sabato 26 ottobre 2013

CIAO BLOG, DA QUANTO TEMPO...

Se aspettavo ancora un po' ad aggiornare mi scadevano tre mesi TRE, ma come al solito quando mi manca "poco così" per decidere di mollare del tutto il blog mi rimetto a scrivere. Forse stavolta è successo perché sono in vena di diari in questo periodo, ne sto aggiornando tre cartacei, quindi perché non aggiungere anche qualche post?
Cari lettori immaginari, di cose da raccontarvi ne avrei così tante che mi servirebbero almeno dieci post più il papiro di Artemidoro e una messa cantata, ma vi risparmio e faccio un riassunto:
-estate di merda, inizio autunno di merda, autunno inoltrato procede bene, se fingiamo di non notare che a sei giorni da Halloween ci sono ancora 21 °C con umidità (che tirare un vaffanculo al giorno per me che odio l'afa sarebbe poco).
La mia vita continua a rotolare in direzioni inaspettate, finora quando mi sono fermata per fare un po' di ordine si è scatenato quasi sempre una specie di finimondo, e nonostante io sia d'accordo con Tony Robbins quando twitta: «The only problem we really have is we think we're not supposed to have problems! Problems call us to higher level- – face & solve them now!», avrei piacere di tirare un po' il fiato almeno per una settimana o due.
Ma guardando il lato positivo devo dire che sì, i problemi sono la madre del progresso. I miei mi hanno fatto partecipare a due workshop con meditazioni di gruppo nell'arco di venti giorni, che mi hanno spalancato le porte verso mondi ancora inesplorati (ho una pletora di nuovi argomenti da approfondire, credo che tra non molto soffocherò in mezzo a libri, manuali e saggi) e mi hanno dato una carica nuova, e sicuramente qualcosa di più utile da fare che annegare nella disperazione delle mie ansie e pippone mentali.
Sbattersi tutti i giorni per la gratitudine, i pensieri positivi e l'alimentazione dell'autostima è un lavoro che non avevo mai fatto per davvero, o forse che avevo paura di affrontare perché sapevo che mi avrebbe costretta a fronteggiare sentimenti repressi e a guardare in faccia realtà che non volevo vedere, ma credo che ora niente sia peggiore della prospettiva di un nuovo attacco di panico.
Onestamente credevo di aver finito con l'introspezione, di aver grattato a fondo tutto lo schifo accumulato negli anni e di essermi ripulita, invece mi rendo conto che questo processo probabilmente non finirà mai finché sarò viva, ma che non devo necessariamente vederlo come un fatto negativo.
Come direbbe Tony, sono solo progressi.