Ma no, non è che ti sto dicendo che dovevo andare in terapia a quattordici anni per fartene una colpa, in realtà ti sto dicendo che nel profondo ti porto un fottuto rancore per il fatto che non mi hai mandata in terapia quando avevo quattordici anni, perché se l'avessi fatto io adesso non starei come sto, e tu non reagiresti con un "Oooohh..." dispiaciuto quando ti dico VAFFANCULO IO VADO IN TERAPIA.
La verità è che non ci diciamo la verità, mamma.
La verità è che non te ne frega 'na beata minchia di sapere come sto o che cosa faccio della mia vita perché sei concentrata sui tuoi problemi, così come io a volte mi tomello i maroni di sentire per mezzore di fila sempre le stesse cose perché ho i cazzi miei a cui pensare. È normale, siamo umani, e questo non significa che io non ti voglia bene, o che pensi che tu sia una madre snaturata.
Ti voglio bene lo stesso, solo non sono ancora pronta a spiegarti tutto questo. Dovrei farlo, ma ho paura di ferirti, potrei non dormire per settimane al pensiero di ferirti (e non sto ipotizzando, lo dico perché mi è già successo) e allora lo scrivo almeno qui, in questo spazio in cui non entrerai mai, così so che posso entrare in contatto con la mia verità senza spezzarti il cuore, perché anche se dovrei farlo, perché se non posso essere sincera con te che sei la mia mamma come posso esserlo con me stessa, non ne ho ancora il coraggio, o forse voglio solo imparare ad accettarti così come sei e per accettarti così come sei devo smettere di volerti diversa.
Sai, questo è il genere di cosa tipo "MA IO NON LO DICO PER CRITICARTI/FARTI CAMBIARE, LO DICO PER IL TUO BENE!" che fa più danni che altro, e di danni ne abbiamo avuti, fatti e subiti abbastanza tutte e due nella vita, perciò sii quella che sei, a me va bene lo stesso e questo post serve solo al mio Ego per sbattergli in faccia la verità, e cioè che la rabbia ce l'ho ancora tutta dentro, ma sto cominciando a guardarla e allora forse domani comincerò anche a prenderne le distanze, e a quel punto caro Ego, saranno cazzi tuoi.
Disse LUIS SEPÚLVEDA ("Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"):
"Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili.
Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori."
Per la mia prossima vita, scelgo di essere un gatto.
O meglio ancora una gabbianella, così potrò cagare in testa alla gente.
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