venerdì 2 giugno 2023

UNA MANCIATA DI PENSIERI SPARSI

Non sono più ritornata per il "ce l'ho fatta!" - a recuperare - d'altra parte avevo scritto che sarei tornata ma non QUANDO l'avrei fatto. Ecco, rimedio oggi, per aggiungere tra l'altro che ho recuperato le 982 parole del 30 maggio ma adesso sono di nuovo sotto di circa 2000.
Questa settimana ho perso un sacco di colpi. Dopo una parentesi di normalità tra mercoledì e giovedì, ieri notte è tornata l'insonnia. Ho chiuso gli occhi verso le cinque e mezza di stamattina e davvero non sapevo più che cosa pensare, o cosa dire a quella parte di me indecisa tra scoppiare a piangere e mettersi a urlare.
Ho finito "Il giardino di cemento" di McEwan e l'ho trovato stupendo (sono contenta che non mi abbia devastato l'anima come mi ero aspettata). Ho iniziato "Non mentirmi" di Philippe Besson con poco entusiasmo ma solo perché ero stanca, poi lo so che il ricordo dei libri che leggo in giorni (notti) difficili come questi mi resta dentro dieci volte più di quello dei libri letti quando sto relativamente bene. Mi sento triste, con l'anima in un milione di pezzi. Prima ho comprato "Quell'estate di sangue e di luna" di Eraldo Baldini, perché lo desideravo da tanto e perché la tristezza non è svanita ma aspettando un nuovo libro la sento vagamente di meno. E poi Baldini mi piace un sacco.
Ho pianto un po' a pranzo. Il Topo mi ha abbracciata e mi ha detto «La devi smettere di portare sulle spalle il peso del mondo», il che mi ha fatto piangere ancora di più. La verità non gliel'ho detta... che ieri sera quando ho staccato per andare a letto e ho salvato il lavoro del giorno ho pensato che sono proprio una scema, che mi sbatto tanto per un lavoro inutile. "Tanto come al solito non fregherà un cazzo a nessuno".
Lunedì chiamo il medico per lo Xanax.