mercoledì 26 settembre 2012

PRIMO AMORE

«Guardavo, senza potermene staccare; questi lampi muti, questi scintillii trattenuti, mi pareva, rispondevano ai miei muti e segreti impeti, che divampavano pure in me. Il mattino cominciò a mostrarsi; l'aurora saliva con macchie purpuree. Con il sorgere del sole i lampi sempre più impallidivano e diminuivano: essi tremavano sempre più di rado e finalmente scomparvero, soffocati dalla luce che faceva rinsavire e che era certa e sicura, la luce del giorno che sorgeva...
  Anche in me scomparvero tutti i lampi. Provavo una grande stanchezza e pace...ma l'immagine di Zinaida continuò a esistere, a trionfare, nella mia anima. Solo che questa immagine ora sembrava placata: come un cigno che s'era involato dalle erbe della palude, essa si era staccata dalle altre figure, maligne, che la circondavano e io, addormentandomi, per l'ultima volta mi strinsi a lei in segno di saluto e con adorazione...
  O miti sentimenti, morbidi suoni, bontà e calmo silenzio dell'anima turbata, gioia e tenerezza delle prime commozioni amorose, dove siete, dove siete? ...

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Nel pensare in seguito al carattere di mio padre arrivai a questa conclusione: che non gli importava di me, né della vita di famiglia; egli amava qualche cosa d'altro e godeva pienamente di questo. «Prendi quello che puoi, e non darti nelle mani di nessuno; appartieni a te stesso: in questo è tutto il senso della vita», mi disse una volta. Un'altra volta io, in qualità di giovane democratico, mi lasciai andare a parlare, in sua presenza, della libertà (in quel giorno egli era, come io dicevo, «buono»: e allora si poteva parlare con lui di quel che si voleva).
- La libertà- ripeté, -ma sai che cosa può dare la libertà all'uomo?
- Che cosa?
- La volontà, la propria volontà, ed essa darà il potere che è meglio della libertà. Sappi volere, e sarai libero, e comanderai.»

Ivan S. Turgenev

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