che dovrei fare davvero in queste circostanze è capire che sono io la sola responsabile di quello che mi sta succedendo e non per farmene una colpa, ma solo per correggere il tiro.
Devo correggere il tiro, per forza.
La spalla sinistra mi ha dato il tormento per almeno due mesi consecutivi.
Una volta che sono riuscita a staccarmi dall'idea di avere un cancro all'utero, e di conseguenza il ciclo si è immediatamente regolarizzato e ha smesso di darmi problemi (ovviamente Vale, ovviamente!), sono passata a darmi il tormento alla spalla al punto che non riuscivo nemmeno più ad alzare il braccio, come già mi era successo con il lato destro della schiena.
Ho provato a curarmi con qualunque metodo, naturale e non: fans, argilla, impacchi di ghiaccio, docce calde, massaggini, creme a base di arnica e artiglio del diavolo, e poi tre giornate solo a Rosa Marchetti, e via i pomodori, i peperoni e le patate per non peggiorare quella che forse, FORSE era un'infiammazione, e niente ha funzionato.
Mi ci sono voluti due mesi per capire che avevo solo spostato il mio cilicio virtuale da un punto all'altro del corpo, perché se non ho un punto del mio corpo in tensione è un guaio. 
La verità è che sono emotivamente rigida come uno stoccafisso perché sono terrorizzata al pensiero che se sarò felice capiterà qualcosa di terribile. 
Morirà qualcuno, mi verrà un male terribile e incurabile, ci capiterà una disgrazia finanziaria, una persona a cui tengo molto mi farà ancora soffrire terribilmente e cose del genere, e non-vivere così è un modo di usarmi violenza che si traduce in ansia, che alimenta le paure di fallire, di sbagliare, di soffrire.
Spero di poter considerare il fatto di essermi resa conto che ho ancora il cilicio come un altro passo avanti, un altro progresso che posso vantarmi di aver fatto.