mercoledì 2 novembre 2016

NaNoWriMo DAY 2 - 1706 PAROLE... E PERSEFONE MUTA!

Forse un "... e Persefone suca!" era più incisivo per il titolo di oggi, ma in fondo alla Persy voglio bene e lei lo sa, quella stronzona, anche se ieri l'ho spedita con un calcio in culo alle Maldive per tutto il mese di novembre (idea sviluppata con due Wrimos coi miei stessi, seri problemi di Inner Editor). 
Adesso me ne vado in giro dispensando consigli e saggezza come se non ci fosse un domani, la donna che a momenti non era più capace di scrivere neanche il suo nome su un pezzo di carta, ma mi concedo questo sfizio soltanto perché mi sento la creatura più felice sulla faccia della terra.
C'è una cosa importante che ho messo a fuoco proprio oggi, e che mi ha fatto capire come mai nelle letture degli ultimi giorni mi si ripresentava continuamente la carta del Risveglio dell'Arcangelo Gabriele, che mi incoraggiava a guardare le cose da una prospettiva diversa. 
Non so quando, ma ad un certo punto della mia vita ho fatto mia l'idea che scrivere fosse una sofferenza, un processo necessariamente difficile, un sudare e sputacchiare sangue su ogni progetto. Ma perché, di grazia? Mi sono fermata, oggi, a rifletterci con calma. Mi sono fatta una domanda molto semplice: qual è la cosa che faccio più spesso durante il giorno? Scrivo. E qual è quella che mi piace di più? Scrivere. A volte lo faccio per un'ora appena mi sveglio, ancora prima di alzarmi e andare a lavarmi la faccia, in posizioni così scomode che mi si addormentano le gambe. Altre volte bevendo il caffè. Quasi sempre prima di andare a letto e anche in bagno, se mi coglie l'ispirazione. D'accordo che non sono romanzi e racconti, ma è pur sempre scrittura... o no? Quindi, che senso ha continuare a dire che "non riesco più a scrivere"
Questa consapevolezza, questo capovolgimento di punto di vista è stato un primo passo importante, e stasera è finita che mi sono sparata millesettecentosei parole filate, con solo una piccola pausa a novecento, e in questo momento stento ancora a crederci. Signore Iddio, ci sto mettendo soltanto una vita a mezza a capire le cose, eh, ma meno male che Confucio è dalla mia parte e mi ricorda che non importa quanto lentamente procedo purché io non mi fermi (semicit.) (Grazie, signor Confucio).

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