martedì 24 gennaio 2017

BASTA ESSERE FIGHE

Non posso più dare la colpa al culo peso se adesso ho l'ansia pre-palestra. Non dovrei dare colpe in generale, voglio dire, è davvero il caso di prendersela fino a questo punto per la fottutissima palestra?
Sì, lo è.
Non ho scelta, ormai me la sono presa e segnata e appesa all'orecchio, perché qui non si tratta di amicizia ma di vanità femminile, e se un uomo colpisce la vanità femminile ah, be', sono cazzi amari.
Dal lato sinistro del mio cervello riconosco che le emozioni negative legate nel contesto palestra sono un mio problema (tralasciamo in questa sede le questioni, più importanti invero ma non per l'intento del post, meramente legate alla professionalità e al fatto che, porco il governo ladro schifoso, ho pagato E NON POCO per quei fottuti corsi e la pretendo, la professionalità), ma dal lato destro riconosco la fallibilità del mio essere umana e il mio avere, per questo, un vaffanculo sempre pronto in canna. E avere un vaffanculo sempre pronto in canna mi fa partire male già dalla mattina. 
Vaffanculo non tanto alla fighetta di legno che, ahimè, c'è dappertutto, ma vaffanculo all'uomo coglione che capitola solo a sentirne l'odore. Tutti quei discorsi sulla bellezza interiore, sull'essere delle brave persone sono puttanate, il concetto è che basta essere fighe per ottenere quello che si vuole.

domenica 15 gennaio 2017

TUTTO NASO

Sono praticamente le quattro di mattina, più o meno un'ora fa ero pronta per andare a dormire ma poi ho scoperto che esiste un film tratto da "Il monaco" di Mattew Gregory Lewis e Vincent Cassel fa la parte del protagonista. Cioè, CIAO POPA.
Inutile dire che voglio quel film, anche se prima di vederlo devo finire il romanzo. Poi qualcuno mi spiegherà come fa uno come Vincent Cassel, che perdio e per la madonna è tutto naso, ad avere fascino da buttare via. 

mercoledì 11 gennaio 2017

SCRIVE THOMAS MANN IN TRISTANO...

“A onor del vero le cose non stavano proprio così, come lasciava intendere quello «sgorgare» e lo sa Dio per quale vanità il signor Spinell lo affermava. Sembrava che le parole non gli sgorgassero affatto e per essere uno la cui professione era quello dello scrittore, procedeva in modo penosamente lento; chi lo avesse visto avrebbe certo maturato la convinzione che lo scrittore è un uomo al quale lo scrivere riesce più faticoso che agli altri.” 

 Me: 

domenica 8 gennaio 2017

BREVI TRASFERTE CON TROPPO SENTIMENTO

Ogni volta che vado a Verona, passando nel punto in cui una decina di anni fa c'era la Ricordi Media Store vicino all'Arena, il mio cuore ha un fremito. In quel negozio ho comprato il mio primo cd dei My Chemical Romance assolutamente a caso, senza sapere chi fossero, senza aver mai visto uno straccio di video né averli sentiti alla radio, e mi rendo conto che sembra un'esagerazione, ma quell'acquisto ha davvero cambiato la mia vita per sempre. Non posso proprio fare a meno di ripensarci anche se adesso non mi ricordo mai che cosa c'è al posto della Ricordi, se Sephora o qualche altro negozio altrettanto inutile. 
L'album l'ho preso una domenica pomeriggio del 2006 poco prima di partire per Vienna, e poi non ho ascoltato altro che quello per tutto il tragitto da casa alla capitale austriaca, per l'intero viaggio di ritorno e anche durante tutte le trasferte in autobus. E con il lettore cd portatile perché allora il lettore di mp3 in cui caricare quarantasette cd interi me lo sognavo di notte (ecco uno dei lati del progresso tecnologico che amo sinceramente: l'invenzione dell'mp3. Da grande consumatrice di musica quale sono fin da bambina, mi sono dovuta adattare anno dopo anno alle scomodità del walkman con le cassette - ne scassavo uno all'anno, non parliamo delle paia di cuffie, del numero di cassette e sorvoliamo anche sulla quantità di pile consumate - e anche a quelle del lettore cd che se non aveva un qualche gancetto non sapevo mai dove appendermelo, in tasca non ci stava e me lo dovevo tenere in mano. E comunque serviva anche lì una montagna di pile). 
Non so proprio spiegarvi i feels di fronte a tutto questo, specialmente adesso che è il mondo è tanto cambiato. 
Oggi, da Verona sono rientrata quasi incazzata per il prezzo di un libro che alla cassa del Mondadori Store è risultato diverso da quello in copertina, e per la cassiera che ha giustificato la discrepanza ridacchiando e con una spudoratissima faccia da culo («Alcuni prezzi di copertina non sono stati aggiornati», o qualcosa del genere). Trattandosi di un euro di differenza ho lasciato perdere (e poi, avere un libro sulla vita quotidiana nel Medioevo mi era indispensabile, eh)... però che nervi. 
Appena entrata in negozio, mi apprestavo a ficcare il naso in tutti gli scaffali cercando nel contempo di darmi un contegno, e soprattutto di ricordare che sono povera, quando una ragazzina accompagnata dalla mamma ha avvicinato un commesso e gli ha chiesto se aveva il romanzo di Sofia Viscardi "la youtuber". 
Il romanzo di Sofia Viscardi...
E mentre il commesso cercava il libro lei diceva alla mamma, con voce supplice, «Solo questo, giuro, e poi non ti chiedo più niente!». Non so se ero più turbata per la faccenda del romanzo della Viscardi youtuber o per la mamma che frenava la figlia negli acquisti in libreria. 
Signora, è pur sempre un libro. Magari domani ne vuole un altro... magari non della Viscardi, ecco.

E niente, intanto si è fatta sera e mi bruciano tantissimo gli occhi, oggi ho avuto l'ardire di mettere un po' di mascara e adesso sembra che ci abbia spremuto sale e limone su quelle cazzo di ciglia. Ascolto i My Chemical Romance e cerco di non pensare che domani tutti ritornano alla loro routine mentre io una routine non ce l'ho. Ho solo settanta lavatrici da fare, per il resto è il nulla, domani mattina potrei svegliarmi ed essere chiunque... o nessuno. Sembra quasi una cosa carina, messa giù così, Doc Morelli applaudirebbe la mia temporanea perdita di identità e di identificazione ma io non credo di essere pronta per l'ignoto, per guardare in quel famoso abisso di cui anche Nietzsche non si fidava proprio tantissimo.

sabato 7 gennaio 2017

ACCETTO SUGGERIMENTI

Non credo ci sia bisogno che io scriva come ho concluso il pranzo-cena dell'epifania con la famiglia (... disse la Vale mandando giù l'ennesima bustina di Oki Task). Scrivo solo che sono scesa da mia suocera alle dieci e mezza di ieri mattina e sono risalita alle sette e mezza di sera.
Comunque, in qualche modo le feste sono finite. Anche quest'anno l'abbiamo sfangata. Non so come rendere a parole il sollievo che ho provato dopo che l'albero e tutti i cazzilli sbriluccicosi sono tornati nelle loro scatole, e le scatole giù nello scantinato. Quello è il tuo posto, Natale della minchia!!
Oggi ho sentito anche mio padre, al telefono. L'indegno stronzo che si è lamentato perché non l'ho chiamato né a Natale né a Capodanno per fargli gli auguri. Ecco come miracolosamente torno nella sua vita: quando ha qualcosa di cui rimproverarmi, per cui criticarmi.
Caro padre, se vuoi accomodarti ti illustrerò subito la vastità del cazzo che me ne frega delle tue critiche.

Come se questo non bastasse, ho un nuovo pensiero che mi dà il tormento: adesso che è passato il "brutto periodo" dell'anno, con annesse crisi da eccesso di zucchero e di parenti, a quali scuse mi aggrapperò per continuare a non essere produttiva e a non fare qualcosa di utile per la mia vita?
Accetto volentieri suggerimenti.

mercoledì 4 gennaio 2017

SANTI DA PREGARE NE ABBIAMO?

Quarto giorno del 2017, NaNo Unofficial iniziato il primo gennaio e sono già sotto di più di tremila parole. E ho la cervicale infiammata. E voglia di incazzarmi, gonfiarmi come l'Incredibile Hulk e spaccare un po' di culi qua e là così, perché mi va.
Non ho nemmeno deciso che progetto portare per questo mini-NaNoWriMo da trentamila parole in un mese, le uniche certezze, al momento, sono che non ho certezze e che ho aperto almeno tre grossi cantieri e non so come chiuderli.


Esiste un santo in particolare che posso pregare in questi casi?

domenica 1 gennaio 2017

PARENTESI

01/01/2017:


Non vedo l'ora che passi questo periodo dell'anno. Lo so, sono ripetitiva, non ne potete più di leggere post in cui mi lamento delle feste dato che non scrivo altro dall'inizio di dicembre. Avete ragione. Farò il possibile per smettere. Cercherò di essere ottimista... no, ok, questo è un po' troppo. Cercherò di cambiare argomento e di lagnarmi di qualcos'altro. Potrei lagnarmi dei brutti libri che invadono il mercato, di scrittori mediocri che, non si sa come, firmano contratti a destra e a manca mentre quelli che meriterebbero di firmare contratti vengono ignorati. 
Non mi riferisco a me stessa. È difficile che io mi definisca scrittrice dato che non scrivo (narrativa), e lo è ancora di più avere dei contratti dato che non scrivo e non ho quindi materiale da presentare a qualche editore. Ma per ora va bene così, per quanto mi riguarda. 
Ho la netta impressione che a nessuno importi veramente della scrittura e di raccontare delle storie, tutti cercano la fama e i soldi e millantano chissà quali doti (decine di recensioni a cinque stelle, poi leggi i libri e fanno schifo alla merda), e anch'io l'ho fatto. Forse non ho desiderato tanto i soldi, ma la fama sì. La gloria, Diventare Qualcuno per dimostrare a tutti che io posso, che sono forte, che sono super. Non potete capire quanto sto male in questo momento, per questo motivo. Le storie hanno perso importanza. Non ho più entusiasmo. E la cosa ridicola è che se incontro qualcuno che legge qualcosa che ho scritto e mi fa un complimento, non ne sono felice. Perciò penso che sia meglio per me stare ferma dove mi trovo adesso, senza aspettative. Persa, in un caos quasi totale. 
Devo fare tabula rasa se voglio ripartire, ma sono ancora troppo attaccata ai vecchi sogni, ai vecchi bisogni, nonostante non mi facciano più stare bene. Non penso di essere del tutto incapace di un cambiamento, ma riconosco che non sono pronta a farlo oggi, tutto qui. E anche se ne soffro sto dove sono: è giusto così. 

Stamattina ho iniziato "Il monaco" di Mattew Gregory Lewis, e dopo poche righe ero già innamorata persa. Speriamo che l'innamoramento duri perché ho davanti più di quattrocento pagine, e perché mi dispiacerebbe iniziare male l'anno di lettura come nel 2016, con quell'orrore della Blaisdell e le sue parentesi nei dialoghi.