giovedì 24 dicembre 2020

POLEMICHE FESTIVE

È la Vigilia di Natale, appena mi risveglio dal mio solito sonno comatoso ho da pulire casa, impacchettare della roba e cucinare ma io vorrei restare tutto il giorno a letto, bere un po' di tè e alzarmi solo per fare la pipì.
Quest'anno il Natale sarà anche anomalo per via della pandemia ma a me il pranzo con la famiglia tocca lo stesso *rumore di palle che si fracassano in mille pezzi* e sarò anche l'unica cogliona con la mascherina e che presterà attenzione a non sputacchiare in faccia agli altri commensali (ho una voglia di bestemmiare così ingombrante che non so dove metterla). L'unico lato positivo è che il 26 non potrò muovermi di casa PER LEGGE e quindi fanculo al compleanno del nonno, non devo neanche mettermi qui a confezionare una palla credibile perché l'ha fatto il virus per me. Comunque sia, per tradizione ero già stufa delle feste il 7 dicembre, perché pandori, panettoni e stronzate di Natale annesse hanno iniziato a farsi vive già i primi di novembre, io l'anno prossimo comincerei subito dopo Ferragosto già che ci siamo.

martedì 8 dicembre 2020

NON SONO LO ZIO

Faccio una pausa dopo aver scritto appena 534 parole che mi sono sembrate 5.000, tant'è che quando l'ho controllato il risultato del conteggio mi ha lasciata proprio di merda - non potevo credere di aver scritto così poco. Comunque non è un male, sono appena le sette e mezza e la serata è ancora lunga.
Non ne posso più della progettazione di questo romanzo ma al tempo stesso, adesso che ho cominciato non riesco a smettere di essere pedante e controllare e prevedere ogni dettaglio inclusi quelli che poi non finiranno nella storia ma che per ragioni di coerenza sento di dover ugualmente conoscere. Parafrasando lo Zio Stephen, è un lavoraccio che in alcuni momenti mi dà la sensazione di "spalare merda da seduta" ma che tolti questi momenti mi fa sentire sulla strada giusta (lo Zio non approverebbe tutto il mio progettare, penso che gli verrebbero i sudori freddi a vedere la mole di appunti che ho preso per la storia senza ancora effettivamente cominciare a scriverla, d'altra parte io non sono lo Zio Stephen e di sicuro non ho il suo talento né la sua capacità di improvvisare in virtù del sopraccitato talento). 
Di sicuro lavorando così mi sono resa conto del perché negli ultimi sei inverni arrivata a metà della storia mi bloccavo, e avevo la sgradevole sensazione di aver sbagliato qualcosa di importante "ma non capisco cosa" e continuavo a dire a me stessa che con questa storia avrei voluto fare un salto di qualità "ma non so bene come". Ma forse quando sarà l'ora di mettere insieme i pezzi e in scena i personaggi mi verrà da piangere perché non saprò comunque da che parte cominciare - oggi è una giornata piena di ottimismo, vedo.

In tutto ciò tre giorni fa mia suocera è entrata in contatto con la parrucchiera che ha scoperto di essere positiva al coronavAirus e adesso ci tocca aspettare che faccia il tampone per capire se è positiva anche lei, che io non la vedo né entro in casa sua da quando si è alzata la curva dei contagi ma il Topo ci è stato e quindi aspettiamo un po' tutti di capire se ce lo siamo preso in quel posto.

mercoledì 25 novembre 2020

NaNoWriMo GIORNO 25

Io stanotte volevo stare su a farmi una chiorba di live dei Metallica e dei Ghost (devo anche finire i manuali di Zinsser e Clark che mi porto in giro DA GIUGNO), invece sono così presa nel gorgo della progettazione che devo risolvere un grosso problema di coerenza nel romanzo ADESSO, a mezzanotte passata e con un mal di testa da vomito.
Sono contentissima.

sabato 14 novembre 2020

CHE GIORNO DI NANOWRIMO È OGGI???

Recupero il blog DOPO MESI e solo perché sento il bisogno di sfogarmi e scrivere qualche cazzata ma non lo voglio fare sui social. Che novità, eh?
(Tra parentesi, la nuova grafica mi fa schifo al cazzo - nuova grafica che, come sempre quando si tratta di Blogger, mi è stata imposta. Ah già, ecco, torno sul blog per lamentarmi, anche questa non è una novità. Che tanto è come il diario segreto, non lo legge nessuno).

Allora, è novembre, sto partecipando al NaNoWriMo e non sto scrivendo molta narrativa. Scherzavo! Non sto affatto scrivendo narrativa, però in teoria mi sto preparando per questo progetto che se non sarà epico giuro che cambierò mestiere, sto lavorando così tanto su ogni singolo dettaglio che in certi momenti del giorno sono tentata di mettermi a urlare per la frustrazione - è lo stesso progetto che ho iscritto ad ogni NaNoWriMo degli ultimi sei anni, per forza sono frustrata e non ne posso più di rimaneggiare la stessa storia.
Questa volta però è diverso, lo so. Non ero forse sicura, sicurissima di conoscere tutti i dettagli mentre era sbagliata e superficiale persino la linea temporale? E non è forse vero che non avevo delineato così bene i personaggi come credevo?
Stavolta spacco tutto sul serio.
Lo odio questo libro, non ne posso più di averlo sul groppone e non ho nemmeno finito di scriverlo, e dopo averlo scritto dovrò correggerlo almeno sette volte quindi se già adesso mi dà noia in futuro non so. Non ci voglio pensare. So solo che ne varrà la pena.

sabato 20 giugno 2020

NON È VERO, MA VA BENE LO STESSO

Eccolo, lo stavo aspettando e alla fine è arrivato: IL CALDO.
Ma mi ha convinta a posticipare le lamentele al prossimo mese perché in fin dei conti quest'anno è arrivato in ritardo - voglio dire, fa caldo (e non c'è un filo di afa) giusto oggi che è il 20 di giugno, ieri mattina a stare ferma all'aria sentivo un po' di fresco e mi sono messa una giacchina sopra le maniche corte + canottiera (sempre un milione di strati di vestiti io, altrimenti come potrei sembrare l'Omino Michelin con le tette?).

E a quanto pare coi Maya c'è stato un misunderstanding e anziché il 21 dicembre 2012, sembra che il mondo finirà domani. Non vorrei rovinare l'atmosfera leggera e divertita e ricca di battute che si è creata intorno a questa notizia ma devo dire che mi piacerebbe trovare lo stronzo che ha fatto circolare questa notizia e prenderlo a calci sulle palle finché non mi si stacca il piede, perché il 2020 fin'ora è stato un anno sufficientemente di merda e non c'era bisogno di seminare panico e finte cattive notizie così per il gusto di far venire l'ansia alla gente - ci sarà inevitabilmente qualcuno che ci crederà e che per questo passerà dei brutti momenti. 
Ecco, l'ho scritto e adesso sto meglio.
(Non è vero, ma non importa).

mercoledì 3 giugno 2020

NUOVE PARTENZE

ATTENZIONE, ATTENZIONE. Notizia dell'ultima ora!! Finalmente ho fatto anch'io quella cosa che stando alle statistiche è l'attività prediletta di quarantenni e cinquantenni su Facebook: la celeberrima PULIZZIA KONTATTI!11!!
Si sente la mia gioia che esplode attraverso il post??! Perché sono davvero piena di gioia, il mio animo è più lieve e mi sento più libera. Si metta a verbale che ho gestito la faccenda in modo maturo e intelligente, senza fare grandi annunci sulla bacheca ma eliminando con tranquillità e dopo lunga meditazione tutte le persone con cui non volevo più avere a che fare - dedicando ad ognuna un sonoro (ma privato) gesto dell'ombrello. Tipo la Sora Lella, insomma.


Facebook dovrebbe servire a comunicare, a scambiarsi commenti o anche solo piccoli gesti di apprezzamento come un like o un cuoricino... perché sono solo io ad apprezzare gli altri?
Altra domanda: perché l'amica della conoscente mi fa una richiesta di amicizia e poi non mi scrive niente né dimostra in qualche modo di essere interessata a quello che condivido? Sta lì a guardare? Be', sticazzi, va' a guardarti il profilo di qualcun altro. Ancora: la richiesta di amicizia seguita dall'invito a mettere like alla pagina autore/autrice/fotografo/fotografa/quello che è senza nemmeno due righe di presentazione, senza mai ricambiare né ringraziare. Cosa sono io, un numero? NO, sono una persona, se non puoi trattarmi da essere umano puoi anche fare a meno del mio like. 
E infine, BASTA CON LE PERLE DI SAGGEZZA DI MERDA DELLE NEOMAMME «NON SAPRAI MAI COS'È IL VERO AMORE FINCHÉ NON DIVENTERAI MAMMA» AVETE ROTTO I COGLIONI E SIETE ANCHE IRRISPETTOSE NEI CONFRONTI DI DONNE CHE MAGARI I FIGLI NON LI POSSONO AVERE O CHE SEMPLICEMENTE NON LI VOGLIONO. Questo non l'ho scritto nelle loro bacheche e nemmeno nella mia, non ho osato scrivere, come invece avrei potuto, che anche se non sono diventata madre sono comunque in grado di amare oppure che non serve darsi tante arie per aver fatto un figlio, tranne in alcuni casi la maggior parte delle femmine è in grado di procreare. Perché io ho rispetto. Sì, e anche il fegato come un mappamondo.
Ecco, tutta questa bella immondizia non c'è più, è passato il camioncino e ha svuotato il bidone. E chi se ne frega se rimango con pochi contatti. Ha senso averne di più e viversela male? 
Adesso che cosa ci faccio col profilo ripulito ancora non lo so, ma almeno ho tracciato il punto per una nuova partenza.

giovedì 28 maggio 2020

MEH.

Chissà perché (perché forse hai già visto centomila esempi di questo tipo??!), ma ho la sensazione che se mi inventassi una pagina tutta gotica/oscura e la riempissi di minchiate finto-profonde o viceversa, di sciocchezze sull'amore, riceverei un pacco così di consensi. Oppure uno spazio che contiene storie di maschi che si ingroppano condite con molto angst. O con grande amore, di nuovo. Ma proprio non ce la faccio.
Ho un nuovo pseudo che nessuno conosce e che potrei usare come mi pare ma non riesco a farlo partire perché qualcosa dentro di me mi impedisce di essere spontanea. A che livello di complicazione della vita siamo arrivate?

martedì 26 maggio 2020

MA LE MANI, METTERLE IN TASCA NO?

Due settimane sulla scheda del protagonista di Asylum (comunque con mille punti di domanda perché, ma non era un romanzo corale????!) e sono stanca prima ancora di rimettermi per davvero al lavoro sulla revisione. Il punto è che devo riscrivere TUTTO, a parte eliminare l'infodump ci sono delle assurdità che non so come ho fatto a fa passare nella precedente revisione. Vuol dire scene da cambiare, altre da scrivere ex novo, dinamiche da rivalutare. Dove la trovo la voglia, che ultimamente ho fatto ogni genere di capriola pur di non trovare il tempo di mettere giù della narrativa? 
Come se non bastasse oggi la ventola del portatile ha cominciato a gracchiare (sei mesi di utilizzo e giusto per scrivere e guardare qualche video su YT, niente giochi né altre attività impegnative), mi dà un fastidio indescrivibile e non so valutare se si tratta del segnale di un problema più grave o se si è solo impolverata - e chi ce le mette le mani per fare le pulizie? Io no di sicuro, che quanto a competenze in materia so giusto accendere e spegnere. 
Sono in questo stato emotivo e non è ancora arrivato il caldo fetente. Capita la gravità del problema?
So che sei lì dietro l'angolo, Caldo Fetente. Che ho cercato di non mettere le mani avanti quest'anno, di non prepararmi < < come ogni anno > > al peggio, ma è da fine febbraio che dico al dottor G. «Sa, dottore, preferisco continuare le sedute adesso che arriva la bella stagione perché, non per mettere le mani avanti, ma il caldo tende a crearmi dei grandissimi scompensi». Giuro, fine febbraio. Poi magari andrà davvero meglio di quanto immagini, chi può dirlo. Potrebbe capitare un'estate come quella del 2014: pioggia, temperature sotto le medie, mai acceso il climatizzatore, sempre dormito con il lenzuolino e i pantaloni del pigiama quelli lunghi. Che spettacolo.

venerdì 22 maggio 2020

FACCE DI CULO

Giusto per tirare un po' tardi sono passata su Tumblr dove non entravo da mesi e mi ha preso uno sclero da bimbaminkia che la metà basta - perché ci sono stata un sacco l'anno scorso in questo periodo, quand'ero in piena tempesta ormonale per i Ghost che avevo appena scoperto, e ho passato settimane ad aggiungere nuovi blog, cuorare e rebloggare foto e post e fanart e oh, se ne fosse accorto qualcuno. 
Quello che più di tutto mi fa incazzare è che un mucchio di gente che produce arte si piange addosso perché sostiene di non piacere a nessuno (ok, chi non ha delle insicurezze?), ma se è la persona "sbagliata" a far loro dei complimenti (una persona a caso tipo io, che magari non sono nella loro cerchia) non conta un cazzo di niente.
Sicché stavo lì a rimuginare su questa cosa e l'adolescente che vive dentro di me ha pensato HEY, volevo solo dirvi che non sono mai stata veramente interessata a voi, ma stavo qui solo per scroccarvi delle foto e delle gif.

martedì 19 maggio 2020

PANE E AUTOSTIMA

Rieccomi qui, sopravvissuta a un'altra mestruazione. Che dopo qualcosa come ventisette anni dalla prima dovrei aver imparato a conviverci e invece niente, ogni mese è una guerra, che sia prima o durante. Ora mi aspettano gli ulteriori cinque o sei giorni dalla fine che non sempre sono uno splendore in quanto a forma fisica ed emotiva, ma l'onda più grande e più devastante è passata e la vita è tornata a viaggiare su sentieri più tranquilli.
Ho provato di nuovo a fare ordine in questi miei strambi cicli vitali per capire se esiste un fattore che mi condiziona, e che posso quindi cambiare o evitare per stare meglio, ma non credo di averci ancora capito niente forse perché questo fattore semplicemente non esiste, perché la mia vita funziona così e la devo semplicemente accettare.
Ma anche se l'ultimo periodo è stato emotivamente buio, adesso che ne sono uscita riesco a coglierne i lati positivi. Per dire, ho capito che l'esperienza deprimente e fallimentare con il gruppo Facebook di Scrittori, Cafoni & Altri Cialtroni mi serviva per portare alla luce un grosso problema che ancora ho con me stessa e che condiziona la mia autostima (si prenda nota del fatto che in questa parentesi avrei voluto scrivere una di quelle battute tristi e stantie sull'autostima che "ma che roba è? Si mangia?" ma ho resistito alla tentazione), su cui io e il dottor G. potremo lavorare durante la prossime sedute.
Lui le ha chiamate cicatrici, residui di un passato che nei quasi due anni di terapia non abbiamo toccato se non superficialmente quando è emerso dai colloqui e che ora invece si può analizzare, e soprattutto eliminare correttamente. Io non le ho ancora definite, e forse mi va bene così.
Ho capito che la paura della critica, o meglio, della crudeltà che ci può essere in una critica (facile in un contesto virtuale in cui non ci si confronta faccia a faccia), ce l'ho e mi condiziona perché credo in quello che gli altri mi dicono soprattutto se infieriscono, se calcano la mano come faceva Alberto, per esempio. Se mi diceva che ero stupida, ma anche se me lo dicesse adesso, la mia immediata reazione era e sarebbe quella di rispondere sì, hai ragione, lo so. Posso non dirlo, ma di sicuro lo penso. Ecco su cosa c'è da lavorare. Non sul diventare immune alle critiche, ma sul costruire una base solida e coerente per valutarle e dare ad esse il giusto peso.
Questo nuovo obiettivo da raggiungere mi ha donato molta carica emotiva e grande serenità mentre fisicamente sono un po' a pezzi, dopo qualche giorno trascorso a consumare energie a credito. Non ho ancora ripreso a scrivere a pieno ritmo ma non sono stata con le mani in mano e mi sono dedicata a un lavoretto che rimandavo da un sacco di tempo, ovvero cercare nuovi font per le copertine dei prossimi libri. Ah, come mi ci sono divertita. Ora ho Belle Ciuffoline® di cui essere molto orgogliosa anche se tra qualche mese non mi piaceranno più com'è capitato in passato. Ma le vecchie copertine e gli improbabili banner li tengo sempre insieme alle prime bozze, perché sono una testimonianza dei progressi fatti nonostante una generale incompetenza in materia. Ho deciso che in un futuro prossimo mi dedicherò seriamente ad imparare un po' di grafica come si deve, dato che Lo Scrittore 2.0 deve saper fare TUTTO - non è così, lo so, ma è implicito quando "Lo Scrittore" è povero come la merda e non può permettersi di pagar fior di professionisti.


Belle Ciuffoline® Made In due notti Feat. tre diottrie perse per occhio. Ma sono carine, vero? ♥

venerdì 15 maggio 2020

«STASERA VADO A LETTO PRESTO»

Oppure rimango alzata fino alle due e un quarto a cercare il font perfetto per la copertina di un libro che non ho nemmeno finito di scrivere.

giovedì 14 maggio 2020

IMPEGNI CONSAPEVOLI

Finalmente la tensione è scemata e oggi mi sento di nuovo, quasi un essere umano (in poche parole: sono arrivate le mestruazioni). Stanotte ho comunque dormito male, e adesso tendo ad appisolarmi anche stando in piedi, ma ho recuperato il contatto minimo con il Pianeta Terra.
Sono su Asylum, tanto per cambiare, e non ne do fuori con il protagonista maschile, al punto che mi sta venendo voglia di buttare tutto nello scatolone della carta da portare al macero. Ma ovviamente non lo farò. Non si molla il lavoro solo perché è diventato difficile.
('sta cosa sono sicura di averla già scritta in qualche altro post. Ora mi impegnerò consapevolmente a far finta di crederci).

mercoledì 13 maggio 2020

AVANTI

Dopo una notte di incubi e sonno intermittente, tutto quello che sento di dire a me stessa è AVANTI. Aggiungerei un "dai, forza e coraggio!"... che porca puttana, non è la fine del mondo. 
Per dire, la dirimpettaia se la sta passando sicuramente molto peggio di me dato che oggi seppellisce il marito e con una giornata grigia, umida e fredda, che sembra ottobre. 
Quelli delle pompe funebri stazionano qui sulla via da almeno un'ora, stanno in circolo con la mascherina sotto il mento a fumare e a parlare tra loro e col fratello del defunto - devono essere tutti membri onorari del Club di Quelli Che Hanno Davvero Capito Come Ci Si Protegge Dal Coronavirus - e prima, mentre portavo i gatti fuori in giardino, uno di loro ha tossito, sgracchiato e sputato lì sul marciapiede con una grazia inarrivabile, da vero gentleman.
Praticamente non lo conoscevo il vicino, l'ultima volta che ci siamo scambiati una veloce occhiata è stato otto anni fa quand'è morto mio suocero, e l'ho sempre ritenuto un gran rompicoglioni per l'abitudine di fare ogni genere di lavoro rumoroso negli orari di riposo e soprattutto il sabato e la domenica. Ma era una persona che oggi qualcuno piange.
Non so perché ho sentito il bisogno di farlo, ma sono stata un bel po' alla finestra a spiare la casa di fronte da dietro le tende, a guardare le sagome dei parenti assiepati sul pianerottolo, a sentire la voce piangente di una delle figlie di lui e gli altri mormorii. Una scena simile a quella che ho guardato nello stesso modo, con la stessa morbosa curiosità, alla fine dell'anno scorso, quando lui ha dato di matto e ha cominciato a gridare e a lanciare vasi di fiori e tutto quello che gli capitava in mano giù dal primo piano. Allora lo hanno portato via con l'ambulanza, sedato e ben impacchettato in una barella. Oggi ha fatto un ultimo viaggio dentro una cassa di legno.
Mi sento depressa. 
Ho acceso l'ultimo bastoncino del mio incenso preferito che avevo in casa (si chiama Pesca d'Estate, e un giorno o l'altro scriverò un post su quanto amo l'incenso Pesca d'Estate ma soprattutto perché lo amo così tanto), che stava lì in un cassetto apposta per una giornata come questa, con un cielo grigio-giallognolo e l'aria immobile.
Non ho ancora pranzato. Adesso mi cucinerò qualcosa al volo e mi dedicherò un po' ad Asylum perché non pensare, in questo momento, è l'unica medicina che posso prendere per trovare un po' di sollievo.

martedì 12 maggio 2020

DIAMOCI UN TERMINE

Non è nemmeno l'una di pomeriggio e io ho più sonno che sentimenti. E so che sta per arrivare un monsone perché mia mamma mi ha chiamata e siamo state al telefono soltanto TRE MINUTI e una manciata di secondi. Che accade?? (Mi ha gentilmente informata che la parrucchiera è pronta a ripartire, così posso prendere un appuntamento e farmi tagliare la frangia che da almeno un mese a questa parte non è più una frangia ma un gruppo disordinato di capelli che non sa da che parte stare - comunque li rigiri sembro sempre una cogliona). 
Sto per rimettermi al lavoro su Asylum. Non ancora sul testo ma sulla scheda del protagonista maschile che ha bisogno di essere aggiustata dappertutto. Nella cartella con gli appunti sui personaggi ho trovato gli appunti originali di febbraio del 2008, quando tutta questa storia era appena all'inizio ed ero convinta di cavarmela con un paio di fogli protocollo di trascrizioni sulle malattie mentali. Non mi sono riconosciuta nella persona che li ha scritti, specialmente per l'appunto che diceva "Diamoci un termine: ottobre/novembre di quest'anno". Non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere. 

lunedì 11 maggio 2020

POST AL SAPORE DI YOGURT SCADUTO

Tutti pronti per molta FUFFA RANDOM.
Sono stata un po' depressa in queste ultime settimane.
Ho mollato il Camp NaNoWriMo prima della fine ma devo dire che non ci ho creduto già dall'inizio. Però ci ho provato e quindi va bene lo stesso - ovviamente, quelle persone che "OMG!11! NON SO CHE COSA SCRIVERE DURANTE QUESTO CAMP NANOWRIMO COME FACCIO!11!" hanno vinto venti giorni prima della scadenza. Seems legit.
Ho stoppato WDF perché la quarantena mi ha fatta rientrare nel loop "a letto alle 3, sveglia alle 10", con conseguente stato semi-vigile tipo morto vivente, più o meno con la scioltezza con cui caccio i piedi nelle ciabatte. Ho la freschezza e la presenza mentale di una cassetta di broccoli e comincia a fare caldo per lavorare a un progetto che prevede molta, molta neve, ma intendo ritornarci a breve, ora che ho fatto alcune importanti considerazioni** sugli altri progetti a cui volevo mettere mano in questo periodo.
**Importanti considerazioni: una veloce rilettura delle prime dieci pagine di Asylum, a un anno di distanza dalla pubblicazione, mi ha permesso di capire che con questo romanzo l'ho veramente fatta fuori dal vaso. Lasciando perdere l'imbarazzo per la badilata di infodump che non ricordavo e che mi son presa sulle gengive a pagina 2, la mia voglia di strafare mi è stata talmente evidente che credo di aver pianto sangue.
1) Ho voluto scrivere di una materia in cui non sono affatto competente.
2) Ho scritto una storia che è lontanissima (forse troppo) dal mio mondo convinta che ne avrei fatto comunque un grande romanzo.
3) Non ho MAI completato la progettazione, e le poche schede personaggio che ho trovato nell'archivio erano aggiornate al 2017. E lo sa il Cristo quanti punti della trama sono cambiati e si sono sviluppati da allora.
C'è una nota positiva in tutto ciò: ho venduto solo una copia di questo disastro prima di ritirarlo, e ne sono enormemente grata all'Universo. Non ho voglia di stare a sentire pippe sul fatto che dovrei affidarmi a un editor professionista perché lo so, ma non ho i soldi per pagarlo in questo momento. Allora cosa, dovrei rinunciare a pubblicare? Non credo proprio. Se se lo permettono certe autrici che fanno "uscire" le cose di tasca ai personaggi dei loro libri non vedo perché io non dovrei tentare la fortuna coi miei. Mi arrangerò, di nuovo, come potrò. Come ho fatto negli ultimi diciassette anni. Smadonnare sì, e anche tanto se occorre, ma mollare MAI.

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Tutta la parte QUI SOPRA ↑ era di un post del primo di maggio, mi dispiaceva cancellarla (approvo ancora ogni singola riga) e quindi l'ho lasciata come stava.
Va bene, ho dato una veloce controllata alla grammatica. Veloce, eh. Senza tante pretese (è un post di blog, non prosa scelta).
Ulteriore FUFFA RANDOM ma di oggi, che è l'11 maggio e non posso fare a meno di chiedermi come cacchio è possibile che siano trascorsi già undici giorni da quando ho iniziato questo post.
La depressione galoppa - ma potrebbe dipendere dal premestruo (mi rimangono al massimo altri dieci, undici anni per dare all'avvicendarsi degli ormoni la colpa dei miei miseri stati d'animo, poi non so che farò. Probabilmente incolperò l'assenza degli ormoni).
Odio tutti gli sconosciuti e i conoscenti ma di un odio pigro, privo di slancio fisico, perché non riesco a comunicare con loro. Quindi alla fine il problema è mio, toh che strano, non l'avrei MAI detto.
Odio soprattutto gli scrittori. E i gruppi di scrittura.
C'è un tizio, di cui non ricordo né il nome né altro, che qualche tempo fa in un gruppo di scrittori emergenti ha riassunto il suo disagio all'incirca così: "Quanta saccenteria c'è in questo gruppo? È uno schifo, non si riesce a comunicare, perciò questo sarà il mio ultimo post e poi me ne andrò", e io, che ero davvero d'accordo con lui, stavo per dare al suo post una bella spolliciata quando ho letto il commento di un'altra utente, due righe del tipo "Se il gruppo non ti piace è un tuo problema, puoi anche uscire senza fare grandi annunci". Alla fine ero d'accordo anche con lei, così non ho spolliciato nessuno e ho abbandonato il gruppo. Madonna, quanto lo odiavo.
Odio gli scrittori. Ah, sì, l'ho già fatto notare.
Odio gli scrittori SACCENTI, ovvero il 90% degli scrittori che incontro sui social - e certi editor che a parte vantarsi di aver lavorato con gente pluripremiata (voglio dire, possono pure ammirare il pluripremiato arcobaleno del cazzo che me ne frega), trovano stimolante offendere gli utenti che non rispondono ai loro post interessantissimi - "Il mio post che era interessante, non tutta l'altra merda. Ma a voi piace solo la merda". Guarda, caro, l'arcobaleno del cazzo che me ne frega di te e dei tuoi post sta giusto dietro al pluripremiato. Prendili pure tutti e due, portateli a casa e attaccateli dove ti pare.
E non parliamo delle bitches, le bullette che si mettono in gruppo sui social per sentirsi più forti mentre dichiarano la loro superiorità intellettuale. Loro sanno tutto, sono piene di evidente talento e possono dispensare consigli soprattutto non richiesti perché hey, sono smart, conoscono il loro mestiere (ve lo direi io qual è il loro mestiere ma preferisco lasciare un po' di suspense). Se non mi facessero così tanto schifo mi farebbero persino un po' di pena.


POSCRITTO IGNORANTISSIMO:
Un anno e tre giorni che Tobi, i suoi alter ego, i suoi completini aderenti e il suo pisello sono entrati nella mia vita. Una parentesi di gioia in tutta questa acidità.


giovedì 9 aprile 2020

QUARANTENA #DAY30 ~ SERA/NOTTE

È un po' troppo presto per dire WE ARE BACK IN BUSINESS, ma stasera/notte ho scritto più di mille parole dopo settimane di nulla (non contando le 1.012 parole di ieri) e ho tirato un sospiro di sollievo lungo due ore e mezza (il tempo che ci ho messo a scrivere, quasi senza pause).
Mi ha fermata giusto la decenza, perché sono quasi le due e mezza AM e ancora non ho fatto la doccia, e un po' il ridicolo senso di colpa che provo ogni volta che trascorro la serata col protagonista del romanzo (di cui manco a dirlo sono follemente innamorata) e non con mio marito - fa ridere, è vero, ma siccome sono incapace di godermi i bei momenti al 100% e devo sempre metterci un po' di ragionamento, tutto questo mi fa anche pensare. Che poi non è per forza un male, il pensarci, potrebbe portarmi a fare qualcosa di favoloso tipo non cazzeggiare per tutto il giorno, usare il tempo in cui non cazzeggio per scrivere e avere così la serata libera da trascorrere con il Marito.
Un piano che comunque potrebbe non funzionare perché sono sempre più ispirata di sera/notte. E allora forse dovrei cambiare mestiere, ma temo che per questo sia ormai troppo tardi.

sabato 4 aprile 2020

QUARANTENA #DAY 25

Grande quesito della notte: perché sono quasi le due e io sto ancora qui davanti al pc a non far niente di utile?
Ho rettificato il goal del Camp NaNoWrimo: da 30.000 a 26.000 parole, spinta dall'illusione che oggi "comincerò sul serio". E non aggiungo altri commenti.

(Anzi, uno lo aggiungo: ne ho le palle piene degli adulti che partecipano alle competizioni comportandosi come le secchione al liceo che dichiaravano di non sapere niente prima del compito in classe e poi prendevano nove - sono quelli che «Ommioddio, ho l'ansia per questa competizione, non credo che ce la farò, non so neanche da dove partire!» e poi oops', è il 4 di aprile e «Sono arrivato a 8.000.000.000 parole!»...


... e con questo, chiudo parentesi).

venerdì 3 aprile 2020

QUARANTENA #DAY 24

Ho appena scoperto che dodici anni fa OGGI sono stata alzata da mezzanotte alle cinque di mattina per scrivere un racconto, una cosina non male tra l'altro (la prosa fa schifo, ma l'idea continua a sembrarmi carina a distanza di tanto tempo). È che averlo ricordato adesso che ho mollato tutto quello che avevo per le mani mi ha fatto un po' male, tipo RIGHT IN THE FEELS.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che quando sono in questo stato e vado a rileggere vecchi post in vecchi blog più spesso ci trovo ricordi di cose stupide che ho fatto e che mi fanno ridere - giornate, ore o singoli eventi di cui avrei perso per sempre le tracce se non ne avessi preso nota in un post. Sicché mi chiedo, perché regolarmente mi dimentico di usare il blog in questo modo intelligente? È anche più veloce e pratico del diario cartaceo che trascuro per settimane quando non ho sbatta di scrivere a mano, che fa ancora freddino la sera e le dita fredde mi fanno tenere la penna tipo zampa di gallina.
Per dire, che cosa posso ricordare della giornata di oggi?
Ho scritto 156 parole sulle 2000 che avrei dovuto mettere insieme per il Camp NaNoWriMo.


Ho portato da mangiare all'unica gatta che è rimasta della colonia a cui badavo da quasi due anni - gli altri sono dispersi e non arrivano nemmeno dopo lunghi richiami - e mentre ero lì che cercavo di non piangere al pensiero di aver perso tanti amici felini è passato un tizio a piedi e l'ho incenerito con lo sguardo. Perché io non metto il naso fuori di casa se non per necessità da più di venti giorni e questo stronzo va a spasso per la campagna? Perché lui sì e io no? Aveva anche l'espressione compiaciuta... ti venisse il cagotto fulminante.
Ho passato dieci livelli di Cookie Jam.
È l'una e un quarto di notte e ancora non ho sonno. E continuo a non ricordarmi che giorno della settimana è.

giovedì 16 gennaio 2020

Nottate di gastrite in cui non riesco a scrivere perché sono troppo stanca, ma non riesco neanche a dormire per la stessa ragione. Così finisco sveglia a fissare il soffitto e a chiedermi se alla fine ho capito che cosa ci voglio fare con questa mia vita. Appena mi sveglio, mi rispondo.

venerdì 10 gennaio 2020

ALLENAMENTI, ANGOSCE E DISORGANIZZAZIONE (come iniziare il nuovo anno col botto)

Ecco, alla fine abbiamo ricominciato.
Con le angosce quotidiane, con la disorganizzazione di sempre e con gli allenamenti. 
Allenamenti. Pensavo che oggi mi sarei sentita peggio di come mi sento, dato che mercoledì non ho mantenuto il proposito di non esagerare alla prima lezione di strong del nuovo anno e ci ho dato dentro più che potevo - trovo che scaricare con l'attività fisica il nervoso accumulato sotto le feste sia parte indispensabile di un corretto programma di detox - in più ieri sono stata ai balli di gruppo e anche oggi ho camminato. Ieri mattina mi sono svegliata col mal di testa che però si è risolto con un tè e un paio di aspirine, e sebbene mi faccia male la schiena e gli addominali mi stiano odiando moltissimo il resto funziona. Ho anche dato prova di un autocontrollo esemplare evitando di prendere le due corsiste che odio a calci rotanti in faccia (che signora sono), quindi diciamo che me la sono cavata meglio del previsto (trad.: me la faccio andare bene, perché preferisco non svegliare la carogna dal suo sonno di bellezza).

Angosce quotidiane. Le perderò come i denti da latte non appena avrò trovato un lavoro che mi dia uno stipendio e mi faccia sentire di nuovo utile e/o un'attività che mi assorba più di quanto mi assorbe la scrittura ma senza l'effetto collaterale dell'ansia da prestazione che mi dà la scrittura. Una bazzecola insomma.

Disorganizzazione. Durante questa settimana iniziata con un martedì che nel mio cervello era ancora lunedì ho scritto un quarto di quello che avrei voluto, perché ho dormito la metà del tempo che mi ero imposta di dormire con la conseguenza di aver viaggiato ogni giorno in ritardo sulla vita. MA non tutto è andato male.
Ho ripreso la revisione della prima parte di WDF falciando interi paragrafi come i prati a primavera e decidendo finalmente da quale punto preciso ricominciare con la prima stesura.
Ho zero idee per il prossimo capitolo del progetto song-fic iniziato a settembre ma so che l'intuizione è dietro l'angolo che ancora non ho girato perché mi sono persa a guardare la vetrina di una libreria - finisco di studiarla e svolto (mi sto ancora facendo qualche auto-regalo di Natale, giusto perché mi è piovuto dal cielo un po' di credito e vogliamo usarlo per fare qualcosa di diverso dal comprare libri? No, infatti).
Ho una trama in mente che mi dà il tormento già da qualche anno, ma che ci sta dando dentro in particolare negli ultimi due mesi, so esattamente che cosa deve accadere a chi però non riesco a trovare un modo soddisfacente di svilupparla - inizio dal finale, ho due punti di vista diversi sulla stessa vicenda e il rischio di scadere nel cliché è altissimo. Se non trovo presto una via d'uscita mi verrà un'eczema da qualche parte.
Ma soprattutto, HO UN NUOVO PSEUDO E NON HO PAURA DI USARLO.

sabato 4 gennaio 2020

SPENSIERATEZZE DEL SABATO SERA

Stavo pensando che a meno di non essere colpiti da un asteroide, o che la tanto temuta Terza Guerra Mondiale scoppi da qui a poco, fra tre giorni avrò il primo allenamento di strong del 2020 dopo tre settimane di stop - ché l'istruttore, premuroso, ci ha mandato due video per tenerci in forma durante la pausa natalizia, ma la stronza qui presente non li ha nemmeno scaricati (quando mai avrei avuto il tempo di allenarmi, fra l'altro) - e il mio tenero cuoricino ha avuto un sussulto. Non ce la posso fare.
Oggi poi un'ansia da portar via, mi ha rosicchiato le orecchie per tutto il giorno. E dire che non vedevo l'ora di avere una giornata tutta per me, in solitudine e silenzio (Marito è andato a Canove a cucinare quaglie, non ha nemmeno provato a chiedermi una seconda volta se l'avrei accompagnato - sveglia alle cinque antelucane, un milione di tornanti da vomito e tutta la giornata in giro e in mezzo alla gente. Siamo matti??). Comunque, adesso che la giornata è sostanzialmente finita mi è passata la spossatezza e mi sono messa a scrivere di buona lena, ho interrotto solo per concedermi un post cretino ma di cui sentivo proprio la necessità.

Poscritto Ignorante:
temo che il mio primo Anthony Trollope sarà anche il mio ultimo, mi ha preso stra-bene con un primo racconto divertente mentre a metà del secondo - incomprensioni amorose di due che si piacciono ma che fanno finta di non piacersi Feat. Natale Feat. lieto fine puccioso - mi prudevano le mani per la voglia che avevo di schiaffeggiare tutti i personaggi uno per uno.

mercoledì 1 gennaio 2020

MA BUON ANNO DE CHE?

Adesso che è passata la notte di San Silvestro e siamo nel nuovo anno, possiamo considerare le feste finalmente finite????
Il bisogno di tornare alla mia routine, al silenzio e alla solitudine, comincia a cagionarmi un dolore fisico - non ne posso più di cibo e di persone, giuro.