Cagarsi in mano -PARTE SECONDA
Momento topico #1 della serata:
la signora che interrompe la performance dell'avvocato-mentalista* (ma de che?????!!) con un appunto stronzo e l'avvocato-mentalista che le risponde malissimo («Hahaha, spiritosa signora, vuole venire lei qui a fare l'esperimento??!»).
Momento topico #2 della serata:
la tipa che arriva trafelata e quasi interrompe la performance dell'avvocato-mentalista (ma de che????!! -reprise) perché un cretino aveva parcheggiato la macchina davanti al cancello della scuola e nessuno poteva più uscire («C'è da spostare una macchina targata VI...»).
Dio Cristo aiutami!
Per il resto è andato tutto bene.
Nel senso che ho trascorso il tempo della presentazione sul palco a fare niente con nonchalance, tanto sono sicura che tutta l'attenzione del pubblico era catalizzata da Skippy, il barboncino della dottoressa che stava spalmato sopra al tavolo e le leccava una mano mentre lei parlava.
Ah, okay, ho letto Gibran alla fine, ma erano sei righe, non contano.
Che altro aggiungere?
sabato 11 maggio 2013
venerdì 10 maggio 2013
SCELTE COERENTI
Cagarsi in mano -PARTE PRIMA (la parte seconda arriva dopo la presentazione).
Stasera c'è la presentazione del libro che ho editato per la psic, lo so da due settimane ormai e fino a stamattina non ci ho proprio pensato (anzi, oserei dire che non ci pensavo nemmeno prima mentre andavo in pasticceria a fare rifornimenti per il post serata), adesso all'improvviso il mio cervello ha realizzato e CIAO, è partito per la tangente.
So che non è elegante scriverlo né dirlo, ma mi sto cagando in mano, che cosa ci posso fare???!!!
BREVE EXCURSUS SULLA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO by La Vostra Affezionata:
la prima e ultima volta che ho presentato un libro è successo nel 2008, sono andata fino a Roma con il topo di giovedì pomeriggio per essere sicura che non ci fosse qualcuno che conoscevo a parte lui (scelta coerente con l'idea di diventare una famosa scrittrice, vero?) e per tutto il tempo ho fissato le scarpe rosse di una signora seduta in prima fila.
Giuro, mi ricordo soltanto le scarpe rosse e qualche sguardo distratto al relatore, e poi una fuga verso la stazione dei treni ringraziando Dio che era tutto finito.
Stasera è diverso, lo so, il libro non è mio e io non sono obbligata a parlare ma sto sul palchetto seduta vicino alla dottoressa, la cacca in mano me la faccio lo stesso.
«Carissima, avrei piacere che leggessi un brano di Gibran, ti va?»
«MA CERTO, sarò FELICISSIMA di leggere!»
Sicché dovrò leggere questa poesia a voce alta, con salivazione azzerata e lingua felpata.
Ho dovuto dire di sì, se non riesco a sbloccarmi in questo senso come potrò un giorno affrontare la presentazione di un altro dei miei libri?
Non diciamo a nessuno che ho preferito il fai-da-te per non dover affrontare un pubblico, nemmeno un pubblico di amici e conoscenti, ma sappiamo che è la verità.
Ho proprio fatto della coerenza il mio stile di vita. Già.
Fatemi gli auguri...
Stasera c'è la presentazione del libro che ho editato per la psic, lo so da due settimane ormai e fino a stamattina non ci ho proprio pensato (anzi, oserei dire che non ci pensavo nemmeno prima mentre andavo in pasticceria a fare rifornimenti per il post serata), adesso all'improvviso il mio cervello ha realizzato e CIAO, è partito per la tangente.
So che non è elegante scriverlo né dirlo, ma mi sto cagando in mano, che cosa ci posso fare???!!!
BREVE EXCURSUS SULLA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO by La Vostra Affezionata:
la prima e ultima volta che ho presentato un libro è successo nel 2008, sono andata fino a Roma con il topo di giovedì pomeriggio per essere sicura che non ci fosse qualcuno che conoscevo a parte lui (scelta coerente con l'idea di diventare una famosa scrittrice, vero?) e per tutto il tempo ho fissato le scarpe rosse di una signora seduta in prima fila.
Giuro, mi ricordo soltanto le scarpe rosse e qualche sguardo distratto al relatore, e poi una fuga verso la stazione dei treni ringraziando Dio che era tutto finito.
Stasera è diverso, lo so, il libro non è mio e io non sono obbligata a parlare ma sto sul palchetto seduta vicino alla dottoressa, la cacca in mano me la faccio lo stesso.
«Carissima, avrei piacere che leggessi un brano di Gibran, ti va?»
«MA CERTO, sarò FELICISSIMA di leggere!»
Sicché dovrò leggere questa poesia a voce alta, con salivazione azzerata e lingua felpata.
Ho dovuto dire di sì, se non riesco a sbloccarmi in questo senso come potrò un giorno affrontare la presentazione di un altro dei miei libri?
Non diciamo a nessuno che ho preferito il fai-da-te per non dover affrontare un pubblico, nemmeno un pubblico di amici e conoscenti, ma sappiamo che è la verità.
Ho proprio fatto della coerenza il mio stile di vita. Già.
Fatemi gli auguri...
lunedì 6 maggio 2013
QUANDO SI DICE SCHIFARE LA NORMALITÀ...
Amo le domeniche quando prendono la strada che vogliono loro, è la riprova del fatto che sono sempre e comunque soggetta ai tiramenti del mio culo (o a scelta che le giornate sono troppo corte, che sono di diciotto ore e nessuno mi ha informata).
Oggi avevo tutta l'intenzione continuare a correggere LCDRA (e di chiamare mia nonna e mia mamma, tra parentesi, ma quando mi sono resa conto che dovevo farlo era già troppo tardi. Poi loro si stupiscono del fatto che mi dimentico persino che forma ha il telefono. Se vivessero nella terra dei Puffi e non avessero una vita sociale forse capirebbero), invece ho speso l'intera domenica in ricerche utili al mio progetto di "editing freelance", giusto perché non ho voglia di violare la legge e andare in galera (dubito che là abbiano il tè bancha e la frutta bio), ciaffando nell'officina di Thelma e Louise e mettendo insieme un post così lungo che neanche i Rotoloni Regina (il post è QUI).
E poi mentre ero "in pausa" mi sono fatta uno sfondino tutto nuovo per il desktop.
Da una parte c'è Hugh Jackman che mi sorride sornione e dall'altra Simon Baker con l'espressione un po' rapace, così adesso ho gli Zalando-Ormoni: ogni volta che guardo il desktop tirano un urlo di piacere (anche se in realtà la tendenza è più quella di chiudermi le dita dentro un cassetto per la frustrazione. Insomma, «SE NON TI SPEZZI LE DITA GODI SOLO A METÀ») (meh.).
Di conseguenza oggi non ho mangiato, stasera ho cenato con una tazza di orzo e delle gallette di mais perché non avevo tempo per altro, è l'una passata, non ho corretto una mazza e così tra quattro ore sarò di nuovo sveglia, a mangiare come un pitone per compensare e a editare perché non riesco più a prendere sonno.
Quando si dice schifare la normalità...
Oggi avevo tutta l'intenzione continuare a correggere LCDRA (e di chiamare mia nonna e mia mamma, tra parentesi, ma quando mi sono resa conto che dovevo farlo era già troppo tardi. Poi loro si stupiscono del fatto che mi dimentico persino che forma ha il telefono. Se vivessero nella terra dei Puffi e non avessero una vita sociale forse capirebbero), invece ho speso l'intera domenica in ricerche utili al mio progetto di "editing freelance", giusto perché non ho voglia di violare la legge e andare in galera (dubito che là abbiano il tè bancha e la frutta bio), ciaffando nell'officina di Thelma e Louise e mettendo insieme un post così lungo che neanche i Rotoloni Regina (il post è QUI).
E poi mentre ero "in pausa" mi sono fatta uno sfondino tutto nuovo per il desktop.
Da una parte c'è Hugh Jackman che mi sorride sornione e dall'altra Simon Baker con l'espressione un po' rapace, così adesso ho gli Zalando-Ormoni: ogni volta che guardo il desktop tirano un urlo di piacere (anche se in realtà la tendenza è più quella di chiudermi le dita dentro un cassetto per la frustrazione. Insomma, «SE NON TI SPEZZI LE DITA GODI SOLO A METÀ») (meh.).
Di conseguenza oggi non ho mangiato, stasera ho cenato con una tazza di orzo e delle gallette di mais perché non avevo tempo per altro, è l'una passata, non ho corretto una mazza e così tra quattro ore sarò di nuovo sveglia, a mangiare come un pitone per compensare e a editare perché non riesco più a prendere sonno.
Quando si dice schifare la normalità...
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meh.,
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mercoledì 1 maggio 2013
AVERE LE IDEE CHIARE SEMPRE
Sto per iniziare una session di scrittura serale di almeno un'ora e mezza.
Per non perdere tempo non mi sono nemmeno asciugata i capelli, alla faccia della corrente d'aria in mezzo a cui sto seduta a lavorare.
Forse in un'ora e mezza posso finire il primo editing di LCDRA.
Forse ce la faccio. Forse.
Credo che potrei tirare uno sclero se ce la facessi, mi sembra di lavorare a questo romanzo da tre vite e mezza.
O Santo Protettore degli Scrittori (San...Scribacchino??!), mi affido a te.
Per non perdere tempo non mi sono nemmeno asciugata i capelli, alla faccia della corrente d'aria in mezzo a cui sto seduta a lavorare.
Forse in un'ora e mezza posso finire il primo editing di LCDRA.
Forse ce la faccio. Forse.
Credo che potrei tirare uno sclero se ce la facessi, mi sembra di lavorare a questo romanzo da tre vite e mezza.
O Santo Protettore degli Scrittori (San...Scribacchino??!), mi affido a te.
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