lunedì 3 marzo 2025

TEAM SALVATAGGIO

Ancora oscillo tra il sentire che questo romanzo mi sta salvando la vita e no, in realtà me la sta rovinando. Oggi devo dire che sono stata più Team Salvataggio. Stamattina terapia: ho pianto. Credo più di quanto io abbia pianto in passato durante le mie sedute del lunedì. Nel pomeriggio sono uscita a fare una passeggiata e mi sono incazzata come un caimano, vorrei sapere quali sono le turbe della vecchia saccentona che ogni volta che ci incontriamo e c'è da approcciare quelle due adorabili cagnoline, di cui lei NON è proprietaria, sottolineo, deve rimproverarmi di qualcosa o suggerirmi qualcosa o farmi notare qualcosa...

«Ma no, la cagnolina non la devi accarezzare così! No, non darle un altro biscottino, dagliene solo uno perché altrimenti si abitua e poi se non ti rivede domani ne può soffrire!»...

(Tra parentesi, il cane nel frattempo così: )

... insomma, signora, ma si faccia un anfiteatro di cazzi suoi! Oggi ho sorriso e ho deciso di soprassedere ma è già la terza volta che mi succede di sopportare un pistolotto per carità, bonario, fatto col sorriso, ma fuori luogo e non richiesto. Non le concederò una quarta possibilità di farmi venire mal di fegato perché anche di trattenermi e di essere sempre accomodante comincio francamente a stufarmi. Educata e rispettosa sì, quando educazione e rispetto sono reciproco. 
A seguire è stato un lunedì ordinario di cambio biancheria e lenzuola senza particolari slanci emotivi e di energia, ma non sempre la pera di endorfine post camminata Feat. bicchierone di acqua e magnesio è immediata, oggi ci ha messo un po' a salire, e dopo cena ero convinta di ignorare il file del romanzo e di fare qualunque altra cosa che non fosse scrivere narrativa. Invece l'ho aperto, ho cominciato, ho lavorato. E toh, guarda, mi sento meglio. Magari non mi è ancora tornata la fotta totale ma ho avuto una semi-fotta, che è sempre meglio di zero fotta.
Ne avevo bisogno. La questione delle ricerche sul DPTS è stata seria, mi ha cagionato veramente tanto dolore, e così la prospettiva di dover rivedere una ventina di pagine — tutto il lavoro della scorsa settimana — per tagliare e correggere e buttare quello che mancava di coerenza e realismo. I tempi si sono dilatati, dovrò aggiustare l'intero piano di lavoro per il resto dell'anno e potrei non riuscire a pubblicare per ottobre ma hey, il lavoro del giorno è finito. Ho riletto, aggiustato, tagliato, corretto e stampato le note di lavoro per domani mattina e il mio mondo interiore è tornato a un suo ordine, a un suo equilibrio (... dei, sembra lo spot dei fermenti lattici che fa tornare il sole dopo la tempesta intestinale, quanta poesia -_- ).

domenica 2 marzo 2025

IBUPROFENE

Caffè forte, tè e pasticcone da 400 mg di ibuprofene per il mal di collo/mal di testa. LA COLAZIONE DEI CAMPIONI. E non so perché a volte provo un sinistro piacere, quasi un compiacimento, nell'aver bisogno di ibuprofene e caffè per rimettermi in sesto, come se questo mi desse un'aura di artista tormentata. Che capisco se trascorressi le notti a ubriacarmi o a fare follie ma certe mattine mi tiro su dal letto acciaccata semplicemente perché la sera prima ho mangiato troppo a cena.
Artista Tormentata poi... qui c'è più tormento che arte, a dire il vero. Ieri sono stata in down totale e non ho nemmeno aperto il file del romanzo, studiare il DPTS per la protagonista mi ha fatto più male del previsto, ha riportato a galla più traumi del previsto, ah, che bello scrivere fiction, tanto è fiction, no? Sono personaggi inventati, storie inventate, traumi inventati. Resisterò alla voglia di imprecare fino alla fine dell'anno, in fondo oggi va meglio. È vero che mi sono alzata col mal di testa, ho fatto la doccia col mal di testa e ho anche mangiato i cereali col mal di testa, ma se l'ibuprofene non risolve il problema a monte almeno mi ha sollevata dal tormento e dalle conseguenze dell'infiammazione cervicale. Niente dolore, mente snebbiata.

Con la mente snebbiata scrivo narrativa e prendo decisioni importanti per la mia salute. Decisioni come quella di ammettere una volta per tutte che ne ho abbastanza delle persone che godono a lamentarsi e a far ricadere sugli altri la propria miseria, che hai voglia a provare a distrarle, a far puntare loro lo sguardo sugli aspetti positivi e stimolanti della quotidianità, non ce la fanno, per niente al mondo rinuncerebbero al piacere di scassarti i coglioni perché la loro vita è così stancante, drenante, pesante, frustrante E INVECE LA MIA È UNA PASSEGGIATA DI SALUTE, VERO? È noto che io sono una fortunatissima, ricca ereditiera che non deve preoccuparsi mai di niente e che può passare le giornate a contemplarsi l'ombelico. Io non ho assolutamente problemi a dormire perché appena spengo la luce le preoccupazioni e le ansie mi piombano addosso, non sono sempre a corto di soldi, non ho un'autostima non pervenuta e la psicologa la vedo ogni lunedì così, per fare quattro chiacchiere sul meteo. Fanculo, mi sono rotta. Empatica e tollerante e comprensiva sempre, ma anch'io ho dei limiti in base ai quali ho deciso di non perdere più il mio tempo prezioso con gente che non ha voglia di impegnarsi a migliorare la propria condizione, con chi si lamenta perché è più facile dare la colpa al mondo e al destino dei propri fallimenti e ha bisogno di tirarmi in mezzo, di usarmi come un bidone per la raccolta differenziata della loro merda emotiva. 

Ancora non mi rendo conto che è già marzo. Che accade al tempo, che corre come un disperato? Da cosa scappi? Non dico di fermarti, ma non vorresti almeno rallentare un pochino? Dai, rallenta, vieni qui, che oggi insieme al tè ci sono le frittelle** con la ricotta — appena fatte, ancora tiepide.

**Mia suocera frigge dolci da settimane. Io tento di tenere a bada il colesterolo e buttar giù la pancia e lei frigge. E mio marito pure frigge.

«Eh, è probabile che mia mamma faccia qualcosa per martedì prossimo, che è l'ultimo di Carnevale...»
«Cazzarola, ma quant'è durato quest'anno il Carnevale, due mesi??!?»