Dopo un sonno di non meno di dodici ore e un risveglio al limite della crisi di identità, stamattina ho finito di leggere "La Nausea" di Jean-Paul Sartre e sono ancora scossa. Sono sicura di non aver capito una miriade di passaggi (quelli che mi perderò per la strada col passare del tempo) e di averne fraintesi altrettanti, soprattutto perché dell'autore non sapevo niente e non potevo quindi contestualizzare correttamente il romanzo, ma se ho deciso di leggerlo nella totale ignoranza è chiaro che così doveva essere.
Seppur sguazzando nell'incompetenza ho capito come la narrativa che scava nell'intimo dell'animo umano finisca sempre per tramortirmi in questo modo, per lasciarmi stanca e inappagata ma ugualmente più ricca. Se una storia ha un inizio e una fine posso cercare di prevedere dove andrà a parare, se i personaggi pensano ed elucubrano in funzione di un atto pratico riesco a seguirli senza intromettermi, ma se le riflessioni e i ragionamenti sono più astratti mi perdo... è come se mi sganciassi da una navetta spaziale per finire a galleggiare chissà dove nell'universo. Non è esattamente una sensazione piacevole, ma so che alla lunga contribuisce alla salute del mio cervello (quello che riesco a tirar fuori dalle situazioni e dai ragionamenti scomodi a volte sbalordisce anche me stessa).
Adesso comunque ho voglia di riposare, ho voglia di letture meno impegnative e di personaggi concreti, di azioni che posso seguire mandando la mia mente e la voglia di ragionare in vacanza per un po'.
A questo scopo, per la settimana entrante ho in lista questi titoli:
~ "Invisibile" di Paul Auster
~ "Il cormorano" di Stephen Gregory
~ "Il bravo di Venezia" di Mattew Gregory Lewis
~ "Il traghettatore" di William Blatty e
~ "Solo il mimo canta al limitare del bosco" di Walter Tevis
Trattandosi di libri abbastanza brevi dovrei riuscire a leggerli nell'arco della settimana, a parte il romanzo di Tevis che è più corposo e che terrò per ultimo anche se mi incuriosisce più di tutti gli altri perché la sinossi ha creato determinate aspettative, perché è un distopico, e adoro le distopie, e perché non so come prendere il fatto che sia un romanzo di cui non ho mai sentito parlare scritto da un autore di cui non ho mai sentito una parola - e di liste di romanzi distopici ne ho consultate moltissime, negli anni.
A proposito di distopie, e senza alcuna vergogna per i libri che ho accumulato dalla scorsa estate alla scorsa settimana (ma quando mai mi vergogno per questo motivo), ho deciso di approfittare dello sconto del 25% della Einaudi per comprare "La strada" di Cormac McCarthy. Di questo ho sentito grandi cose - e con "questo" mi riferisco sia al romanzo che all'autore - e non posso proprio esimermi dal leggerlo per scoprire se posso condividere o meno l'entusiasmo di chi l'ha già letto e apprezzato.
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