Ogni tanto trascorro una mezzora a leggere vecchi post che per fortuna non ho mai cancellato.
Detesto il modo che avevo di scrivere, e il fatto che mi occorressero ottocento faccine per concludere un discorso (mi capita ancora, in realtà, di aver bisogno di emoticon per donare enfasi alle frasi. Quando King mette in guardia l'aspirante scrittore dagli avverbi, che lui paragona ai denti di leone -perché se li lasci proliferare nel tuo giardino in breve tempo te lo seppelliscono- io devo mettere me stessa in guardia dalle emoticon a fine frase, e ricordarmi che non sono necessarie, che posso far capire di che umore sono anche senza), e sono felice che quel blog sia diventato uno spazio privato.
Allo stesso tempo però, mi piace il fatto che quattro o cinque anni fa aggiornavo spessissimo, anche più volte al giorno, pur non avendo qualcosa di importante di cui rendere conto. Mi piace perché adesso ho un modo di ricordare fatti piacevoli e non con dovizia di dettagli, non dovendo ricorrere soltanto alla memoria che insomma, pur funzionandomi ancora bene qualche pezzettino se lo perde ogni tanto per strada.
Magari non è interessante sapere che il lunedì sera era il momento della spesa settimanale, che spesso e volentieri il fine settimana mi facevo delle chiorbe assurde di msn con l'allora BFF Lennie (ogni tanto un po' mi mancano le nostre chiorbe di msn, just saying...), che soffrivo molto di stomaco, che bevevo litri di Nescafè (questo spiega in parte la sofferenza dello stomaco) o che nel 2009 credevo di avere il tendine radiale infiammato quando invece le braccia mi facevano male perché avevo i muscoli tesi all'inverosimile (ma non sapendolo ingurgitavo un'immonda quantità di fans PER NIENTE) ma in qualche modo ogni dettaglio, a distanza di tempo, sembra avere qualcosa da insegnarmi.
Avevo degli sbalzi d'umore allucinanti e soffrivo di una stanchezza quasi cronica, che si esauriva soltanto un po' in primavera quando uscivo a fare le prime passeggiate sotto al sole e quando mi incontravo con la sopraccitata di allora BFF, o quando riuscivo a mettere la parola "fine" sotto qualche scritto, motivo di incommensurabile gongolamento.
Non avevo un lavoro (nel 2009 avevo un lavoro indecente), ogni tanto mi lasciavo fagocitare dalla mia stessa casa per intere settimane (questo accade ancora, ahimé...) e quando riemergevo avevo anche il coraggio di lamentarmi perché non riuscivo a inserirmi nella società (e mi terrorizzava anche affrontare l'ufficio postale, e non certo per la fila...).
Con Lennie tenevo un comportamento passivo-aggressivo. Ma di brutto proprio. Ero incapace di comunicare con lei in un modo normale sicché i post ambigui erano all'ordine del giorno, quando le cose non andavano come io avrei voluto che andassero.
Suppongo sia per tutti questi motivi che nel corso degli anni ho sviluppato una curiosa forma di sociopatia e di odio per il genere umano, accumulando nel frattempo una ventina di chili di sovrappeso.
Tuttavia ero io, al cento per cento.
Una persona piena di problemi ma autentica. Scrivevo tantissimo, sognavo più in grande e non avevo paura del mio respiro. Ecco perché mi piacciono i vecchi post, anche se sono scritti male, trattano di argomenti inutili e sono farciti di cazzate. Allora almeno facevo molte più cose di quelle che faccio adesso, che sto a preoccuparmi per tre quarti della giornata e devo condensare il resto nel quarto restante.
Credo che dovrei ricominciare con quei post, se non diventano una lagna costante, magari con qualche gif di meno...
...magari...
domenica 28 aprile 2013
HA HA HA.
Non mi ricordo dove l'ho trovata 'sta cosa (l'ho copiata/incollata da un vecchio blog), ma m'ha fatto ridere.
Ha ha ha.
Almeno l'itagliano ...sallo!
1. Mi puoi disinnescare la segreteria telefonica? (ordigni moderni)
2. Soffro di vene vorticose. (sarà un ballerino...)
3. Di fronte a queste cose rimango putrefatto! (che schifo!)
4. In farmacia: Puoi darmi un 'una tantum'? (forse si chiama 'tantum verde'?)
5. Quando muoio mi faccio cromare. (valido!)
6. Arriva il treno, hai blaterato il biglietto? (.....)
7. Come faccio a fare tutte queste cose simultaneamente? Dovrei avere il dono dell'obliquità! (la torre di Pisa???)
8. Un'onda anonima ha travolto i surfisti. (e nessuno la sa riconoscere???)
9. Almeno l'italiano... sallo! (Eh...)
10. Basta! Vi state coagulando contro di me! (trasfusione?)
11. E' nel mio carattere: quando qualcosa non va, io sodomizzo! (stategli lontano!)
12. Anche l'occhio va dalla sua parte... (si chiama strabismo...)
13. Non so a che santo riavvolgermi. (una video cassetta devota...)
14. Avete i nuovi telefonini GPL? (no, mi spiace, solo benzina!!!)
15. Il cadavere presentava evidenti segni di decesso. (ma va?! strano!)
16. Prima di operarmi mi fanno un'autopsia generale. (auguri!)
17. Vorrei un pacco di cotone idraulico. (ha una perdita???)
18. Abbiamo mangiato la trota salmonellata. (ancora auguri!)
19. Vorrei un'aspirina in supposte effervescenti. (quando si dice
faccia da culo...) (hahahahahahaha muoio XD)
20. Vorrei una maglia con il collo a volpino. (non era lupetto?...)
21. Devo andare dall'otorinolalinguaiatra. (che dire...)
22. Ho visitato palazzo degli infissi a Firenze. (...sì, ci sono
infissi alla finestre: e allora???)
23. Vorrei una pomata per l'Irpef. (herpes è difficile...)
24. Se lo sapevo glielo divo! (ovvio...)
25. Usare il DDT fa diventare più grande il buco nell'Orzoro. (addio colazione)
26. Tu non sei proprio uno sterco di santo. (menomale...)
27. Tu l'hai letto il fu Mattia Bazar? (Antonella Ruggero???)
28. E' andato a lavorare negli evirati arabi. (contento lui...)
29. Lo scontro ha causato 5 feriti e 10 confusi. (uno dei confusi sei tu?)
30. A forza di andare di corpo mi sono quasi disintegrata. (o disidratata? alla faccia della diarrea!)
31. Mia nonna ha il morbo di Pakistan. (...)
32. La mia auto ha la marmitta paralitica. (...e al posto dei cavalli ha le sedie a rotelle?)
33. Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. (si salvi chi può!)
34. Sono momentaneamente in stand-bike. (l'attesa in bicicletta...)
35. Che lingua si parla in Turchia? Il turchese. (...è logico)
36. Davanti alla sua prepotenza resto illibato. (...sì...?)
37. Scendi il cane che lo piscio. (...guinzagliato però!!!)
38. Da vicino vedo bene, è da lontano che sono lesbica. (aiuto...!)
39. C'è una peluria di operai. (che schifo!)
40. E' inutile piangere sul latte macchiato. (meglio farlo su un bel cappuccino...)
41. Sono sempre io il cappio espiatorio. (l'impiccato)
42. Beviamo una Magnum di Kruger. (salute!)
43. Signora, vorrei 100 grammi di prosciutto senza polistirolo. (...che faccio un po' fatica a digerirlo...)
44. Mi sono fatta il leasing al viso. (...pensavo un mutuo...)
domenica 21 aprile 2013
PREFERISCO NON INDAGARE
Tu non puoi immaginare che cazzo di nostalgia mi prende certi giorni (che sia soltanto a causa degli ormoni o del cambio di stagione? No maledizione, non sono soltanto gli ormoni, è che tu sei così importante per me che io ho sempre paura di perderti) che mi fa venire voglia di aprire la finestra e di urlare, così, per vedere se il magone esce e se ne va per sempre.
Sappi comunque che certi pensieri non li trattengo perché te li devo far pesare ma perché esistono e basta, e ogni tanto vorrei solo sapere se ti rendi conto di quanto bene ti voglio. Così, perché quando sono in questo stato penso che se non avessi te la mia vita perderebbe senso. A mente fredda lo vedo anch'io che questa è senz'altro esagerazione, ma non mi sembra mai una cosa esagerata quando la provo e mi scorre sottopelle.
Sono una povera pazza, questa è la verità.
Pazza e stupida e anche un po' patetica.
Ho bisogno di luce e di uscire di casa, si capisce che sono stata rinchiusa per troppo tempo con le mie paranoie.
Ho bisogno del profumo di una libreria, di un gelato e di vedere un po' di gente, non importa com'è. E anche di smettere di ricordare con il magone cose meravigliose successe tanto tempo fa.
I giorni passano e il 2 maggio si avvicina, e so che se non mi do una mossa con LCDRA non riuscirò a rispettare nemmeno questa data di pubblicazione, ma oggi proprio non ce la posso fare.
PS:
Nel panetto di tofu che ho appena mangiato c'era qualcosa di strano, che non mi sembrava né un'alga né un pezzo di verdura. Che sia stato questo a farmi uscire di testa?
Preferisco non indagare.
Sappi comunque che certi pensieri non li trattengo perché te li devo far pesare ma perché esistono e basta, e ogni tanto vorrei solo sapere se ti rendi conto di quanto bene ti voglio. Così, perché quando sono in questo stato penso che se non avessi te la mia vita perderebbe senso. A mente fredda lo vedo anch'io che questa è senz'altro esagerazione, ma non mi sembra mai una cosa esagerata quando la provo e mi scorre sottopelle.
Sono una povera pazza, questa è la verità.
Pazza e stupida e anche un po' patetica.
Ho bisogno di luce e di uscire di casa, si capisce che sono stata rinchiusa per troppo tempo con le mie paranoie.
Ho bisogno del profumo di una libreria, di un gelato e di vedere un po' di gente, non importa com'è. E anche di smettere di ricordare con il magone cose meravigliose successe tanto tempo fa.
I giorni passano e il 2 maggio si avvicina, e so che se non mi do una mossa con LCDRA non riuscirò a rispettare nemmeno questa data di pubblicazione, ma oggi proprio non ce la posso fare.
PS:
Nel panetto di tofu che ho appena mangiato c'era qualcosa di strano, che non mi sembrava né un'alga né un pezzo di verdura. Che sia stato questo a farmi uscire di testa?
Preferisco non indagare.
venerdì 12 aprile 2013
44 SPIN-OFF IN FILA PER 6 COL RESTO DI 2
L'editing di LCDRA continua.
Un'estenuante tiramolla di individui che quando non si cioccano sono occupati a pensare.
E pensare. E pensare, pensare, pensare...e poi ancora pensare.
Mi ricordano qualcuno.
Chi, forse la sottoscritta??
Over-thinking is the main cause of depression.
Ho scoperto l'acqua calda e la patata lessa nello stesso giorno, sono un genio!!!
Insomma, per farla breve sto togliendo un sacco di roba dalla prima stesura, e con "un sacco" intendo pagine e capitoli interi, ma dato che questo romanzo è stato un po' diletto e un po' un mezzo con cui ho cercato di purgare la mia anima da troppo dolore in troppo poco tempo mi dispiace di buttar via proprio tutto, così tengo gli scarti. Tengo gli scarti per farci degli spin-off, forse.
Quarantaquattro spin-off in fila per sei col resto di due.
Questo è uno scarto che non mi dispiace.
Un'estenuante tiramolla di individui che quando non si cioccano sono occupati a pensare.
E pensare. E pensare, pensare, pensare...e poi ancora pensare.
Mi ricordano qualcuno.
Chi, forse la sottoscritta??
Over-thinking is the main cause of depression.
Ho scoperto l'acqua calda e la patata lessa nello stesso giorno, sono un genio!!!
Insomma, per farla breve sto togliendo un sacco di roba dalla prima stesura, e con "un sacco" intendo pagine e capitoli interi, ma dato che questo romanzo è stato un po' diletto e un po' un mezzo con cui ho cercato di purgare la mia anima da troppo dolore in troppo poco tempo mi dispiace di buttar via proprio tutto, così tengo gli scarti. Tengo gli scarti per farci degli spin-off, forse.
Quarantaquattro spin-off in fila per sei col resto di due.
Questo è uno scarto che non mi dispiace.
OVER-THINKING IS THE MAIN CAUSE OF DEPRESSION
Lucinda era riuscita ad
aprire gli occhi per un momento e a distinguere qualcosa attraverso la nebbia
che il narcotico aveva fatto calare sulla sua mente.
Aveva visto McGrow che
la fissava e aveva capito di trovarsi all'interno dell'auto di lui, ma a parte
quello non aveva potuto fare altro. Il suo intero corpo era rimasto inerte, e
poco dopo il solo mantenere il più a lungo possibile quella blanda presenza
mentale le era costato una fatica enorme. Pensò che a quel punto non c'era
davvero più nulla che potesse fare, o per cui valesse la pena di addolorarsi.
Se non per
l'espressione di McGrow.
Era assurdo, ma
fissandolo così a lungo negli occhi iniziava quasi a sentirsi colpevole come se
l'avesse ferito di proposito, o non fosse stata lei la vittima della
situazione, ma non appena sentì i battiti del suo cuore che acceleravano si
impose di ignorarli, e di immaginare che di lì a poco l'auto si sarebbe
fermata, lui avrebbe consegnato il suo corpo intorpidito nelle mani di Killeen
e poi le avrebbe sussurrato che era davvero dispiaciuto, ma aveva dovuto fare
il suo dovere.
Non c'era altro oltre a
quello, si disse Lucinda, nessun vero sentimento, solo un dovere da compiere
anche se McGrow si preoccupava per lei, la teneva saldamente tra le braccia
curandosi che gli scossoni della strada non la disturbassero, e non smetteva di
guardarla e di controllarle il polso. Se lei fosse stata soltanto “una missione
da compiere” si sarebbe dato tutta quella pena?
Non poteva negare a se stessa che era accaduto
qualcosa di importante dentro di lei quando si erano incontrati, come non
poteva mettere a tacere l'emozione che aveva provato poco prima, quando si era
sentita davvero viva per la prima volta dopo un lunghissimo periodo trascorso a
brancolare nell'oscurità e sopravvivere, a interfacciarsi con creature
disgustose e ad avere più pietà per loro che per la sua stessa anima, tuttavia
che futuro poteva sperare ci fosse per tutte quelle meravigliose emozioni?
È stato tutto molto
bello, pensò, ma è finito.
Anche se in quegli
istanti per una volta tanto si sentiva protetta dentro quell'abbraccio,
abbandonarsi alla speranza non aveva senso.
All'improvviso chiuse
di nuovo gli occhi, per non dover più guardare dentro quelli di lui.
Si sforzò di ricordare
che le aveva mentito, che l'aveva ascoltata e forse persino sedotta soltanto
per renderla più arrendevole e catturarla meglio nella sua rete. Uccise subito
quel barlume di piacere che provava nell'essere ancora tanto vicina a lui da
sentire il suo respiro sul viso e la mano salda contro il fianco, e attese il
momento in cui l'auto si sarebbe fermata e il suo viaggio sarebbe così finito.
Finito e miseramente
fallito.
Anche McGrow stava
meditando sul suo tracollo emotivo, scosso dall'imprevedibilità di una vita che
dopo la trasformazione aveva immaginato incolore e senza terremoti.
Aveva sempre fatto del
suo meglio per salvare ogni creatura che avesse trovato in pericolo, ma tra
l'impegnarsi e il provare trasporto per quelli che salvava correva una
differenza abissale. Gli erano capitate famiglie che non riuscivano a staccarsi
dai loro cari nonostante fossero stati infettati, e poi fossero morti e
ritornati. Aveva dovuto uccidere esseri umani ancora vivi che erano stati morsi
e non potevano essere trasformati come lui per mancanza di tempo, e bruciare
pile di corpi ammassati dentro fosse comuni come aveva visto accadere nella
storia passata, durante le guerre o gli stermini di massa. Molti gli avevano
urlato che era un assassino senza pietà senza sapere che sorte gli era toccata,
ma per quanto potessero aver avuto ragione, seppur in minima parte, lui non era
mai giunto alla fine di una giornata provando rimorso per quello che aveva
fatto. Sapeva che il suo cervello era umano, che anche il suo cuore in un certo
senso lo era ancora, ma non era più riuscito a lasciarsi andare a un vero
sentimento. Si ricordava che lo stesso Killeen prima della trasformazione gli
aveva parlato della possibilità che le sue emozioni col tempo subissero una
sorta di ottundimento, e che a quell'idea lui si era sentito enormemente
sollevato. I cervelli sfatti gli avevano portato via la madre, il padre e la
sorella minore e avevano quasi ucciso Jake, prima di mordere anche lui.
Nonostante nessuno dei due portasse più i segni dell'infezione nel corpo quella
strage, le urla e i lampi degli spari nel buio erano qualcosa che difficilmente
avrebbe potuto dimenticare. E poi aveva visto tanto di tutto e di tutti
lasciandosi scivolare ogni cosa sulla sua nuova pelle, finché non era arrivata
Lucinda.
Lucinda era una persona
sola, ma il trasporto emotivo che aveva provato da subito per lei lo aveva
travolto come se tutte le anime che aveva bruciato e le vite che aveva
stroncato senza battere ciglio si fossero unite e scagliate su di lui.
Non vedeva l'ora di
tornare ad Unnamed, nell'unico posto al mondo in cui si fosse sentito veramente
al sicuro, per parlare con il dottore di ciò che gli stava accadendo. Da un
lato si sentiva quasi in imbarazzo per il suo tormento, ma dall'altro sapeva
che la necessità di rassicurazioni sarebbe stata più forte di quel disagio.
Forse c'era stato un contatto anomalo tra i suoi circuiti, pensò, qualcosa che
l'aveva colto impreparato perché non gli era mai capitato prima, dopotutto non
doveva dimenticare che lui, Jake e gli altri erano i primi prototipi, e che
c'era ancora molto che Killeen poteva fare per migliorare la sua specie.
Guardò di nuovo la
ragazza.
Sapeva che era
cosciente, e perciò il fatto che si ostinasse a tenere gli occhi chiusi lo
feriva ancora di più. Per un istante provò il violento desiderio di essere di
nuovo umano, soltanto per il tempo che occorreva per arrivare ad Unnamed e
perché lei si sentisse più a suo agio. Gli sembrò di vederla ancora inorridire
nell'oscurità di quel palazzo abbandonato, quando aveva capito che la sua
natura era tutt'altro che umana. Anche quello lo feriva e allo stesso tempo lo
sorprendeva, perché credeva davvero di aver previsto tutto prima della
trasformazione, per quel poco che era stato cosciente mentre il virus iniziava
a uccidere il suo cervello. Gli sembrò di ricordare che il dottore gli avesse
fatto un lungo discorso anche a proposito di quelle certezze a cui si stava
ostinatamente attaccando, per sopprimere il dolore e superare il trauma della
morte della sua famiglia gli aveva detto, ma non ne era sicuro. Lui e il
dottore avevano fatto così tanti lunghi discorsi che molto era andato perso nel
passato, e forse era lì che dovevano restare.
Giovedì 11 aprile 2013, ore:
16.49
lunedì 8 aprile 2013
ALIAS
Me la sto menando da...giorni? Settimane? MESI?!! non lo so di preciso, ma mi sembra da un sacco di tempo, circa il proposito di aprire o non aprire un nuovo blog.
Non ci sarebbe niente di sbagliato in questo se non fosse che ho già un altro milione e mezzo di cose a cui pensare, e quando cito"cose" intendo "cose più importanti" (vita pratica, casalinga. Voglio dire, la biancheria non si lava e non si stira da sola, per fare un esempio), ma inizia a venirmi il sospetto che baloccarmi con dubbi amletici come «Nuovo blog o non nuovo blog, questo è il dilemma!» sia soltanto un modo per scansare le altre faccende più serie.
Ma passiamo oltre.
A che mi serve un nuovo blog?
Mi serve per una nuova identità, perché un giorno che si perde nella nebbia dei miei giorni passati ho deciso che avevo bisogno di un ALIAS che pubblicasse il prossimo romanzo al posto mio, così, per vedere che cosa succede, perché per come sono andate le vendite degli altri libri finora sembra che il mio nome e cognome siano funestati da una cattiva fama e, badate bene, non presso il mondo ma presso me stessa medesima.
Tradotto in parole comprensibili significa: «Finché continui a pensare che sei una sfigata sui tuoi lavori aleggerà un alone di sfiga che tutti percepiranno a chilometri di distanza.».
C'è anche poi quella questione brevemente dibattuta con Lennie a proposito del fatto che mi sto boicottando (...nuoh, ma chi, io???!!!), sulla quale tuttavia dovrei scrivere non un post ma un'enciclopedia, e che per ovvie ragioni lascerò perdere, ad ogni modo secondo la mia mente un nome nuovo e una nuova, misteriosa identità potranno giovare alle mie future pubblicazioni.
Non certo smettere di cacarsi sotto e farsi una buona pubblicità, sbattersi un po', bussare a qualche porta, rompere le scatole a qualche editore, fare delle presentazioni, allargare il giro, proporre il testo...no, questa è fuffa in confronto al mio geniale piano di trovare una nuova identità e aprirle un altro blog.
Seriamente.
Penso di averne avuto abbastanza di lutti e dispiaceri, e che sia arrivato il momento di alleggerirsi un po'.
Negli ultimi mesi non ho fatto che rammaricarmi perché non mi riusciva più di scrivere e di dedicarmi alle cose che amo, ma rileggendo un po' tutti i vecchi post degli ultimi due anni capisco perché è successo.
Come faccio a concentrarmi sulle cose che amo se sono occupata a concentrarmi su tutto quello che detesto?
Non si tratta di fingere che vada sempre tutto bene anche quando non va tutto bene, e nemmeno di negare che qualche volta anche il guru più scafato si incazza, o è triste o nostalgico (ci sarà suppongo anche qualche guru donna che almeno un giorno al mese soffrirà il premestruo, no??!), si tratta solo di non concentrare tutte le mie energie su quello che non va. I post sulla scrittura e sui libri si contano sulle dita di una mano. Non dovrebbero essere quelli il mio pane quotidiano??!
Va bene, fine delle domande retoriche.
Sono contenta di far parte di quella schiera di persone che passano la vita a ricominciare.
Bloggo o non bloggo, quale atroce dilemma... |
Ma passiamo oltre.
A che mi serve un nuovo blog?
Mi serve per una nuova identità, perché un giorno che si perde nella nebbia dei miei giorni passati ho deciso che avevo bisogno di un ALIAS che pubblicasse il prossimo romanzo al posto mio, così, per vedere che cosa succede, perché per come sono andate le vendite degli altri libri finora sembra che il mio nome e cognome siano funestati da una cattiva fama e, badate bene, non presso il mondo ma presso me stessa medesima.
Tradotto in parole comprensibili significa: «Finché continui a pensare che sei una sfigata sui tuoi lavori aleggerà un alone di sfiga che tutti percepiranno a chilometri di distanza.».
C'è anche poi quella questione brevemente dibattuta con Lennie a proposito del fatto che mi sto boicottando (...nuoh, ma chi, io???!!!), sulla quale tuttavia dovrei scrivere non un post ma un'enciclopedia, e che per ovvie ragioni lascerò perdere, ad ogni modo secondo la mia mente un nome nuovo e una nuova, misteriosa identità potranno giovare alle mie future pubblicazioni.
Non certo smettere di cacarsi sotto e farsi una buona pubblicità, sbattersi un po', bussare a qualche porta, rompere le scatole a qualche editore, fare delle presentazioni, allargare il giro, proporre il testo...no, questa è fuffa in confronto al mio geniale piano di trovare una nuova identità e aprirle un altro blog.
Seriamente.
Penso di averne avuto abbastanza di lutti e dispiaceri, e che sia arrivato il momento di alleggerirsi un po'.
Negli ultimi mesi non ho fatto che rammaricarmi perché non mi riusciva più di scrivere e di dedicarmi alle cose che amo, ma rileggendo un po' tutti i vecchi post degli ultimi due anni capisco perché è successo.
Come faccio a concentrarmi sulle cose che amo se sono occupata a concentrarmi su tutto quello che detesto?
Non si tratta di fingere che vada sempre tutto bene anche quando non va tutto bene, e nemmeno di negare che qualche volta anche il guru più scafato si incazza, o è triste o nostalgico (ci sarà suppongo anche qualche guru donna che almeno un giorno al mese soffrirà il premestruo, no??!), si tratta solo di non concentrare tutte le mie energie su quello che non va. I post sulla scrittura e sui libri si contano sulle dita di una mano. Non dovrebbero essere quelli il mio pane quotidiano??!
Va bene, fine delle domande retoriche.
Sono contenta di far parte di quella schiera di persone che passano la vita a ricominciare.
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