giovedì 31 maggio 2012

È GIUNTA L'ORA

Ho superato la scomparsa del nonno, la separazione con mia madre, la malattia improvvisa di mio "padre" (le virgolette sono d'obbligo visto che è quello biologico) e tanto, tanto dolore, ma sono ancora qui.
Tra poche ore inizia il Camp NaNoWriMo e non me ne frega un cazzo di niente e di nessuno, ho solo voglia di scrivere e perdermi nel mio mondo senza altri pensieri per un mese.

La sfida inizia :)

lunedì 28 maggio 2012

LA MECCANICA DEL CUORE

«Mentre nella stanza accanto Madeleine si occupa delle coppiette ben vestite, Arthur oscilla. La colonna vertebrale gli cigola come la porta di una prigione. Alla fine si lancia:
"Non preoccuparti, piccolo! Prima o poi nella vita passa tutto, credimi. Si guarisce sempre, anche se ci vuole del tempo. Qualche settimana fa, prima del giorno più freddo del mondo, ho perso il lavoro e mia moglie mi ha sbattuto fuori. E dire che avevo accettato di tornare in polizia per lei. Sognavo di diventare musicista, ma eravamo davvero al verde".
"Che cos'è successo? Perché la polizia non ti vuole più?"
"Puoi negare la tua natura quanto vuoi, tanto quella ti riacciuffa al volo! Al commissariato rileggevo le deposizioni cantandole e passavo più tempo alla tastiera dell'armonium che a quella della macchina per scrivere. E poi bevevo un po' di whisky, giusto quel poco che bastava per dare consistenza alla voce... Ma quelli non capivano niente di musica, mi segui? Alla fine mi hanno chiesto di andarmene. E io ho avuto la cattiva idea di raccontare tutto a mia moglie. Il resto lo conosci già... Allora ho speso quello che avevo in whisky. Mi ha salvato la vita, credimi."
Adoro il modo in cui dice "credimi". Assume un tono molto solenne quando mi spiega che il whisky gli ha "salvato la vita".

"Quel famoso 16 aprile 1874, il freddo mi ha spezzato la schiena: dopo quei bui eventi, solo il calore dell'alcol che mando giù mi ha impedito di gelare completamente. Sono l'unico sopravvissuto fra i barboni, tutti i miei compagni sono morti di freddo."
Alza il cappotto e mi dice di guardare la schiena. Mi sento un po' a disagio, ma non posso rifiutare.
"Per aggiustarmi la parte rotta la dottoressa Madeleine mi ha trapiantato un pezzo di colonna vertebrale musicale con le ossa accordate. Se mi batto sulla schiena con un martello, posso comporre delle melodie. Ha un ottimo suono, in compenso però cammino come un granchio. Suona pure un pezzo se vuoi," mi dice passandomi il martelletto.»


«Quando ho una crisi di panico, la meccanica del cuore deraglia al punto che mi sembra di essere una locomotiva a vapore a cui si stacchino le ruote in curva. Viaggio sui binari della paura. Di cosa ho paura? Di te, o meglio, di me senza di te. Il vapore del panico meccanico del mio cuore, filtra sotto le rotaie. Madeleine, come mi tenevi al caldo. Il nostro ultimo abbraccio è ancora tiepido, eppure ho già tanto freddo come se non ti avessi mai incontrata il giorno più freddo del mondo.
Il treno sbuffa facendo un fracasso lancinante. Vorrei tornare indietro nel tempo per deporre quel vecchio rottame del mio cuore fra le tue braccia. I ritmi sincopati del convoglio mi provocano certi subbugli che prima o poi imparerò a sfuggire, ma ora sembra che mi scoppino dei pop-corn nel cuore. Madeleine, non ho ancora lasciato le ombre londinesi e ho già bevuto tutte le tue lacrime! Ti prometto che durante la prossima sosta andrò da un orologiaio. Vedrai, tornerò in buono stato, o meglio, guasto quel tanto che basta perché tu possa esercitare su di me il tuo talento di riparatrice.»


Mathias Malzieu

giovedì 24 maggio 2012

MY LIFE IS A MESS

Manca una settimana al Camp NaNoWrimo (nonché alla scadenza della mia carta d'identità) e volete sapere una novità??!!!
Sono indietro come il culo con tutto.
TUTTO.
Avete presente TUTTO?
Con qualunque cosa avessi deciso di fare.
Persino con la lavapiatti del giorno, che ieri sera dopo tutto il mio rimirare il cielo contrastato di maggio in cerca di risposte mi sono dimenticata di accenderla, così adesso non so dove scolare la pasta.
Non so, certe volte penso che la mia vita sia solo un eterno casino che non si metterà mai a posto, e per quanto cerchi di ripetermi che in fondo non è una brutta cosa non riesco proprio a sentirmi tranquilla.

domenica 20 maggio 2012

ABISSI D'ACCIAIO



Baley si mosse a disagio. «Ho già sentito tutto questo. I medievalisti vogliono la fine delle Città. Vogliono che torniamo alla terra e all'agricoltura naturale. Sono pazzi, non possiamo. Siamo in troppi, e poi non ha senso andare indietro, perché nella storia si può solo procedere in avanti. Naturalmente, se l'emigrazione sui Mondi Esterni non fosse limitata...»
«Sai che deve esserlo.»
«Allora che ci resta da fare? Vi siete allacciati a una linea scarica.»
«E se colonizzaste nuovi mondi? Nella galassia ci sono cento miliardi di stelle. Si calcola che i pianeti abitabili e o che possono essere abitabili siano cento milioni.»
«Ridicolo.»
«Perché?» chiese il dottor Fastolfe, infervorandosi. «Perché giudica ridicolo il mio suggerimento? Nel passato i terrestri hanno colonizzato i pianeti. Più di trenta dei cinquanta Mondi Esterni, compreso il mio nativo Aurora sono stati colonizzati direttamente dai terrestri. Oggi l'impresa non è più possibile?»
«Be'...»
«Non ha la risposta. Mi lasci dire che se non è più possibile è a causa del mostruoso sviluppo delle Città. Prima delle Città la vita umana non era specializzata al punto da rendere impensabile il suo trasferimento in un altro ambiente. È stato fatto trenta volte. Ma ora i terrestri si sono rintanati e imbozzolati nei loro abissi d'acciaio, e ne dipendono a tal punto che è come se si fossero messi volontariamente in prigione. Lei, signor Baley, non crede possibile che un cittadino possa attraversare la campagna per venire a Spacetown. Avventurarsi nello spazio per raggiungere un mondo nuovo deve sembrarle doppiamente impossibile. La cultura delle Città vi sta rovinando.»
Baley si arrabbiò: «E con questo? Non vedo in che modo vi riguardi. È un problema nostro e lo risolveremo, e se non ne saremo capaci andremo all'inferno.»
«Meglio andare all'inferno a modo vostro che in paradiso accettando i consigli di un altro, eh? ...»


Isaac Asimov

martedì 15 maggio 2012

NON LO SO

Ho mal di testa e volevo segnalarlo nel blog.
Non l'ho degnato di uno sguardo per così tanto tempo che ora sento la necessità di rimediare, perché ormai questo blog non è più soltanto un blog ma un'estensione... del mio cervello? della mia personalità? della mia malattia mentale? ... insomma, è un'estensione di me (e comunque è ora di finirla con questa storia della malattia mentale, Persy! Abbiamo un test di quasi 600 domande che attesta la nostra salute mentale. E anche il fatto che io mi rivolga a te che sei una voce nella mia mente è una ulteriore prova che sono una persona normale perciò vai affanculo!) e in quanto tale io lo amo.
(Parentesi di servizio: ho barrato la parentesi precedente per ovvie ragioni).

Ho già scritto che ho mal di testa, sì?
Ho mal di testa anche se stamattina mi ha svegliata la voce di Freddie Mercury da Virgin Radio *♪♫ this thing called love I just can't handle it this thing called love I must get round to it I ain't ready...crazy little thing called love ♪♫♪* e in dormiveglia sognavo di ballare in mezzo alla stanza, poi però mi sono alzata, ho incontrato il mondo e ciao, the enchantment is gone.
Esco a fare la spesa.
Di nuovo perché la faccio in due posti diversi.
Perché non posso comprare anche il tempeh su Amazon?


NB: J-Ax che rappa sulle note di Man of simple pleasures è la bestemmia del giorno.  
Dio mi sta usando come tester per qualcosa di cui evidentemente non comprendo la natura.
Dio però... Man of simple pleasures...

sabato 12 maggio 2012

CAMP NANOWRIMO APPROACHES

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*Camp NaNoWriMo
di cui abbiamo una gif
Sto evitando il blog per non guardare il conto alla rovescia e non perché temo l'imminente inizio del *Camp NaNoWriMo (con quel bilico di delirio che si porterà appresso) ma perché mi ricorda a ogni sguardo che sono indietro con la tabella di marcia come se non ci fosse già la Persy a farlo di continuo con le sue minacce.
Finché ho lavorato sodo nei giorni scorsi ero la persona più serena del mondo, tipo sveglia alle sette e mezza, passeggiata, frullato o centrifuga, tè, meditazione, editing, cazzi & mazzi fino a sera. Tutto perfetto. Ma appena ho ceduto un po', ho fatto tardi una sera, sono caduta un po' di tono e fotta e ispirazione sono andate a farsi benedire ecco che è tornata l'ipocondria violenta.
Violenta proprio.
Non entro nei dettagli ma violenta, per davvero.
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Persy...
Per fortuna gli attacchi durano sempre di meno e non sono così rognosi come una volta, adesso mi limito a parlare tutto il giorno con Persefone ora adulandola, ora dandole delle sberle perché si ripigli, ora coccolandola nel tentativo di farla rinsavire e pare che funzioni, ma non è questo il punto.
Il punto è che c'è una parte di me che ancora pretende che io sia infallibile e questo mi sta enormemente sul culo e dovrò provvedere in qualche modo. Non so come (in giornate come quella di oggi poi non so nemmeno QUANDO e PERCHÉ e a momenti manco come faccio di nome) ma in qualche modo mi organizzerò, tanto schizzare dentro e fuori dagli scleri è una disciplina per cui ho l'oro olimpionico dai tempi che furono.
Per il resto (...resto? Quale resto??! Ho una vita oltre a questo??! Non mi sembra...) non mi posso lamentare.
Non sono andata al salone del libro di Torino come avevo programmato e ieri sono stata poco bene, ma dato che mi sono ripresa a tempo di record stamattina ho trascinato il papo a comprarmi una ciclette nuova fiammante che adesso sta in salotto e ammicca nella mia direzione.
In attesa di inaugurarla dopo l'arrivo della perturbazione promessa per oggi pomeriggio (-8/10 °C rispetto alla temperatura attuale di 52156451mila gradi Fahrenheit) bevo tè bancha e continuo ad ignorare il countdown...