giovedì 28 maggio 2020

MEH.

Chissà perché (perché forse hai già visto centomila esempi di questo tipo??!), ma ho la sensazione che se mi inventassi una pagina tutta gotica/oscura e la riempissi di minchiate finto-profonde o viceversa, di sciocchezze sull'amore, riceverei un pacco così di consensi. Oppure uno spazio che contiene storie di maschi che si ingroppano condite con molto angst. O con grande amore, di nuovo. Ma proprio non ce la faccio.
Ho un nuovo pseudo che nessuno conosce e che potrei usare come mi pare ma non riesco a farlo partire perché qualcosa dentro di me mi impedisce di essere spontanea. A che livello di complicazione della vita siamo arrivate?

martedì 26 maggio 2020

MA LE MANI, METTERLE IN TASCA NO?

Due settimane sulla scheda del protagonista di Asylum (comunque con mille punti di domanda perché, ma non era un romanzo corale????!) e sono stanca prima ancora di rimettermi per davvero al lavoro sulla revisione. Il punto è che devo riscrivere TUTTO, a parte eliminare l'infodump ci sono delle assurdità che non so come ho fatto a fa passare nella precedente revisione. Vuol dire scene da cambiare, altre da scrivere ex novo, dinamiche da rivalutare. Dove la trovo la voglia, che ultimamente ho fatto ogni genere di capriola pur di non trovare il tempo di mettere giù della narrativa? 
Come se non bastasse oggi la ventola del portatile ha cominciato a gracchiare (sei mesi di utilizzo e giusto per scrivere e guardare qualche video su YT, niente giochi né altre attività impegnative), mi dà un fastidio indescrivibile e non so valutare se si tratta del segnale di un problema più grave o se si è solo impolverata - e chi ce le mette le mani per fare le pulizie? Io no di sicuro, che quanto a competenze in materia so giusto accendere e spegnere. 
Sono in questo stato emotivo e non è ancora arrivato il caldo fetente. Capita la gravità del problema?
So che sei lì dietro l'angolo, Caldo Fetente. Che ho cercato di non mettere le mani avanti quest'anno, di non prepararmi < < come ogni anno > > al peggio, ma è da fine febbraio che dico al dottor G. «Sa, dottore, preferisco continuare le sedute adesso che arriva la bella stagione perché, non per mettere le mani avanti, ma il caldo tende a crearmi dei grandissimi scompensi». Giuro, fine febbraio. Poi magari andrà davvero meglio di quanto immagini, chi può dirlo. Potrebbe capitare un'estate come quella del 2014: pioggia, temperature sotto le medie, mai acceso il climatizzatore, sempre dormito con il lenzuolino e i pantaloni del pigiama quelli lunghi. Che spettacolo.

venerdì 22 maggio 2020

FACCE DI CULO

Giusto per tirare un po' tardi sono passata su Tumblr dove non entravo da mesi e mi ha preso uno sclero da bimbaminkia che la metà basta - perché ci sono stata un sacco l'anno scorso in questo periodo, quand'ero in piena tempesta ormonale per i Ghost che avevo appena scoperto, e ho passato settimane ad aggiungere nuovi blog, cuorare e rebloggare foto e post e fanart e oh, se ne fosse accorto qualcuno. 
Quello che più di tutto mi fa incazzare è che un mucchio di gente che produce arte si piange addosso perché sostiene di non piacere a nessuno (ok, chi non ha delle insicurezze?), ma se è la persona "sbagliata" a far loro dei complimenti (una persona a caso tipo io, che magari non sono nella loro cerchia) non conta un cazzo di niente.
Sicché stavo lì a rimuginare su questa cosa e l'adolescente che vive dentro di me ha pensato HEY, volevo solo dirvi che non sono mai stata veramente interessata a voi, ma stavo qui solo per scroccarvi delle foto e delle gif.

martedì 19 maggio 2020

PANE E AUTOSTIMA

Rieccomi qui, sopravvissuta a un'altra mestruazione. Che dopo qualcosa come ventisette anni dalla prima dovrei aver imparato a conviverci e invece niente, ogni mese è una guerra, che sia prima o durante. Ora mi aspettano gli ulteriori cinque o sei giorni dalla fine che non sempre sono uno splendore in quanto a forma fisica ed emotiva, ma l'onda più grande e più devastante è passata e la vita è tornata a viaggiare su sentieri più tranquilli.
Ho provato di nuovo a fare ordine in questi miei strambi cicli vitali per capire se esiste un fattore che mi condiziona, e che posso quindi cambiare o evitare per stare meglio, ma non credo di averci ancora capito niente forse perché questo fattore semplicemente non esiste, perché la mia vita funziona così e la devo semplicemente accettare.
Ma anche se l'ultimo periodo è stato emotivamente buio, adesso che ne sono uscita riesco a coglierne i lati positivi. Per dire, ho capito che l'esperienza deprimente e fallimentare con il gruppo Facebook di Scrittori, Cafoni & Altri Cialtroni mi serviva per portare alla luce un grosso problema che ancora ho con me stessa e che condiziona la mia autostima (si prenda nota del fatto che in questa parentesi avrei voluto scrivere una di quelle battute tristi e stantie sull'autostima che "ma che roba è? Si mangia?" ma ho resistito alla tentazione), su cui io e il dottor G. potremo lavorare durante la prossime sedute.
Lui le ha chiamate cicatrici, residui di un passato che nei quasi due anni di terapia non abbiamo toccato se non superficialmente quando è emerso dai colloqui e che ora invece si può analizzare, e soprattutto eliminare correttamente. Io non le ho ancora definite, e forse mi va bene così.
Ho capito che la paura della critica, o meglio, della crudeltà che ci può essere in una critica (facile in un contesto virtuale in cui non ci si confronta faccia a faccia), ce l'ho e mi condiziona perché credo in quello che gli altri mi dicono soprattutto se infieriscono, se calcano la mano come faceva Alberto, per esempio. Se mi diceva che ero stupida, ma anche se me lo dicesse adesso, la mia immediata reazione era e sarebbe quella di rispondere sì, hai ragione, lo so. Posso non dirlo, ma di sicuro lo penso. Ecco su cosa c'è da lavorare. Non sul diventare immune alle critiche, ma sul costruire una base solida e coerente per valutarle e dare ad esse il giusto peso.
Questo nuovo obiettivo da raggiungere mi ha donato molta carica emotiva e grande serenità mentre fisicamente sono un po' a pezzi, dopo qualche giorno trascorso a consumare energie a credito. Non ho ancora ripreso a scrivere a pieno ritmo ma non sono stata con le mani in mano e mi sono dedicata a un lavoretto che rimandavo da un sacco di tempo, ovvero cercare nuovi font per le copertine dei prossimi libri. Ah, come mi ci sono divertita. Ora ho Belle Ciuffoline® di cui essere molto orgogliosa anche se tra qualche mese non mi piaceranno più com'è capitato in passato. Ma le vecchie copertine e gli improbabili banner li tengo sempre insieme alle prime bozze, perché sono una testimonianza dei progressi fatti nonostante una generale incompetenza in materia. Ho deciso che in un futuro prossimo mi dedicherò seriamente ad imparare un po' di grafica come si deve, dato che Lo Scrittore 2.0 deve saper fare TUTTO - non è così, lo so, ma è implicito quando "Lo Scrittore" è povero come la merda e non può permettersi di pagar fior di professionisti.


Belle Ciuffoline® Made In due notti Feat. tre diottrie perse per occhio. Ma sono carine, vero? ♥

venerdì 15 maggio 2020

«STASERA VADO A LETTO PRESTO»

Oppure rimango alzata fino alle due e un quarto a cercare il font perfetto per la copertina di un libro che non ho nemmeno finito di scrivere.

giovedì 14 maggio 2020

IMPEGNI CONSAPEVOLI

Finalmente la tensione è scemata e oggi mi sento di nuovo, quasi un essere umano (in poche parole: sono arrivate le mestruazioni). Stanotte ho comunque dormito male, e adesso tendo ad appisolarmi anche stando in piedi, ma ho recuperato il contatto minimo con il Pianeta Terra.
Sono su Asylum, tanto per cambiare, e non ne do fuori con il protagonista maschile, al punto che mi sta venendo voglia di buttare tutto nello scatolone della carta da portare al macero. Ma ovviamente non lo farò. Non si molla il lavoro solo perché è diventato difficile.
('sta cosa sono sicura di averla già scritta in qualche altro post. Ora mi impegnerò consapevolmente a far finta di crederci).

mercoledì 13 maggio 2020

AVANTI

Dopo una notte di incubi e sonno intermittente, tutto quello che sento di dire a me stessa è AVANTI. Aggiungerei un "dai, forza e coraggio!"... che porca puttana, non è la fine del mondo. 
Per dire, la dirimpettaia se la sta passando sicuramente molto peggio di me dato che oggi seppellisce il marito e con una giornata grigia, umida e fredda, che sembra ottobre. 
Quelli delle pompe funebri stazionano qui sulla via da almeno un'ora, stanno in circolo con la mascherina sotto il mento a fumare e a parlare tra loro e col fratello del defunto - devono essere tutti membri onorari del Club di Quelli Che Hanno Davvero Capito Come Ci Si Protegge Dal Coronavirus - e prima, mentre portavo i gatti fuori in giardino, uno di loro ha tossito, sgracchiato e sputato lì sul marciapiede con una grazia inarrivabile, da vero gentleman.
Praticamente non lo conoscevo il vicino, l'ultima volta che ci siamo scambiati una veloce occhiata è stato otto anni fa quand'è morto mio suocero, e l'ho sempre ritenuto un gran rompicoglioni per l'abitudine di fare ogni genere di lavoro rumoroso negli orari di riposo e soprattutto il sabato e la domenica. Ma era una persona che oggi qualcuno piange.
Non so perché ho sentito il bisogno di farlo, ma sono stata un bel po' alla finestra a spiare la casa di fronte da dietro le tende, a guardare le sagome dei parenti assiepati sul pianerottolo, a sentire la voce piangente di una delle figlie di lui e gli altri mormorii. Una scena simile a quella che ho guardato nello stesso modo, con la stessa morbosa curiosità, alla fine dell'anno scorso, quando lui ha dato di matto e ha cominciato a gridare e a lanciare vasi di fiori e tutto quello che gli capitava in mano giù dal primo piano. Allora lo hanno portato via con l'ambulanza, sedato e ben impacchettato in una barella. Oggi ha fatto un ultimo viaggio dentro una cassa di legno.
Mi sento depressa. 
Ho acceso l'ultimo bastoncino del mio incenso preferito che avevo in casa (si chiama Pesca d'Estate, e un giorno o l'altro scriverò un post su quanto amo l'incenso Pesca d'Estate ma soprattutto perché lo amo così tanto), che stava lì in un cassetto apposta per una giornata come questa, con un cielo grigio-giallognolo e l'aria immobile.
Non ho ancora pranzato. Adesso mi cucinerò qualcosa al volo e mi dedicherò un po' ad Asylum perché non pensare, in questo momento, è l'unica medicina che posso prendere per trovare un po' di sollievo.

martedì 12 maggio 2020

DIAMOCI UN TERMINE

Non è nemmeno l'una di pomeriggio e io ho più sonno che sentimenti. E so che sta per arrivare un monsone perché mia mamma mi ha chiamata e siamo state al telefono soltanto TRE MINUTI e una manciata di secondi. Che accade?? (Mi ha gentilmente informata che la parrucchiera è pronta a ripartire, così posso prendere un appuntamento e farmi tagliare la frangia che da almeno un mese a questa parte non è più una frangia ma un gruppo disordinato di capelli che non sa da che parte stare - comunque li rigiri sembro sempre una cogliona). 
Sto per rimettermi al lavoro su Asylum. Non ancora sul testo ma sulla scheda del protagonista maschile che ha bisogno di essere aggiustata dappertutto. Nella cartella con gli appunti sui personaggi ho trovato gli appunti originali di febbraio del 2008, quando tutta questa storia era appena all'inizio ed ero convinta di cavarmela con un paio di fogli protocollo di trascrizioni sulle malattie mentali. Non mi sono riconosciuta nella persona che li ha scritti, specialmente per l'appunto che diceva "Diamoci un termine: ottobre/novembre di quest'anno". Non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere. 

lunedì 11 maggio 2020

POST AL SAPORE DI YOGURT SCADUTO

Tutti pronti per molta FUFFA RANDOM.
Sono stata un po' depressa in queste ultime settimane.
Ho mollato il Camp NaNoWriMo prima della fine ma devo dire che non ci ho creduto già dall'inizio. Però ci ho provato e quindi va bene lo stesso - ovviamente, quelle persone che "OMG!11! NON SO CHE COSA SCRIVERE DURANTE QUESTO CAMP NANOWRIMO COME FACCIO!11!" hanno vinto venti giorni prima della scadenza. Seems legit.
Ho stoppato WDF perché la quarantena mi ha fatta rientrare nel loop "a letto alle 3, sveglia alle 10", con conseguente stato semi-vigile tipo morto vivente, più o meno con la scioltezza con cui caccio i piedi nelle ciabatte. Ho la freschezza e la presenza mentale di una cassetta di broccoli e comincia a fare caldo per lavorare a un progetto che prevede molta, molta neve, ma intendo ritornarci a breve, ora che ho fatto alcune importanti considerazioni** sugli altri progetti a cui volevo mettere mano in questo periodo.
**Importanti considerazioni: una veloce rilettura delle prime dieci pagine di Asylum, a un anno di distanza dalla pubblicazione, mi ha permesso di capire che con questo romanzo l'ho veramente fatta fuori dal vaso. Lasciando perdere l'imbarazzo per la badilata di infodump che non ricordavo e che mi son presa sulle gengive a pagina 2, la mia voglia di strafare mi è stata talmente evidente che credo di aver pianto sangue.
1) Ho voluto scrivere di una materia in cui non sono affatto competente.
2) Ho scritto una storia che è lontanissima (forse troppo) dal mio mondo convinta che ne avrei fatto comunque un grande romanzo.
3) Non ho MAI completato la progettazione, e le poche schede personaggio che ho trovato nell'archivio erano aggiornate al 2017. E lo sa il Cristo quanti punti della trama sono cambiati e si sono sviluppati da allora.
C'è una nota positiva in tutto ciò: ho venduto solo una copia di questo disastro prima di ritirarlo, e ne sono enormemente grata all'Universo. Non ho voglia di stare a sentire pippe sul fatto che dovrei affidarmi a un editor professionista perché lo so, ma non ho i soldi per pagarlo in questo momento. Allora cosa, dovrei rinunciare a pubblicare? Non credo proprio. Se se lo permettono certe autrici che fanno "uscire" le cose di tasca ai personaggi dei loro libri non vedo perché io non dovrei tentare la fortuna coi miei. Mi arrangerò, di nuovo, come potrò. Come ho fatto negli ultimi diciassette anni. Smadonnare sì, e anche tanto se occorre, ma mollare MAI.

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Tutta la parte QUI SOPRA ↑ era di un post del primo di maggio, mi dispiaceva cancellarla (approvo ancora ogni singola riga) e quindi l'ho lasciata come stava.
Va bene, ho dato una veloce controllata alla grammatica. Veloce, eh. Senza tante pretese (è un post di blog, non prosa scelta).
Ulteriore FUFFA RANDOM ma di oggi, che è l'11 maggio e non posso fare a meno di chiedermi come cacchio è possibile che siano trascorsi già undici giorni da quando ho iniziato questo post.
La depressione galoppa - ma potrebbe dipendere dal premestruo (mi rimangono al massimo altri dieci, undici anni per dare all'avvicendarsi degli ormoni la colpa dei miei miseri stati d'animo, poi non so che farò. Probabilmente incolperò l'assenza degli ormoni).
Odio tutti gli sconosciuti e i conoscenti ma di un odio pigro, privo di slancio fisico, perché non riesco a comunicare con loro. Quindi alla fine il problema è mio, toh che strano, non l'avrei MAI detto.
Odio soprattutto gli scrittori. E i gruppi di scrittura.
C'è un tizio, di cui non ricordo né il nome né altro, che qualche tempo fa in un gruppo di scrittori emergenti ha riassunto il suo disagio all'incirca così: "Quanta saccenteria c'è in questo gruppo? È uno schifo, non si riesce a comunicare, perciò questo sarà il mio ultimo post e poi me ne andrò", e io, che ero davvero d'accordo con lui, stavo per dare al suo post una bella spolliciata quando ho letto il commento di un'altra utente, due righe del tipo "Se il gruppo non ti piace è un tuo problema, puoi anche uscire senza fare grandi annunci". Alla fine ero d'accordo anche con lei, così non ho spolliciato nessuno e ho abbandonato il gruppo. Madonna, quanto lo odiavo.
Odio gli scrittori. Ah, sì, l'ho già fatto notare.
Odio gli scrittori SACCENTI, ovvero il 90% degli scrittori che incontro sui social - e certi editor che a parte vantarsi di aver lavorato con gente pluripremiata (voglio dire, possono pure ammirare il pluripremiato arcobaleno del cazzo che me ne frega), trovano stimolante offendere gli utenti che non rispondono ai loro post interessantissimi - "Il mio post che era interessante, non tutta l'altra merda. Ma a voi piace solo la merda". Guarda, caro, l'arcobaleno del cazzo che me ne frega di te e dei tuoi post sta giusto dietro al pluripremiato. Prendili pure tutti e due, portateli a casa e attaccateli dove ti pare.
E non parliamo delle bitches, le bullette che si mettono in gruppo sui social per sentirsi più forti mentre dichiarano la loro superiorità intellettuale. Loro sanno tutto, sono piene di evidente talento e possono dispensare consigli soprattutto non richiesti perché hey, sono smart, conoscono il loro mestiere (ve lo direi io qual è il loro mestiere ma preferisco lasciare un po' di suspense). Se non mi facessero così tanto schifo mi farebbero persino un po' di pena.


POSCRITTO IGNORANTISSIMO:
Un anno e tre giorni che Tobi, i suoi alter ego, i suoi completini aderenti e il suo pisello sono entrati nella mia vita. Una parentesi di gioia in tutta questa acidità.