mercoledì 30 agosto 2017

SÒLA

Un post breve e circonciso perché la notte è giovane ma io non più così tanto, e ho bisogno di farmi un sonno decente per essere poi in grado di mettere in fila frasi di senso compiuto. È che adesso sono felice, e provo un senso di infinita gratitudine per il fatto di aver chiuso a fatica la sessione di scrittura del giorno, perché avevo ancora tante cose da scrivere e tanta voglia di scriverle che potendo manipolare il tempo mi sarei regalata altre due ore di libertà (continuo ad essere più produttiva la sera e la notte, mannaggia la mignotta. Se solo dormire non fosse indispensabile...). Ecco che ricordare a lungo gli anni dell'improduttività e dell'aridità creativa mi è servito... come avrei potuto valorizzare al meglio una notte come questa se in passato non avessi provato tanto dolore? Capiamoci, con tutto il rispetto per dolori più grandi del mio, ma scrivere per me è sempre stato un rifugio, e non riuscirci più era come stare sotto una grandinata senza il minimo riparo (l'avete mai presa una grandinata in testa? Io sì, nel 2007 all'Heineken Jammin' Festival: un male porco, e non era neanche una grandinata straordinaria - giusto una granita ai duecento all'ora e una trombetta d'aria prima che entrassero in scena i My Chemical Romance. Poi mi dicono di non bestemmiare).
Ma scherzi a parte, mi sono resa conto così che in fondo a me davvero non frega più così tanto del successo, dei big money, di avere un gran pubblico di lettori. È ovvio che se tutto questo dovesse capitare nei sarei felice, ma riuscire a scrivere di nuovo narrativa per me vale più di tutte le classifiche di tutti i mercati editoriali del mondo. 
Inseguire questo sogno di sfondare, di diventare "famosa", mi ha portato solo un mucchio di sofferenza. Volevo farmi notare per rivalsa, forse anche per narcisismo, e soprattutto perché mio padre capisse che avrebbe dovuto investire su di me, perché fosse orgoglioso di me. E pensavo anche che con un grande successo nel curriculum nessuno avrebbe mai più osato dirmi che non ero abbastanza in gamba, o suggerirmi che cosa fare della mia vita, o indignarsi perché non ho seguito le regole, non ho figliato, non ho proseguito gli studi. 
Non mi biasimo per aver provato a realizzare questo sogno, per aver vissuto con la convinzione di fare la cosa giusta per me senza capire che volevo fare la cosa giusta per gli altri, perché ognuno fa del proprio meglio con i mezzi che ha, e non mi rammarico nemmeno per tutto il male che mi sono inconsapevolmente procurata da me. È valsa la pena di vivere ogni singolo giorno di tutti i miei trentotto anni così com'è stato per arrivare a questo momento, all'una e mezza di notte di mercoledì 30 agosto 2017, perché ho chiuso la sessione di scrittura con la voglia di scrivere ancora, perché per qualche ora ho dimenticato la vita "di sempre" e ho vissuto in un mondo parallelo che mi piace. Potete non credermi, o pensare che scrivo un po' di frasi fatte per fare l'alternativa a tutti i costi, ma sono sincera come non mai. 
E comunque, se volessi fare l'alternativa a tutti i costi dovrei come minimo immortalare i miei appunti quotidiani e le mie giornate per Instagram e condividerle con un abuso di hashtag "A WRITER'S LIFE" (solo due parole: LO ODIO. Sul serio, mi fa venire voglia di urlare e contemporaneamente vomitare). È che io scrivo abbastanza cazzate in questo blog, che me ne faccio delle foto? Ho anche un cellulare con una fotocamera ripugnante - credo sia 0,0001 merdapixel, fa foto sgranate anche se non uso lo zoom - e il mio massimo in quanto a composizione artistica è il bricco del succo di frutta o la tazzina di caffè vicino al libro che sto leggendo, con sotto la tovaglietta scrausa di Tiger. Temo di non avere alcun futuro come fotografa di Instagram. E sì, lo so, stavo andando così bene, ce l'avevo quasi fatta, potevo evitare il sarcasmo. Forse. O forse no, perché tengo al mio fegato e non voglio s'ammali per compiacere il mio bisogno di essere sempre diplomatica.


POSCRITTO IGNORANTE (E PURE SUDATO E PUZZOSO che Franchino può solo accompagnare):
Per chi crede, oltre agli angeli con le ali ci sono i cosiddetti angeli terreni, e io ho la fortuna di conoscerne almeno un paio. Uno è senza dubbio la Greta, che con la sua infinita pazienza mi ha aiutata a finire la fottutissima sinossi per la song-fiction così ho potuto finalmente caricare la prevendita.
Per questo lavoro avevo in mente un titolo che mi piaceva moltissimo, "Voices in the dark", veri gud, molto internescional, ma che poi per un adattamento alla quarta di copertina avevo italianizzato in "Una voce dall'oscurità" che pure non mi dispiaceva. Me ne vado tutta tronfia a preparare la registrazione su KDP quando mi rendo conto di avere già molta oscurità nella mia libreria, fin troppa perché alla gente non venga il dubbio che io abbia problemi con le lampadine di casa. Per farla breve, dopo molti incontri ravvicinati con lo spirito di Germano Mosconi sono riuscita a partorire un nuovo titolo.
"Hear my voice" è online per la prenotazione (non strappatevi i capelli e le mutande per l'emozione, vi raccomando). 
Ho posticipato la data di uscita al 31 di ottobre, perché una data più prossima mi costringeva ad un ritmo serrato ma non mi lasciava un margine minimo per eventuali imprevisti. Senza intoppi, potrò anticipare al 15 come avevo inizialmente previsto. Incrocio le dita di mani e piedi.

POSCRITTO IGNORANTE (Reprise):
da qualche parte nel post ho scritto "l'una e mezza di notte del 30 agosto 2017" ma si vede nell'orario di pubblicazione che sono le due passate, a riprova del fatto che la produttività maxima mi si esprime col buio e il silenzio (quando nessuno svanga i maroni). 
Superata la boa delle due potrei crollare improvvisamente o perdere del tutto il sonno e fare un after, che poi gli after sono stati il leit motiv di questa estate 2017, uno in più non mi cambierebbe di certo la vita, ma spero di crollare. Anche se ho fame, mi farei due spaghetti e una chiorba di video dei Metallica (è di nuovo quel periodo della mia vita in cui non ho altro Dio all'infuori di James Hetfield. Ciccione. Ti amo. Tenetevi pure stretti i vostri figoni palestrati con la tartaruga). 
Ah, avevo anche premesso che il post sarebbe stato breve e circonciso... sono veramente una sòla.

martedì 29 agosto 2017

SINOSSI INFAME, PER TE SOLO LAME!

Ventiquattr'ore sprecate su una sinossi che peraltro non ho nemmeno finito. Ma è possibile? A quanto pare sì. Odio le sinossi, fosse per me scriverei un messaggio uguale per tutti i libri del tipo «Leggi le prime cinque righe del primo capitolo, tanto bastano quelle per capire se il romanzo può piacerti o meno» (alcuni fissano il limite alle prime cinque pagine, io mi stufo anche prima della fine di un paragrafo - ma non dimentichiamo che sono l'essere più insofferente dell'universo tutto). 
Il ritorno del caldo mi ha causato un disagio fisico e un malumore pazzeschi, Franz ha di nuovo bisogno di una visita dalla veterinaria e ieri e oggi concentrarmi è stata un'impresa. Ma in fondo potrebbe andare peggio. Quando non sono stata occupata a bestemmiare un po' di santi, e in tutti gli altri momenti di pausa tra un tentativo di scrivere una quarta di copertina decente e l'altro, ho stabilito delle date per la song-fic giusto per mettermi un po' di virtuale e salutare pepe nel culo e non pensare di finire il lavoro ad agosto del 2018, eh no bella mia! 
Appena la sopraccitata, infame quarta di copertina sarà pronta il libro finirà su Amazon in prevendita, scaricabile dalla metà di ottobre. In questo modo avrò circa due settimane per completare la prima stesura, altre due settimane per lasciar riposare il manoscritto (fino a fine settembre), e i primi quindici giorni di ottobre per la revisione. Sarò costretta a lavorare sodo, a non lasciarmi abbattere dai centomila dubbi che mi assalgono appena apro un qualunque documento, eh no belli miei, stavolta non me la fate!, e a comunicare alla mia Fräulein Rottenmeier Inside che è nuovamente giunto il momento di andare un po' a fanculo (solo un po', così quando ritorna per aiutarmi nelle correzioni è più rilassata e stiamo meglio entrambe).
Fotta, wait for me!
Giuro che domani sarò sveglia e scattante
COME AL MIO SOLITO
Su DR oggi non ho lavorato per niente ma per mancanza di tempo materiale, tra un po' del sonno di sabato che ho dovuto recuperare (inizio ad esser vecchia per fare le ore piccole più di una volta la settimana, me tapina...) e le pulizie del lunedì. Adesso che sarei decisamente ispirata è troppo tardi, ormai è arrivato Morfeo ed è già un quarto d'ora che mi guarda male e picchetta l'indice sull'orologio. Speriamo che la fotta non s'offenda se me ne vado, e che ci sia ancora per la prossima sessione creativa.

domenica 27 agosto 2017

DAI, SOLO UN ALTRO PO'

Quasi le quattro di mattina, ascolto Chopin con le braccia incollate alla tavola per il caldo e cerco di tenere gli occhi aperti ancora per un po', dai, solo un altro po'. Finalmente ho ingranato con DR (ho scritto un migliaio di parole ma con grande trasporto, che mi importa molto più che scriverne duemila con il culo e senza sentimento) e ho preparato la linea temporale per la song-fiction. 
Frega niente di come viene e di dove mi porterà: ho deciso di scriverla e lo farò. Ci vorrà un po' più di un fine settimana per una stesura completa, forse quindici giorni, e dovrei cavarmela con una cinquantina di pagine. Ventisei con interlinea 1,5 le ho già buttate giù ad agosto del 2014 e non sono da scartare, quindi un solido inizio non mi manca. Ipoteticamente potrei esser pronta per un nuovo appuntamento con Amazon KDP a fine settembre (crediamoci sul serio, per una volta).
Quanto a DR, uno dei principali villain adesso ha una nuova faccia e con quella una nuova storia personale, che per il momento conosco in modo superficiale ma di cui aspetto con ansia i dettagli. È un gran mascalzone e lo adoro già, e in questa nuova stesura sono pronta a dargli lo spazio che merita e che non ha avuto nella stesura precedente - che per inciso mi sembrava proprio niente male, ma riletta a distanza di anni mi sta facendo venir voglia di frullarmi i bulbi oculari col Minipimer. 
Ho soltanto il problema del flusso inarrestabile di parole da gestire, di questo passo mi toccherà spezzare il libro in due/tre volumi (MA ANCHE NO), per il resto è di nuovo "Stay in the Flow" (parafrasabile in "Stay in the Fotth" o "with the Fotth" - cara, carissima Fotta, al contrario dei trentacinque gradi notturni tu mi sei mancata tantissimo). E allora stiamoci finché dura. 

venerdì 25 agosto 2017

CARA MIA ESTATE, HO UN PENSIERO PER TE

Di nuovo una cucina a trenta gradi e mezzo e io, cara estate, al momento ho un unico pensiero per te: VAFFANCULO.
Avevo pensato a qualcosa di più articolato per questo post, ma trovo il vaffanculo perfetto nella sua semplicità. Inutile aggiungere fronzoli - del tipo "stavo troppo bene col fresco, vero?" - non farebbero che peggiorare la situazione.

Ho appena finito il capitolo 8 di DR, poco più di mille parole e sono già stanca. Do la colpa alla calura improvvisa e so che per oggi non mi spremerò una parola di più, ma prima di dormire metterò lo stesso in ordine il materiale per la song-fiction. Ho dormito una notte sopra l'idea di scriverla, una volta per tutte, e stamattina l'ho ripescata tutta sgualcita tra i cuscini. Domani la stiro, sul serio. Lo devo alla me stessa che mi pungola in continuazione perché ci lavori e anche alla persona che ero quando prendevo i primi appunti, tre anni fa, lacrimando su tutti i pezzi del mio passato che stavo buttando via.
Domani, sul serio.

giovedì 24 agosto 2017

«MA JACKSON DEVE AVERE UN BIGNÈ AL POSTO DEL CERVELLO»

Citazione dalla puntata odierna de "La signora in giallo" DOVEROSA anche solo perché son due ore che rido come una cogliona. E a proposito di grasse risate, a sei giorni dalla mia prima dose di Magnesio Completo ho risolto il mistero della disperazione, della mancanza di concentrazione, della vista offuscata, del costante pizzicore alle gambe nonché degli infernali dormiveglia come surrogati di sonno. Rido. Perché sono felice, sì, ma anche perché sono sempre convinta di fare tutto per bene, di non farmi mancare niente con l'alimentazione, e invece toh!, guarda, una carenza di magnesio che mia nonna novantenne era più in forma e carica di me. 
Ma sorvoliamo (dopo aver preso nota per il futuro).

Ieri sera mi è venuta la folle idea di scrivere una song-fiction che sto rimandando da *coff coff* tre anni *coff coff* (se rimandare fosse una disciplina olimpionica non avrei rivali e mi farei fuori tutto il medagliere, anche la medaglia di cartone).
Motivazioni e punti a favore: mi urge dal di dentro, i tempi sono maturi, fa caldo abbastanza** (pure troppo). Non ho nemmeno sufficienti elementi a sfavore dato che si tratterebbe di un lavoro di qualche giorno, forse un po' più di un fine settimana ma non certo otto anni di accumulo di materiale, studi, revisioni come per DR.
Mi rimetterò alla notte per avere consiglio.

**Grande lezione imparata quest'anno: mai, MAI sottovalutare la stagionalità delle storie. Pena: una quasi totale carenza di Fotta.

lunedì 21 agosto 2017

TEMPO DI BILANCI, O FORSE NO

Quasi le due di notte, ormai è lunedì da un po' e inizia una nuova settimana. Il topo ha finito le ferie e io dovrò fingere di non avere il cuore a pezzi per questo motivo. Come sono potute trascorrere così in fretta queste ultime due settimane? Davvero non me lo spiego.
Il nuovo inizio mi fa sempre tornare la voglia di fare una cosa che facevo una volta, ma che oltre a non essermi utile tendenzialmente mi era nociva: i bilanci. Cosa è andato storto e cosa invece ha funzionato in un certo periodo di tempo (una stagione, o un anno). Gli attivi e i passivi. Ma che cazzo, parliamo di un tempo ormai trascorso, che senso ha discuterne? Eppure mi piace, credo per la stessa ragione per cui sguazzo regolarmente nel guano della mia esistenza anziché scrollarmi i pesi dalle spalle per andare avanti più leggera. 
Che poi è ancora estate, lo sarà fino al 21 di settembre anche se io spero che l'Altissimo avrà pietà di me e mi manderà temperature decenti un po' prima (penso che si sarà stancato di sentirmi bestemmiare il suo nome e tutti i santi del calendario perché c'è un'ondata di caldo dopo l'altra con soli due giorni di pausa per tirare il fiato), quindi un bilancio avrebbe ancora meno senso.
Quest'estate poi, almeno fino ad oggi, è stata una gran merda, e intendo in senso letterale. Arrivata al suo culmine, durante una delle settimane più calde Franz è stato male, il condizionatore ci ha dato noie e mi è anche venuto il ciclo. In pratica l'Apocalisse. 
Tra gli ultimi giorni di luglio e i primi dieci di agosto ho dormito mediamente quattro ore per notte con risvegli improvvisi intorno alle quattro di mattina, avvolta in un sudario di angoscia e col gatto disorientato che mi fissava insistentemente perché gli levassi il collare Elisabetta. Ma non sono stata male perché ho dormito poco e mangiato malissimo, sempre di corsa tra una veglia e l'altra alla bestiola, la mia angoscia era tutta per il decorso della sua malattia, per la paura che ci fossero complicazioni e per tutto ciò che è conseguito dall'uso di antibiotici e antidolorifici... in trentotto anni non credo di aver mai visto e raccolto così tanta diarrea di gatto, e di gatti ne ho avuti parecchi. D'estate la gente va in vacanza, si rilassa, scatta foto fighe da condividere su Facebook, non raccoglie merda di gatto. 
Ecco, insomma, io devo sempre essere quella diversa, quella controcorrente. Cos'hai fatto di bello quest'estate? HO MONITORATO LA DIARREA DEL GATTO.
Sono contenta che Franz adesso sia guarito, ogni minuto che non trascorro a smutandarmi guardando video dei Metallica a fare il mio dovere di essere umano lo passo a spupazzarlo e baciarlo, e a gioire per la sua ritrovata buona salute. Patatino amore mio. Più che fare un bilancio dovrei rendere grazie perché tutto è andato per il meglio e le brutte giornate sono passate. 
Ma se non faccio bilanci e non guardo il passato allora devo guardare al futuro, perché se vivessi nel presente e me lo godessi poi dovrei sfrattare l'ansia e prendermi delle responsabilità... ma siamo pazzi? 
Quando ho deciso di fare anch'io un po' la sborona, niente cifre di vendita/lettura assurde né alte posizioni nella classifica di vendita del Kindle Store (per una breve dissertazione a questo proposito vi rimando al poscritto) ma solo un'immagine unica con le copertine dei libriccini che ho pubblicato finora, ho fatto una cosa che in teoria avrebbe dovuto stimolarmi a scrivere, ma che in pratica è probabilmente l'equivalente di essermi data la zappa sui piedi: ho scritto una data di uscita per Dark Roads
SETTEMBRE 2017. 
Certo, per il momento non ho ricevuto pressanti richieste di aggiornamenti, ma la data è lì in bella mostra e quando mi prendo un impegno pubblico di solito cerco di mantenerlo anche a costo di diventare deficiente. Perché è ovvio che non posso calcolare bene i tempi, organizzarmi, ed evitare quindi di dover fare tutto all'ultimo momento, di corsa, diventando per l'appunto deficiente. Insomma, io sono la moglie che dopo dodici anni che il marito rientra a mezzogiorno e cinque per pranzo ancora butta la pasta in ritardo, o si ritrova a dovergli lavare due secchiate di tute da lavoro la sera prima del suo rientro dalle ferie. 
Per settembre potrei forse, FORSE aver finito una prima stesura, ammesso che per i prossimi quarantun giorni io scriva quotidianamente e a velocità supersonica, ma... uhm, come dire... non dovrei dirlo, tantomeno scriverlo. Se continuo a credere che non ce la farò è probabile che andrà così. Comunque ci proverò, con tutte le mie forze. Fingerò che sia il tempo del NaNoWriMo, quando anche solo per darmi delle arie faccio di tutto per tenere la media giornaliera. Poi oh, ho comprato un barattolo di Magnesio Completo da 400 grammi per incoraggiare il mio organismo, più di così... Potrei incoraggiarmi meglio andando a dormire entro la mezzanotte anziché alle due di mattina, ma questo è un altro paio di maniche. 

POSCRITTO IGNORANTE SULLE CLASSIFICHE DEL KINDLE STORE DI AMAZON :

Da mesi andavo in giro dicendo, tanto per ridere, che mi sarebbe piaciuto raggiungere una posizione abbastanza alta in una qualsiasi classifica di Amazon vendendo pochissime copie di uno dei miei libri. A quel punto, se fosse accaduto, avrei fatto uno screenshot della classifica e uno del report di vendita e l'avrei condiviso ovunque per dimostrare ciò che realmente accade nel mercato dei libri digitali: non servono vendite stratosferiche per salire in classifica. Questo avrebbe sbugiardato la schiera di stronzi che ogni giorno si fregiano del titolo di "autore del best seller" senza averne alcun diritto. 
È successo.
I primi di agosto "La città delle rondini albine" ha venduto DUE COPIE DUE in formato digitale, e questa vendita ridicola ha fatto salire il titolo nientemeno che al terzo posto nella classifica della fantascienza post apocalittica, al 54° posto nella classifica horror e al 141° nella fantascienza. Non potevo crederci, a momenti me la faccio addosso. Ho fatto i dovuti screen e ho scritto un post su Facebook che ho condiviso anche su Twitter. Tò, per voi e i vostri best sellers dei miei coglioni!!!!!
Tempo tre minuti avevo già fatto sparire tutto senza aspettare repliche o commenti. Sembrerà sciocco, ma dopo essermi presa questa specie di rivincita non mi sono sentita meglio, al contrario, ho avuto la sensazione di aver fatto qualcosa di ingiusto, comunque non in linea con i miei veri sentimenti. Se un autore vuole andare in giro a raccontare che ha venduto centomila copie e che per questo è arrivato primo in classifica fatti suoi, chi sono io per rovinare la sua splendida illusione? Che ci sguazzi dentro. Il mio compito dovrebbe essere quello di impegnarmi per rendere il mondo un posto migliore, gli altri facciano quello che vogliono e che ritengono giusto. Così, concentrandomi su questo non mi sono resa pienamente conto che la storia dello stare attenti a ciò che si desidera perché si potrebbe ottenerlo non è un modo di dire. Forse inizio a interiorizzarlo adesso, a qualche giorno di distanza.
Eniuei, gli screenshot li ho ancora, e dato che sono una persona onesta qui li posto:
Report di vendita
Classifica

domenica 20 agosto 2017

RIMUOVI DAGLI AMICI

Il trentottenne metallaro infoiato per gli Iron Maiden che ogni giorno scassa i coglioni con post chilometrici circa il fatto che il metal è l'unico genere musicale degno di tale definizione, e che tutte le band fanno merda tranne gli Iron Maiden, non l'avevo mai avuto tra le amicizie di Facebook. Ecco quindi una buona ragione per non accettare MAI PIÙ richieste di amicizia da parte di persone che non conosco personalmente o con cui non ho scambiato almeno cinquanta messaggi seri e/o email, ché porco demonio, io ho già avuto Teo alle superiori come vicino di banco, lui e il suo metal e il suo fracassarmi i sentimenti perché mi piacevano i Take That, quindi in questo senso HO DATO ABBASTANZA. A quasi quarant'anni devo ancora stare a sentire gente che me la mena perché quello che ascolto è "commerciale" e dunque indegno? Direi di no.
Rimuovi dagli amici, e senza alcun ripensamento. E già che ci sono l'ho anche bloccato. Perché avrei potuto fare a meno di leggere i suoi post, passare oltre, permettergli di esprimere la sua opinione (che chi se ne incula di quello che pensi TU del panorama metal contemporaneo) e ignorare le continue provocazioni, ma ha scritto che i Metallica hanno successo solo per il loro nome, per la loro fama, e questo non l'ho proprio potuto accettare.

martedì 15 agosto 2017

BEI GIORNI DI FESTA

Ho di nuovo la cartella delle bozze piena di post che non pubblicherò mai, chiaro segno che sto attraversando uno di quei famosi periodi del tipo "vorrei dire cose ma non sono sicura di volerle dire quindi le scrivo e poi le appoggio lì, dove nessuno può vederle" (FIND LOGIC if you can).
Giorno di festa e marito in ferie vuol dire che oggi è martedì ma ho come la vaga impressione che sia domenica, comunque non abbiamo festeggiato per niente, io ho dato aria al materasso e pulito casa e sono riuscita a compiacermi del fatto che a Bibione dai cognati ci siamo stati ieri e non oggi, così mi sono risparmiata le attività ludiche, le festicciole in spiaggia e in piscina, i balli di gruppo, la grande cena finale. Sto ancora smaltendo i postumi del martirio di ieri, con la sveglia alle quattro e mezza di mattina, le ore di macchina, il caldo, il sonno, i cessi del campeggio (la mia ossessione per i germi e i batteri è tornata alla carica più forte di prima, di recente). Ma almeno ho trovato "Cerimonie nere" dell'Urania Horror che qui in provincia era irreperibile e come contentino non è stato male, via.

Poscritto ignorante:
sono stanca di libri che mi smontano i sentimenti. La settimana scorsa ho finito "Metropolis" di Thea von Harbou di cui ho adorato ogni singola parola, ho diluito la lettura nell'arco di un mese perché mi durasse il più a lungo possibile e non mi frega niente di chi ha sostenuto che l'intento del libro sia fin troppo moraleggiante, e la storia sia piena di luoghi comuni e contenuti religiosi: non ho potuto fare a meno di amarlo con tutto il cuore. A distanza di una decina di giorni ancora ci sto pensando. Ma che problemi ho, io.
L'altro ieri, invece, ho finito "L'isola del dottor Moreau" di H. G. Wells, a cui in un primo momento avevo dato solo tre stelle (oggi ne ho aggiunta una quarta). La voce del narratore in prima persona non mi ha entusiasmata, ho trovato che il racconto delle sue avventure fosse piuttosto freddo a dispetto del contenuto, ma forse è proprio per questa sorta di distacco che le immagini e i personaggi alla fine sono emersi più nettamente e con la dovuta crudezza.
Moreau, quello schifo di vivisezionatore dai discorsi e le teorie deliranti, ha meritato la fine che ha fatto, e mi sta bene che Prendick si sia salvato per una proverbiale botta di culo... ma Montgomery??! Doveva proprio morire anche Montgomery!?!? Gli volevo bene, e questa a Wells non gliela perdonerò MAI.