Caffè forte, tè e pasticcone da 400 mg di ibuprofene per il mal di collo/mal di testa. LA COLAZIONE DEI CAMPIONI. E non so perché a volte provo un sinistro piacere, quasi un compiacimento, nell'aver bisogno di ibuprofene e caffè per rimettermi in sesto, come se questo mi desse un'aura di artista tormentata. Che capisco se trascorressi le notti a ubriacarmi o a fare follie ma certe mattine mi tiro su dal letto acciaccata semplicemente perché la sera prima ho mangiato troppo a cena.
Artista Tormentata poi... qui c'è più tormento che arte, a dire il vero. Ieri sono stata in down totale e non ho nemmeno aperto il file del romanzo, studiare il DPTS per la protagonista mi ha fatto più male del previsto, ha riportato a galla più traumi del previsto, ah, che bello scrivere fiction, tanto è fiction, no? Sono personaggi inventati, storie inventate, traumi inventati. Resisterò alla voglia di imprecare fino alla fine dell'anno, in fondo oggi va meglio. È vero che mi sono alzata col mal di testa, ho fatto la doccia col mal di testa e ho anche mangiato i cereali col mal di testa, ma se l'ibuprofene non risolve il problema a monte almeno mi ha sollevata dal tormento e dalle conseguenze dell'infiammazione cervicale. Niente dolore, mente snebbiata.
Con la mente snebbiata scrivo narrativa e prendo decisioni importanti per la mia salute. Decisioni come quella di ammettere una volta per tutte che ne ho abbastanza delle persone che godono a lamentarsi e a far ricadere sugli altri la propria miseria, che hai voglia a provare a distrarle, a far puntare loro lo sguardo sugli aspetti positivi e stimolanti della quotidianità, non ce la fanno, per niente al mondo rinuncerebbero al piacere di scassarti i coglioni perché la loro vita è così stancante, drenante, pesante, frustrante E INVECE LA MIA È UNA PASSEGGIATA DI SALUTE, VERO?
È noto che io sono una fortunatissima, ricca ereditiera che non deve preoccuparsi mai di niente e che può passare le giornate a contemplarsi l'ombelico. Io non ho assolutamente problemi a dormire perché appena spengo la luce le preoccupazioni e le ansie mi piombano addosso, non sono sempre a corto di soldi, non ho un'autostima non pervenuta e la psicologa la vedo ogni lunedì così, per fare quattro chiacchiere sul meteo.
Fanculo, mi sono rotta. Empatica e tollerante e comprensiva sempre, ma anch'io ho dei limiti in base ai quali ho deciso di non perdere più il mio tempo prezioso con gente che non ha voglia di impegnarsi a migliorare la propria condizione, con chi si lamenta perché è più facile dare la colpa al mondo e al destino dei propri fallimenti e ha bisogno di tirarmi in mezzo, di usarmi come un bidone per la raccolta differenziata della loro merda emotiva.
Ancora non mi rendo conto che è già marzo. Che accade al tempo, che corre come un disperato? Da cosa scappi? Non dico di fermarti, ma non vorresti almeno rallentare un pochino? Dai, rallenta, vieni qui, che oggi insieme al tè ci sono le frittelle** con la ricotta — appena fatte, ancora tiepide.
**Mia suocera frigge dolci da settimane. Io tento di tenere a bada il colesterolo e buttar giù la pancia e lei frigge. E mio marito pure frigge.
«Eh, è probabile che mia mamma faccia qualcosa per martedì prossimo, che è l'ultimo di Carnevale...»«Cazzarola, ma quant'è durato quest'anno il Carnevale, due mesi??!?»