Ero convinta di aver fatto progressi, con l'umanità. Insomma, sono una donna di buona volontà, una che si impegna tanto. Ma oggi ero al centro commerciale con mia mamma, e mentre mi avviavo all'edicola lei mi ha fatto notare come stessi tenendo male l'ombrello.
«Se lo tieni così finirai per infilzare quello che ti sta dietro...»
«Meglio» le ho risposto senza esitazione alcuna, «così poi impara a starmi alla larga.»
Martedì scorso si è finalmente conclusa l'ignobile telenovela della palestra, con la Fregna di Legno che non rinnova l'abbonamento e il nient'affatto professionale istruttore che si leva dal cazzo per sempre.
Cinque anni che vado ai suoi corsi, e questo stronzo leva le tende senza dire una parola nemmeno a chi l'ha sempre seguito nonostante le sue lune, i tiramenti di culo e le preferenze spudorate. Se ne va senza dire niente a nessuno perché ai suoi corsi si raggiunge a stento il numero minimo, mentre gli altri sono sempre più che al completo, e allora deve prendersi la rivincita facendo i dispetti.
L'Uomo-GnèGnè.
Forse, se non avesse palesato così tanto il fatto che la FdL se la scopava, se non le avesse permesso di stargli sempre attaccata al culo e avesse trattato tutte noi con la stessa amabilità, non si sarebbe perso metà delle corsiste per la strada. Erano persone che ci tenevano, che lo consideravano un amico... persone preziose che tenevano alto il morale generale e che lui ha sacrificato perché la figa è figa, e i due emisferi cerebrali li ha spartiti nei coglioni.
E va bene anche che io letteralmente non lo guardavo in faccia da mesi, perché il solo vederlo e pensare che se la faceva con una impegnata e con prole mi faceva venire da vomitare, ma una parola sul fatto che si era licenziato me la doveva dire lo stesso. Cinque anni non sono pochi, e per i primi due lo scimunito neanche si ricordava il mio nome. Non mi ha mai spiegato un passo o corretto una postura, ma io ho sempre trovato il modo di apprezzarlo per quello che faceva.
Quasi mi vien da pensare che la scema in tutta questa faccenda sono io, che non l'ho mai mandato a cagare quando invece sarebbe stato sacrosanto.
«Se lo tieni così finirai per infilzare quello che ti sta dietro...»
«Meglio» le ho risposto senza esitazione alcuna, «così poi impara a starmi alla larga.»
«Figlia, dove ho sbagliato con te?» |
Cinque anni che vado ai suoi corsi, e questo stronzo leva le tende senza dire una parola nemmeno a chi l'ha sempre seguito nonostante le sue lune, i tiramenti di culo e le preferenze spudorate. Se ne va senza dire niente a nessuno perché ai suoi corsi si raggiunge a stento il numero minimo, mentre gli altri sono sempre più che al completo, e allora deve prendersi la rivincita facendo i dispetti.
L'Uomo-GnèGnè.
Forse, se non avesse palesato così tanto il fatto che la FdL se la scopava, se non le avesse permesso di stargli sempre attaccata al culo e avesse trattato tutte noi con la stessa amabilità, non si sarebbe perso metà delle corsiste per la strada. Erano persone che ci tenevano, che lo consideravano un amico... persone preziose che tenevano alto il morale generale e che lui ha sacrificato perché la figa è figa, e i due emisferi cerebrali li ha spartiti nei coglioni.
E va bene anche che io letteralmente non lo guardavo in faccia da mesi, perché il solo vederlo e pensare che se la faceva con una impegnata e con prole mi faceva venire da vomitare, ma una parola sul fatto che si era licenziato me la doveva dire lo stesso. Cinque anni non sono pochi, e per i primi due lo scimunito neanche si ricordava il mio nome. Non mi ha mai spiegato un passo o corretto una postura, ma io ho sempre trovato il modo di apprezzarlo per quello che faceva.
Quasi mi vien da pensare che la scema in tutta questa faccenda sono io, che non l'ho mai mandato a cagare quando invece sarebbe stato sacrosanto.
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