giovedì 30 marzo 2017

CAMP NANOWRIMO PREP (più o meno)

Quando ti prepari al Camp NaNo,
e rileggi i vecchi appunti
Fare Camp NaNoWrimo Prep come piace a me. Cioè alla cazzo di cane. 
Negli ultimi giorni mi sarei dovuta concentrare sulle nuove schede personaggi e invece, siccome ero depressa, ho fatto una serie infinita di copertine per ogni singolo scritto salvato nell'hard disk, e adesso sono soddisfatta ma anche indietro come il culo con il lavoro principale.
Pazienza, oh. Un ciclo che arriva dopo cinquanta giorni può avere delle conseguenze inimmaginabili, del tipo che tra martedì e mercoledì volevo seriamente morire e stanotte ho finito di rileggere Cime Tempestose e mi sono messa a piangere.
Emotività incommensurabile. Le crisi adolescenziali mi fanno un raspone proprio. 
Comunque, in qualche modo sono pronta per il Camp. Ci sono la Laura e la Silvia. Le word wars, le moffette e i quokka-plot-twist.
Perdindirindina. 
Me lo godrò, questo mese di aprile. Ho abbassato il totale di parole da 37.000 a 35.000 per non dover impazzire (farlo una volta l'anno mi basta), ma ci darò dentro e vaffanculo al resto. Anni passati ad analizzare ogni cosa che mi capitava, dalla più insignificante alla più importante, con la convinzione che prendere in esame tutto mi avrebbe aiutata a capire e a migliorare: direi che ho spazzato bene sotto il tappeto, e ho fatto un mucchio di spazio per buttarci un po' di ciarpame che adesso non ho proprio voglia di guardare. 

venerdì 24 marzo 2017

A POSTO COSÌ, GRAZIE.

Mettere da parte il mucchio di cose che avrei voluto dire, ma che sarebbero state ingiuste, mi fa sentire meglio solo a metà. Sono stata sincera, e ho cercato di fare l'adulta, e ovviamente non è servito. Pazienza, io la coscienza ce l'ho a posto. Sono nauseata, dalla persona e un po' anche da me stessa, per aver tenuto duro in queste circostanze assurde quando il mio cuore già un anno fa mi diceva che era ora di andare via.
Mi sembra di aver fatto un balzo indietro al 2004, a quando la Nicky ha fatto una battuta di troppo perché si credeva figa, e perché le avevo sempre permesso di trattarmi come uno zerbino, e io me ne sono andata sbattendo la porta e non gliel'ho mai più riaperta, nemmeno quand'è tornata a bussare con le parole più care e un dolce in mano. Quella sì che è stata una liberazione. Non è lo stesso caso, oggi, ma sono uguali le emozioni che provo. Disagio, disgusto... speriamo arrivi anche il senso di liberazione.

Speriamo, tra le altre cose, che il Signore Iddio si decida a mandarmi o il ciclo oppure l'Arcangelo Gabriele per l'Annunciazione, perché così mi regolo per i prossimi mesi (quarantasei giorni oggi. Non è ancora il mio record, ma ci si avvicina).

Tutto bene, grazie, sì sì, grazie.

mercoledì 22 marzo 2017

ANCHE BASTA, DAI

Non avevo riposto aspettative sul fine settimana a Venezia (chissà perché, eh Vale?), l'unica affermazione correlata che ho fatto è stata «Al ritorno si cambia registro», ho mantenuto il proposito e sono orgogliosa di me. 
Ci ho messo più del previsto, e non ho prodotto letteratura di prima scelta, però ho messo insieme un paio di progetti concreti e ho pubblicato un piccolo ebook. Non male per una che non scriveva da mesi (ma nemmeno ci provava per sbaglio). 
Dopo, passata l'euforia del lavorare fino a notte fonda alle correzioni, alle copertine e ai banner (sono orrendi, eppure mi sento assurdamente felice per averli fatti), ho potuto guardare attentamente a com'è stato il week-end veneziano e fare un paio di conti.
Non ho scoperto né capito niente di nuovo, ho avuto semplicemente la conferma del disagio che sentivo l'anno scorso, quando avevo deciso di mettere la parola fine a quel rapporto e poi non so perché sono tornata sui miei passi. Ma del resto, tornare sui miei passi, con le persone, è un po' la mia specialità.
Adesso non voglio scrivere qualcosa di cui mi pentirò, e che tra qualche giorno magari correrò a cancellare, perciò mi fermo prima di buttar fuori troppe parole. Ma, se le cose andranno come ho idea che andranno (e non perché sono una veggente o perché voglio portarmi sfiga, ma perché conosco bene la persona con cui ho a che fare), un post-sputtanone non me lo toglierà nessuno, perché ne ho veramente le palle piene di sopportare le persone che mi fanno stare male.