Ultimo giorno di NaNoWriMo, che per inciso non ho ancora finito. Ieri pomeriggio ho barato, caricando qualche parola in più di quelle che avevo effettivamente scritto, così adesso finché non ho recuperato non voglio convalidare la vincita. È una cazzata, lo so, ma rimane una questione di principio. E comunque voglio restare nel NaNo fino all'ultimo giorno, fino all'ultimo momento, perché so che poi sentirò la mancanza dell'atmosfera della competizione anche se a volte ho bestemmiato, attraverso tuttora un periodo di misantropia feroce e ho dovuto smadonnare per arrivare alla fine conservando la sanità mentale. Ma è strepitoso essere parte di questa follia di parole per almeno un mese ogni anno. Lo scrivo sinceramente.
Mi sono persa un po' di "post del mese" per la strada, ma se considero la quantità di parole che ho prodotto negli ultimi trenta giorni penso che non sia proprio un problema, non scrivevo così tanto nemmeno nei diari cartacei da... boh, anni, credo. ANNI. È un vero e proprio miracolo, alleluia!
Ho imparato un sacco di cose, in questo novembre 2016.
Che sono ancora rigida, criticona, bacchettona e intransigente, ma che posso accettarlo e non sentirmi per questo una merda che cammina. Che non sono più capace di menarmela, e quando sto male per qualche motivo o si vede (faccia-polpetta), o lo sento fisicamente in modo abbastanza violento. Sembra una cosa terribile, messa giù così, invece io la trovo fantastica: non posso più spazzare lo sporco sotto il tappeto.
Ho imparato che i feels vanno e vengono, ed è utopico credere di poterli eliminare totalmente dalla mia esistenza. Se non ci fossero be', immagino che non sarei viva (o che non sarei un essere umano).
Ho capito che butto giù più peso quando dico di no alle cose che non voglio fare, alle persone che non voglio vedere, e che le amiche vere le conto sulle dita di una mano. Ho visto un sacco di persone sotto una luce nuova, diversa, non piacevole ma autentica. Mi sento sola, a volte, ma poi mi ricordo che è stata una mia scelta. Sembra che questo non c'entri nulla con il NaNoWriMo, ma se non avessi preso le distanze da tutto e tutti per la necessità di arrivare alle mie 1667 parole quotidiane non avrei nemmeno potuto allungare lo sguardo e capire.
Capire un pochino me stessa, la gente che frequento... ma soprattutto, che voglio scrivere sul serio. Non perché devo diventare famosa o dimostrare qualcosa, ma solo perché mi piace. Perché, come direbbe Doc Morelli, così il mio seme germoglia e fa la pianta. Che cacchio di pianta sarò non lo so e mi sta bene non saperlo, yep!
Ogni anno la stessa storia... |
Ho imparato un sacco di cose, in questo novembre 2016.
Che sono ancora rigida, criticona, bacchettona e intransigente, ma che posso accettarlo e non sentirmi per questo una merda che cammina. Che non sono più capace di menarmela, e quando sto male per qualche motivo o si vede (faccia-polpetta), o lo sento fisicamente in modo abbastanza violento. Sembra una cosa terribile, messa giù così, invece io la trovo fantastica: non posso più spazzare lo sporco sotto il tappeto.
Ho imparato che i feels vanno e vengono, ed è utopico credere di poterli eliminare totalmente dalla mia esistenza. Se non ci fossero be', immagino che non sarei viva (o che non sarei un essere umano).
Ho capito che butto giù più peso quando dico di no alle cose che non voglio fare, alle persone che non voglio vedere, e che le amiche vere le conto sulle dita di una mano. Ho visto un sacco di persone sotto una luce nuova, diversa, non piacevole ma autentica. Mi sento sola, a volte, ma poi mi ricordo che è stata una mia scelta. Sembra che questo non c'entri nulla con il NaNoWriMo, ma se non avessi preso le distanze da tutto e tutti per la necessità di arrivare alle mie 1667 parole quotidiane non avrei nemmeno potuto allungare lo sguardo e capire.
Capire un pochino me stessa, la gente che frequento... ma soprattutto, che voglio scrivere sul serio. Non perché devo diventare famosa o dimostrare qualcosa, ma solo perché mi piace. Perché, come direbbe Doc Morelli, così il mio seme germoglia e fa la pianta. Che cacchio di pianta sarò non lo so e mi sta bene non saperlo, yep!
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