Come sempre non scriverò una recensione dato che non credo di sapere esattamente in cosa consiste una recensione, però stavolta mi concederò una breve premessa perché mi piace ricordare che ogni tanto c'è magia anche nella mia vita (intendo dire anche se non si direbbe a giudicare dalle mie continue lamentele su tutto e tutti.).
Sono incappata in questo libro MERAVIGLIOSO per puro caso, guidando* il carrello nello spazio libri dell'ipermercato Carrefour (*verbo usato non a caso dato che in quel centro commerciale ci trovo i carrelli peggiori nella storia dei grandi supermercati, e perché sostengo fermamente da sempre che per usarli bisognerebbe prendere un patentino) prima di impegnarmi a fare la spesa.
Odio fare la spesa, così gironzolare tra gli scaffali dei libri e toccarne qualcuno (più spesso non mi limito a toccarli ma vado oltre e compro) mi rende il compito meno pesante. È un contentino, un compromesso soddisfacente e cosa ancora più importante, una pratica che nell'80% dei casi mi fa portare a casa libri di cui poi mi innamoro pazzamente, con in più il 15% di sconto perenne.
Premesso ciò, questo libro di Francesco Piccolo mi è letteralmente caduto in mano come manna caduta dal cielo: un libro e un autore di cui non avevo mai sentito parlare che raccoglie in poche pagine un tesoro di inestimabile valore per ogni aspirante scrittore. Quando l'ho visto e l'ho preso ero a corto di tempo e non ho neanche dato uno sguardo all'indice: mi sono fidata del sopraccitato connubio tra palpatina consolatoria e sconto fisso e ho messo il libro nel carrello, per poi scoprire una volta a casa che era esattamente ciò di cui avevo bisogno in questo periodo della mia vita (qui sta la magia), in cui mi chiedo quasi ogni giorno se non sia il caso di darmi all'ippica e al sudoku anziché alla letteratura.
Il libro è come una partita di ostriche piene di perle: ogni capitolo ne contiene una, ogni riga fa sorridere, sognare, venir voglia di impegnarsi di nuovo per qualcosa in cui a volte si smette di credere.
Aspiranti scrittori (ma anche non) un consiglio di tutto cuore: LEGGETELO!!! E poi tenetelo sempre a portata di mano perché è come una luce che nel buio della notte vi guida sicuri fino a casa...(♥)
"Da qui si può capire che le due civiltà non comunicano facilmente.
Quella dei lettori-scrittori è una civiltà in minoranza, e come tutte le minoranze presuntuosa e sicura di stare dalla parte giusta. Quindi tenta di attrarre individui dell'altra civiltà per farli passare nella propria e individuo dopo individuo, negli anni, diventare maggioranza. Ci prova con ragionamenti tortuosi, offerte promozionali e ficcanti regali di Natale; sempre con scarsi risultati. Perché gli altri, che ascoltano ogni volta con volontà quanto sia meraviglioso diventare dei lettori, continuano a mostrarsi molto scettici. Fin dai tempi della scuola, si sono formati un'idea sui libri; anzi, si sono formati un'idea su quelli che li scrivono, sulle storie che s'inventano, che li convince poco - e che comunque non li riguarda. Come se facessero parte di un altro mondo, appunto.
Hanno sempre immaginato che gli scrittori fossero dei poeti e che i poeti scrivessero quando soffrono per amore, quando c'è la luna piena e soprattutto quando arriva l'ispirazione. Dicono: come Leopardi (e non era vero, per Leopardi); quelli che ne sanno un po' di più, dicono: come Baudelaire (e non era vero nemmeno per Baudelaire). Allora, mentre immaginavo cosa rispondere a tale pregiudizio, mi capitava di leggere parole come queste di Giorgio Scerbanenco:
Il profano pensa che l'ispirazione sia qualche cosa di magico che chi scrive deve star lì ad aspettare, quando viene, e se viene. È molto bello pensare al poeta che guarda il cielo azzurro in attesa dell'ispirazione. Ma non è così. Si scrive quando si vuole, e l'ispirazione, forse, non esiste. Come in tutte le cose, bisogna soltanto avere voglia di scrivere, averne piacere. Anche per stirare un mucchio di biancheria o per fare una maglia con i ferri bisogna averne voglia e piacere, se no si lavora male e si sbaglia. Non è l'ispirazione che manca al poeta che guarda il cielo azzurro, è la voglia."
Francesco Piccolo
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