Vabbè, dai, sta finendo il 2015: metto da parte quello che non mi piace più e lo lascio indietro. Che poi posso lamentarmi ancora delle piccole cose che non funzionano nella mia vita o delle persone con cui non vado d'accordo, ma in verità sono la donna più felice del mondo perché non importa in quanti casini mi ritrovo, o quanti impegni posso avere (che mi prendo controvoglia perché sono un fenomeno), non starò mai male quanto lo sono stata dalla fine del 2010 alla metà di questo 2015.
A ben guardare ogni fine anno da allora, incluso l'anno scorso, è stato tutto un'ansia, un'ipocondria, un attacco di panico e/o una depressione, tanto che adesso mi sembra davvero di vivere un sogno. Non so spiegarmi con altre parole: è un sogno che si è avverato.
Bene o male la mia quotidianità di oggi è la stessa di qualche anno fa (ben lungi dall'essere "perfetta"), solo che ora mi piace. No, di più: la amo. Amo ogni singolo giorno che vivo, ogni stupidaggine, anche il disagio in fondo, quando riesco a usarlo per compiere piccoli o grandi passi verso il cambiamento. Ci sono ancora quei momenti di grandi dubbi e di abbondanti pianti, ma sono l'eccezione e non la regola, e svegliarmi ogni mattina con questa serenità, con la voglia di alzarmi dal letto e di ridere o anche solo di sorridere è il più alto successo che ho mai raggiunto. Tutto il resto è opzionale, se deve arrivare di meglio sarà il benvenuto, ma sia chiaro che potrei campare anche soltanto di questa gioia per il resto dei miei giorni. E se strada facendo incontrerò altri ostacoli adesso so di avere la forza di superarli... perché non sarà mai più come negli ultimi quattro anni e mezzo, e allora sarà solo e soltanto una benedizione.
L'amore che ho provato soprattutto in questi ultimi mesi, la comprensione e la vera compassione mi hanno cambiata tanto che spesso non mi riconosco, devo fermarmi e concentrarmi per poter sentire distintamente questo calore e riconoscerlo come qualcosa di mio, che parte da me e non arriva da fuori. È un regalo che ho pagato a caro prezzo, ma ne è valsa la pena. È valsa la pena di guardare in faccia il dolore, quell'immenso buco nero che mi si era scavato nell'anima, anche se ho avuto una paura fottutissima di farlo e di non riuscire a sopportarne il peso. Tutto ha senso, adesso che riesco a portare all'esterno qualcosa di buono e di autentico che nasce da me... e non il contrario.
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