sabato 26 dicembre 2015

Scrivo post e poi li cancello. Com'è la storia?
È che quando sento la necessità di lamentarmi per iscritto è come se facessi un passo indietro e tornassi ad essere una persona che so di non essere più, e ne percepisco interamente la forzatura. Non sono a favore del cieco ottimismo perché la vita non va sempre bene, non è sempre meravigliosa ed è giusto guardare in faccia anche il suo lato meno brillante, ma in fondo lamentarmi che beneficio mi porta? Ormai lo so com'è la mia famiglia, so che sotto le feste dà il peggio di sé, brontolare è solo far suonare un disco rotto. Difficile che gli altri cambino, anzi, col passare del tempo mi aspetto che peggiorino, quindi sta a me prendere certe situazioni in modo diverso.
L'altra parte della storia, quella che per sopravvivere a questo periodo ho fatto finta di non vedere, è che appena ho smesso di scrivere la realtà mi ha travolta come un'onda e ha invaso completamente la mia vita. Ecco perché sto male. Ecco il perché delle paranoie. Troppa realtà, troppa quotidianità nuda e cruda, vista senza le speciali lenti filtranti che si mette il mio cervello quando sono in fase creativa.
C'è che sono stata anche un po' incazzata con me stessa perché farmi prendere seriamente come scrittrice e ritagliarmi il tempo di leggere e scrivere sta a me, sono io a dover mettere dei paletti.
Ma alla fine anche un'incazzatura così ha il valore che ha. Se spendessi anche solo la metà del tempo che spendo a incazzarmi per fare scelte ragionate per il futuro sarei già a metà strada.

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