Bisogna che io lasci andare le persone.
E bisogna che io lasci andare il passato.
Se non sono buona per lei non lo sono per nessuno. Se non mi accetta lei chi vuoi che lo faccia? eccetera, pietosamente eccetera.
E più dico "Non voglio che tu sia il mio mondo" più il mio mondo si concentra lì dove non vorrei che si concentrasse, perché ancora non mi è entrato in testa il concetto che la mente non la capisce la negazione, e prende tutto come un'affermazione.
In verità, credo che lasciar andare non significhi "perdere" una persona ma solo l'illusione che mi sono costruita intorno a un rapporto, l'idealizzazione, quella perfezione tanto bramata e inseguita che non sarà mai raggiunta, perché l'alternativa è rendermi conto che in fondo sono da sola, sempre lo sono stata e sempre lo sarò anche se in questo non c'è niente di sbagliato o di terribile perché non è della solitudine che ho paura, ma ce l'ho di non riuscire a cavarmela da sola e tuttavia, se non lo faccio questo salto nel buio, non scoprirò mai quanto sono brava a camminare sulle mie gambe, e quanto coraggio ancora mi è rimasto.
È qui allora che comincia la pratica, lasciando andare le persone, lasciando che siano quello che vogliono essere e che vadano dove vogliono andare, anche se qualche volta mi addolora un po'...
PS: "Quando la notte è così buia da non scorgere il proprio naso statene certi, l'alba è molto vicina" (Massima cinese).
Non so perché in questi casi ha un suono così rincuorante ♥
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