È il quarto giorno di ottobre, il quarto giorno di NaNo Prep e io anziché fare effettivamente preparazione al NaNoWriMo ho dato una rinfrescata al blog e ho cambiato il titolo.
OFF TOPIC:
sulle prime, il cambiamento dopo sette lunghi anni mi ha fatto un effetto strano, ma credo che il nuovo titolo si adegui meglio all'andamento degli ultimi post e dei miei recenti umori. Ci ho messo l'ansia, è vero, ma solo per prendermi un po' in giro. Con l'ansia ormai ci ho fatto la pace, è diventata una compagna di viaggio e di vita e capisco che quando mi picchia duro lo fa per una ragione che di solito è aiutarmi... a sfruttare energie che non sto usando, a liberarmi di vincoli a cui mi sono abituata e che non mi fanno bene.
Mi piace pensare che una cosa così piccola e forse apparentemente sciocca come cambiare titolo di un blog sia un nuovo inizio, e insieme anche un passo avanti che ho fatto. Anziché cancellare il blog o i vecchi post, e simbolicamente rinnegare il passato, l'ho in qualche modo integrato. Che altro dire... questo 2017 si sta davvero rivelando un anno di svolte interessanti.
NaNo PREP:
stasera sono in ritardo sulla tabella di marcia per un motivo stupidissimo - ho ripreso con gli allenamenti in palestra, per il momento ci vado solo un paio d'ore la settimana, e ho sopravvalutato la mia capacità di recupero. Ieri sera ho fatto una cinquantina di minuti di calci-squat-saltelli-piegamenti e già stamattina ero un rottame di merda - sono stanchissima ma devo, DEVO assolutamente scrivere almeno due capitoli di Hear my voice. Ma dato che pur avendo buttato giù un caffè meno di mezz'ora fa sento gli occhi che si chiudono immagino che non riuscirò a stare alzata fino ad orari antelucani, e chiusa la sessione di scrittura mi ritaglierò almeno un'ora per leggere.
La lista di libri per il NaNoWriMo di quest'anno è piuttosto lunga, e come ho già scritto, questa settimana sono alle prese con le superstizioni di Massimo Centini e le indagini sull'orco di Tommaso Braccini. ADORO I SAGGI, in generale li amo quasi più della narrativa, ma soprattutto adoro i saggi che trattano di argomenti scomodi o inquietanti. Ho grandi aspettative in particolare per il saggio sull'orco di Braccini, qualche capitolo della "Storia e interpretazione delle superstizioni" l'ho già letto anni fa e ne ho conservato un buon ricordo.
Sulla narrativa, invece, sono stata indecisa per settimane. Sento la necessità di leggere costantemente narrativa perché senza mi si rinsecchisce lo stile, mi rendo conto che spesso mi ripeto e devo ricorrere al dizionario per trovare sinonimi di parole, verbi e aggettivi, ma tra tutti i libri che ho sembrava che non ce ne fosse uno in grado di risvegliare il mio interesse abbastanza da andare oltre le dieci pagine. Credo di aver iniziato quattro o cinque romanzi senza sapermi decidere.
Poi, la settimana scorsa ho fatto una cazzata: pur conoscendo l'autrice e il suo stile ripugnante ho deciso di comprare il suo ultimo romanzo breve perché mi attirava l'argomento su cui era basata la trama (e non c'erano maschioni palestrati e tartarugati in copertina). È stata una lettura terribile, avvilente, che mi ha fatto stare male. Un libro così brutto che a dirgli brutto gli faccio un complimento (personaggi non caratterizzati, nessun approfondimento psicologico, nemmeno una cazzo di descrizione di un ambiente giusto per far entrare il lettore nella scena, per non parlare degli orrori grammaticali), un'esperienza che ho sentito la necessità di dimenticare leggendo qualche autore che amo profondamente. Così, ieri sera ho finalmente deciso di optare per dei racconti di Francis Scott Fitzgerald (è una raccolta recentemente pubblicata dalla Feltrinelli) e mi sono sentita subito meglio. Ci sarebbero anche le "Storie di fantasmi" di Edith Wharton che mi fanno l'occhiolino dallo scaffale della libreria ma se riesco a resistere alla tentazione vorrei conservarle per l'inverno, perché la prospettiva di trascorrere qualche crepuscolo dicembrino a bere tè caldo e a leggere di fantasmi davanti al caminetto mi riempie di una gioia indescrivibile.