Dopo un'oretta di scoramento assurdo, suppongo causato da fluttuazioni inarrestabili di ormoni (mestruo di merda!!), mi ero data due sberle e mi ero ripigliata anche bene, ma poi ho aperto Face e ho trovato un messaggio di Cinzia, e due minuti più tardi stavo di nuovo smocciolando e dandomi della cogliona.
Non riesco a portarle rancore, nonostante portare rancore sia stata una mia specialità per tanto tempo.
Non riesco a portare rancore nemmeno a persone che amavo con tutto il cuore e che mi hanno fatto di peggio, figuriamoci a lei. Forse potrei legarmi quello che è successo al dito e cancellarla dalla mia vita, ma so che se mi guardassi alle spalle un giorno mi pentirei di non averle dato una seconda possibilità quando me l'ha chiesta, quando si è scusata, quando mi ha detto di aver capito gli errori commessi.
Quante cazzate ho fatto io nella mia vita? Penso che per una lista esaustiva mi occorrerebbe un'enciclopedia. E quante volte ho capito DOPO di aver fatto delle cazzate e ho desiderato di essere perdonata?
Può darsi che per questo io mi consideri una cogliona perché mi guardo con gli occhi degli altri, che mi giudicherebbero così per le mie scelte, ma la vita dopotutto è la mia, ci faccio quello che mi pare.
Quanto al NaNo (CLICK HERE per l'aggiornamento di oggi), al terzo giorno sto già in confusione, volevo che il romanzo scelto fosse una rivisitazione fedele dell'originale che già avevo scritto ma invece sta prendendo una piega completamente diversa e non riesco a impedirlo. Stando in tema di cose che non posso più fare, non posso più scrivere come quattro anni fa né provare gli stessi sentimenti, allora forse la prima versione del romanzo merita di stare lì com'è, triste e bruttina ma in fondo amabile per la sua imperfezione, e adesso è necessaria un'evoluzione.
(Perché non scrivo mai cose belle e facili tipo storie di unicorni e arcobaleni e torte e caramelle, tanto per cambiare un po'?!!?!?!?)
OFF TOPIC:
Jack White continua a fottermi quotidianamente il cervello (e ci si diverte pure!!!).
Così, tanto perché si sappia che qui va sempre peggio.
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