Ogni volta che vado a Verona, passando nel punto in cui una decina di anni fa c'era la Ricordi Media Store vicino all'Arena, il mio cuore ha un fremito. In quel negozio ho comprato il mio primo cd dei My Chemical Romance assolutamente a caso, senza sapere chi fossero, senza aver mai visto uno straccio di video né averli sentiti alla radio, e mi rendo conto che sembra un'esagerazione, ma quell'acquisto ha davvero cambiato la mia vita per sempre. Non posso proprio fare a meno di ripensarci anche se adesso non mi ricordo mai che cosa c'è al posto della Ricordi, se Sephora o qualche altro negozio altrettanto inutile.
L'album l'ho preso una domenica pomeriggio del 2006 poco prima di partire per Vienna, e poi non ho ascoltato altro che quello per tutto il tragitto da casa alla capitale austriaca, per l'intero viaggio di ritorno e anche durante tutte le trasferte in autobus. E con il lettore cd portatile perché allora il lettore di mp3 in cui caricare quarantasette cd interi me lo sognavo di notte (ecco uno dei lati del progresso tecnologico che amo sinceramente: l'invenzione dell'mp3. Da grande consumatrice di musica quale sono fin da bambina, mi sono dovuta adattare anno dopo anno alle scomodità del walkman con le cassette - ne scassavo uno all'anno, non parliamo delle paia di cuffie, del numero di cassette e sorvoliamo anche sulla quantità di pile consumate - e anche a quelle del lettore cd che se non aveva un qualche gancetto non sapevo mai dove appendermelo, in tasca non ci stava e me lo dovevo tenere in mano. E comunque serviva anche lì una montagna di pile).
Non so proprio spiegarvi i feels di fronte a tutto questo, specialmente adesso che è il mondo è tanto cambiato.
Oggi, da Verona sono rientrata quasi incazzata per il prezzo di un libro che alla cassa del Mondadori Store è risultato diverso da quello in copertina, e per la cassiera che ha giustificato la discrepanza ridacchiando e con una spudoratissima faccia da culo («Alcuni prezzi di copertina non sono stati aggiornati», o qualcosa del genere). Trattandosi di un euro di differenza ho lasciato perdere (e poi, avere un libro sulla vita quotidiana nel Medioevo mi era indispensabile, eh)... però che nervi.
Appena entrata in negozio, mi apprestavo a ficcare il naso in tutti gli scaffali cercando nel contempo di darmi un contegno, e soprattutto di ricordare che sono povera, quando una ragazzina accompagnata dalla mamma ha avvicinato un commesso e gli ha chiesto se aveva il romanzo di Sofia Viscardi "la youtuber".
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Il romanzo di Sofia Viscardi... |
E mentre il commesso cercava il libro lei diceva alla mamma, con voce supplice, «Solo questo, giuro, e poi non ti chiedo più niente!». Non so se ero più turbata per la faccenda del romanzo della Viscardi youtuber o per la mamma che frenava la figlia negli acquisti in libreria.
Signora, è pur sempre un libro. Magari domani ne vuole un altro... magari non della Viscardi, ecco.
E niente, intanto si è fatta sera e mi bruciano tantissimo gli occhi, oggi ho avuto l'ardire di mettere un po' di mascara e adesso sembra che ci abbia spremuto sale e limone su quelle cazzo di ciglia. Ascolto i My Chemical Romance e cerco di non pensare che domani tutti ritornano alla loro routine mentre io una routine non ce l'ho. Ho solo settanta lavatrici da fare, per il resto è il nulla, domani mattina potrei svegliarmi ed essere chiunque... o nessuno. Sembra quasi una cosa carina, messa giù così, Doc Morelli applaudirebbe la mia temporanea perdita di identità e di identificazione ma io non credo di essere pronta per l'ignoto, per guardare in quel famoso abisso di cui anche Nietzsche non si fidava proprio tantissimo.