sabato 11 gennaio 2025

QUATTRO POMODORI

Che dire. Dovrò trovare il modo di ringraziare quel mito che è Francesco Cirillo visto che per merito della sua Tecnica del Pomodoro oggi mi sono sparata qualcosa come 2656 parole (contro le 1881 di ieri) e ben prima di cena, quando di solito le sessioni serali si trascinano fino a sera inoltrata. Quattro Pomodori, per dirla in gergo. La metterei così: è la tecnica giusta arrivata al momento giusto, cioè quando ero pronta a impegnarmi seriamente nel progetto in corso. Adesso vedo se funziona anche domani, se posso fare quattro Pomodori due volte al giorno e se posso fare Pomodori anche per la lettura, è la volta buona che smetto di buttar via il tempo scrollando i social.

Sono stufa della tossicità dei social. Non dei gattini, dei cagnolini, dei video divertenti, delle ricette che non proverò mai perché ingrasso solo a guardare il cuoco/la cuoca che le ha preparate mentre le assaggia, e nemmanco degli aggiornamenti dei miei adorati Passerini. No, è la gente a farmi schifo, e dato che non sono un tipo capace di lasciar correre non vedo la ragione di continuare ad avvelenarmi l'esistenza. Persino un messaggio pubblico di ringraziamento su Ig ha ricevuto l'intervento stronzo di un complottaro, un microcefalo che voleva convincermi di come la piattaforma di Unobravo in cui faccio terapia registri le mie sedute e venda i miei dati e sporchi segreti a terzi a scopi pubblicitari (per propormi cosa, poi, un'alternativa allo Xanax?), insinuando nel frattempo che il mio commento fosse falso, comprato. Ho forse bisogno di gente del genere, di sconosciuti che vengono a rompermi i coglioni quando c'è già tanta gente che conosco che me li rompe? No, infatti. Perciò ciao, Instagram. Ciao, Facebook. Addio, Threads (qualcuno pensava che NON fosse un social tossico? Si sbagliava). Sono vecchia, sono tornata su Blogger e forse per un po' resto qui.

Nessuna nuova, intanto, sugli sconti Adelphi. Attendo bramosa.
Alla fine dopo "Il banditore" ho pescato da una delle mie TBR "Memorie di una casa morta" di Dostoevskij che avevo iniziato a leggere tempo fa e che poi avevo lasciato più o meno a metà, una lettura che facevo nei ritagli di tempo. Pensavo che avrebbe dovuto farmi paura, grande autore (per la mia immensa ignoranza) e tema profondo che non so se sarò in grado di cogliere pienamente, invece lo sto leggendo in scioltezza e mi piace davvero da matti.

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