venerdì 4 ottobre 2019

VOGLIE

La fatica di ricominciare a scrivere narrativa dopo qualche giorno di pausa.
Ormai è assodato che mi assale l'ansia quando smetto di scrivere - troppe domande sul presente e sul futuro, ma soprattutto troppa vita reale - e allora mi chiedo ma perché, perché mi prendo delle pause? Va bene la stanchezza per aver ripreso allenamenti di una discreta portata e per i nuovi impegni che mi portano qualche ora fuori di casa, ma senza esercizio mi si atrofizza il cervello, le sinapsi diventano meccanismi coperti di ruggine che stridono e non girano più e allora penso che potrei comunque buttare giù qualche idea, dei concetti o anche soltanto una scena, e che se alla fine la prosa fa schifo pazienza perché è una prima stesura che rimane privata e si aggiusta in un secondo momento.
Adesso che le temperature sono finalmente scese a livelli ragionevoli mi assale regolarmente una voglia assurda di prendermi un pomeriggio di libertà e solitudine per girare a casaccio e trovare case abbandonate o dettagli da fotografare, e ho voglia di tornare sul Ponte dei Granatieri per guardare il fiume e capire come mi fa sentire ma stavolta dev'essere pienamente autunno - basta caldo e zanzare e una giungla verde di piante. Forse ne ho anche di fare un altro giro al lago in una giornata grigia, con le case di villeggiatura chiuse e nessun turista/villeggiante tra i piedi. 

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