Stamattina il vento ha portato i primi fiocchi di neve, e fa un freddo che solo uscendo per prendere la posta mi si sono congelate le ossa. Ho cominciato a sognare e a desiderare la neve già verso la fine di novembre, quando le giornate erano cortissime, il pomeriggio uscivo a passeggiare e dovevo affrettarmi a tornare a casa perché alle quattro cominciava già a fare buio, e allora ogni tanto chiudevo gli occhi per un secondo e mi immaginavo la campagna tutta imbiancata. Non posso lamentarmi che il mio desiderio si stia avverando, anche se con mesi di ritardo, penso che sembrerei un'ingrata.
Quindi, grazie Universo per la neve... ma se a questa valanga di gelo non ne seguono altre non piangerò tutte le mie lacrime (sì, me lo ricordo: marzo 2005 e marzo 1997. Non metterò via il piumone fino ad aprile, giuro).
Oggi sono arrivati due libri nuovi: "La strada" di Cormac McCarthy e "Zombie" di Joyce Carol Oates, che non avevo previsto di comprare ma che oops, ho comprato.
Ho abbandonato la lettura de "Il cormorano" di Gregory dopo soli tre capitoli per ragioni che non posso spiegare senza spoiler, perciò non entrerò nei dettagli, e nonostante la prosa mi piacesse molto. L'età mi ha resa delicata di stomaco, e l'horror non lo digerisco più facilmente come una volta. Adesso sto leggendo "Il traghettatore" di Blatty e lo trovo orribile. La prosa è brutta, sembra il libro di un self-pub che stando in tema di stomaco ha fatto indigestione di paurosi filmetti per la tv, e la prima protagonista che viene presentata l'ho trovata immediatamente odiosa, senza spessore e con la bocca piena di volgarità (con dei trascorsi travagliati che sono una sequenza di cliché sbrigata come la lista della spesa). Comunque cercherò di finirlo, o almeno di arrivare a metà se non altro per puntiglio.
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