martedì 7 febbraio 2012

KEEP GOING ON (EVEN IN A SHITTY MOOD)

A rilento, ma vado avanti.
Quando non mi apprezzo (cioè 300 giorni all'anno...anzi, facciamo 250, che sto migliorando un po'...) dovrei ricordarmi sempre della quantità di merda tossica che riesco a mandare giù senza ammalarmi, senza perdere nonostante tutto la voglia di rimettermi in piedi e ripartire.
Scrivo poco, ma scrivo. E faccio progetti, ma mi impegno a non dipenderne per essere felice, e cerco di imparare come si fa a meditare profondamente, a capire qual è il senso di questa vita, e che quando si ama qualcuno dal profondo del cuore si può lasciarlo libero di fare ciò che vuole, di prendere la sua strada anche se lo conduce lontano da noi e tutto questo mi fa onore, solo che tendo sempre a dimenticarlo come tante buone lezioni che leggo nei libri ma poi non applico nella vita quotidiana, perché ancora inciampo nelle vecchie abitudini eccetera eccetera.
La merda tossica è sempre la stessa.
Il mese scorso è morto il nonno in un modo tragico e inaspettato e tutto quello che mia madre ha saputo dirmi al telefono è stato che se io avessi chiamato più spesso i nonni avrei saputo della sua malattia, come se saperlo per me avrebbe fatto una qualche differenza, o in quel momento fosse importante ricordarmi che tanto per cambiare non sono capace di vivere da sola e di ragionare con la mia testa, che ho bisogno che lei ancora mi dica che cosa è meglio fare e che cosa no, e soprattutto che comunque vadano le cose io sbaglio, e poi da quel giorno non l'ho mai più sentita, e per quanto sia diventata tollerante non riesco ancora a perdonarla, non per la cattiveria che non ha saputo risparmiarmi nemmeno in un giorno di lutto ma perché non ha mosso un passo verso di me, che in fondo sono la sua stramaledettissima figlia.
Anche mio padre è sparito, mio padre che "Ti ho sempre voluto bene, anche se mi hai fatto dannare" perché non sono stata svelta a riabilitarlo come genitore quando lui si è sentito pronto, e non ho rispettato i suoi sentimenti come se lui invece avesse avuto cura dei miei, o come se bastasse dire che mi ha pensata ogni giorno della sua vita per rimettere tutto a posto. Lui mi sbatte in faccia l'orgoglio che prova per suo figlio mentre io mi sento la figlia di nessuno però io vado avanti lo stesso, come un treno, dritta alla meta.
Non ho vissuto la storia più tragica del mondo, lo so, ma certe volte quando sono sola, quand'è notte e all'improvviso mi sveglio e non riesco più a riprendere sonno, o apro gli occhi troppo presto la mattina ma non ho voglia di alzarmi lo sento, il dolore del rifiuto, ma poi mi riaddormento oppure mi alzo, e continuo la mia vita con un mal di schiena fottuto che mi tormenta da Dio solo sa quanto tempo ma che sono sicura che un giorno passerà per non tornare più.
Ogni tanto mi dimentico quanto sono forte, quanti passi avanti ho fatto DA SOLA, e quanti ancora ne posso fare, ma allo stesso modo poi mi vengono in mente, e li vedo riflessi nelle cose che riesco a fare, nelle persone meravigliose che ci sono nella mia vita, quelle persone che sono la mia vera famiglia.
E poi mi ricordo che ho anche un blog da aggiornare, e allora eccomi qua a sfornare post che sembrano seri ma che non lo erano nelle intenzioni iniziali, è solo che la carogna ci mette sempre un po' a schiattare, come i cattivi dei telefilm che per quanti cazzotti prendano continuano a tirarsi su, o che corrono più veloci dei poliziotti che con una mira di merda non riescono mai a sparare alle gomme della loro macchina.

PS:
oggi ho iniziato la revisione di Under my skin e mi sto sforzando di non trovarlo orribile. Anche questo è un passo avanti, no?

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