domenica 2 ottobre 2022

PICCOLE PARTI FELICI

Questa fase di down emotivo che dura da Ferragosto non mi vuole proprio mollare, e sono sicura di aver pensato più di una volta in passato che perlomeno la fase depressiva la posso gestire meglio di quella ansiosa mentre ora capisco che era solo una specie di premio di consolazione, solo un piccolo auto-pat pat sulla spalla, perché in realtà fanno entrambe schifo alla merda. Se trascino il Topo fuori a cena di sabato sera, con un «Amore, che ne dici di andare in birreria a mangiare una bruschetta?» che suona tipo «TI PREGO, USCIAMO», e se non paga rilancio con una colazione in centro città stamattina, devo stare proprio male. Io che mi scarico in mezzo alla gente e che non sopporto il casino. Avevo bisogno di vedere delle facce dal vivo, di sentire il suono dei miei simili. Non mi è piaciuto, ma ne avevo bisogno.
E dovevo dire a voce alta come stanno davvero le cose: IO NON STACCO MAI. Dalla vita di tutti i giorni, fatta di impegni casalinghi che non mi piacciono ma a cui non posso sottrarmi. Dalle preoccupazioni per il presente e quelle per il futuro, dall'ansia di non scrivere come voglio e quanto voglio - di non fare mai abbastanza, di non essere abbastanza. Ho rallentato con i corsi e con i manuali per mancanza di tempo materiale (Milù), negli ultimi quattro mesi ho letto pochissimo, una media di tre libri al mese, e quando lo faccio è più il tempo che perdo a cercare di concentrarmi per tenere il filo della lettura. L'ho già detto, non è abbastanza. 
Nessuno di questi sarebbe un problema se solo smettessi di vivere la situazione come se fosse permanente, io so che se domani porto tutto questo ciarpame in terapia il dottor G. mi ricorderà che si tratta di una situazione temporanea, di un ciclo che prima o poi si concluderà. Prima o poi dovrò risalire. Risalirò e starò su sulla cresta dell'onda per qualche settimana, e allora tutto mi sembrerà perfetto, meraviglioso, realizzabile. Alla seduta di novembre mi presenterò baldanzosa, sicura di me. Mi guarderò allo specchio e penserò che in fondo non sono niente male - e poi chi se ne frega del mio aspetto fisico, quello che conta è la donna che sono dentro. Non vedrò l'ora di scrivere, sarò convinta della validità dei miei progetti. Ma intanto?
Il dottor G. è turbato da queste mie fasi discendenti, non lo dice e non lo dimostra ma io l'ho capito, perché ogni volta che mi dichiaro rassegnata all'idea che dovrò conviverci per il resto della mia vita ma che non ci vedo nulla di male in questo lui ribatte che no, non è vero. Non è la normalità questa, non è normale che io, persona unica, riservi allo stesso mondo e alla stessa realtà due sguardi diametralmente opposti. Ma lui può raccontarmi finché vuole la storia di come nell'atto di allontanarmi dal cuore della depressione con un movimento a spirale mi capiti talvolta di subirne ancora l'influenza, io continuo a pensare che una volta entrata nel Grande Vuoto, il Grande Vuoto non smetterà mai di cercare di attirarmi di nuovo a sé. È come nell'esempio, che lui stesso mi ha portato, dell'ex fumatore che è una persona che ogni giorno sceglie consapevolmente di non fumare più. Ogni giorno scelgo consapevolmente di non cedere al Vuoto. Domani che cacchio gli racconto? Che gli dico?
Sono stanca.
È anche vero che tra venerdì e sabato ho sgobbato tantissimo fisicamente parlando, ma oggi pomeriggio mi sono stesa "per un riposino di mezz'ora" e ho dormito forte per quasi due ore, mi sono tirata su dalla poltrona solo perché se non lo faccio poi stanotte non mi riesce di prendere sonno. Adesso sono già orientata verso la cena ma ho ancora un'ora e mezza di libertà prima di mettermi a spignattare. Dovrei andare avanti con WDF o potrei scrivere una os o una drabble per il Writober, ma potrei anche leggere - quella traduzione che non mi piace de "Il colore venuto dallo spazio" di Lovecraft curata dalla Feltrinelli (anni trascorsi a leggere la stessa traduzione e il racconto mi sembra qualcosa di completamente diverso), "Misery" (così stanotte non avrò la tentazione di restare sveglia fino alle due passate per "solo un altro capitolo, giuro, uno solo") e un po' di Piccoli Brividi perché è ottobre e ci stanno. Non entravo al Libraccio da mesi e stamattina il richiamo è stato troppo forte, così adesso ho "La notte dei mostri di fango" da aggiungere alla collezione (insieme a un paio di riviste di sci fi curate da Asimov perché una parte del mio cervello ha pensato "Hey, fantascienza, sì!!! Prendiamole!!!" - e poi costavano solo 2 euro e 50). 
Non dovrei nemmeno scrivere altro oltre a WDF in realtà, la revisione era prioritaria, ma Adam mi mancava così tanto che non ho resistito alla sua seduzione e al desiderio di ascoltare qualcun'altra delle sue avventure. Scrivere quello che provo per lui, sebbene filtrato dagli occhi e dal cuore di Rima, è sempre una prova difficile, ogni volta che metto per iscritto un po' d'amore mi sembra di scadere nei peggiori cliché del genere rosa. Io però l'avevo già stabilito in partenza che questa loro storia sarebbe stata stereotipata ma che non me ne fregava nulla, che doveva essere così e basta, devo solo farla accettare all'altra parte di me che appena sente profumino di zucchero tira il freno a mano - Adam e Rima si amano, si donerebbero un rene a vicenda se fosse necessario, fattene una ragione. E comunque questa è solo la riprova del fatto che devo scrivere per me stessa prima di tutto, per tirare fuori quello che c'è in me - TUTTO quello che c'è, anche e soprattutto gli aspetti scomodi e che mi mettono a disagio - senza pensare per forza, e per tutto il tempo, che "agli altri non piacerà" o che lo troveranno ridicolo, tanto più che questa storia, le piccole os messe insieme finora, sono ancora sotto chiave e non le ha lette nessuno. 
Ma sì, butto giù qualcosa adesso, prima di cena, nel crepuscolo imminente. Non farà andar via la paura né il mal di schiena o la gastrite, ma una piccola parte di me sarà felice e una piccola parte felice è meglio di niente.

martedì 27 settembre 2022

BOZZE E FANGIRL

Qui c'era la bozza di un post del 25 giugno, cinque righe che ho cancellato senza perdere tempo a rileggerle (sono sicura al 100% che essendo giugno mi lamentavo del caldo). Stasera, che è il 27 settembre e grazie al cielo il caldo è un brutto ricordo, non so bene perché sono tornata a cancellare la bozza del post per sostituirla con un altro post che avrà la stessa inutilità del precedente, ma va bene così perché a questo mi serve il blog, questa è la sua funzione primaria: essere un diario, un contenitore di cazzate, di pensieri, di sentimenti. E ogni tanto anche di nostalgia.
Stasera è nostalgia per i tempi produttivi, per una routine che mi piaceva e che ho dovuto mettere da parte, e per una necessità di scrivere parole anziché tenermele tutte dentro - che poi di dentro mi mangiano viva. E "qui" è il posto giusto perché sono troppo stanca e poco concentrata per il diario cartaceo, non lo aggiorno ormai da settimane e così mi sto perdendo pezzi del 2022 per la strada (se non mi appunto le cose col cacchio che me le ricordo).
Che altro?
WDF. Oddio, che nota dolente questo romanzo col quale sto disimparando a scrivere narrativa. Non mi sono mai sentita tanto ingessata e tanto impaurita come questa volta, ogni frase che butto giù sembra costruita con parole pescate a caso dentro un cappello. Ma c'è una nota positiva in tutto il mio terrore, in questa mia improvvisa deficienza: sto andando avanti lo stesso. Prima o dopo arriverò alla fine e allora smetterò di aver paura. Avrò un'altra bozza che farà schifo alla merda in Terra ma sarà pur sempre una nuova bozza. Che poi io ho detto e scritto ovunque di essere in fase di revisione ma la verità è che quella che ho finito di buttar giù ad agosto era la Stesura Zero, all'autentica stesura mi sto dedicando ora, e come se non bastasse l'ho cominciata con la convinzione che proprio in virtù di una solida Stesura Zero ci avrei messo la metà del tempo per finirla - sarà semplice, pensavo, easy peasy lemon squeezy. E invece è tutto estraneo, lontano dal mio cuore prima ancora che dalle parole. Sono diventata deficiente perché non riesco a entrare nella storia. Oggi però, grandemente motivata dalla disperazione, ho formulato l'ipotesi che mi vengano degli attacchi di gastrite ogni volta che apro il file per lavorarci perché sto riscrivendo i primi capitoli della prima parte per l'ottavo autunno consecutivo, se supero la boa del settimo capitolo prendo velocità e parto sul serio (sto facendo uno sforzo per crederci).
Che altro.
Poco altro. Per fortuna c'è sempre la musica che mi tira su il morale. Fra due mesi c'è il concerto dei Powerwolf a Milano e non sono emotivamente pronta, cerco di non pensarci perché la mia vita quotidiana non si inceppi di nuovo ma è una faticaccia, voglio che arrivi quel giorno ma allo stesso tempo non voglio che arrivi. Un po' come vorrei davvero tanto che Tobi annunciasse nuovi concerti per l'anno prossimo ma vorrei anche che non lo facesse perché io e le mie mutande abbiamo bisogno di una pausa - quest'anno è stato allucinante in tema concerti e io ho solo due neuroni, non è che posso pretendere dei miracoli. Forse se smettessi di vivere la questione come una fangirl/bimbaminchia sarebbe tutto più facile ma se smettessi temo che non sarei più io. Se ci arrivo, fangirl fino a ottant'anni, giuro.

sabato 11 giugno 2022

ANCORA NON HO INAUGURATO IL NUOVO ANNO?

Di recente ho pensato e ripensato a lungo a questo blog, e non soltanto perché sapevo di non aver ancora inaugurato il 2022 con qualcuna delle mie cazzate; ci ho pensato e ripensato in quanto diario di viaggio che non ho avuto voglia di aggiornare. Non mi sono più servita nemmeno del diario cartaceo, che negli ultimi sei o sette anni è stato un fedele compagno di tutti i giorni e senza il quale, vista la mia tendenza a tenere tutto dentro, prima o poi sarei esplosa (che, capiamoci, ad un certo punto sono esplosa comunque, ma diciamo che la deflagrazione ha fatto meno danni del previsto, ecco) e anche se non è un male dato che è successo perché ho lavorato di più alla narrativa, ora inizio quasi a sentirmi monca. Il blog poi è l'unica via di mezzo che conosco, per ora, tra tenere segreto quello che mi passa per la testa e raccontare tutti i cazzi miei in pubblico: qui non ho interazioni come non ne ho sui social ma la mancanza di interesse è meno evidente, meno smaccata, e "qui" è comunque un posto diverso da una cartella nell'hard disc del computer o da un taccuino. 
Caro blog, ebbene sì: mi sei mancato.
Sono successe così tante cose negli ultimi mesi, positive e molto positive, che non so da dove cominciare a fare un riassunto, quindi procederò a caso.

1) TERAPIA.
Dopo quasi quattro anni di sedute, la settimana scorsa il dottor G. ha detto che possiamo dare per consolidato il fatto che ora sono una persona indipendente. «Diamo per assodato che ora lei si percepisce come una persona indipendente dagli altri». Una persona che esprime i suoi bisogni e che, prima di tutto, riconosce il diritto di averne come chiunque altro. Forse dovrei organizzarmi una festa... la festa per la Mia Personale Indipendenza.

2) WDF VEDE LA LUCE.
A fine ottobre, o al massimo a metà novembre, WDF vedrà la luce, ad eccezione di qualche giorno di pausa forzata dovuta a impegni improrogabili per il resto ci sto lavorando con costanza e quindi lo scrivo con convinzione. Sarà così, punto. È il romanzo dalla gestazione più lunga e complicata che ho mai sperimentato fino ad oggi, scalettando a distanza di due anni dalla progettazione saltano ancora fuori errori madornali che non so come non ho potuto vedere prima, ma sono sorpresa per l'ardore che ancora mi suscita questa storia - dal 2014 ad oggi, dopo un milione di tentativi abortiti, dovrebbe venirmi il vomito a getto solo a vedere il titolo, e invece... ma dato che sono una persona realista mi riservo di vomitare durante le settantacinque, future riscritture.

3) ALTRE BELLISSIME CIUFFOLE.
• Quello che doveva essere il Capitolo Uno di una trilogia di romanzi brevi è diventato il primo capitolo di una tetralogia di romanzi FEAT. due spin off. A proposito di questo - cioè a proposito di grandi amori che non mi danno la nausea nemmeno dopo sette rimaneggiamenti consecutivi, nemmeno dopo che mi hanno causato più problemi che soddisfazioni (una fatica merda a scrivere la storia con punto di vista multiplo, e due beta su tre mi hanno detto che leggendo vanno in confusione e non riescono a capire bene chi stia ragionando o agendo sulla scena) - ho deciso che lo riscriverò da capo apportando sostanziali modifiche soprattutto nella biografia della protagonista. Alleggerire sarà la parola d'ordine. 
• Il Capitolo Due è ancora uno spazio praticamente vuoto, un appartamento da ammobiliare e da riempire di gente. Qualcuno è saltato fuori e si è presentato ma la maggior parte degli inquilini è ancora in viaggio. Si preannuncia un capitolo difficile, dal worldbuilding complicato che andrà moooolto per le lunghe, e per questo dovrebbe essere quello a cui mi dedico con più anticipo e impegno, invece sono innamorata, persa e tutta presa dal terzo. 
• Il Capitolo Tre per ora, ha due sole dinamiche di base che si ripetono per tutti i personaggi principali. Manca una vera trama, manca la struttura della storia, ma in questa fase iniziale di ricerche e di stesura delle biografie, onestamente, che me ne fotte??! I personaggi sono meravigliosi. Non nel senso assoluto del termine, lo sono per me. Non mi capitava dal 2008, dai tempi di DR, di passare così tanto tempo extra insieme ai personaggi di una storia, perché dovrei stare qui a preoccuparmi che ancora non si siano inseriti nel contesto corretto? 
• Il Capitolo Quattro, in quanto riadattamento di una vecchia storia, è già praticamente scritto, e forse è per questo che il mio attuale livello di interesse è molto vicino allo zero. Ma dato che non credo che riuscirò a scriverlo e a pubblicarlo l'anno prossimo, a meno di non sdoppiarmi sarà già tanto se riuscirò a finire i primi tre capitoli entro giugno o luglio del 2023, direi che ci penserò quando sarà il momento. A giugno o luglio del 2023.

3) MANUALI, MANUALI OVUNQUE.
Mi sono rimessa a studiare sul serio, a fare i compiti tutti i giorni. Storytelling e una guida al racconto breve. Un saggio sulla suspense, sulla psicologia della paura e sul perturbante prima di fine giugno, a luglio trama, Enneagramma e approfondimenti vari sui personaggi ("L'arco di trasformazione del personaggio" di Dara Marks mi aspetta da marzo 2013, oggi ci ho dato un'occhiata approfondita e ho capito come mai ci è voluto tanto tempo per decidermi ad affrontarlo - 239 pagine fitte, li mortacci sua. Ma voglio leggere anche Jung, quantomeno "Gli archetipi dell'inconscio"). Questo è solo per cominciare, vediamo che mi porto a casa di concreto alla fine dell'estate.

4) ANSIA SOCIALE.
"Buonasera. Sarei interessata all'acquisto di alcuni dei vostri corsi online ma prima vorrei sapere se l'interazione con gli altri utenti e la condivisione di eventuali esercizi, e soprattutto del progetto finale, sono obbligatori. Grazie."
... ok, diciamo che qui c'è da lavorare ancora un po'.