domenica 7 maggio 2017

CARBOIDRATI

Ieri mattina ero in cucina a prepararmi la colazione quando dalla finestra aperta è salito improvvisamente un effluvio di ragù, unico dettaglio che mi è bastato per sapere con certezza che oggi mia suocera ci avrebbe invitati a pranzo. E così è stato. Mi ha pizzicata ieri mentre uscivo per andare a fare la spesa e «Avete impegni domani a mezzogiorno? Ho fatto gli gnocchi... così, per stare insieme un paio di ore...»
L'ha chiesto a me perché sa che di solito non ho il coraggio di dirle di no, ho puntato i piedi solo il giorno di Capodanno e ho faticato anche per impormi. È inutile, con lei e col resto della famiglia è una battaglia persa, non capiranno mai che io voglio tanto bene a tutti ma odio i pranzi della domenica quindi son dovuta scendere a compromessi. Una volta dico di sì, l'altra obbligo mio marito a dire di no (che ci metta lui la faccia, così non devo sempre fare la figura della stronza), e magari anche a portarmi da qualche parte tanto per tenere in piedi la fregnaccia che abbiamo preso un impegno in precedenza. 
E adesso eccomi qui, tramortita dai carboidrati. Ho mangiato due piatti pieni di gnocchi e sto fingendo che gli occhi mi si chiudano perché sto creando e mi serve quindi un riposino creativo, mentre so benissimo che tutte le mie energie nelle prossime ore saranno impegnate nel digerire, e nel riportare la glicemia a livelli umani. 
Che palle, però.
Del resto la giornata è grigia, umida e fredda. Scende quella pioggerella di merda che fa tanto fine ottobre, ci mancherebbe solo un tocco di nebbia (ma sono sicura che nelle ore più fredde si trova, a pelo d'acqua nei fossi) e il clima sarebbe perfetto per caminetto, mele cotte, castagne e vin brulé. Sicché, voglio dire, che altro si può voler fare in una giornata del genere se non ammazzarsi con due piatti di gnocchi e poi svenire in poltrona? 

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