Qui c'era la bozza di un post del 25 giugno, cinque righe che ho cancellato senza perdere tempo a rileggerle (sono sicura al 100% che essendo giugno mi lamentavo del caldo). Stasera, che è il 27 settembre e grazie al cielo il caldo è un brutto ricordo, non so bene perché sono tornata a cancellare la bozza del post per sostituirla con un altro post che avrà la stessa inutilità del precedente, ma va bene così perché a questo mi serve il blog, questa è la sua funzione primaria: essere un diario, un contenitore di cazzate, di pensieri, di sentimenti. E ogni tanto anche di nostalgia.
Stasera è nostalgia per i tempi produttivi, per una routine che mi piaceva e che ho dovuto mettere da parte, e per una necessità di scrivere parole anziché tenermele tutte dentro - che poi di dentro mi mangiano viva. E "qui" è il posto giusto perché sono troppo stanca e poco concentrata per il diario cartaceo, non lo aggiorno ormai da settimane e così mi sto perdendo pezzi del 2022 per la strada (se non mi appunto le cose col cacchio che me le ricordo).
Che altro?
WDF. Oddio, che nota dolente questo romanzo col quale sto disimparando a scrivere narrativa. Non mi sono mai sentita tanto ingessata e tanto impaurita come questa volta, ogni frase che butto giù sembra costruita con parole pescate a caso dentro un cappello. Ma c'è una nota positiva in tutto il mio terrore, in questa mia improvvisa deficienza: sto andando avanti lo stesso. Prima o dopo arriverò alla fine e allora smetterò di aver paura. Avrò un'altra bozza che farà schifo alla merda in Terra ma sarà pur sempre una nuova bozza. Che poi io ho detto e scritto ovunque di essere in fase di revisione ma la verità è che quella che ho finito di buttar giù ad agosto era la Stesura Zero, all'autentica stesura mi sto dedicando ora, e come se non bastasse l'ho cominciata con la convinzione che proprio in virtù di una solida Stesura Zero ci avrei messo la metà del tempo per finirla - sarà semplice, pensavo, easy peasy lemon squeezy. E invece è tutto estraneo, lontano dal mio cuore prima ancora che dalle parole. Sono diventata deficiente perché non riesco a entrare nella storia. Oggi però, grandemente motivata dalla disperazione, ho formulato l'ipotesi che mi vengano degli attacchi di gastrite ogni volta che apro il file per lavorarci perché sto riscrivendo i primi capitoli della prima parte per l'ottavo autunno consecutivo, se supero la boa del settimo capitolo prendo velocità e parto sul serio (sto facendo uno sforzo per crederci).
Che altro.
Poco altro. Per fortuna c'è sempre la musica che mi tira su il morale. Fra due mesi c'è il concerto dei Powerwolf a Milano e non sono emotivamente pronta, cerco di non pensarci perché la mia vita quotidiana non si inceppi di nuovo ma è una faticaccia, voglio che arrivi quel giorno ma allo stesso tempo non voglio che arrivi. Un po' come vorrei davvero tanto che Tobi annunciasse nuovi concerti per l'anno prossimo ma vorrei anche che non lo facesse perché io e le mie mutande abbiamo bisogno di una pausa - quest'anno è stato allucinante in tema concerti e io ho solo due neuroni, non è che posso pretendere dei miracoli. Forse se smettessi di vivere la questione come una fangirl/bimbaminchia sarebbe tutto più facile ma se smettessi temo che non sarei più io. Se ci arrivo, fangirl fino a ottant'anni, giuro.