Rieccomi qui, sopravvissuta a un'altra mestruazione. Che dopo qualcosa come ventisette anni dalla prima dovrei aver imparato a conviverci e invece niente, ogni mese è una guerra, che sia prima o durante. Ora mi aspettano gli ulteriori cinque o sei giorni dalla fine che non sempre sono uno splendore in quanto a forma fisica ed emotiva, ma l'onda più grande e più devastante è passata e la vita è tornata a viaggiare su sentieri più tranquilli.
Ho provato di nuovo a fare ordine in questi miei strambi cicli vitali per capire se esiste un fattore che mi condiziona, e che posso quindi cambiare o evitare per stare meglio, ma non credo di averci ancora capito niente forse perché questo fattore semplicemente non esiste, perché la mia vita funziona così e la devo semplicemente accettare.
Ma anche se l'ultimo periodo è stato emotivamente buio, adesso che ne sono uscita riesco a coglierne i lati positivi. Per dire, ho capito che l'esperienza deprimente e fallimentare con il gruppo Facebook di Scrittori, Cafoni & Altri Cialtroni mi serviva per portare alla luce un grosso problema che ancora ho con me stessa e che condiziona la mia autostima (si prenda nota del fatto che in questa parentesi avrei voluto scrivere una di quelle battute tristi e stantie sull'autostima che "ma che roba è? Si mangia?" ma ho resistito alla tentazione), su cui io e il dottor G. potremo lavorare durante la prossime sedute.
Lui le ha chiamate cicatrici, residui di un passato che nei quasi due anni di terapia non abbiamo toccato se non superficialmente quando è emerso dai colloqui e che ora invece si può analizzare, e soprattutto eliminare correttamente. Io non le ho ancora definite, e forse mi va bene così.
Ho capito che la paura della critica, o meglio, della crudeltà che ci può essere in una critica (facile in un contesto virtuale in cui non ci si confronta faccia a faccia), ce l'ho e mi condiziona perché credo in quello che gli altri mi dicono soprattutto se infieriscono, se calcano la mano come faceva Alberto, per esempio. Se mi diceva che ero stupida, ma anche se me lo dicesse adesso, la mia immediata reazione era e sarebbe quella di rispondere sì, hai ragione, lo so. Posso non dirlo, ma di sicuro lo penso. Ecco su cosa c'è da lavorare. Non sul diventare immune alle critiche, ma sul costruire una base solida e coerente per valutarle e dare ad esse il giusto peso.
Questo nuovo obiettivo da raggiungere mi ha donato molta carica emotiva e grande serenità mentre fisicamente sono un po' a pezzi, dopo qualche giorno trascorso a consumare energie a credito. Non ho ancora ripreso a scrivere a pieno ritmo ma non sono stata con le mani in mano e mi sono dedicata a un lavoretto che rimandavo da un sacco di tempo, ovvero cercare nuovi font per le copertine dei prossimi libri. Ah, come mi ci sono divertita. Ora ho Belle Ciuffoline® di cui essere molto orgogliosa anche se tra qualche mese non mi piaceranno più com'è capitato in passato. Ma le vecchie copertine e gli improbabili banner li tengo sempre insieme alle prime bozze, perché sono una testimonianza dei progressi fatti nonostante una generale incompetenza in materia. Ho deciso che in un futuro prossimo mi dedicherò seriamente ad imparare un po' di grafica come si deve, dato che Lo Scrittore 2.0 deve saper fare TUTTO - non è così, lo so, ma è implicito quando "Lo Scrittore" è povero come la merda e non può permettersi di pagar fior di professionisti.
Ho provato di nuovo a fare ordine in questi miei strambi cicli vitali per capire se esiste un fattore che mi condiziona, e che posso quindi cambiare o evitare per stare meglio, ma non credo di averci ancora capito niente forse perché questo fattore semplicemente non esiste, perché la mia vita funziona così e la devo semplicemente accettare.
Ma anche se l'ultimo periodo è stato emotivamente buio, adesso che ne sono uscita riesco a coglierne i lati positivi. Per dire, ho capito che l'esperienza deprimente e fallimentare con il gruppo Facebook di Scrittori, Cafoni & Altri Cialtroni mi serviva per portare alla luce un grosso problema che ancora ho con me stessa e che condiziona la mia autostima (si prenda nota del fatto che in questa parentesi avrei voluto scrivere una di quelle battute tristi e stantie sull'autostima che "ma che roba è? Si mangia?" ma ho resistito alla tentazione), su cui io e il dottor G. potremo lavorare durante la prossime sedute.
Lui le ha chiamate cicatrici, residui di un passato che nei quasi due anni di terapia non abbiamo toccato se non superficialmente quando è emerso dai colloqui e che ora invece si può analizzare, e soprattutto eliminare correttamente. Io non le ho ancora definite, e forse mi va bene così.
Ho capito che la paura della critica, o meglio, della crudeltà che ci può essere in una critica (facile in un contesto virtuale in cui non ci si confronta faccia a faccia), ce l'ho e mi condiziona perché credo in quello che gli altri mi dicono soprattutto se infieriscono, se calcano la mano come faceva Alberto, per esempio. Se mi diceva che ero stupida, ma anche se me lo dicesse adesso, la mia immediata reazione era e sarebbe quella di rispondere sì, hai ragione, lo so. Posso non dirlo, ma di sicuro lo penso. Ecco su cosa c'è da lavorare. Non sul diventare immune alle critiche, ma sul costruire una base solida e coerente per valutarle e dare ad esse il giusto peso.
Questo nuovo obiettivo da raggiungere mi ha donato molta carica emotiva e grande serenità mentre fisicamente sono un po' a pezzi, dopo qualche giorno trascorso a consumare energie a credito. Non ho ancora ripreso a scrivere a pieno ritmo ma non sono stata con le mani in mano e mi sono dedicata a un lavoretto che rimandavo da un sacco di tempo, ovvero cercare nuovi font per le copertine dei prossimi libri. Ah, come mi ci sono divertita. Ora ho Belle Ciuffoline® di cui essere molto orgogliosa anche se tra qualche mese non mi piaceranno più com'è capitato in passato. Ma le vecchie copertine e gli improbabili banner li tengo sempre insieme alle prime bozze, perché sono una testimonianza dei progressi fatti nonostante una generale incompetenza in materia. Ho deciso che in un futuro prossimo mi dedicherò seriamente ad imparare un po' di grafica come si deve, dato che Lo Scrittore 2.0 deve saper fare TUTTO - non è così, lo so, ma è implicito quando "Lo Scrittore" è povero come la merda e non può permettersi di pagar fior di professionisti.
Belle Ciuffoline® Made In due notti Feat. tre diottrie perse per occhio. Ma sono carine, vero? ♥
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