Corro per tutta la settimana come la gazzella inseguita dal leone, e anche domani in giro, gita fuori porta a Poveglia con sveglia alle sei antelucane e rientro a chissà che ora. Nell'ultimo week-end del NaNoWriMo, per la precisione. Sono riuscita a prendermi una pausa oggi pomeriggio alle sei, quando mi sono stesa "un attimo" in poltrona e mi sono addormentata ancora prima che la testa toccasse il cuscino. E meno male che il NaNo finisce lunedì a mezzanotte, per un giorno posso cancellare gli appuntamenti con la vita e dedicarmi al rush finale.
Questo è stato il NaNoWriMo più bello che ho fatto finora, non sono riuscita ad organizzarmi neanche per sbaglio, ho scritto di più quand'ero esausta e sotto pressione coi tempi che quando ho avuto interi pomeriggi liberi, e sebbene non abbia prodotto chissà quale prosa sono al settimo cielo: HO SCRITTO, e intendo dopo non esserci riuscita per mesi o forse addirittura anni. So bene che questo è un discorso che ho già fatto trentordicimila altre volte ma ogni volta è come la prima, credo che funzioni sempre così quando devo imparare una lezione e ho bisogno di ripetere lo stesso errore per più e più volte.
Ah, tra parentesi, quasi cinquantamila parole e sono appena all'inizio della storia: se stavolta non esce un tomo da cinquecento pagine non lo scrivo più. Pensarci mi ha fatto ricordare un sogno di tanto tempo fa, in cui tenevo effettivamente in mano un libro di tali, ragguardevoli dimensioni ed era mio, cioè, l'avevo scritto io. Che sia stato un sogno premonitore?!
Domani Poveglia, e non sono pronta. Non è tanto per la stanchezza fisica, ma perché temo che sarò sopraffatta dalle emozioni e non ho idea di come comportarmi. Aspetto di visitare quell'isola dal 2008, di anni ne sono passati un bel po', e ancora non mi rendo conto che a distanza di tanto tempo si sta avverando questo piccolo sogno. Ma tipo che stanotte spero di dormire.
MOOD:
Chi, cosa, come, quando e perché. E non sono le cinque domande del giornalismo. |