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giovedì 29 febbraio 2024

DEVO SMETTERLA DI AVERE FRETTA

La fretta di pubblicare.
Quando la mancanza di vendite e di visibilità diventa una benedizione.
A THREAD.

Meno male che mi è salita questa urgenza di rivedere NSY perché a un paio di mesi di distanza ci ho trovato dentro tante di quelle frasi brutte e di quelle ripetizioni che mi sto riempiendo di capelli bianchi. Fa comunque meno schifo di altre autopubblicazioni su Amazon ma non va bene.
Si vedono la fretta, la mia pigrizia, la mancanza di una revisione - quella che dovrei far fare a qualcun altro ma che non posso permettermi di pagare. Volendo arrangiarmi, mi sono resa conto che editing e proof reading li devo distanziare di almeno due mesi dall'ultima stesura. In altre parole DEVO SMETTERLA DI AVERE FRETTA DI PUBBLICARE. Nel caso specifico di NSY più che fretta avevo SMANIA, e adesso mi vergogno a pensare alle copie che sono state scaricate in passato. Spero sinceramente che nessuno lo leggerà. Sicché oggi, vergogna a parte, sono contenta per almeno due motivi.

MOTIVO n. 1: ho tempo e modo di rimediare agli errori commessi perché tanto il libro non vende una sega.
MOTIVO n. 2: dovrò trascorrere qualche altro giorno insieme a Mad, Jeremy e Alec (AKA i piggi che io da perfetta psicolabile continuo ad amare come se fossero reali).

ABOUT trilogia di prossima pubblicazione.
Non sono ancora pienamente entrata nel mood della nuova storia. Ho aspettato una trama completa per quasi otto mesi mentre mi passavo in testa le stesse quattro o cinque immagini, che mi davano ogni volta la scossa perché erano cariche di energia, e adesso che ho la trama mi sono limitata a buttar giù appena 8.000 parole e poi mi sono fermata. Posso imputare parte della colpa a quest'ultima devastante crisi che sembrava non dovesse finire più - le bestemmie che vorrei tirare ogni volta che mi sento ripetere che gli ormoni non hanno poi tutta questa influenza sull'umore, porco di quel porco - ma c'è anche qualche altro particolare che mi crea del disagio e che però non sono ancora riuscita a focalizzare. O forse devo solo smettere di tirarmi delle immense pippe mentali su qualunque cosa e scrivere e basta.

Come se non bastassero tali e tanti turbamenti e disagi interiori, c'è poi questo gruppo di Face di liminal spaces e altre meraviglie create con l'intelligenza artificiale a cui mi sono iscritta e che è come un incidente stradale, mi fa orrore ma non riesco a smettere di guardare, e intanto che respingo la nausea per ciò che vedo mi vengono 6.000 idee al minuto +IVA. Non ne uscirò sana, già lo so.

Ho tanto bisogno di una pausa di serenità che non sia uno Xanax prima di dormire. 
In mancanza di alternative, almeno per il momento, chiudo il post con due passerini sciocchi che quando li rivedrò mi renderanno molto felice.


Quanto li amo, porca pupazza ♥

martedì 23 gennaio 2024

HELLO 2024!!!

Ho la sensazione di star ancora processando le festività natalizie 2023 e mi chiedo perché, dannazione? È il 23 gennaio, basta!!! 
Il Genio del Male stamattina si è svegliato con l'idea che "QUELLA STORIA LÀ, TU SAI QUALE" doveva essere tirata fuori dal cassetto, lavorata e spedita nello sconfinato Universo del Self, ma è dal 2007 che provo a trovare la trama, che provo a svilupparla e a scriverla e che fallisco nell'impresa - genere troppo lontano dal mio, idee rimaneggiate troppe volte, mania di dover fare ricerche minuziose anche quando non servono come in questo caso specifico, perché potrei divertirmi e basta - e non trovo nemmeno più gli appunti cartacei. Stamattina, prima ancora di lavarmi la faccia, passo quaranta minuti a rovistare nell'archivio per cercarli ma senza successo, per forza di cose devo averli buttati e non me lo ricordo. Il materiale a pc era finito nella cartella anticamera del cestino con gli altri cantieri irrecuperabili, quante speranze avevo per quel progetto? Zero virgola zero.
Ma poi rileggo quegli appunti del 2019 e mi riscopro a pensare che sono meno peggio di quello che ricordavo, che se vinco il desiderio di approfondire temi importanti, me ne sbatto e scrivo in libertà, una storia dignitosa riesco a tirarla fuori. C'è il problema che sono indietro sulla tabella di marcia con tutti gli altri progetti per la prima parte del 2024, che però se lo rivedo in una fase di UP sono sicura di poter scavalcare, di poter ridimensionare (adoro questo verbo, lo trovo sempre molto adatto a me, ai miei stati d'animo abnormi, alle mie reazioni esagerate). Quindi sì, Genio del Male, FORSE questa storia la possiamo finire, che tanto non abbiamo niente da perdere.
Gli altri libri, curati con amore, sono stati snobbati o disprezzati. Riderei di cuore se un libro con una trama banale e scritto nei ritagli di tempo ricevesse più attenzioni e magari strappasse anche qualche consenso. Posso prenderlo come un esperimento? Sarà un esperimento, ecco.

CIAO, 2024. SONO PRONTA A FARE L'ENNESIMA CAZZATA.

martedì 30 maggio 2023

QUANTE SONO IN TUTTO?

Sono indietro sul programma di 982 parole, oggi non ho ancora combinato NIENTE di concreto ma mi sembra di capire che è proprio un problema di una settimana che è cominciata di merda - è più un problema di concentrazione in realtà, ma se non dormo una sega come posso pretendere di concentrarmi? La giornata comunque non si dirà conclusa finché non andrò a letto A DORMIRE (ho il Lorazepam, fanculo sistema simpatico coi tuoi rave del cazzo), e nel frattempo ho stilato la mia piccola lista di motivi per cui essere felice.

1) "Il giardino di cemento" è arrivato in anticipo.
2) Le commedie di Agota Kristof sono L'AMORE.
3) Oggi pomeriggio mentre appaiavo i calzini per piegarli mi sono riscoperta a pensare a WDF con una certa indulgenza perché "certe scene non sono poi così brutte, insomma, non fanno proprio schifo" (è un evento, credo lo segnerò sul calendario).
4) Dalla stanza accanto ho detto a voce alta, parlando del tizio dell'assicurazione che stava piazzato nel mio soggiorno con il suo portatilino e i suoi grafici, che per me era una una sporca sanguisuga maleducata per essersi presentato qui alle sette di sera a proporre la sua roba, i suoi "pacchetti", a noi che siamo poveri come la merda. Poi me ne uscita di casa sbattendo la porta. E spero proprio che mi abbia sentita.
5) ... e ok, l'ho già scritto, ma stanotte per forza dormo. Non aspetto che si facciano le quattro o le cinque, alle 23.30 ingollo senza vergogna il  mio milligrammo di oblio chimico.

Prima però... quante sono in tutto? Quante ne devo scrivere di parole?
3032.
Ce la faccio. E poi ritorno a scrivere che ce l'ho fatta.

lunedì 29 maggio 2023

PRIMA O POI CROLLERÒ

INSONNIA, loop estivo. A THREAD.

Comincio tre notti notti fa, con il Topo che ha la rinite e quindi russa e con me che pure ho la rinite e faccio fatica a respirare. Sto per addormentarmi e qualcosa di mi sveglia - lui che cambia posizione sul letto e si accende come un tosaerba, la Pippi che sale e scende dalla mia faccia perché «Se sono sveglia io non vedo perché tutti gli altri debbano dormire» (cit.), una macchina che sfreccia lungo la strada manco fossimo a Montecarlo - a questo punto mi scatta nel cervello l'interruttore che attiva la modalità "VEDRAI CHE ADESSO NON RIUSCIAMO PIÙ A DORMIRE" ed è fatta. 

Penso alla mamma, che oggi sembra stare meglio ma domani chissà. Al nonno, che si ingozza di Lorazepam e ancora non abbiamo capito se l'abbia fatto per sbaglio, perché non era consapevole delle sue azioni, oppure se l'abbia fatto di proposito perché stavolta si è spaventato, perché ha una paura fottuta (che sarebbe legittimo), ma piuttosto che ammetterlo preferisce suicidarsi. Penso che ogni volta che suona il cellulare c'è una brutta notizia in arrivo che non posso evitare. Penso che tutto è instabile, traballante, che quella recensione di merda a Fame sta ancora là coi suoi tre punti di utilità. Penso che in mano non ho niente, che non ho nessuna certezza nel risultato, che vado avanti col paraocchi concentrandomi solo sul risultato del giorno senza guardare il quadro generale perché se vedo il quadro generale mi viene da piangere, mi viene voglia di mollare tutto un'altra volta. E intanto si sono fatte le cinque e a quel punto non c'è più verso di dormire. Pazienza, mi dico, prima o poi crollerò. Ma ancora non sono crollata.

L'altra notte ho finito "1984" (ero a metà romanzo) e ho preso sonno verso le 6.30 con il Lorazepam. Ieri notte mi sembrava di essere un pochino più stanca e così mi sono sforzata di scrivere in fretta, senza pause, per poter andare a letto prima delle 3. Mi sono distratta mille volte. Ho recuperato il focus duemila volte. Ho scritto. Ho pianto (tantissimo). Ho scritto ancora, ho pianto ancora. Alle 2.40 ero a letto con le commedie di Agota Kristof e i racconti di James Baldwin - e con l'ansia - ho letto finché non ho sentito gli occhi che si chiudevano e per un'ora sono stata tra il sonno e la veglia, ad accarezzare la sensazione di essere finalmente sul punto di addormentarmi. Ma alle 4 mi è venuto mal di stomaco. Non riuscivo a concentrarmi su nient'altro che il dolore e così mi sono alzata, ho preso un paio di Buscopan e mi sono coricata di nuovo cercando di mantenermi fiduciosa. "Passato il mal di stomaco dormirò!"
Ho abbandonato le speranze alle 4.45. Fuori cominciava già ad albeggiare (odio l'estate) e al primo canto del primo uccellino ho capito che non avrei più chiuso occhio. Che poi non è andata proprio così. Ho fatto una doccia, ho fatto colazione e sono rimasta a guardare l'alba dalla finestra con la gatta piccola - le albe dell'insonnia, come ai bei vecchi tempi, eh ciccia? Quando il Topo si è alzato sono ritornata a letto e sono riuscita a prendere sonno. Ho dormito fino alle 10.30. Risveglio con l'angoscia - Sono in ritardo! Che giorno è oggi? Cosa dovevo fare oggi?
Non pranzavo a mezzogiorno da mesi. Io mi comporto in questo modo - lavoro fino alle 3 di mattina, dormo fino alle 11, faccio colazione a mezzogiorno, pranzo alle 16, ceno alle 19.30 e digiuno fino alle 3 - e pretendo che il mio corpo non reagisca mai, che non reagisca male. Anzi, mi incazzo pure quando succede. Mercoledì mattina dovrei vedere la mamma alle 9, ma chissà se ce la farò a dormire, ad alzarmi per tempo. Non ho voglia di ritornare dal medico per farmi prescrivere altro Xanax. Prima o poi crollerò.

Intanto è cominciata una nuova settimana. Anticipo il secondo caffè del pomeriggio, ascolto "Interludium" (non riesco ad ascoltare altro da quando è uscito. Ma questo è un loop che mi piace) e fisso gli obiettivi per i prossimi sette giorni. Non riesco a credere che ormai sia giugno, che metà dell'anno sia già passata. Ma non riesco a capacitarmi nemmeno di aver rispettato alla lettera i programmi recenti e di essere (abbastanza) in linea con la tabella di marcia stabilita a gennaio. Devo pur concedermi anche qualche merito.

Oggi me la prendo comoda con tutto quello che non è scrittura e lettura. 
Ho quasi finito la seconda parte di WDF, forse riesco a cominciare la terza. Sono stanca che quel romanzo sottragga tempo ed energie agli altri progetti, se riuscissi ad alzare ancora la media delle parole quotidiane per finirlo prima lo farei. NSY mi perseguita, a maggio sono riuscita a buttar giù solo 3500 parole. Ripongo le speranze in giugno. Non ho ancora focalizzato il senso di quella storia, o il messaggio che cerca di farmi arrivare, ma non riesco a smettere di pensare ai personaggi, alle loro dinamiche. A luglio ricomincio con la tetralogia. Mentre mi lavavo i denti prima si è presentato un personaggio con un nome e un curriculum. Sono qui per il secondo capitolo, ha detto. Se non avessi troppo sonno (... adesso hai sonno?! Ma sei seria?!!) mi sentirei quasi emozionata.
Ieri ero triste, a pezzi, e ho comprato altri due libri. Piccola spesa (uno era scontato del 20% e l'altro era usato), trame intriganti. Sono contentissima, non vedo l'ora di cominciare la lettura - "Percoco" di Marcello Introna e "Il giardino di cemento" di Ian McEwan. Se ce la faccio li butto giù tutti e due questa settimana. Mi mancava questa smania per i libri, qualunque cosa sia successa nell'ultimo anno che mi aveva fatto perdere la gioia di leggere, sono contenta che sia passata.

lunedì 22 maggio 2023

14° DI BLOG

Entro nel quattordicesimo anno di blog con una vaga tristezza per non averlo più aggiornato con regolarità, dico, almeno un piccolo post al mese lo potrei anche scrivere nel mio diario NON segreto. Ho dimenticato in fretta quanto mi piace tornare qui a rileggere quello che stavo facendo il tal giorno di quel tal anno - anni che, porca di quella puttana infame, corrono a una velocità supersonica. 
Ricomincio oggi, così.

È tutto più o meno come al solito: faccio piani troppo ambiziosi e poi li devo ritoccare, ho mal di schiena, periodiche gastriti, le occhiaie che mi arrivano alle ginocchia e poi è il 22 maggio e ancora non ho nessun progetto finito - madonna quanto cazzo sono lenta a scrivere i libri e a correggerli - ma è anche tutto molto diverso da qualche tempo fa, dagli ultimi aggiornamenti. Credo sia successo che d'un tratto ho cominciato a sostenermi e ho cambiato radicalmente il mio dialogo interiore perché era arrivato il momento di farlo, perché questo cambiamento importante è stato la famosa somma dei tantissimi cambiamenti più piccoli e all'apparenza insignificanti del passato. 

Tagliare i ponti con il dottor G. mi ha fatto bene, ero talmente arrabbiata con lui per quelle sue "provocazioni necessarie", perché ha dato ai miei progressi il valore di "mere strategie per sedare l'ansia" - anche fosse così, e non sono d'accordo, che cosa ci sarebbe di male se le strategie mi hanno aiutata? - che ho saltato l'ultima seduta "per fare il punto della situazione" e non l'ho nemmeno avvisato. Il punto della situazione è che NO, non puoi dire a una persona ipocondriaca e ansiosa che ha sbagliato a fidarsi delle rassicurazioni del suo medico, che avrebbe fatto meglio a indagare, che avrebbe dovuto scoprire la vera natura di quel valore del sangue un po' sopra la media. E che nemmeno si sarebbe dovuta accontentare che le analisi fossero in ordine perché «I valori sono indicativi solo di un momento, di un giorno in particolare. E poi ci sono persone gravemente ammalate ma con i valori nella norma». A ripensarci a distanza di quasi un mese ancora mi ci incazzo. Le indagini accurate le ho fatte per dodici anni, a momenti facevo solo quelle, e da lui ci sono andata apposta per liberarmi da questo giogo. Come gli è venuto in mente di uscirsene così? 
Quando l'ho raccontato alla mamma lei mi ha molto candidamente esposto la sua teoria: «Non ne poteva più di te, e in questo modo ti ha spinta a smettere con le sedute». Grazie per la padellata sulle gengive, mamma. Ne sentivo proprio la necessità. E magari ha anche ragione. Io comunque non mi sono ancora pentita della mia decisione né di aver saltato l'ultima seduta. Sono stata maleducata per non aver avvisato? Sì. Compensa per tutte le volte in cui il dottore ha malamente sedato gli sbadigli mentre io cercavo di spiegargli come stavo, e perché mi sentivo di merda.

Adesso che in me risuonano parole nuove - c'è dell'affetto, ci sono degli incoraggiamenti - ho la forza di rimettere mano ai programmi dimenticati anche nelle giornate più nere, perché non è che di giornate nere non ce ne siano più. 

Oggi è grigia. Grigio scuro. Ieri notte ho preso una pasticchetta di Lorazepam per riuscire ad addormentarmi in un tempo non lunghissimo e per dormire almeno sette ore filate, non mi sentivo troppo rimbambita quando mi sono alzata ma adesso sì, adesso ho voglia di dormire di nuovo (sono le 14.26, posso prendere subito un secondo caffè oppure posso svenire sulla poltrona per un'ora e mezza, così da non avere più sonno stasera quando sarebbe opportuno e salutare coricarsi). Ma non importa qual è il colore della vita: scrivo almeno 2047 parole al giorno. 
«Brutte, imbarazzanti» dice la Perfezionista.
«SCRITTE» ribatto io, che è la cosa più importante. Non puoi migliorare parole che non ci sono. Faccio fatica, ogni volta è come mandare giù una medicina. Penso: DEVO scrivere. E quando finisco mi sento sollevata, come se mi fossi tolta un peso dal cuore. Ma lo faccio perché so che quando avrò finito WDF sarò contenta, e so anche che se non lo finirò me ne pentirò. Ci sono voluti tanto tempo e pazienza per digerire la delusione, lo scorso inverno, per lenire la sensazione di aver fallito un'altra volta, per metabolizzare l'esperienza e trasformarla in una lezione utile, e non vorrei doverlo rifare il prossimo inverno.
Allo zio Stephen ho sempre obiettato che con una moglie alle spalle a organizzare la sua vita quotidiana/casalinga gli veniva più facile trovare il tempo per scrivere 2000 parole al giorno, mentre qui la moglie sono io, capisci, zio Steve? Ma era una scusa. Non intendo sentirmi in colpa per averla usata a lungo né starò qui a bullarmi perché adesso quelle 2000 parole al giorno riesco a scriverle, ma nemmeno posso negare che sì, era una scusa. Sì, volendo - e l'ho voluto più di ogni altra cosa al mondo - il tempo l'ho trovato.

domenica 2 ottobre 2022

PICCOLE PARTI FELICI

Questa fase di down emotivo che dura da Ferragosto non mi vuole proprio mollare, e sono sicura di aver pensato più di una volta in passato che perlomeno la fase depressiva la posso gestire meglio di quella ansiosa mentre ora capisco che era solo una specie di premio di consolazione, solo un piccolo auto-pat pat sulla spalla, perché in realtà fanno entrambe schifo alla merda. Se trascino il Topo fuori a cena di sabato sera, con un «Amore, che ne dici di andare in birreria a mangiare una bruschetta?» che suona tipo «TI PREGO, USCIAMO», e se non paga rilancio con una colazione in centro città stamattina, devo stare proprio male. Io che mi scarico in mezzo alla gente e che non sopporto il casino. Avevo bisogno di vedere delle facce dal vivo, di sentire il suono dei miei simili. Non mi è piaciuto, ma ne avevo bisogno.
E dovevo dire a voce alta come stanno davvero le cose: IO NON STACCO MAI. Dalla vita di tutti i giorni, fatta di impegni casalinghi che non mi piacciono ma a cui non posso sottrarmi. Dalle preoccupazioni per il presente e quelle per il futuro, dall'ansia di non scrivere come voglio e quanto voglio - di non fare mai abbastanza, di non essere abbastanza. Ho rallentato con i corsi e con i manuali per mancanza di tempo materiale (Milù), negli ultimi quattro mesi ho letto pochissimo, una media di tre libri al mese, e quando lo faccio è più il tempo che perdo a cercare di concentrarmi per tenere il filo della lettura. L'ho già detto, non è abbastanza. 
Nessuno di questi sarebbe un problema se solo smettessi di vivere la situazione come se fosse permanente, io so che se domani porto tutto questo ciarpame in terapia il dottor G. mi ricorderà che si tratta di una situazione temporanea, di un ciclo che prima o poi si concluderà. Prima o poi dovrò risalire. Risalirò e starò su sulla cresta dell'onda per qualche settimana, e allora tutto mi sembrerà perfetto, meraviglioso, realizzabile. Alla seduta di novembre mi presenterò baldanzosa, sicura di me. Mi guarderò allo specchio e penserò che in fondo non sono niente male - e poi chi se ne frega del mio aspetto fisico, quello che conta è la donna che sono dentro. Non vedrò l'ora di scrivere, sarò convinta della validità dei miei progetti. Ma intanto?
Il dottor G. è turbato da queste mie fasi discendenti, non lo dice e non lo dimostra ma io l'ho capito, perché ogni volta che mi dichiaro rassegnata all'idea che dovrò conviverci per il resto della mia vita ma che non ci vedo nulla di male in questo lui ribatte che no, non è vero. Non è la normalità questa, non è normale che io, persona unica, riservi allo stesso mondo e alla stessa realtà due sguardi diametralmente opposti. Ma lui può raccontarmi finché vuole la storia di come nell'atto di allontanarmi dal cuore della depressione con un movimento a spirale mi capiti talvolta di subirne ancora l'influenza, io continuo a pensare che una volta entrata nel Grande Vuoto, il Grande Vuoto non smetterà mai di cercare di attirarmi di nuovo a sé. È come nell'esempio, che lui stesso mi ha portato, dell'ex fumatore che è una persona che ogni giorno sceglie consapevolmente di non fumare più. Ogni giorno scelgo consapevolmente di non cedere al Vuoto. Domani che cacchio gli racconto? Che gli dico?
Sono stanca.
È anche vero che tra venerdì e sabato ho sgobbato tantissimo fisicamente parlando, ma oggi pomeriggio mi sono stesa "per un riposino di mezz'ora" e ho dormito forte per quasi due ore, mi sono tirata su dalla poltrona solo perché se non lo faccio poi stanotte non mi riesce di prendere sonno. Adesso sono già orientata verso la cena ma ho ancora un'ora e mezza di libertà prima di mettermi a spignattare. Dovrei andare avanti con WDF o potrei scrivere una os o una drabble per il Writober, ma potrei anche leggere - quella traduzione che non mi piace de "Il colore venuto dallo spazio" di Lovecraft curata dalla Feltrinelli (anni trascorsi a leggere la stessa traduzione e il racconto mi sembra qualcosa di completamente diverso), "Misery" (così stanotte non avrò la tentazione di restare sveglia fino alle due passate per "solo un altro capitolo, giuro, uno solo") e un po' di Piccoli Brividi perché è ottobre e ci stanno. Non entravo al Libraccio da mesi e stamattina il richiamo è stato troppo forte, così adesso ho "La notte dei mostri di fango" da aggiungere alla collezione (insieme a un paio di riviste di sci fi curate da Asimov perché una parte del mio cervello ha pensato "Hey, fantascienza, sì!!! Prendiamole!!!" - e poi costavano solo 2 euro e 50). 
Non dovrei nemmeno scrivere altro oltre a WDF in realtà, la revisione era prioritaria, ma Adam mi mancava così tanto che non ho resistito alla sua seduzione e al desiderio di ascoltare qualcun'altra delle sue avventure. Scrivere quello che provo per lui, sebbene filtrato dagli occhi e dal cuore di Rima, è sempre una prova difficile, ogni volta che metto per iscritto un po' d'amore mi sembra di scadere nei peggiori cliché del genere rosa. Io però l'avevo già stabilito in partenza che questa loro storia sarebbe stata stereotipata ma che non me ne fregava nulla, che doveva essere così e basta, devo solo farla accettare all'altra parte di me che appena sente profumino di zucchero tira il freno a mano - Adam e Rima si amano, si donerebbero un rene a vicenda se fosse necessario, fattene una ragione. E comunque questa è solo la riprova del fatto che devo scrivere per me stessa prima di tutto, per tirare fuori quello che c'è in me - TUTTO quello che c'è, anche e soprattutto gli aspetti scomodi e che mi mettono a disagio - senza pensare per forza, e per tutto il tempo, che "agli altri non piacerà" o che lo troveranno ridicolo, tanto più che questa storia, le piccole os messe insieme finora, sono ancora sotto chiave e non le ha lette nessuno. 
Ma sì, butto giù qualcosa adesso, prima di cena, nel crepuscolo imminente. Non farà andar via la paura né il mal di schiena o la gastrite, ma una piccola parte di me sarà felice e una piccola parte felice è meglio di niente.

martedì 11 maggio 2021

FACCIAMO PROGRESSI, OMINO DEL CERVELLO

Ad un certo punto vien fuori che Volume Primo di Trilogia Mega Impegnativa che forse finirò nel 2023 è da riscrivere tutto dal capitolo 8 in poi. Sono bloccata da quasi una settimana sulla revisione della scaletta, quindi neanche del testo vero e proprio (l'Omino del Cervello è in sciopero), quando mia zia - zia che non sa un cazzo della mia vita e dei miei impegni ragion per cui dovrebbe evitare di aprire la bocca e fare il mio nome - punta simbolicamente il dito verso di me volendo sottintendere che siccome sono una casalinga posso sbattermi io ad aiutare la nonna che c'ha il piede rotto. Anziché dire alla nonna «Se c'è qualcosa che possiamo fare anche noi ce lo faccia sapere». Incalcolabile la potenza del cristomisto che mi è salito, e non ho neanche potuto ribattere a tono perché tanto per cambiare le notizie e le supposizioni che mi riguardano arrivano per vie traverse, per interposta persona, perché nella mia cosiddetta famiglia nessuno è adulto abbastanza da dirmi le cose in faccia. Ma alla fine il cristomisto all'ennesima potenza mi dà la spinta necessaria a finire quasi tutto il lavoro - giusto oggi sono alle battute finali - quindi questa storia tutto sommato ha un epilogo felice. 

Ho tagliato quattro capitoli dalla prima revisione e stavo pensando che se riuscissi a scrivere un nuovo capitolo al giorno, per la fine di questa settimana potrei aver ultimato la seconda revisione. Sarebbe favoloso, è che appena comincio a crederci so già cosa succede.



martedì 26 maggio 2020

MA LE MANI, METTERLE IN TASCA NO?

Due settimane sulla scheda del protagonista di Asylum (comunque con mille punti di domanda perché, ma non era un romanzo corale????!) e sono stanca prima ancora di rimettermi per davvero al lavoro sulla revisione. Il punto è che devo riscrivere TUTTO, a parte eliminare l'infodump ci sono delle assurdità che non so come ho fatto a fa passare nella precedente revisione. Vuol dire scene da cambiare, altre da scrivere ex novo, dinamiche da rivalutare. Dove la trovo la voglia, che ultimamente ho fatto ogni genere di capriola pur di non trovare il tempo di mettere giù della narrativa? 
Come se non bastasse oggi la ventola del portatile ha cominciato a gracchiare (sei mesi di utilizzo e giusto per scrivere e guardare qualche video su YT, niente giochi né altre attività impegnative), mi dà un fastidio indescrivibile e non so valutare se si tratta del segnale di un problema più grave o se si è solo impolverata - e chi ce le mette le mani per fare le pulizie? Io no di sicuro, che quanto a competenze in materia so giusto accendere e spegnere. 
Sono in questo stato emotivo e non è ancora arrivato il caldo fetente. Capita la gravità del problema?
So che sei lì dietro l'angolo, Caldo Fetente. Che ho cercato di non mettere le mani avanti quest'anno, di non prepararmi < < come ogni anno > > al peggio, ma è da fine febbraio che dico al dottor G. «Sa, dottore, preferisco continuare le sedute adesso che arriva la bella stagione perché, non per mettere le mani avanti, ma il caldo tende a crearmi dei grandissimi scompensi». Giuro, fine febbraio. Poi magari andrà davvero meglio di quanto immagini, chi può dirlo. Potrebbe capitare un'estate come quella del 2014: pioggia, temperature sotto le medie, mai acceso il climatizzatore, sempre dormito con il lenzuolino e i pantaloni del pigiama quelli lunghi. Che spettacolo.

martedì 19 maggio 2020

PANE E AUTOSTIMA

Rieccomi qui, sopravvissuta a un'altra mestruazione. Che dopo qualcosa come ventisette anni dalla prima dovrei aver imparato a conviverci e invece niente, ogni mese è una guerra, che sia prima o durante. Ora mi aspettano gli ulteriori cinque o sei giorni dalla fine che non sempre sono uno splendore in quanto a forma fisica ed emotiva, ma l'onda più grande e più devastante è passata e la vita è tornata a viaggiare su sentieri più tranquilli.
Ho provato di nuovo a fare ordine in questi miei strambi cicli vitali per capire se esiste un fattore che mi condiziona, e che posso quindi cambiare o evitare per stare meglio, ma non credo di averci ancora capito niente forse perché questo fattore semplicemente non esiste, perché la mia vita funziona così e la devo semplicemente accettare.
Ma anche se l'ultimo periodo è stato emotivamente buio, adesso che ne sono uscita riesco a coglierne i lati positivi. Per dire, ho capito che l'esperienza deprimente e fallimentare con il gruppo Facebook di Scrittori, Cafoni & Altri Cialtroni mi serviva per portare alla luce un grosso problema che ancora ho con me stessa e che condiziona la mia autostima (si prenda nota del fatto che in questa parentesi avrei voluto scrivere una di quelle battute tristi e stantie sull'autostima che "ma che roba è? Si mangia?" ma ho resistito alla tentazione), su cui io e il dottor G. potremo lavorare durante la prossime sedute.
Lui le ha chiamate cicatrici, residui di un passato che nei quasi due anni di terapia non abbiamo toccato se non superficialmente quando è emerso dai colloqui e che ora invece si può analizzare, e soprattutto eliminare correttamente. Io non le ho ancora definite, e forse mi va bene così.
Ho capito che la paura della critica, o meglio, della crudeltà che ci può essere in una critica (facile in un contesto virtuale in cui non ci si confronta faccia a faccia), ce l'ho e mi condiziona perché credo in quello che gli altri mi dicono soprattutto se infieriscono, se calcano la mano come faceva Alberto, per esempio. Se mi diceva che ero stupida, ma anche se me lo dicesse adesso, la mia immediata reazione era e sarebbe quella di rispondere sì, hai ragione, lo so. Posso non dirlo, ma di sicuro lo penso. Ecco su cosa c'è da lavorare. Non sul diventare immune alle critiche, ma sul costruire una base solida e coerente per valutarle e dare ad esse il giusto peso.
Questo nuovo obiettivo da raggiungere mi ha donato molta carica emotiva e grande serenità mentre fisicamente sono un po' a pezzi, dopo qualche giorno trascorso a consumare energie a credito. Non ho ancora ripreso a scrivere a pieno ritmo ma non sono stata con le mani in mano e mi sono dedicata a un lavoretto che rimandavo da un sacco di tempo, ovvero cercare nuovi font per le copertine dei prossimi libri. Ah, come mi ci sono divertita. Ora ho Belle Ciuffoline® di cui essere molto orgogliosa anche se tra qualche mese non mi piaceranno più com'è capitato in passato. Ma le vecchie copertine e gli improbabili banner li tengo sempre insieme alle prime bozze, perché sono una testimonianza dei progressi fatti nonostante una generale incompetenza in materia. Ho deciso che in un futuro prossimo mi dedicherò seriamente ad imparare un po' di grafica come si deve, dato che Lo Scrittore 2.0 deve saper fare TUTTO - non è così, lo so, ma è implicito quando "Lo Scrittore" è povero come la merda e non può permettersi di pagar fior di professionisti.


Belle Ciuffoline® Made In due notti Feat. tre diottrie perse per occhio. Ma sono carine, vero? ♥

giovedì 14 maggio 2020

IMPEGNI CONSAPEVOLI

Finalmente la tensione è scemata e oggi mi sento di nuovo, quasi un essere umano (in poche parole: sono arrivate le mestruazioni). Stanotte ho comunque dormito male, e adesso tendo ad appisolarmi anche stando in piedi, ma ho recuperato il contatto minimo con il Pianeta Terra.
Sono su Asylum, tanto per cambiare, e non ne do fuori con il protagonista maschile, al punto che mi sta venendo voglia di buttare tutto nello scatolone della carta da portare al macero. Ma ovviamente non lo farò. Non si molla il lavoro solo perché è diventato difficile.
('sta cosa sono sicura di averla già scritta in qualche altro post. Ora mi impegnerò consapevolmente a far finta di crederci).

martedì 12 maggio 2020

DIAMOCI UN TERMINE

Non è nemmeno l'una di pomeriggio e io ho più sonno che sentimenti. E so che sta per arrivare un monsone perché mia mamma mi ha chiamata e siamo state al telefono soltanto TRE MINUTI e una manciata di secondi. Che accade?? (Mi ha gentilmente informata che la parrucchiera è pronta a ripartire, così posso prendere un appuntamento e farmi tagliare la frangia che da almeno un mese a questa parte non è più una frangia ma un gruppo disordinato di capelli che non sa da che parte stare - comunque li rigiri sembro sempre una cogliona). 
Sto per rimettermi al lavoro su Asylum. Non ancora sul testo ma sulla scheda del protagonista maschile che ha bisogno di essere aggiustata dappertutto. Nella cartella con gli appunti sui personaggi ho trovato gli appunti originali di febbraio del 2008, quando tutta questa storia era appena all'inizio ed ero convinta di cavarmela con un paio di fogli protocollo di trascrizioni sulle malattie mentali. Non mi sono riconosciuta nella persona che li ha scritti, specialmente per l'appunto che diceva "Diamoci un termine: ottobre/novembre di quest'anno". Non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere. 

giovedì 9 aprile 2020

QUARANTENA #DAY30 ~ SERA/NOTTE

È un po' troppo presto per dire WE ARE BACK IN BUSINESS, ma stasera/notte ho scritto più di mille parole dopo settimane di nulla (non contando le 1.012 parole di ieri) e ho tirato un sospiro di sollievo lungo due ore e mezza (il tempo che ci ho messo a scrivere, quasi senza pause).
Mi ha fermata giusto la decenza, perché sono quasi le due e mezza AM e ancora non ho fatto la doccia, e un po' il ridicolo senso di colpa che provo ogni volta che trascorro la serata col protagonista del romanzo (di cui manco a dirlo sono follemente innamorata) e non con mio marito - fa ridere, è vero, ma siccome sono incapace di godermi i bei momenti al 100% e devo sempre metterci un po' di ragionamento, tutto questo mi fa anche pensare. Che poi non è per forza un male, il pensarci, potrebbe portarmi a fare qualcosa di favoloso tipo non cazzeggiare per tutto il giorno, usare il tempo in cui non cazzeggio per scrivere e avere così la serata libera da trascorrere con il Marito.
Un piano che comunque potrebbe non funzionare perché sono sempre più ispirata di sera/notte. E allora forse dovrei cambiare mestiere, ma temo che per questo sia ormai troppo tardi.

venerdì 10 gennaio 2020

ALLENAMENTI, ANGOSCE E DISORGANIZZAZIONE (come iniziare il nuovo anno col botto)

Ecco, alla fine abbiamo ricominciato.
Con le angosce quotidiane, con la disorganizzazione di sempre e con gli allenamenti. 
Allenamenti. Pensavo che oggi mi sarei sentita peggio di come mi sento, dato che mercoledì non ho mantenuto il proposito di non esagerare alla prima lezione di strong del nuovo anno e ci ho dato dentro più che potevo - trovo che scaricare con l'attività fisica il nervoso accumulato sotto le feste sia parte indispensabile di un corretto programma di detox - in più ieri sono stata ai balli di gruppo e anche oggi ho camminato. Ieri mattina mi sono svegliata col mal di testa che però si è risolto con un tè e un paio di aspirine, e sebbene mi faccia male la schiena e gli addominali mi stiano odiando moltissimo il resto funziona. Ho anche dato prova di un autocontrollo esemplare evitando di prendere le due corsiste che odio a calci rotanti in faccia (che signora sono), quindi diciamo che me la sono cavata meglio del previsto (trad.: me la faccio andare bene, perché preferisco non svegliare la carogna dal suo sonno di bellezza).

Angosce quotidiane. Le perderò come i denti da latte non appena avrò trovato un lavoro che mi dia uno stipendio e mi faccia sentire di nuovo utile e/o un'attività che mi assorba più di quanto mi assorbe la scrittura ma senza l'effetto collaterale dell'ansia da prestazione che mi dà la scrittura. Una bazzecola insomma.

Disorganizzazione. Durante questa settimana iniziata con un martedì che nel mio cervello era ancora lunedì ho scritto un quarto di quello che avrei voluto, perché ho dormito la metà del tempo che mi ero imposta di dormire con la conseguenza di aver viaggiato ogni giorno in ritardo sulla vita. MA non tutto è andato male.
Ho ripreso la revisione della prima parte di WDF falciando interi paragrafi come i prati a primavera e decidendo finalmente da quale punto preciso ricominciare con la prima stesura.
Ho zero idee per il prossimo capitolo del progetto song-fic iniziato a settembre ma so che l'intuizione è dietro l'angolo che ancora non ho girato perché mi sono persa a guardare la vetrina di una libreria - finisco di studiarla e svolto (mi sto ancora facendo qualche auto-regalo di Natale, giusto perché mi è piovuto dal cielo un po' di credito e vogliamo usarlo per fare qualcosa di diverso dal comprare libri? No, infatti).
Ho una trama in mente che mi dà il tormento già da qualche anno, ma che ci sta dando dentro in particolare negli ultimi due mesi, so esattamente che cosa deve accadere a chi però non riesco a trovare un modo soddisfacente di svilupparla - inizio dal finale, ho due punti di vista diversi sulla stessa vicenda e il rischio di scadere nel cliché è altissimo. Se non trovo presto una via d'uscita mi verrà un'eczema da qualche parte.
Ma soprattutto, HO UN NUOVO PSEUDO E NON HO PAURA DI USARLO.

sabato 4 gennaio 2020

SPENSIERATEZZE DEL SABATO SERA

Stavo pensando che a meno di non essere colpiti da un asteroide, o che la tanto temuta Terza Guerra Mondiale scoppi da qui a poco, fra tre giorni avrò il primo allenamento di strong del 2020 dopo tre settimane di stop - ché l'istruttore, premuroso, ci ha mandato due video per tenerci in forma durante la pausa natalizia, ma la stronza qui presente non li ha nemmeno scaricati (quando mai avrei avuto il tempo di allenarmi, fra l'altro) - e il mio tenero cuoricino ha avuto un sussulto. Non ce la posso fare.
Oggi poi un'ansia da portar via, mi ha rosicchiato le orecchie per tutto il giorno. E dire che non vedevo l'ora di avere una giornata tutta per me, in solitudine e silenzio (Marito è andato a Canove a cucinare quaglie, non ha nemmeno provato a chiedermi una seconda volta se l'avrei accompagnato - sveglia alle cinque antelucane, un milione di tornanti da vomito e tutta la giornata in giro e in mezzo alla gente. Siamo matti??). Comunque, adesso che la giornata è sostanzialmente finita mi è passata la spossatezza e mi sono messa a scrivere di buona lena, ho interrotto solo per concedermi un post cretino ma di cui sentivo proprio la necessità.

Poscritto Ignorante:
temo che il mio primo Anthony Trollope sarà anche il mio ultimo, mi ha preso stra-bene con un primo racconto divertente mentre a metà del secondo - incomprensioni amorose di due che si piacciono ma che fanno finta di non piacersi Feat. Natale Feat. lieto fine puccioso - mi prudevano le mani per la voglia che avevo di schiaffeggiare tutti i personaggi uno per uno.

giovedì 2 novembre 2017

NaNoWriMo DAY 2 ~ Non so più come commentare il mio essere bimbaminchia

È solo il secondo giorno di NaNoWriMo e sono in ritardo, stando al wordcount aggiornato ad ora potrei raggiungere la meta il 25 dicembre. Per Natale, che bello. 

Caro Babbo Natale, so che è un po' presto per la mia annuale letterina e per il cartaceo bisognerà comunque che aspetti l'8 dicembre, cioè quando andrò al Villaggio di Babbo Natale di Bussolengo  perché è là che trovo le letterine "quelle very fighe", ma avendoti chiamato in causa in questo secondo giorno di NaNoWriMo concedimi la possibilità di sottoporti una prima bozza della letterina ufficiale.
Pensavo di chiederti una mano santa per finire entro il 2017 almeno uno dei settecento progetti che ho in ballo in questo momento, ma se tu riuscissi a rendere James Hetfield un po' meno fregno, manzo e adorabile cosicché io smetta di venerare lui e i Metallica risparmieresti la mano santa, e risparmiando sulla mano santa potresti regalarmi qualcos'altro. Ad esempio, per l'appunto, i Metallica.
Va bene, ora la smetto, mi tolgo questi panni da bimbaminchia e torno ad essere una persona normale (QUANDO MAI LO SONO STATA). 

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martedì 24 ottobre 2017

NaNoWriMo 2017 ~ Countdown - 8


Alla fine è accaduto quello che mi aspettavo, il mese di ottobre è praticamente volato via, Halloween si avvicina e così il NaNoWriMo. Niente è andato come avevo previsto (anche questo è un dettaglio su cui ho già puntato il dito, credo), e ora che siamo agli sgoccioli direi che il mio Preptober è stato piuttosto fallimentare. Ma è anche stato il primo, sicché se ho pasticciato con gli impegni e mi sono attardata su altri progetti - sovrastimando la mia capacità organizzativa e di resistenza al cambio di stagione, firulì firulà - pazienza, almeno ho imparato una grande lezione per l'anno prossimo.
Grande lezione per il 2018: anche a ottobre sarà bene tagliare gli impegni sociali e non necessari e soprattutto non programmare uscite di libri che non siano già stati interamente scritti.
Ma bando alle ciance, alle recriminazioni e ai sensi di colpa, ho ancora otto giorni davanti. Tre + 10 ore da spendere per Hear my voice (è ridicolo che io sia stata così stanca la sera e abbia avuto talmente tanti impegni durante il giorno da non riuscire a scrivere che poco più di cinquecento parole per volta, eppure è accaduto) e i restanti per chiudere almeno un paio di letture. E poi inizierà un altro delirio, quello delle 1667 parole quotidiane, ma che non credo sarà "peggiore" di una scadenza che mi alita sul collo - insieme alle email di Amazon KDP che a giorni alterni mi ricorda che ho preso un impegno. Ok, KDP, con chi credi di avere a che fare? 

mercoledì 18 ottobre 2017

PREPTOBER DAY 18 ~ #Libri, Fuffa e Wednesday #Mood


Davvero sono trascorsi dieci giorni dall'ultimo post???! E dire che volevo fare la ficona e scriverne uno per ogni giorno di ottobre - annotando tutto quanto c'era di utile e interessante per la preparazione al NaNoWriMo. Ma niente è andato come avevo previsto (e per fortuna... se potessi prevedere tutto vivere diventerebbe una noia spaziale), le ultime due settimane sono state un passare da una commissione all'altra cercando di non sbroccare con conseguente riduzione pressoché totale del tempo per leggere e per scrivere. Mi sono ritrovata nella situazione in cui ero tanti anni fa, quando lavoravo nove ore al giorno e leggevo durante ogni pausa possibile, anche minima. 
Tra nove giorni scadrà l'ultimo termine per caricare il file definitivo di Hear my voice su Amazon e non ho nemmeno finito la prima stesura, ma immagino che prima di quella data qualche santo si stancherà delle mie imprecazioni ascolterà le mie preghiere e farà scendere dal cielo dei cherubini con ghirlande di fiori e arpe dorate mi farà incontrare James Hetfield al supermercato mi sosterrà in questo momento difficile e farà accadere qualche miracolo (incontrare James Hetfield all'Aliper sarebbe un miracolo veramente interessante, si inculi il libro). 

Ma smettiamola con le cazzate, per favore tornando al PREPTOBER, pur avendo letto pochissimo rispetto al mio solito sono ugualmente molto soddisfatta di quanto ho potuto mettere insieme finora. Magari non completerò le letture in lista prima della fine di ottobre ma nessuno mi vieterà di farlo a novembre - la storia per il NaNoWriMo è comunque appena abbozzata, dubito che entrerò nel vivo prima di metà mese - e cioè quando avrò la quota giornaliera di parole da scrivere ma non delle scadenze ad alitarmi sul collo. 
Il saggio sulle superstizioni si sta rivelando meno interessante di quanto avevo immaginato, mentre quello sull'orco, che ho quasi finito, mi ha offerto molti spunti. Spero di trovare il modo di scriverci un post come si deve prima o poi. Sono anche a metà lettura di un ebook dedicato a una delle mie creepypasta preferite, ovvero Slenderman. Il libro, di Yuri Abietti, si intitola "Slenderman - Mito o realtà?: Una nuova mitologia sfuggita alla rete" (si può acquistare QUI) ed è molto accurato e decisamente ben scritto. Mi ha fornito materiale per sviluppare almeno quarantaquattro trame in fila per sei col resto di due. 

Halloween < < purtroppo > > si sta avvicinando, e veloce come arriverà passerà lasciandomi malinconica, abbacchiata e con un mucchio così di decorazioni da rimuovere dal giardino dato che a zucche, scope e cappelli da strega quest'anno si sono aggiunte le lapidi di polistirolo e le rose nere di stoffa. Mancano solo un paio di ceri rossi da cimitero e poi saremo pronti per la scomunica. 

domenica 8 ottobre 2017

PREPTOBER DAY 8 ~ Ebbrezza e sunday #Mood


Poco fa mi chiedevo se un pranzo luculliano e una bella bevuta di Vespaiolo si potessero considerare attività inerenti la preparazione al NaNoWriMo, e l'ovvia risposta è stata NONo, Vale,  cazzarola... mangiare e bere non c'entrano una leppa con il Preptober - e oltretutto non ci sarebbe ragione di scriverci un post ma due righe le scriverò ugualmente. 
È accaduta una cosa buffissima, in verità. Il ristorante in cui ho pranzato si trova a un tiro di schioppo da Caltrano, il paesello a cui mi sono ispirata per il NaNo-Progetto, e avevo tutta l'intenzione di convincere Marito a portarmi sul ponte prima di rientrare a casa, così, solo per dare una sbirciatina. A fine pasto però avevo cambiato idea, forse perché entrambi avevamo sbevazzato un po' e sentivamo l'urgenza di andare a svenire sul divano per un'oretta o due, ma giunto il momento di pagare toh, guarda un po', il Bancomat del ristorante non funziona per problemi di linea e noi non abbiamo abbastanza contanti per saldare il conto. A quel punto siamo dovuti per forza andare alla ricerca di uno sportello per prelevare, e diretti al più vicino centro dove ci fosse una banca alla fine siamo passati sul ponte per ben tre volte: andata, ritorno, di nuovo andata. 
Ero al settimo cielo (a dire il vero lo sono ancora). Non ci siamo fermati, in paese c'era una festa e a occhio e croce non avremmo trovato un parcheggio nemmeno a pagarlo, ma il solo fatto di essere stata lì per un secondo mi ha ricaricata emotivamente. Era da tanto, troppo tempo che non passavo sul Ponte dei Granatieri
Ho deciso che quando la natura sarà un po' meno rigogliosa (c'è ancora molto verde) e l'autunno avrà preso più piede, mi ritaglierò un pomeriggio per stare in paese da sola, armata di macchina fotografica, carta e penna. Scatterò decine di foto, senderò fino al fiume, poi risalirò il ponte e andrò al bar del paese a prendere un caffè e scrivere, a farmi dare della matta magari. Mettendomi in situazioni simili, girando con la macchina fotografica appesa al collo, ho incontrato spesso persone gentili disposte a rispondere alle mie domande. Sarebbe strepitoso se mi succedesse anche a Caltrano, se ci fosse il proverbiale anziano seduto al tavolino del bar desideroso di raccontarmi qualche vecchia storia sul paese, magari qualche leggenda un po' oscura. 

venerdì 6 ottobre 2017

PREPTOBER DAY 6 ~ TEMI #1 Streghe e donne indipendenti

La prima settimana di ottobre è quasi volata, è già il 6, e finalmente fa di nuovo il fresco che deve fare in questo periodo (quanto amo l'autunno...). Non so gli altri, ma adesso che iniziano a cadere le foglie e si comincia a parlare di accendere il caminetto alla sera, a me è venuta una voglia di caldarroste che non vedo l'ora di veder comparire il baracchino in Viale Roma a Vicenza.
Anche se sono sempre incasinata occupata con il libro che avrei dovuto finire il 21 settembre, li mortacci mia la prima stesura di Hear my voice continuo a pensare al progetto per il NaNoWriMo e al NaNoWriMo stesso, il magico evento che per trentun giorni mi trascina in un vortice di follia e parole. La follia in realtà non è compresa nel pacchetto ma ce la metto io, perché posso passare mesi a organizzarmi e anche a giurare a me stessa che sarò diligente e scriverò 1667 parole ogni giorno ma poi non lo farò, e finirò a sclerare. Poi accadrà quello che accade ogni volta che giuro di andare a letto presto, mi giro e ops', sono le quattro di mattina, poffarbacco. Oops!... I did it again. Ci saranno dei giorni in cui riuscirò a produrre anche più di duemila parole e altri in cui non scriverò niente per "x" motivi tutti ovviamente validissimi - non sono tattiche dilatorie, eh, no no - ma l'importante sarà arrivare in qualche modo alla fine.

Ci sono tanti temi che spero di riuscire a toccare con questa storia, come quello delle streghe, che mi appassiona da sempre. Non è tanto la strega come essere soprannaturale ad attrarmi quanto la considerazione più ampia che si può dare a questa definizione... la strega come donna che osa sfidare la supremazia maschile, che osa essere indipendente e vivere scevra da vincoli matrimoniali e sociali. Magari una figura come la Krivapeta che è sì un personaggio mitico, ma che incarna appunto questa immagine di libertà e di indipendenza. 
Istintivamente sarei tentata di ridurre il concetto a un pensiero in fondo semplice, che tutto ciò che non si può in qualche modo definire e controllare fa paura e viene mal giudicato e perseguitato, ma più che semplice temo che alla fine risulterebbe semplicistico, e pur non avendo la pretesa di produrre chissà quale prosa (alla fine dovrebbe essere un divertimento tanto per me che la scrivo quanto per chi vorrà leggerla), mi piacerebbe che ci fosse spazio anche per qualche piccola riflessione.

giovedì 5 ottobre 2017

PREPTOBER DAY 5 ~ Pozioni magiche


Qualità arabica e robusta nelle giuste proporzioni, zucchero di canna, due gocce di bevanda di riso: ecco la ricetta dell'intruglio magico che mi permette di tradurre pensieri e immagini in parole, e anche di non mangiare la testa ai miei simili specie se mi parlano la mattina (ma anche a pranzo, nel pomeriggio, la sera...): sia lode al CAFFÈ.
Oggi, giacché sono alle prese con un po' di rinite, i postumi dell'antistaminico e gli strascichi dei postumi della palestra di martedì me ne servirebbero un litro o due per mettere insieme i pensieri, ma cercherò di non dimenticare che se esagero e poi collasso o mi viene un colpo prima dell'inizio del NaNoWriMo è inutile che io stia qui a fare NaNo Prep.

NaNo PREP di oggi:
indovinate un po' chi è indietro con qualsiasi lavoro e ricerca? Ecco, appunto. Forse se smetto di scrivere scemenze e mi do da fare sui libri è meglio.