giovedì 23 ottobre 2014

CUGINE DA MESTRE E ALTRI RAGIONAMENTI

Stasera non c'è stato verso di scrivere in modo decente (o anche solo coerente), ma ci può stare nel primo giorno di visita delle Cugine da Mestre. Capiamoci bene, sono contenta che siano arrivate, perché forse quando se ne andranno lo stomaco finalmente mi darà una tregua dopo settimane di tormenti e riprenderò a dormire in modo decente. Badate bene che non mi sto lamentando, sto solo puntualizzando come l'attesa delle Cugine mi renda più difficile gestire emozioni che invece di solito riesco a tenere a bada, ma dato che il mio livello di saggezza si è notevolmente innalzato nell'ultimo periodo (sssseeh, e poi?!), ho cominciato seriamente ad apprezzare il modo plateale che ha il mio corpo di avvisarmi quando non ne può più del mio reprimere certe emozioni scomode, sperando che rinnegandole spariranno come per magia. Una volta pensavo che aver abbassato la soglia di tolleranza a certi stress fosse un male, uno svantaggio, adesso invece vedo la cosa per il dono magnifico che è: una rottura di palle al quadrato sul momento, perché non può succedermi niente di fastidioso che subito mi viene un acciacchino da qualche parte, ma è perfetta per il lungo periodo (evito di farmi venire un cancro).
Avrei voluto approfittare di questo nuovo periodo di... come lo posso definire, esaurimento?, svarionamento? per trovare un modo efficace di comunicare a mia madre il disagio che ho provato nei suoi confronti, un modo che escludesse un (seppur sacrosanto): «Mamma, mi hai rotto i coglioni, ciao.», ma alla fine ho deciso che d'ora in poi quando telefonerà le risponderò soltanto se ne avrò voglia perché non credo ci sia bisogno che io le spieghi di nuovo come mi fanno sentire il suo egoismo e il suo disinteresse. Tralasciando che ha già una lettera di tre pagine datata gennaio 2011 in cui è tutto spiegato nei dettagli, sarebbe come dire che mi aspetto un cambiamento da lei piuttosto che da me stessa. Sono io l'unica che può decidere che cosa fare e che cosa non fare, devo soltanto scendere a patti con questa verità e fare pace coi sensi di colpa che mi cagionerà nei primi tempi il non essere sempre a disposizione sua e dei suoi malanni, e potrebbe volerci un po'... facciamo anche un bel po', ma so che ne vale la pena quindi affronterò le conseguenze delle mie decisioni a testa alta. Non sarà la fine del mondo, comunque vada. Quante volte mi sono sentita sul punto di attaccarmi alla canna del gas e invece poi ho superato tutto?

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