venerdì 3 aprile 2020

QUARANTENA #DAY 24

Ho appena scoperto che dodici anni fa OGGI sono stata alzata da mezzanotte alle cinque di mattina per scrivere un racconto, una cosina non male tra l'altro (la prosa fa schifo, ma l'idea continua a sembrarmi carina a distanza di tanto tempo). È che averlo ricordato adesso che ho mollato tutto quello che avevo per le mani mi ha fatto un po' male, tipo RIGHT IN THE FEELS.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che quando sono in questo stato e vado a rileggere vecchi post in vecchi blog più spesso ci trovo ricordi di cose stupide che ho fatto e che mi fanno ridere - giornate, ore o singoli eventi di cui avrei perso per sempre le tracce se non ne avessi preso nota in un post. Sicché mi chiedo, perché regolarmente mi dimentico di usare il blog in questo modo intelligente? È anche più veloce e pratico del diario cartaceo che trascuro per settimane quando non ho sbatta di scrivere a mano, che fa ancora freddino la sera e le dita fredde mi fanno tenere la penna tipo zampa di gallina.
Per dire, che cosa posso ricordare della giornata di oggi?
Ho scritto 156 parole sulle 2000 che avrei dovuto mettere insieme per il Camp NaNoWriMo.


Ho portato da mangiare all'unica gatta che è rimasta della colonia a cui badavo da quasi due anni - gli altri sono dispersi e non arrivano nemmeno dopo lunghi richiami - e mentre ero lì che cercavo di non piangere al pensiero di aver perso tanti amici felini è passato un tizio a piedi e l'ho incenerito con lo sguardo. Perché io non metto il naso fuori di casa se non per necessità da più di venti giorni e questo stronzo va a spasso per la campagna? Perché lui sì e io no? Aveva anche l'espressione compiaciuta... ti venisse il cagotto fulminante.
Ho passato dieci livelli di Cookie Jam.
È l'una e un quarto di notte e ancora non ho sonno. E continuo a non ricordarmi che giorno della settimana è.

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