giovedì 29 settembre 2016

E ANCHE OGGI SI FA VITA SOCIALE DOMANI

Un paio di notti fa, intorno a mezzanotte, pensando che "è solo un racconto per ragazzini" mi accingo ad iniziare "Il pupazzo parlante" di Robert Lawrence Stine (meglio noto come R. L. Stine) dicendomi, tra l'altro, che avrei letto qualche pagina giusto prima di dormire e il resto l'indomani a colazione. Ed è finita che ho letto TUTTO il libro e ho spento la luce alle due e mezza.

Cominciare degnamente la nuova stagione di letture: LO STAI FACENDO BENE.

"Il pupazzo parlante" sarà senz'altro una storia per ragazzini, scritta con uno stile adeguato a dei ragazzini dai dieci anni in su, ma che me frega, mi ha fatto venire la pelle d'oca e mi ha tenuta sveglia per due ore buone col suo intreccio e le gesta poco nobili del suo ghignante protagonista. QUESTA recensione su aNobii riassume alla perfezione quello che ho provato dopo aver letto l'ultimo capitolo di un libro che, come se non avesse avuto abbastanza qualità, ha anche un finale a sorpresa niente male.
Caro R. L. Stine, d'ora in poi considerami tua fan sfegatata!

A proposito di nuovi autori a cui sto volendo tanto bene, l'estate da poco finita mi ha regalato una scoperta più sorprendente di altre e che porta il nome di H. G. Wells, sempre considerato unicamente come autore di sci fi (mi attende sullo scaffale "La macchina del tempo" per quando sarò di nuovo in fotta con la fantascienza). Sorvolando sul prezzo scandaloso proposto dalla Adelphi per tre racconti di circa una trentina di pagine l'uno (ngul' a mammt!!!!), spinta dal puro intuito ho comprato "La valle dei ragni, L'impero delle formiche" e "Nel paese dei ciechi" ed è stato un amore grande che Romeo e Giulietta fatevi un attimo da parte, via.
Anche Gogol' si è dimostrato al di sopra delle mie aspettative, probabilmente per via dell'idea preconcetta che mi ero fatta della letteratura russa (un po' pesante, lenta, malinconica... - comunque molto adatta alla mia indole), avendo letto davvero poco di questo genere. Triste "Il cappotto", ma con un finale un po' soprannaturale che ha risollevato parte di quella tristezza, spassoso invece "Il naso", dove il protagonista è effettivamente una naso che scappa dal viso del suo proprietario e se ne va in giro per la città vestito di tutto punto (io in modalità *WTF?* per tutta la lettura). Ma il migliore è stato senz'altro "Il ritratto", con una prima parte da brivido e un mucchio così di spunti di riflessione.
Ah, poi c'è Thomas Mann, che meriterebbe un post tutto suo e lungo come una messa cantata. Avevo programmato di trascorrere l'intera estate leggendo i suoi lavori prendendomi solo qualche pausa russa, ma poi è finita che mi sono fermata prima de "La montagna incantata", settecento pagine che ho deciso di affrontare all'inizio del prossimo anno insieme a "I Buddenbrook" e "Doctor Faustus"  - tanto per accogliere con leggerezza il 2017 (mi si perdonerà l'ironia, ma una cosa che ho imparato passando qualche settimana con Mann è che i temi ordinari gli fanno proprio schifo al cazzo, sicché per leggerlo può essere che, oltre alla pazienza, mi serva anche un po' di stomaco).

Adesso però la stagione del caldodimmerda è finita, si avvicina il periodo di commemorazione dei defunti (e Halloween, yeeeee!!!!!!!!!!!!!) che trovo il migliore per la letteratura gotica e un po' di soprannaturale. Stine ha dato il via, e "Il libro della stregoneria" della serie Dark Horse, curata da Scott Allie, è stato un gustosissimo aperitivo. Ieri notte poi ho iniziato "La catena del destino e altri racconti inediti" di Bram Stoker e il primo racconto mi ha già un po' annoiata, ma credo che arriverò comunque alla fine fosse anche solo perché il libro conta appena 142 pagine.
E quindi niente, mi sa che anche oggi facciamo vita sociale domani.

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