mercoledì 30 agosto 2017

SÒLA

Un post breve e circonciso perché la notte è giovane ma io non più così tanto, e ho bisogno di farmi un sonno decente per essere poi in grado di mettere in fila frasi di senso compiuto. È che adesso sono felice, e provo un senso di infinita gratitudine per il fatto di aver chiuso a fatica la sessione di scrittura del giorno, perché avevo ancora tante cose da scrivere e tanta voglia di scriverle che potendo manipolare il tempo mi sarei regalata altre due ore di libertà (continuo ad essere più produttiva la sera e la notte, mannaggia la mignotta. Se solo dormire non fosse indispensabile...). Ecco che ricordare a lungo gli anni dell'improduttività e dell'aridità creativa mi è servito... come avrei potuto valorizzare al meglio una notte come questa se in passato non avessi provato tanto dolore? Capiamoci, con tutto il rispetto per dolori più grandi del mio, ma scrivere per me è sempre stato un rifugio, e non riuscirci più era come stare sotto una grandinata senza il minimo riparo (l'avete mai presa una grandinata in testa? Io sì, nel 2007 all'Heineken Jammin' Festival: un male porco, e non era neanche una grandinata straordinaria - giusto una granita ai duecento all'ora e una trombetta d'aria prima che entrassero in scena i My Chemical Romance. Poi mi dicono di non bestemmiare).
Ma scherzi a parte, mi sono resa conto così che in fondo a me davvero non frega più così tanto del successo, dei big money, di avere un gran pubblico di lettori. È ovvio che se tutto questo dovesse capitare nei sarei felice, ma riuscire a scrivere di nuovo narrativa per me vale più di tutte le classifiche di tutti i mercati editoriali del mondo. 
Inseguire questo sogno di sfondare, di diventare "famosa", mi ha portato solo un mucchio di sofferenza. Volevo farmi notare per rivalsa, forse anche per narcisismo, e soprattutto perché mio padre capisse che avrebbe dovuto investire su di me, perché fosse orgoglioso di me. E pensavo anche che con un grande successo nel curriculum nessuno avrebbe mai più osato dirmi che non ero abbastanza in gamba, o suggerirmi che cosa fare della mia vita, o indignarsi perché non ho seguito le regole, non ho figliato, non ho proseguito gli studi. 
Non mi biasimo per aver provato a realizzare questo sogno, per aver vissuto con la convinzione di fare la cosa giusta per me senza capire che volevo fare la cosa giusta per gli altri, perché ognuno fa del proprio meglio con i mezzi che ha, e non mi rammarico nemmeno per tutto il male che mi sono inconsapevolmente procurata da me. È valsa la pena di vivere ogni singolo giorno di tutti i miei trentotto anni così com'è stato per arrivare a questo momento, all'una e mezza di notte di mercoledì 30 agosto 2017, perché ho chiuso la sessione di scrittura con la voglia di scrivere ancora, perché per qualche ora ho dimenticato la vita "di sempre" e ho vissuto in un mondo parallelo che mi piace. Potete non credermi, o pensare che scrivo un po' di frasi fatte per fare l'alternativa a tutti i costi, ma sono sincera come non mai. 
E comunque, se volessi fare l'alternativa a tutti i costi dovrei come minimo immortalare i miei appunti quotidiani e le mie giornate per Instagram e condividerle con un abuso di hashtag "A WRITER'S LIFE" (solo due parole: LO ODIO. Sul serio, mi fa venire voglia di urlare e contemporaneamente vomitare). È che io scrivo abbastanza cazzate in questo blog, che me ne faccio delle foto? Ho anche un cellulare con una fotocamera ripugnante - credo sia 0,0001 merdapixel, fa foto sgranate anche se non uso lo zoom - e il mio massimo in quanto a composizione artistica è il bricco del succo di frutta o la tazzina di caffè vicino al libro che sto leggendo, con sotto la tovaglietta scrausa di Tiger. Temo di non avere alcun futuro come fotografa di Instagram. E sì, lo so, stavo andando così bene, ce l'avevo quasi fatta, potevo evitare il sarcasmo. Forse. O forse no, perché tengo al mio fegato e non voglio s'ammali per compiacere il mio bisogno di essere sempre diplomatica.


POSCRITTO IGNORANTE (E PURE SUDATO E PUZZOSO che Franchino può solo accompagnare):
Per chi crede, oltre agli angeli con le ali ci sono i cosiddetti angeli terreni, e io ho la fortuna di conoscerne almeno un paio. Uno è senza dubbio la Greta, che con la sua infinita pazienza mi ha aiutata a finire la fottutissima sinossi per la song-fiction così ho potuto finalmente caricare la prevendita.
Per questo lavoro avevo in mente un titolo che mi piaceva moltissimo, "Voices in the dark", veri gud, molto internescional, ma che poi per un adattamento alla quarta di copertina avevo italianizzato in "Una voce dall'oscurità" che pure non mi dispiaceva. Me ne vado tutta tronfia a preparare la registrazione su KDP quando mi rendo conto di avere già molta oscurità nella mia libreria, fin troppa perché alla gente non venga il dubbio che io abbia problemi con le lampadine di casa. Per farla breve, dopo molti incontri ravvicinati con lo spirito di Germano Mosconi sono riuscita a partorire un nuovo titolo.
"Hear my voice" è online per la prenotazione (non strappatevi i capelli e le mutande per l'emozione, vi raccomando). 
Ho posticipato la data di uscita al 31 di ottobre, perché una data più prossima mi costringeva ad un ritmo serrato ma non mi lasciava un margine minimo per eventuali imprevisti. Senza intoppi, potrò anticipare al 15 come avevo inizialmente previsto. Incrocio le dita di mani e piedi.

POSCRITTO IGNORANTE (Reprise):
da qualche parte nel post ho scritto "l'una e mezza di notte del 30 agosto 2017" ma si vede nell'orario di pubblicazione che sono le due passate, a riprova del fatto che la produttività maxima mi si esprime col buio e il silenzio (quando nessuno svanga i maroni). 
Superata la boa delle due potrei crollare improvvisamente o perdere del tutto il sonno e fare un after, che poi gli after sono stati il leit motiv di questa estate 2017, uno in più non mi cambierebbe di certo la vita, ma spero di crollare. Anche se ho fame, mi farei due spaghetti e una chiorba di video dei Metallica (è di nuovo quel periodo della mia vita in cui non ho altro Dio all'infuori di James Hetfield. Ciccione. Ti amo. Tenetevi pure stretti i vostri figoni palestrati con la tartaruga). 
Ah, avevo anche premesso che il post sarebbe stato breve e circonciso... sono veramente una sòla.

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