Giorno 2 di vere pulizie, PARTE 1.
«... concentrati a non crollare, emotivamente parlando.»
Questa è solo una premessa per il lavoro quotidiano, ben sintetizzata nelle parole della Mari dopo che le avevo spiegato perché non riesco a trovare due secondi di tempo per scriverle una mail decente, nonostante mi manchi tanto. Sto liberandomi la casa e il cervello, le ho detto, perché in fondo sapevo che lei avrebbe capito al volo che cosa intendessi dire in realtà.
Non voglio fare discorsi stronzi, né generalizzare o sguazzare nel mio melodramma o sentirmi intimamente fiera di far parte di un esclusivo club di sfigate con padri violenti e/o psicolabili, ma è innegabile che è più facile essere empatici e capire gli altri quando si è cresciuti in circostanze simili. Non è per affermare che questo fa di me una persona migliore di altre, se avessi vissuto con la famiglia del Mulino Bianco potrei nello stesso modo capire di più chi avesse vissuto con simili famiglie del Mulino Bianco, è solo un atteggiamento che mi fa sentire capita e accettata.
In una parola, FELICE.
Penso che questa cosa delle pulizie liberatorie mi stia facendo davvero bene.
Cioè, sto reagendo bene a una delle mie varie terapie fai-da-te, senza fuochi di Sant'Antonio, cagotti né altri sfoghi. Forse è per questo che piove da una vita e mezza... (... questo, oppure Dio ha deciso di affogarci di nuovo).
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