giovedì 31 dicembre 2015

IL REGALO PIÙ BELLO

Vabbè, dai, sta finendo il 2015: metto da parte quello che non mi piace più e lo lascio indietro. Che poi posso lamentarmi ancora delle piccole cose che non funzionano nella mia vita o delle persone con cui non vado d'accordo, ma in verità sono la donna più felice del mondo perché non importa in quanti casini mi ritrovo, o quanti impegni posso avere (che mi prendo controvoglia perché sono un fenomeno), non starò mai male quanto lo sono stata dalla fine del 2010 alla metà di questo 2015.
A ben guardare ogni fine anno da allora, incluso l'anno scorso, è stato tutto un'ansia, un'ipocondria, un attacco di panico e/o una depressione, tanto che adesso mi sembra davvero di vivere un sogno. Non so spiegarmi con altre parole: è un sogno che si è avverato.
Bene o male la mia quotidianità di oggi è la stessa di qualche anno fa (ben lungi dall'essere "perfetta"), solo che ora mi piace. No, di più: la amo. Amo ogni singolo giorno che vivo, ogni stupidaggine, anche il disagio in fondo, quando riesco a usarlo per compiere piccoli o grandi passi verso il cambiamento. Ci sono ancora quei momenti di grandi dubbi e di abbondanti pianti, ma sono l'eccezione e non la regola, e svegliarmi ogni mattina con questa serenità, con la voglia di alzarmi dal letto e di ridere o anche solo di sorridere è il più alto successo che ho mai raggiunto. Tutto il resto è opzionale, se deve arrivare di meglio sarà il benvenuto, ma sia chiaro che potrei campare anche soltanto di questa gioia per il resto dei miei giorni. E se strada facendo incontrerò altri ostacoli adesso so di avere la forza di superarli... perché non sarà mai più come negli ultimi quattro anni e mezzo, e allora sarà solo e soltanto una benedizione. 
L'amore che ho provato soprattutto in questi ultimi mesi, la comprensione e la vera compassione mi hanno cambiata tanto che spesso non mi riconosco, devo fermarmi e concentrarmi per poter sentire distintamente questo calore e riconoscerlo come qualcosa di mio, che parte da me e non arriva da fuori. È un regalo che ho pagato a caro prezzo, ma ne è valsa la pena. È valsa la pena di guardare in faccia il dolore, quell'immenso buco nero che mi si era scavato nell'anima, anche se ho avuto una paura fottutissima di farlo e di non riuscire a sopportarne il peso. Tutto ha senso, adesso che riesco a portare all'esterno qualcosa di buono e di autentico che nasce da me... e non il contrario.

PICCOLE GRANDI PERDITE

Di nuovo in fase calante. Ma di quelle che proprio non riesco a scrivere nemmeno sotto tortura, e la cosa ridicola è che prima di Natale me ne andavo in giro dichiarando che non vedevo l'ora che passassero il venticinque e il ventisei per potermi mettere a scrivere "di nuovo" "come dio comanda". Uhm, ok, che cosa mi sono persa?
Ah già, la fotta. Ecco che mi sono persa per strada. 

Devo smettere di mangiare pandoro zuccherato, tutta quella merda chimica mi sta mandando in pappa il cervello.

martedì 29 dicembre 2015

POCHE MA IMPORTANTI CERTEZZE

Mi sono iscritta a due corsi in palestra per stasera ma oggi mi sono alzata a mezzogiorno, ho finito di pranzare alle quattro e un quarto e adesso che son le cinque passate non so ancora, esattamente chi sono, dove mi trovo, che giorno è. 


Dai, CULO PESO, che devi
smaltire il pandoro!!!!!
Le poche certezze del momento sono quattro secchiate di biancheria da lavare, i ricordi che mi cagionano disagio (è la fiera del disagio, ultimamente...) e la faccia brufolosa (hai voglia a depurarti dopo giorni di cibo spazzatura, stamattina ho mangiato della frutta fresca e il mio apparato digestivo si è spaventato).

lunedì 28 dicembre 2015

DYSAGIO E INQUIETUDINE - PARTE 2458412548

Mi sono appena accorta che mio padre ha un profilo Facebook e che lo aggiorna molto più spesso di me, e non capisco per quale motivo il fatto mi inquieta così tanto. Forse è perché penso che lui che ha sessantaquattro anni si è adattato al mondo tecnologico meglio di me che ne ho trentasei, e ogni tanto in segreto mi riscopro a rimpiangere gli anni Novanta (non soltanto per le taglie comode).
Per scrollarmi di dosso l'inquietudine ho fatto un giro nel mio carrello di Amazon che straborda di libri e film, guardare il suo contenuto mi fa sentire inspiegabilmente bene anche se non posso impegnarmi nell'acquisto, e anche se il benessere che ne traggo è effimero come lo è il sollievo dopo un gesto dettato dalla compulsione. Tipo quando entro in libreria con fame di libri, esco a mani piene e nei dieci minuti successivi tutto mi sembra perfetto e meraviglioso. 
Mi manca proprio tanto, la mia routine di lettura e scrittura, troppa realtà sotto le feste mi ha inaridito l'anima e mi ha lasciata in uno stato di prostrazione e insofferenza. Mi manca il non aver voglia di spegnere la luce, la sera, perché non riesco a mollare il libro del momento, e mi manca anche il mondo in cui ero entrata con l'ultimo romanzo in lavorazione e che alla fine ho dovuto abbandonare. Appena finisco di frignare per tutte queste mancanze chissà, magari mi rimetto a leggere e scrivere come dio comanda.

Stasera ha chiamato mia nonna. Malaticcia, ma contentissima per la festa di ieri. Non ha nemmeno accennato al comportamento del nonno che è stato più psicopatico del solito, né io ho avuto la forza di dirle che cazzo, stavolta ha davvero esagerato. Stavo pensando che però era giusto farglielo presente, tanto per chiarire che anch'io ho dei sentimenti, quando lei se n'è uscita con meno male che c'eri tu, sei una persona squisita, tu sì che sai come prendere il nonno, con la giusta dolcezza, e guarda che lui lo sa che lo capisci.
Minchia, meno male che lo sa e mi vuol bene. Come si comportava se gli stavo sul cazzo???!

sabato 26 dicembre 2015

Scrivo post e poi li cancello. Com'è la storia?
È che quando sento la necessità di lamentarmi per iscritto è come se facessi un passo indietro e tornassi ad essere una persona che so di non essere più, e ne percepisco interamente la forzatura. Non sono a favore del cieco ottimismo perché la vita non va sempre bene, non è sempre meravigliosa ed è giusto guardare in faccia anche il suo lato meno brillante, ma in fondo lamentarmi che beneficio mi porta? Ormai lo so com'è la mia famiglia, so che sotto le feste dà il peggio di sé, brontolare è solo far suonare un disco rotto. Difficile che gli altri cambino, anzi, col passare del tempo mi aspetto che peggiorino, quindi sta a me prendere certe situazioni in modo diverso.
L'altra parte della storia, quella che per sopravvivere a questo periodo ho fatto finta di non vedere, è che appena ho smesso di scrivere la realtà mi ha travolta come un'onda e ha invaso completamente la mia vita. Ecco perché sto male. Ecco il perché delle paranoie. Troppa realtà, troppa quotidianità nuda e cruda, vista senza le speciali lenti filtranti che si mette il mio cervello quando sono in fase creativa.
C'è che sono stata anche un po' incazzata con me stessa perché farmi prendere seriamente come scrittrice e ritagliarmi il tempo di leggere e scrivere sta a me, sono io a dover mettere dei paletti.
Ma alla fine anche un'incazzatura così ha il valore che ha. Se spendessi anche solo la metà del tempo che spendo a incazzarmi per fare scelte ragionate per il futuro sarei già a metà strada.

mercoledì 9 dicembre 2015

MA È UN'INGIUSTIZIA PERÒ! (cit.)

Il momento in cui ho impegni, COSE DA FARE, GENTE DA VEDERE ma tutto quello che desidero è stare chiusa in casa a scrivere.
Frustrazione maxima.
Mi immagino la vita che tenta di farmi imparare la lezione del giorno, ovvero che nel casino devo imparare ad organizzarmi, e io trovo questa iniziativa lodevole... ma non potrebbe darmi lezioni non so, il mese prossimo? O quando non ho la fotta e l'ispirazione che poi per forza di cose si sgonfiano come un soufflé mal riuscito??!!! 
Comunque questo non è un post-lamentela, lo giuro, è solo un promemoria che lascio qui per la prossima volta che mi verrà voglia di prendermi degli impegni non necessari solo perché sono buona, sono compiacente, sono sempre gentile e si avvicina Natale.

martedì 8 dicembre 2015

ARGH IL POLPACCIO... M'È VENUTO UN KRAMPUS!

Che spettacolo sabato a Tarvisio a vedere la sfilata dei Krampus... ho ancora le pelle d'oca solo a ripensarci e nello stesso tempo mi rammarico perché la giornata mi è sembrata troppo breve, e la sfilata troppo veloce. A questo punto vorrei tanto non porre la classica domanda inutile che suona più o meno come «Ma perché le cose belle durano sempre poco?!» ma ops', l'ho appena posta. Mi è scappata. Vabbè, passiamo oltre.

[Fonte]
A Tarvisio il cielo era limpidissimo e c'erano appena quattro gradi, un freddo becco. Non che mi sia dispiaciuto dato che amo pazzamente il freddo... ho mai accennato al fatto che amo pazzamente il freddo? Lo amo, sono sicura che con le opportune ricerche scoprirei che i miei antenati venivano tutti dal Circolo Polare Artico.
I Krampus sono arrivati con il buio, dopo le cinque, sfilando per una strada che scoppiava di gente. Ho tentato di fare delle fotografie e ho visto più teste di turisti che altro, tanto che alla fine ho lasciato perdere le foto e mi sono buttata quasi in mezzo alla strada, oltre un gruppo di ragazzini alti come pertiche che non mi facevano vedere niente. Questi bestioni sono scesi da stradine secondarie facendo versi belluini, con catene e campanacci, con le fiaccole e le fruste, e saranno state maschere quelle che avevano in faccia ma io a guardarli mi sono fatta lo stesso la cacca in mano. Un'esperienza unica, credo proprio che l'anno prossimo dovrò ripeterla. Tra parentesi ho scoperto con sommo disappunto che non esiste un libro serio su questa specifica tradizione e/o sui Krampus stessi, se mai un giorno dovessi avere i mezzi per farlo lo scriverò io.

Intanto mi è venuta una fotta che se non scrivo entro le prossime ore mi scoppiano gli arcobaleni nel cervello, ma prima mi tocca la decorazione del povero alberello spelacchiato (con il topo abbiamo decretato che questo sarà il suo ultimo Natale), con sottofondo di musiche natalizie e gran finale con Ciobar e pandoro, per iniziare degnamente il periodo dell'ingrasso festivo. Evviva *RUT*

mercoledì 2 dicembre 2015

GIRAMENTI

Oggi è proprio una di quelle giornate in cui il mondo mi va di traverso anche se non ha fatto niente per rendersi odioso. È l'opposto di quando vivo nel flusso dell'amore cosmico e amo tutti a prescindere: oggi mi stanno tutti sul cazzo a prescindere. Non che io sia maleducata o che tenga il muso, non sia mai che l'Inquisitrice mi consenta di essere né poco né tanto stronza con gli altri come capita a tutti di tanto in tanto (non posso essere una Cattiva Bambina, guai, pena la dannazione eterna). Come dico sempre in giornate simili, anche Gandhi avrà avuto un giramento di coglioni una volta nella vita, figuriamoci se non posso averlo io.

PICCOLI GRANDI TRAGUARDI e RESOCONTI DI FREDDO E DI GELO

L'altro ieri è finito il NaNoWriMo e per questo mi sento un po' triste e un po' sollevata.
In un certo senso ho barato sulla vincita, perché volevo arrivare alla meta senza contare le parole che avevo già scritto prima di iniziare e invece alla fine ho conteggiato anche quelle, quindi a competizione chiusa ho tolto gli avvisi dai social e ho fatto finta di niente. Diciamo che questa è stata più che altro una vittoria morale, ecco.
Comunque, sono sollevata per la fine del NaNo perché il numero fisso di parole quotidiane sommato agli impegni stava per farmi sbroccare, adesso se anche ne scrivo appena cinquecento di parole perché sono riuscita a rosicchiare solo un'ora alla giornata non mi sento in qualche modo manchevole.


Domenica sono stata a Poveglia, per una gita che resterà scolpita per sempre nella mia memoria.
Ero emozionata, ma non avevo aspettative. Sto imparando cose molto interessanti, in questi giorni, sulla gestione delle aspettative, e avendo letto di tutto e di più sull'isola e il manicomio (o casa di riposo per anziani, o quel che è stato il posto) ho cercato di mantenermi il più distaccata possibile.
Alla partenza da casa, alle sette circa, eravamo un bel po' sotto zero, ma secondo me non eravamo tanto sopra nemmeno quando siamo partiti in barca dalla laguna di Chioggia un paio d'ore dopo. C'era il sole, e il viaggio è filato liscio e tranquillo. E il sole splendeva anche a Poveglia, ma in mezzo alla giungla di piante, per non dire all'interno degli edifici, faceva un freddo insopportabile, del genere che ti si infila sotto i vestiti non importa quanto sono pesanti e ti entra nelle ossa. Una volta a casa, la sera, sono rimasta sotto la doccia bollente per mezzora per tirarmi via la sensazione del sangue gelato.
Non mi metterò a raccontare di aver visto o sentito cose strane, ma dopo aver passato un ponticello che separa due parti dell'isola per andare a calpestare il suolo che era stato adibito a cimitero (o grande fossa comune che dir si voglia) mi si è rivoltato lo stomaco. Quella parte dell'isola è più spoglia, per mancanza di edifici ma anche della vegetazione che invece abbonda altrove, e alla fine del ponte c'è un odore tremendo di non si sa cosa, forse di acqua che ristagna (ma giuro, a me non sembrava affatto acqua stagnante). 
Ci sono rimasta solo qualche minuto, e mi è bastato.
Ma anche senza andare alla ricerca di fantasmi e anime in pena, girare per Poveglia inquieta come inquieterebbe qualsiasi altro posto nelle sue stesse condizioni (giova anche il pensiero di trovarsi su un'isola in mezzo al mare, perché è un posto da cui non si può fuggire senza mezzi adeguati). Sicuramente emette una forte vibrazione, da persona nient'affatto impressionabile (non in questo senso almeno) giuro che al primo piano dell'edificio principale ho avuto la pelle d'oca come mai in vita mia, e non mi sono voltata indietro a guardarla dalla barca mentre me ne andavo, ma alla fine non fa così paura. 
Certo, non di giorno, con il sole e una compagnia di trenta persone.

sabato 28 novembre 2015

NaNoWriMo DAY 28 - PAROLE, PAROLE, PAROLE

Corro per tutta la settimana come la gazzella inseguita dal leone, e anche domani in giro, gita fuori porta a Poveglia con sveglia alle sei antelucane e rientro a chissà che ora. Nell'ultimo week-end del NaNoWriMo, per la precisione. Sono riuscita a prendermi una pausa oggi pomeriggio alle sei, quando mi sono stesa "un attimo" in poltrona e mi sono addormentata ancora prima che la testa toccasse il cuscino. E meno male che il NaNo finisce lunedì a mezzanotte, per un giorno posso cancellare gli appuntamenti con la vita e dedicarmi al rush finale.
Questo è stato il NaNoWriMo più bello che ho fatto finora, non sono riuscita ad organizzarmi neanche per sbaglio, ho scritto di più quand'ero esausta e sotto pressione coi tempi che quando ho avuto interi pomeriggi liberi, e sebbene non abbia prodotto chissà quale prosa sono al settimo cielo: HO SCRITTO, e intendo dopo non esserci riuscita per mesi o forse addirittura anni. So bene che questo è un discorso che ho già fatto trentordicimila altre volte ma ogni volta è come la prima, credo che funzioni sempre così quando devo imparare una lezione e ho bisogno di ripetere lo stesso errore per più e più volte.
Ah, tra parentesi, quasi cinquantamila parole e sono appena all'inizio della storia: se stavolta non esce un tomo da cinquecento pagine non lo scrivo più. Pensarci mi ha fatto ricordare un sogno di tanto tempo fa, in cui tenevo effettivamente in mano un libro di tali, ragguardevoli dimensioni ed era mio, cioè, l'avevo scritto io. Che sia stato un sogno premonitore?!

Domani Poveglia, e non sono pronta. Non è tanto per la stanchezza fisica, ma perché temo che sarò sopraffatta dalle emozioni e non ho idea di come comportarmi. Aspetto di visitare quell'isola dal 2008, di anni ne sono passati un bel po', e ancora non mi rendo conto che a distanza di tanto tempo si sta avverando questo piccolo sogno. Ma tipo che stanotte spero di dormire.

MOOD:
Chi, cosa, come, quando e perché.
E non sono le cinque domande
del giornalismo.

mercoledì 11 novembre 2015

NaNoWriMo DAY 11 - NEBBIA DI MERDA

Concentrarmi stasera NEANCHE PER SBAGLIO, dopo una performance olimpionica tra stamattina e oggi pomeriggio, grazie alla quale ho messo insieme più di duemila parole, tutta la mia energia si è trasferita in quel di Fanculo, nota località in cui è opportuno girare con le mutande di ferro a meno che non si trovi piacevole finire con delle "cose" non meglio identificate ficcate nel posteriore.
Tra l'altro oggi, qui in provincia di Vicenza è ufficialmente iniziata la stagione del "Ti addormenti a casa tua e ti risvegli a Silent Hill", stasera per trovare la strada per la palestra ci è voluto il lanternino. Bellissimo l'autunno in Val Padana.
Meno male che c'è il NaNoWriMo così posso occupare la mente con quello e non pensare a tutto il resto, tra cui anche il mio gatto Franz che ormai non ha più pelo sulla pancia a causa dell'alopecia ansiosa che non so ancora come gli verrà curata. Gli riattaccheranno il pelo? Lo picchieranno con un giornale arrotolato su quella sua pelosa testa di minchia? Lo minacceranno di mandarlo dal comportamentalista???!!
È da un po' che non lo scrivo, ma stasera ne ho davvero bisogno: mi urge una vacanza molto, MOLTO lunga. Ovunque. Va bene anche Albettone, purché possa farla da sola e restare qualche giorno a pelle d'orso senza fare nient'altro a parte ascoltare il mio respiro.

MOOD: 
Modalità "Dave Grohl e i kiwi":
la nuova frontiera del NON-SENSO.
(Non fatemi domande, vi prego)

sabato 7 novembre 2015

NaNoWriMo DAY 7 - UN CACCHIO DI NIENTE

Ormai ho capito che devo (a malincuore) rinunciare all'aggiornamento quotidiano del blog, perché l'unica grande differenza che sto vedendo tra il NaNoWriMo del 2011 e quello attuale è che allora non avevo la stessa vita sociale, e avevo invece molto più tempo libero. Chiariamo: è una cosa STUPENDA, le mie amicizie al momento sono l'Amore con la A maiuscola, non mi sto certo lamentando. E comunque, alla fine quello che conta è che il NaNo stia proseguendo per il meglio.
HO LA FOTTA, ancora. È una cosa pazzesca.
Ma la cosa ancora più pazzesca è che non ho ben capito che cosa sia successo di preciso che mi ha fatto cambiare idea sulla scrittura, che nel giro di una notte ha spezzato ogni mio indugio e mi ha permesso di cominciare a scrivere ogni giorno dopo che ho trascorso gli ultimi cinque anni a bestemmiare per mettere insieme un titolo e dieci righe di sinossi (e nient'altro).
Ogni volta che immaginavo di tornare a un momento come questo, niente sogni di gloria ma solo un intenso e soddisfacente lavoro quotidiano, pensavo che avrei avuto bisogno di una specie di miracolo. Pensavo che prima o poi mi sarebbe accaduto qualcosa di sconvolgente, che magari avrei avuto una rivelazione durante il sonno, o avrei visto un segno in cielo. Invece niente, un cacchio di niente, mi sono svegliata la mattina di Halloween tutta agitata pensando al NaNoWriMo e quand'è stato il momento ho iniziato a scrivere. Tutto qui.
Era davvero così semplice? Probabilmente sì, ma è altrettanto probabile che prima avessi bisogno di complicarmi la vita per arrivare a questa sconvolgente semplicità. Anche il perché di questo bisogno, tra mille altre cose mi è ignoto, ma qui preferisco davvero non indagare.

MOOD:
Ti amo, NaNoWriMo!



martedì 3 novembre 2015

NaNoWriMo DAY 3 - I'M JUST ME

Da quanto partecipo al NaNoWriMo? Da quanto sono a conoscenza del suo funzionamento? Da anni.
Perché allora riesco ancora a gestire male i tempi e a prendermi a scrivere come una disperata all'ultimo momento, poco prima di mezzanotte, dovendo poi restare sveglia fino alle due e mezza di notte per completare la sessione quotidiana??
Perché sono io, ecco. 

MOOD:
Dormire? Chi ha
bisogno di dormire??

lunedì 2 novembre 2015

NaNoWriMo 2015 - DAY 2 - SE NON È FOTTA QUESTA...

Milleottocentottantacinque parole tutte in una botta, neanche due minutini per andare a fare la pipì, SE NON È FOTTA QUESTA NON SONO MAI STATA IN FOTTA IN VITA MIA.
Avrei potuto fare di meglio, perché avrei potuto ponderare meno e buttarmi di più, ma se anche non vinco la maratona domani seminando ripetizioni, refusi e schifezze in ogni capitolo va bene lo stesso. Concordo sul non essere troppo esigente, ma nemmeno cazzona allo sbaraglio.
Stasera poi sono arrivata a una parte interessante della storia, un capitolo che aspettavo di scrivere da quest'estate, ovvero quello in cui la protagonista incontra il suo bello (che, in una logica contorta che chi scrive può facilmente capire, sta per "sono io che incontro il personaggio di cui mi sono già innamorata". Perché insomma, chi non si innamora dei proprio personaggi?) (Probabilmente le persone sane di mente, Valentina, ma ssssstttt, continua pure il tuo lavoro e i tuoi sogni ad occhi aperti...)

Ieri notte mi è successa una cosa pazzesca, alle due ero ancora perfettamente sveglia e avevo una voglia assurda di scrivere una OS sui Metallica (viva l'adolescente che ancora vive in me) che mi ronza in testa da settimane. Invece, per forza di cose (per non essere rincoglionita oggi) mi sono usata violenza e mi sono costretta ad andare a letto, dove ci ho messo quaranta minuti a prendere sonno.
Se la fotta da OS adolescenziali mi capita anche stanotte resto su, non ci sono santi né madonne!


MOOD:
It's not unusual to be loved
by anyone...

domenica 1 novembre 2015

NaNoWriMo 2015 - DAY 1 - LO SPEZZATINO BUONISSIMO

Prendersi sul serio SEMPRE.
Che emozione, questo inizio di NaNoWriMo... ieri ho trotterellato per tutta casa spaccando in continuazione i coglioni su quanto fossi emozionata per l'imminente inizio della competizione, spaccando i coglioni anche sui social, e poi sul più bello sono crollata per il sonno dopo sole cinquecento parole.
Non che sia stato un problema, visto che quando mi sono alzata oggi (in ritardo sulla vita, come al solito) ho recuperato la quota di parole mancanti. No, la questione da affrontare sarebbe quella sul mio rugare le palle no matter what, ma fingerò che non sia accaduto e chiuderò il capitolo "GIORNO 1" focalizzandomi sulle cose positive.
Tipo ho ufficialmente la fotta. Anzi, scusate, La Fotta.


MOOD: 
Temo di aver un po' esagerato con
lo zucchero in questi giorni...

sabato 31 ottobre 2015

domenica 18 ottobre 2015

STAY STRONG FOTTA!


Mancano tredici giorni all'inizio del NaNoWriMo e sono in ritardo SU TUTTO già da ora. Però che fotta ho... la Grande Fotta, come nel 2011, la mia prima volta al NaNoWriMo. Speriamo tenga duro per un'altra decina di giorni e mi dia il carburante sufficiente a smaltire gli arretrati in tempo. 
Cancellare ogni impegno sociale non strettamente necessario e uscire un po' dalla dipendenza da Metallica non sarebbe male, ma per il punto due me la vedo proprio scura. 

martedì 13 ottobre 2015

CHE VOGLIA DI RICOMINCIARE!

Ho appena riletto un po' di vecchi post, specialmente dell'estate dell'anno scorso, e ho riso tantissimo, e mi è venuta una voglia di ricominciare a ciaffare con il blog che eccomi, due cazzate le scrivo anche ora che sono quasi le due di notte e tanto per cambiare sono sveglia quando dovrei dormire.
A mia discolpa va detto che il topo ha il raffreddore, e se già russa quando non lo ha vi lascio immaginare che concerto stia tenendo in questo momento.
In verità vorrei scrivere moltissime cose serie ma belle, elaborazioni mentali dei mesi estivi appena trascorsi, ma Truman Capote mi attende impaziente sul comodino (non finirò MAI di leggere quel cacchio di libro) e non vorrei mi perdesse la pazienza. 

domenica 7 giugno 2015

ORIGINALE SEMPRE

Tanto per essere originale, devo iniziare questo post scrivendo che fa un caldo atroce.
Ero un po' infelice, l'anno scorso, con quell'estate che è stata praticamente un autunno e pure piovoso, ma non sono troppo felice nemmeno adesso che alle otto di mattina ci sono già trenta gradi. A luglio che faremo, ci strapperemo la pelle?
Io non ci arrivo sana, lo so, ho già cominciato a non dormire un'altra volta.
Caldo improvviso e torrido...
 Stanotte luce spenta all'una meno dieci, poi sveglia alle quattro e mezza, alle sette circa, alle otto e mezza e alla fine mi sono alzata, perché anche se la stanza buia e il climatizzatore erano invitanti sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare il mondo reale e allora tanto valeva farlo subito (balle. Dovevo dar da mangiare ai gatti. Non fosse stato per loro sarei ancora stesa a letto a pelle d'orso). Ma forse sono stata semi-insonne perché Omar era in giro chissà dove, alla fine ha fatto quello che ha voluto lui e anziché prendere una stanza a Torino, dopo la partita si è rimesso in strada, ha poi dormito qualche ora in autogrill ma di fatto alle otto di mattina io ancora non sapevo dov'era.
Mi preoccupo ancora troppo per tutto e per tutti. Sono ancora parzialmente in modalità controllo, in modalità "temo di lasciarmi andare perché se mi lascio andare, e mi rilasso, accadrà qualcosa di spiacevole". Passerà, come sono passate tantissime altre cose, ma intanto che c'è questo residuo me lo devo tenere. Ma non me ne dispiaccio, non più. Se ho fatto qualcosa di buono per me, in questi anni, è stato dare progressivamente un taglio alle critiche che spesso non erano neanche mie, ma venivano dalla bocca o dai gesti di persone insensibili che non hanno capito niente di quello che provavo. È facile dire «Dimentica, vai avanti, fattene una ragione»... le devi vivere certe esperienze, poi vedi quant'è facile e immediato guarire (manco a dirlo, erano i consigli assennati di una persona che non ha mai fatto davvero i conti col proprio dolore e ancora se lo tiene dentro, e ne ha il terrore. Un'esperta a nascondere lo sporco sotto il tappeto che veniva a darmi lezioni e consigli di pulizia).

Che fa un caldo atroce l'ho già scritto, vero?
Ho mille plot confusi nella mente, di uno ho anche un incipit poco originale rubato a un mezzo incubo di qualche mattina fa che in qualche modo svilupperò, magari su un pezzo di carta o un quaderno e come viene viene. Intanto domani ho un'altra visita dal dentista (come iniziare bene una nuova settimana, MEH.), e poi martedì non so come riuscirò ad allenarmi con queste temperature.
Speriamo che nel frattempo piova. E pure un bel po'.

venerdì 5 giugno 2015

BRAVA VALE, FAI LA SBORONA

La storia è più o meno questa: io qui a fare la figa, anzi la fighissima, e poi IL CROLLO, perché guai ad ammettere che non ho più l'età per quattro notti semi-insonni di fila.
Non riesco ancora a rendermi conto che è passata UNA SETTIMANA da quando la Ele è stata qui, sette giorni fa a quest'ora stavamo bevendo il caffè nella mia cucina in mezzo ai libri che ci eravamo regalate, oggi invece sono quasi svenuta e ho dovuto dormire un'ora e mezza per poi svegliarmi più umida della spugna dei piatti, coi capelli acconciati in stile Super Gogeta e una crisi dì identità.
Sono a pezzi, cerco di rimettermi un po' insieme ma soprattutto mi chiedo come tornare alla vita quotidiana di una settimana fa, come tornare sul pianeta terra dove ho un sacco di email a cui rispondere, un editing da finire e il nuovo capitolo di una fanfiction a quattro mani da scrivere senza manco mezza idea nel cervello.

COME FACCIO
(dio delle città e dell'immensità!!!!!!)

Stasera sono a cena dalla Paola con un po' di ragazze, per fortuna, cibo e chiacchiere mi aiuteranno a non pensare a che strazio è la casa adesso, con trenta gradi per stanza e senza quella pazzoide della Ele che mi aiuta a riempirla di cazzate. Sono adulta e so benissimo che è una situazione passeggera, però gestire in questo momento le emozioni è un casino che ve lo raccomando proprio.

Ah, poi non parliamo nemmeno del concerto dei Metallica di martedì scorso. Non ne parliamo altrimenti la poca razionalità che mi rimane se ne va a farsi fottere insieme a tutto il resto dei miei neuroni.
Domani Omar va a Torino con Davide a vedersi là l'ultima di Champions League, e ci ho messo giorni a convincerlo a fermarsi a dormire e a non tornare a casa subito dopo la partita, ma se ora penso che sarò sola da domani a domenica mattina in questo stato emotivo pietoso ho quasi un po' di paura.
Mi toccherà sfondarmi di libri e di musica nuova, ché prima di andarsene quella disgraziata della sister mi ha lasciato in eredità la trilogia della Palazzolo (a lei tanto cara), i Fort Hope e i Black Veil Brides. Insomma, annaspando, ma in qualche modo ne uscirò anche stavolta.
Forse.

giovedì 28 maggio 2015

BEING NORMAL IS BORING

Roger, il giorno che l'ho comprato
... amore de mamma ♥
Sto vivendo da due anni buoni con una maschera da clown appesa al termosifone di cucina, vicino alla mia postazione di lavoro. L'ho chiamata Roger, la maschera, e dopo tanto tempo trascorso insieme mi sono abituata a parlargli, a confidargli dei segreti e a interpellarlo regolarmente se ho dei dubbi.
Oggi ho dovuto toglierlo dal termosifone e riporlo in un armadio perché ho molto a cuore l'impianto neurologico della Ele, che è coulrofobica ai livelli e passa il fine settimana da me, ma le abitudini si sa che sono dure a morire.
Poco fa ridevo di un video che stavo guardando e mi sono voltata per commentarlo con Roger come faccio sempre, ma lui non era lì al suo posto e non vedendolo per un attimo ci sono rimasta veramente male.
Ora mi chiedo, a che livello di pazzia sono arrivata considerando tutto questo?

Comunque porca puttana, domani pomeriggio arriva la Ele.
Sono MESI che parliamo di questo lungo fine settimana e niente, c'ho l'ansia buona, cioè, stanotte non so se riesco a dormire.

lunedì 25 maggio 2015

TAENIA SOLIUM FOREVER

Ho davvero bisogno di sospendere i giudizi, su tutto e su tutti, perché di sicuro sono questi giudizi a farmi salire il disagio, soprattutto i giudizi dettati dalla rabbia, più ancora che quelli dettati dalla paura della non accettazione.
In fondo non è cambiato niente rispetto a una volta, adesso c'è solo un po' più di social ma aperitivi-disco-yeah!!-ragazze tiratissime-locali fighi-tunztunz-foto ricordo con bocca a culo di pollo c'erano anche quando avevo diciannove anni (forse i selfie no, non c'erano i cellulari e nessuno girava con la macchina fotografica nella borsa), e come allora continuano a non piacermi. Mi piace uscire in compagnia una volta ogni tanto, anche una volta al mese, mangiare una pizza e fare quattro salti in qualche locale, il punto è che con la maggior parte delle persone se questo rito non lo ripeti con una certa frequenza, meglio se settimanale, se non ti scambi millesettecento messaggi al giorno con aggiornamento in diretta su quello che stai facendo o che devi fare è inutile, sei fuori dal giro, e io sento che in qualche modo vorrei stare nel giro (o forse penso ancora che sia sbagliato non far parte del giro) ma nello stesso tempo non voglio scendere a compromessi per starci.

Complicata io? Ma non diciamo cazzate, per cortesia! 

Quando ragiono in questo modo sono una quattordicenne, la mia emotività fa un salto indietro nel tempo e mi riporta alla fase adolescenziale in cui volevo essere accettata, avevo il terrore che non succedesse e quindi facevo di tutto, anche quello che non mi piaceva, purché accadesse, è che a quattordici anni è consentito reagire così, fa parte della crescita, ma a trentasei? Ne vogliamo parlare?

Parliamone.

Essere una quattordicenne intrappolata nel corpo di una trentaseienne, secondo voi, quanto attrito può creare?
Non mi piace questo attrito. Mi piace essere emotivamente quattordicenne quando mi smutando virtualmente e perdo la testa per qualche attore/gruppo/cantante, e spero di continuare ad essere una fangirl per tutto il resto della mia vita o almeno finché non sopraggiungerà la menopausa (debbo forse ricordare a tutti che E. L. James, autrice della celeberrima trilogia "Gni gni gni... Cinquanta sfumature de sto cazzo!" è una cinquantenne che ha avuto delle fantasie erotiche sui protagonisti di Twilight, saga per adolescenti, e adesso è famosa in tutto il mondo e ci ha guadagnato una barca di soldi? Ecco, appunto, statevene zitti), ma non mi piace il giudizio che do a me stessa per questo né quello che do agli altri che si divertono agli aperitivi, in disco e a farsi selfie con la bocca a culo di pollo. 
Non mi piace essere una quattordicenne quando mi causa problemi di accettazione. Gli altri sono quel che sono, devo farmene una ragione.
Questo, e accettare che non farò mai parte di un "giro", qualunque sia, perché alla fine amo tante persone ma resto fondamentalmente un verme solitario, è materia per la trentaseienne che devo in qualche modo ritrovare.

sabato 23 maggio 2015

IL PREZZO DELLA NATURA CAPRICCIOSA

Oggi è uno di quei giorni in cui mi rendo conto che se non ci fosse la scrittura nella mia vita, io non esisterei. Non è per dire che sono una scrittrice, buona o cattiva, di talento o meno, ma soltanto che senza lo stimolo a scrivere non saprei che farmene della mia esistenza. Sia chiaro, è un'affermazione priva di esagerazioni e melodrammi. È un fatto.
Sono fissata sull'avere uno scopo nella vita, ho questa domanda piantata nel mezzo del cervello che gira in continuamente e non mi lascia mai in pace... "Qual è lo scopo della mia vita?"
Ho sempre odiato le grandi domande. Quando ho cominciato a farmele ero troppo piccola per capirne il senso ma abbastanza grande e intelligente da sentirne il peso, e mi facevano una strizza tale che ogni volta che si ripresentavano io correvo via urlando e tappandomi le orecchie per non sentirle. Poi, quando l'urgenza di rispondere era passata, le mettevo da parte e pensavo che avrei trovato le risposte "più avanti", in un futuro in cui sarei stata più capace di gestirle, ma il punto è che adesso che quel futuro è diventato il presente e sono finalmente cresciuta, le domandone continuano a farmi cacare in mano dalla paura. Mi mettono di fronte a un bivio: due direzioni, due cartelli. Uno dice "SCRIVI"e l'altro "FATTI UNA VITA NORMALE", ma in entrambi mancano le indicazioni, gli avvertimenti e i suggerimenti più importanti, perché il primo non mi dice che se decido di scrivere decido anche di infilarmi sulla strada verso un successo che potrebbe non arrivare mai, e che oltretutto mi porterà verso una certa asocialità, la probabile derisione, il giudizio e chissà cos'altro, e poi il secondo cartello non specifica che la pace "sociale" e l'approvazione mi costeranno, quasi sicuramente, una valanga di rimpianti futuri per non aver nemmeno provato a farmi ridere in faccia, a farmi rifiutare tonnellate di manoscritti e a farmi sbattere un tot di porte sul naso.
Una via di mezzo, dite?
Chissà, forse c'è, e forse la risposta sta proprio lì, ma ci credete se vi dico che io, con le vie di mezzo e i compromessi proprio non ci vado d'accordo?
A questo punto credo che il tormento sia il giusto prezzo da pagare per una natura capricciosa.

lunedì 18 maggio 2015

MALEDETTA PRIMAVERA


Pare proprio che siano tornate in auge le nottatacce "di una volta", quelle che trascorrevo sveglia a scrivere o a mettere in cantiere progetti e a prendere appunti.
Non so se è colpa del caldo improvviso o se più semplicemente è un periodo in cui ho bisogno di dare i numeri, comunque è un fatto che in questi giorni tra la mezzanotte e mezza e le sei di mattina (che sarebbe il momento migliore per il riposo e la rigenerazione) io praticamente non dormo, e allora ho deciso che tanto vale stare davanti al pc, perché di alzarmi cento volte per andare al cesso, fare una passeggiata in corridoio, bere un bicchier d'acqua, fare due grattini al gatto e sperare che mi venga sonno ne ho un po' (tanto) piene le palle.
Non sta succedendo praticamente una leppa nella mia vita virtuale, i social mi annoiano fuori di misura e non li uso quasi più, e i fandom che mi interessano su EFP si possono dire defunti ormai da mesi. Ho finito da poco di ripostare "La città delle rondini albine" (che oh, se lo son cagato giusto in due) e non avendo altro di pronto al momento anche il mio profilo è andato in standby, e allora che faccio?
Diapositiva della Vale
in sessione di scrittura notturna
Riscrivo e finisco quella vecchia storia che a momenti mi prende bene e a momenti non mi prende per niente, ma tutto sommato come esercizio quotidiano può andare, finché riesco a scriverla senza complicare le cose e cercare di convincere i personaggi a fare quello che voglio io (tanto non va MAI a finire così, il massimo che riesco ad ottenere con la coercizione è un mare di fuffa che poi mi tocca tagliare e buttare in fase di revisione).
Cerco di non pensare a tutto il tempo che mi ci è voluto per tornare ad interessarmi alle storie nella mia testa, quanto ci è voluto per ricominciare a scrivere senza provare una pressione a volte quasi fisica, come se stessi tra due pareti di cemento che si stringevano sempre di più. Cerco di non pensarci perché se ci penso ancora mi viene il magone. Rileggo vecchi appunti e mi sembrano scritti da un'altra persona in un'altra vita e mi accorgo che mi sto chiedendo davvero è successo tutto quello che è successo? 
Sembra una fase di distacco, non dettata dalla paura né dall'urgenza di dimenticare ma una fase tranquilla, in cui sto seduta a riguardare il passato recente e non mi sembra il mio, come se non credessi che io l'ho vissuto e alla fine ci sono passata sopra.
Ma bando alle serietà, a quell'essere serioso che ero diventata e che s'è portato via l'influenza di marzo (grazie al cielo, cominciavo a perdere le speranze).
Scrivo e mi piace, adesso conta solo questo. Scrivo e mi sento spensierata e anche un po' stupida che ci sta sempre bene, e aspetto con pazienza la notte in cui, dopo tante ore insonni, finalmente crollerò e riuscirò a dormire per sfinimento.

venerdì 8 maggio 2015

RIESUMAZIONI

Non so perché sono andata a riesumare una storia vecchia come il cucco (peraltro foriera di ricordi che... lasciamo perdere) per martoriarla, proseguirla e chissà, forse finirla... che poi vorrei sapere, se mi è concesso chiederlo, da dove cacchio viene questo bisogno di avere sempre delle spiegazioni per tutto?
Le cose a volte accadono, fine.
Per forza poi ho problemi di accettazione...
Comunque, dicevo, ho riesumato quella storia e la sto ritoccando per riprenderla e finirla a tempo perso, cioè tanto per esercitarmi a scrivere qualcosa tutti i giorni (giacché non lo faccio, e dire che sono una scrittrice quando non scrivo è un po' millantare), cioè senza particolari aspettative, insomma, cazzomene, viene come viene ed è una cosa a mio uso e consumo. Niente condivisioni né pressioni.

Poco fa ho finito di leggere "La campana di vetro" di Sylvia Plath e adesso mi sento malissimo, come svuotata, come se avessi perso un'amica. Io non ho i suoi trascorsi psichiatrici (per fortuna, direi), ma gli esaurimenti e i momenti in cui ho meditato seriamente sul suicidio non mi sono mancati, ed era quindi impossibile che le sue righe non mi toccassero profondamente, in qualche modo. Lo sapevo ancora prima di cominciare a leggere, ma saperlo non mi è stato di alcun aiuto. Sigh.
Ah, c'è poi la questione non secondaria del suo stile che mi fa pensare, nell'ordine, che è ingiusto che sia morta prima di poter donare al mondo altri romanzi e che porca quella puttana, io non ho un quarto del suo talento (è vero anche che finché non mi esercito come si deve a scrivere non potrò neanche migliorare - vedere paragrafo precedente - ma è indubbiamente più comodo scaricare la colpa su una genetica mancanza di talento).
Comunque, con questo chiudo la parentesi FEELS per un po' e stasera comincio "Le montagne della follia" di Lovecraft prima di buttarmi a capofitto su tutti i suoi racconti, un tomo che conta più di 1500 pagine e che penso mi porterà via l'intera estate. Libro ricco, mi ci ficco!

mercoledì 15 aprile 2015

SERGENTE MAMMA E ALTRE BELLISSIME CIUFFOLE

Oggi ho finalmente capito che il mio incubo peggiore non sta in nessun mostro, né morto vivente o entità innominabile che mi insegue mentre corro, scalza, per le strade della città sotto una pioggia torrenziale (sì, ho sognato anche questo, e più di una volta. No comment.): il mio incubo peggiore è quello in cui torno a vivere coi miei genitori in una delle due case in cui abbiamo vissuto tutti e tre insieme appassionatamente *insert sarcasm here* e io sono ancora, soltanto LA LORO FIGLIA, sicché mia madre può berciarmi ordini che neanche il Sergente Maggiore Hartman

Oddio, mamma, SEI TU??!!?
e mio padre può, nell'ordine, sfottermi e poi, per farsi perdonare, invitarmi a una festa "bellissima" dove servono "certe braciole da leccarsi i baffi", che tanto quando
mai si ricorderà che non mangio carne da più di quattro anni (credo che le braciole citate nel sogno fossero una rielaborazione della sopressa ricevuta in dono per Natale. Sempre carne è, insomma). E poi le stanze di casa sono sempre piene di insetti, ragni pelosi e vespe che immagino stiano lì per aggiungere un po' di schifo a un quadretto che è già l'apoteosi dello schifo. 
Sono convinta che siano state un paio di importanti manipolazioni alla schiena nell'arco di poche settimane a smuovermi cose nell'anima, e in fondo mi va anche bene così, lo prendo come un test per capire a che punto sto con la mia emancipazione dal passato/dalla famiglia (sto sempre allo stesso punto di partenza, ecco).

Nel frattempo, mentre il mio Inconscio gode nel ravanare dentro il guano del passato, telefona mia nonna per lamentarsi di non avermi più sentita, «Neanche a Pasqua!», e per accusarmi, ma molto affettuosamente, di essermi "dimenticata dei miei nonni" ... COME SE FOSSE POSSIBILE DIMENTICARSI DI COTANTA FAMIGLIA, Cristo di un Dio (aiutami tu!). 
Da brava persona quale sono, una signora civile ed educata, spiego pazientemente alla nonna che ho avuto una brutta influenza, febbre a trentanove e mezzo, tosse, raffreddore, orecchio infiammato, cazzi&mazzi, pc rotto, altricazzi&altrimazzi per poi scoprire che il reale motivo della chiamata non era tanto la lamentela quanto chiedere il solito "favorino" (che fatto strano e inusitato).
Ma in fondo non importa neanche questo, come vedete ci sto ridendo su.
L'unica cosa di cui al momento mi importa è che finalmente ieri (al quarantatreesimo giorno) mi è arrivato il ciclo, e non tanto per il timore di una gravidanza *inserire comunque un po' di sudori freddi qui* ma perché stavolta, in culo al vegetarianismo, sono stata seriamente sul punto di mangiare la testa di qualcuno.

Ma ora che le teste di tutti sono al sicuro e ho recuperato il self-control


(Image and video hosting by TinyPic)

posso tornare alla mia vecchia routine: NON scrivere per il Camp NaNoWriMo e fare invece appassionate ricerche per progetti archiviati mesi e mesi fa e che pensavo di riesumare soltanto il prossimo Halloween.
Così va la mia vita, che ve devo dì?!

lunedì 30 marzo 2015

ALLERTA MOSCONI


Mi ero ripromessa di scrivere quanto prima un post sull'avventura bresciana e il concerto dei We Are The Ocean del 27, ma a tre giorni di distanza non ne ho ancora la forza (specie quella emotiva).
Forse, (ma FORSE eh!) se non avessi fatto la figa e avessi quindi deciso che potevo affrontare viaggio e concerto nonostante la febbre a 39.5 e la gola infiammata, oggi non sarei un morto vivente, ma pazienza, ormai è andata così (mi lamento adesso perché sono uno straccio, ma mentre Liam cantava "Chin up, son" a dieci centimetri dalla mia faccia l'influenza mi faceva proprio una pluripremiata. Traduzione: RIFAREI TUTTO DAL PRINCIPIO, fottesega della salute).
Comunque non vedo l'ora che passi quest'altro momento di... che cosa sarà mai? Un secondo detox automatico dopo l'influenza di gennaio?? Sul serio??! Be', qualsiasi merda sia voglio che passi per stare meglio una volta per tutte. Per ora mi limito a contare le ore che mancano a mercoledì, quando la Yle mi rimetterà a posto la schiena, e i giorni che mancano al week-end dalla Cinzia e a quello con la Ele, sempre che io non riesca ad ammalarmi di nuovo, giacché pare che siano più le cose belle a farmi stare di merda di quelle spiacevoli (capite perché poi mi sale il Germano Mosconi...).
Nel frattempo mi sono iscritta al Camp NaNoWriMo di aprile tanto per vedere se mi ricordo ancora come si fa a produrre regolarmente.

PICNIC SUL CIGLIO DELLA STRADA - STALKER

«Mi tolgo la tuta, la butto direttamente sul pavimento - la raccoglierà qualcuno -  e mi dirigo alla doccia. Mi chiudo nella cabina, tiro fuori la fiasca, svito il tappo e mi attacco, come una sanguisuga. Sto seduto sulla panca, nelle ginocchia c'è il vuoto, nella testa il vuoto, nell'anima il vuoto, penso solo a mandare giù come se fosse acqua. Vivo. La Zona mi ha lasciato andare, la troia. Vigliacca. Vivo. I novellini non possono capirlo. Nessuno, tranne uno stalker, può capirlo. E lungo le guance scendono lacrime, per l'alcol o per qualcos'altro, non so. Succhio la fiasca fino in fondo, sono tutto bagnato e con la fiasca secca.»

«Come sempre l'amministratore era di cattivo umore; il viso floscio, con gli occhi gonfi, esprimeva profondo disgusto, come se non camminasse sulla terra, ma su una brodaglia di letame.»

«"No, aspetti" disse Noonan. Chissà perché si sentiva frodato. "Ma se non sapete cose così semplici... Va bene, lasciamola stare, la ragione... Ma la Visita? Cosa ne pensa in ogni caso della Visita?"
"Va bene... " disse Valentin. "Immagini un picnic..."
Noonan sobbalzò.
"Come ha detto?"
"Un picnic. Immagini: un bosco, un paesino, una radura. Dal paesino una macchina va verso la radura. Dalla macchina scendono dei giovani, delle bottiglie, cesti con le provviste, ragazze, radioline, cineprese... Si accende il falò, si montano le tende, parte la musica. La mattina dopo se ne vanno. Le bestie, gli uccelli e gli insetti, che per tutta la notte hanno osservato terrorizzati quanto stava avvenendo, sbucano dai loro rifugi. E cosa vedono? Sull'erba c'è del lubrificante versato, benzina, candele che non funzionavano sparse qua e là e filtri dell'olio. C'è in giro roba vecchia, lampadine fulminate, qualcuno ha perso la chiave inglese. I battistrada hanno lasciato una fanghiglia ce si è trasformata in una specie di stagno... e poi, be', ci arriva da solo, le tracce dei falò, torsi di mele, le carte dei cioccolatini, scatole di conserva, bottiglie vuote, un fazzoletto da naso, un temperino, vecchi giornali logori, monetine, fiori appassiti presi da altri campi..."
"Ho capito" disse Noonan. "Un picnic sul ciglio della strada."
"Precisamente. Un picnic sul ciglio di una strada cosmica [...]"»

Arkadi e Boris Strugatzki

lunedì 23 marzo 2015

HAPPY BIRTHDAY, Vecchia Puzzetta!

Tanto amore ♥
Il 2 giugno vado a sentire i Metallica.
CIAO.

*... disse la Vale prendendo la rincorsa per tirare una craniata contro il muro*

Come?
Ah già, è vero, da oggi ho 36 anni. Ma chi se ne fotte, tanto dentro sono ancora una quindicenne.

lunedì 16 marzo 2015

BELLE CIUFFOLE DEL LUNEDÌ

Di solito quando piove di lunedì mattina non sono proprio felice, ma stamattina ho accompagnato il topo in centro e mentre lui era occupato io sono andata a rifugiarmi alla caffetteria di Galla (dopo aver comprato un libro di nascosto. Ma in fondo che saranno mai 6 euro, suvvia...), ho preso un caffè e poi ho scribacchiato un'ora e venti.
Tanto amore.
Anche perché mi sono resa conto che, seppur bestemmiando un po', ho finalmente ripreso la mano con carta e penna e non è che scrivo prosa scelta, però mi ci diverto e questo mi basta.

OFF TOPIC:
Oggi poi ho fatto tutto quello che dovevo fare in casa a inizio settimana, sicché ho esaurito le scuse per domani, per non proseguire con la nuova ff.
Hahaha. Inchiappettata!

venerdì 13 marzo 2015

SCLERO x SCLERO x 3,14

Avvio un nuovo progetto e mi riprometto di essere stringata, «Non voglio lavorarci per delle settimane!», mi ribadisco, e poi scrivo dieci pagine di sola introduzione. SOLA INTRODUZIONE, non sono neanche arrivata a presentare tutti i personaggi.
Prima volevo andare a tirare una craniata al muro, poi mi sono ricordata che l'ultima volta che ho scritto una fanfiction "per divertimento" mi è andata peggio, un po' perché non mi sono un cazzo divertita (ansia da prestazione: vieni a me!) e un po' perché le pagine introduttive erano sedici, e se non mi son presa degli insulti ho buone speranze che non mi arrivino nemmeno stavolta (anche se in realtà è tutta scena, non è che me ne sbatta così tanto dei commenti altrui, se non piace quello che scrivo, non hanno che da leggere altro).

A parte questo, devo dire che in questi giorni ogni cosa si mette al suo posto da sola e va esattamente come il mio ordine interiore richiede che vada, solo che non sono sicura che questo sia davvero un bene.
che DOLOREIMMERD' T_T
Tipo stasera in palestra mi è scappato (di nuovo) un commento stronzo sulla mia faccia (perché ci sono volte in cui, in compagnia, ancora non posso fare a meno di parlare di me come se fossi un cesso inguardabile) e TAAAAC!, dieci nanosecondi più tardi mi sono pizzicata la fottuta mano tra due pesi (sto ancora smoccolando per il dolore).
Prima ero su Facebook a commentare il nuovo singolo dei Muse (non è affatto male, ma finché non ho sentito tutto l'album non mi pronuncio dato che anche quella merdaccia di The 2nd Law partiva benissimo con Supremacy...), che poi mi ha portata su YT ad ascoltare un po' di brani vecchi e TAAAAAC!, adesso ho un mal di stomaco che mi sembra di aver mangiato un panino alla merda di ippopotamo e nitroglicerina. Non aggiungo altro sull'argomento perché un contorno di merda con un panino alla merda mi sembra eccessivo, va bene il masochismo ma fino a un certo punto. Piuttosto metterò da pare i Muse ancora per un po' (mi sa che non sono così pronta ad ascoltarli serenamente come credevo), e mi dedicherò a un altro aspetto interessante della mia vita negli ultimi tempi: GLI SCLERI.
Gli scleri sono meglio del mal di stomaco causa ricordi di merda (sempre lì vado a finire, a sguazzare nel guano più profondo), sono meglio dei pizzicotti che mi prendo infilando i pesi nel bilanciere e sono meglio dei trecentotrentordici squat con quattordici chili che ho fatto stasera e per cui pagherò il conto domani e dopodomani (poi non chiedetemi perché mi sale il Germano Mosconi).
A volte penso che gli scleri siano quasi dei buoni amici, al contrario di tutta la saggezza e la consapevolezza che mi fanno sentire l'anima nuda ed esposta ai peggiori elementi e anche al pubblico ludibrio. A volte vorrei tornare a vivere nella mia beata ignoranza, e poi pazienza se nella vita non arrivo così in alto, che tanto soffro anche un po' di vertigini... ma invece NO, ormai non si torna più indietro (che culo, eh...).

Seriamente (si fa per dire), a proposito di scleri, tra quindici giorni c'è il concerto dei We Are The Ocean a Brescia e sto evitando accuratamente di pensarci perché non mi partano gli ormoni prima del tempo, ma quando ci penso niente, è la fine, e mi sa che al 27 non ci arrivo sana neanche un po'.

sabato 28 febbraio 2015

COME UNA CARAMELLA ALLA MERDA

Ultimamente, forse perché ci faccio più caso che una volta, non mi riesce di fare una conversazione senza che per un motivo o per un altro salti fuori il nome della Lennie almeno una decina di volte e ho un giramento di palle assurdo. Se non è per qualche libro è per un film o della musica, o per qualsiasi altra troiata che ho condiviso con lei (come oggi che ci pensavo mentre prenotavo l'albergo per il concerto del mese prossimo), e che mi fa pensare a quanto cazzo di tempo ho trascorso con quella persona anche quando non eravamo fisicamente vicine, così tanto tempo che dopo un anno e mezzo da quando ha levato le tende mi sento ancora in un'assurda fase di disintossicazione.
L'unica cosa che ho capito in un anno e un tot di mesi è che in realtà non ce l'ho e non ce l'ho mai avuta davvero con lei, ma invece ce l'ho con me stessa perché sono stata io a permetterle di essere stronza con me senza reagire, esattamente come l'ho sempre permesso e a volte ancora lo permetto a mia madre. Mi qualifico ancora in base alle parole e ai giudizi di queste persone come se loro sapessero la verità su di me, quando è vero piuttosto che non sanno un cazzo di niente, mi guardo ancora attraverso i loro occhi e intanto mi critico in modo feroce e mi detesto per non essere stata capace di proteggermi, per non aver saputo rispondere a tono alle offese, tutta presa com'ero a fare la "brava persona", quella equilibrata, quella comprensiva. E la cosa divertente è che ci provo ancora e costantemente ad essere comprensiva e compassionevole con loro, ma non ci riuscirò finché non imparerò ad essere compassionevole con me stessa prima di tutto, finché non capirò che anch'io, anni fa, ho fatto quello che ho potuto per me stessa con quello che avevo. Allora non sapevo quello che so adesso, non avevo fatto certi passi né certe esperienze: ho fatto del mio meglio, come tutti gli altri.


Anyway, non vedo l'ora che quest'altra "disintossicazione" finisca, non vedo l'ora di accumulare abbastanza ricordi del tempo che passo con le nuove amicizie cosicché potrò parlare meno di Sua Perfezione Incarnata, e quando ne parlerò non avrò più la sensazione di ciucciare una caramella alla merda.

venerdì 16 gennaio 2015

DOWNLOAD COMPLETE

So che è gennaio e che siamo ben lontani dalla cosiddetta "bella stagione" (se ci capita una stagione come quella dell'anno scorso poi, non sarà così bella), eppure per me l'aria è già diversa adesso che il 2014 è finito, e che grazie al cielo mi sono lasciata tutte le feste alle spalle.
Ho fatto del mio meglio per godermi il periodo, per coglierne l'essenza e sentirmi bene, ma non ci sono riuscita del tutto. C'è ancora una parte di me che con le feste non ha fatto la pace, e che di conseguenza appena sono finite e rilascio la tensione mi fa un dowload di tutta la merda dell'anno appena trascorso per servirmelo in formato malattia.
Un anno fa è stato il turno di quella specie di fuoco di Sant'Antonio, quest'anno ci è voluta l'influenza.
Questa sì che me la sono goduta fino in fondo. Non mi ricordavo proprio quand'era stata l'ultima volta che mi ero concessa di non fare un cazzo per giorni senza sentirmi in colpa, ma quando hai trentanove e mezzo di febbre ed è come se galleggiassi su una nuvola rosa con una fiera di martelli pneumatici nel cervello, non puoi davvero fare niente che non sia vegetare sul divano. E allora l'Inquisitrice Inside può dire tutto quello che vuole, perché tanto sei troppo rincoglionita per sentirla. È stato MERAVIGLIOSO, meraviglioso davvero.
Passata la febbre e smaltito il raffreddore, sono come rinata.
Download complete.


OFF TOPIC (più o meno):
Quest'anno per Natale, mio padre mi ha fatto dono di una sopressa di circa tre chili. Quale regalo più azzeccato per una figlia vegetariana da quattro anni...

giovedì 1 gennaio 2015

NON VI TEMO!

IPOCONDRIA, NON TI TEMO PIÙ! 
PAURA, MI FAI UNA PLURIPREMIATA! (... seh...)

Come si dice... fuori il vecchio, dentro il nuovo.
Quest'anno niente pronostici, quella di fare pronostici e/o bilanci è una delle abitudini stronze che ho deciso di lasciarmi alle spalle. Affronterò quel che arriverà quando arriverà, in qualche modo. Non è forse vero che finora ce l'ho fatta? Non è forse vero che mi sono tirata su nonostante tutto e non sono ancora morta nonostante abbia accusato i sintomi di tutte le peggiori e più mortali malattie conosciute??