domenica 7 giugno 2015

ORIGINALE SEMPRE

Tanto per essere originale, devo iniziare questo post scrivendo che fa un caldo atroce.
Ero un po' infelice, l'anno scorso, con quell'estate che è stata praticamente un autunno e pure piovoso, ma non sono troppo felice nemmeno adesso che alle otto di mattina ci sono già trenta gradi. A luglio che faremo, ci strapperemo la pelle?
Io non ci arrivo sana, lo so, ho già cominciato a non dormire un'altra volta.
Caldo improvviso e torrido...
 Stanotte luce spenta all'una meno dieci, poi sveglia alle quattro e mezza, alle sette circa, alle otto e mezza e alla fine mi sono alzata, perché anche se la stanza buia e il climatizzatore erano invitanti sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare il mondo reale e allora tanto valeva farlo subito (balle. Dovevo dar da mangiare ai gatti. Non fosse stato per loro sarei ancora stesa a letto a pelle d'orso). Ma forse sono stata semi-insonne perché Omar era in giro chissà dove, alla fine ha fatto quello che ha voluto lui e anziché prendere una stanza a Torino, dopo la partita si è rimesso in strada, ha poi dormito qualche ora in autogrill ma di fatto alle otto di mattina io ancora non sapevo dov'era.
Mi preoccupo ancora troppo per tutto e per tutti. Sono ancora parzialmente in modalità controllo, in modalità "temo di lasciarmi andare perché se mi lascio andare, e mi rilasso, accadrà qualcosa di spiacevole". Passerà, come sono passate tantissime altre cose, ma intanto che c'è questo residuo me lo devo tenere. Ma non me ne dispiaccio, non più. Se ho fatto qualcosa di buono per me, in questi anni, è stato dare progressivamente un taglio alle critiche che spesso non erano neanche mie, ma venivano dalla bocca o dai gesti di persone insensibili che non hanno capito niente di quello che provavo. È facile dire «Dimentica, vai avanti, fattene una ragione»... le devi vivere certe esperienze, poi vedi quant'è facile e immediato guarire (manco a dirlo, erano i consigli assennati di una persona che non ha mai fatto davvero i conti col proprio dolore e ancora se lo tiene dentro, e ne ha il terrore. Un'esperta a nascondere lo sporco sotto il tappeto che veniva a darmi lezioni e consigli di pulizia).

Che fa un caldo atroce l'ho già scritto, vero?
Ho mille plot confusi nella mente, di uno ho anche un incipit poco originale rubato a un mezzo incubo di qualche mattina fa che in qualche modo svilupperò, magari su un pezzo di carta o un quaderno e come viene viene. Intanto domani ho un'altra visita dal dentista (come iniziare bene una nuova settimana, MEH.), e poi martedì non so come riuscirò ad allenarmi con queste temperature.
Speriamo che nel frattempo piova. E pure un bel po'.

venerdì 5 giugno 2015

BRAVA VALE, FAI LA SBORONA

La storia è più o meno questa: io qui a fare la figa, anzi la fighissima, e poi IL CROLLO, perché guai ad ammettere che non ho più l'età per quattro notti semi-insonni di fila.
Non riesco ancora a rendermi conto che è passata UNA SETTIMANA da quando la Ele è stata qui, sette giorni fa a quest'ora stavamo bevendo il caffè nella mia cucina in mezzo ai libri che ci eravamo regalate, oggi invece sono quasi svenuta e ho dovuto dormire un'ora e mezza per poi svegliarmi più umida della spugna dei piatti, coi capelli acconciati in stile Super Gogeta e una crisi dì identità.
Sono a pezzi, cerco di rimettermi un po' insieme ma soprattutto mi chiedo come tornare alla vita quotidiana di una settimana fa, come tornare sul pianeta terra dove ho un sacco di email a cui rispondere, un editing da finire e il nuovo capitolo di una fanfiction a quattro mani da scrivere senza manco mezza idea nel cervello.

COME FACCIO
(dio delle città e dell'immensità!!!!!!)

Stasera sono a cena dalla Paola con un po' di ragazze, per fortuna, cibo e chiacchiere mi aiuteranno a non pensare a che strazio è la casa adesso, con trenta gradi per stanza e senza quella pazzoide della Ele che mi aiuta a riempirla di cazzate. Sono adulta e so benissimo che è una situazione passeggera, però gestire in questo momento le emozioni è un casino che ve lo raccomando proprio.

Ah, poi non parliamo nemmeno del concerto dei Metallica di martedì scorso. Non ne parliamo altrimenti la poca razionalità che mi rimane se ne va a farsi fottere insieme a tutto il resto dei miei neuroni.
Domani Omar va a Torino con Davide a vedersi là l'ultima di Champions League, e ci ho messo giorni a convincerlo a fermarsi a dormire e a non tornare a casa subito dopo la partita, ma se ora penso che sarò sola da domani a domenica mattina in questo stato emotivo pietoso ho quasi un po' di paura.
Mi toccherà sfondarmi di libri e di musica nuova, ché prima di andarsene quella disgraziata della sister mi ha lasciato in eredità la trilogia della Palazzolo (a lei tanto cara), i Fort Hope e i Black Veil Brides. Insomma, annaspando, ma in qualche modo ne uscirò anche stavolta.
Forse.