Stasera sono andata dal dottore. Non ci andavo da marzo del 2011, e avrei voluto continuare su questa strada perché andare dal dottore significa ammettere che ho un problema che non sono stata capace di risolvere da sola. La cosa grottesca in tutto ciò è l'essere tornata nel suo studio per la stessa ragione per cui ero andata a febbraio del 2011. Dottore, ho dei dolori che dai glutei mi arrivano ai piedi e non riesco a camminare e a stare in piedi per più di qualche minuto. Faccio fatica a dormire, ho la schiena e il collo sempre contratti, ormai il dolore non va via neanche quando non sono di umore terribile. Dottore, ho il terrore delle malattie. Dottore, non ce la faccio più ad analizzare ogni singolo pensiero e ogni azione che compio: voglio dormire, voglio vivere.
Sapevo che mi avrebbe prescritto lo Xanax ancora prima di entrare nel suo studio. Ho fatto tre quarti d'ora di anticamera cercando di concentrarmi sulla lettura, con le mani gelate e le gambe così tese che il minimo rumore mi faceva rimbalzare sulla sedia come un canguro. Ho sperato che non volesse prendermi la pressione, perché gli avrei mandato in tilt gli strumenti. Mi guardi, dottore: sono disperata.
Sei ancora abbastanza equilibrata, mi ha detto. Sei uno scalino sopra gli ipocondriaci veri e propri che fanno decine di controlli, perché sei consapevole che il sintomo passeggero è dovuto all'ansia. Grazie, dottore, è stato bello sentirmi dire che almeno un pesce buono sono riuscita a pescarlo in questo mare di merda e puttanate in cui sto nuotando da non so più quanto. È che, dottore, lo scalino verso l'ipocondria vera sta sotto lì, ci metto niente a posarci i piedi.
So che lo Xanax non è la risposta ai miei problemi, ma solo un aiuto temporaneo. So che non dovrei addormentare i sintomi, e scacciare l'ansia la farà tornare più forte di prima, eccetera eccetera, ma come faccio io a prendere davvero coscienza dei miei problemi e mettere a punto una qualche soluzione valida con la schiena sempre contratta? Fa male, e il dolore non contribuisce al mio benessere emotivo. Magari lo Xanax farà di peggio, ma sono disposta a rischiare stavolta. Non farò come nel 2011, quando dopo pochi giorni dalla prima dose ho smesso di prenderlo perché volevo farcela da sola, perché non volevo più scappare dai miei problemi e dalle mie responsabilità.
Adesso invece voglio scappare, voglio nascondermi, voglio essere vile e codarda e debole - almeno per un po', almeno per le feste... perché il cervello si spenga per quattro o cinque giorni e smetta di girare in continuazione come l'ago di una valvola rotta. Voglio essere una vigliacca, e ammettere che da sola non ce la faccio e che sono stanca di provarci. Voglio essere fragile, e smettere la pantomima della donna sempre brillante - con gli altri ci riesco, quando sono in compagnia, quando parlo con qualcuno che mi espone i suoi problemi, mentre parlavo con il dottore - ero così controllata e serafica, seppur con le mani e i piedi gelati e lo stomaco chiuso nonostante il digiuno - perché devi essere forte, Valentina, sei una dura, ce la puoi fare.
E invece no. E invece "la dura" a momenti non riesce più a camminare. La Donna Tosta, quella tutta d'un pezzo, quella che «Vi faccio vedere io, stronzi, che cosa so fare!» la notte non prende mai sonno e la mattina a volte non ha il coraggio di alzarsi, appena ha accumulato un po' di serenità la fa a pezzi e la butta via, o la storpia «... perché tanto, comunque non dura». La Grande Donna che nella vita ne ha passate un po' di tutti i colori e ormai si è fatta forte, ha imparato, è cresciuta e vi fa vedere lei che cosa sa fare, si rannicchia a piangere dove capita e certe volte non si ferma per ore.
Forse adesso la Donna Forte si prenderà una pausa, stordita dall'ansiolitico come una bestia feroce colpita da un dardo tranquillante. Un dardo che vale la pena di essere sparato se la bestia è ferita, e ha bisogno urgente di cure.