sabato 27 novembre 2010

FEAR OF MY DARK

Mi sento come se gli ultimi due giorni li avessi trascorsi in un'altra dimensione.
Adesso torno <<qui>> sul pianeta terra e sono persa e frastornata.
Ieri ho deciso che ero in punto di morte.
Ho cercato di sdrammatizzare scherzando in ogni modo su quello che provavo e che non riuscivo a spiegarmi, mi sono ripetuta che ero una malata immaginaria, che di fronte a prove eclatanti della mia salute non dovevo preoccuparmi, ma l'unica cosa che vedevo e sentivo era che dovevo morire.
Non avevo (e non ho) niente.
Niente.
Lo ripeto, nel caso qualcuno non avesse bene inteso: NON HO NIENTE, a parte un leggero fastidio fisico, ma è un fastidio che peraltro sono sicura di aver già provato in passato senza averci dato più di tanto peso perché era allora quello che è adesso, cioè un fastidio che in pochi giorni se ne va, il genere di disturbo di cui ti accorgi solo se ci stai a pensare e che se non pensi tende a scomparire, perché benedetto Iddio, se continui a pensare che stai "sentendo" qualcosa finisci per sentirla davvero. Si chiama autosuggestione.
E allora perché questo NIENTE è stato capace di piegarmi?
Perché mi ha messa in ginocchio e sfinita al punto che ieri sera sono crollata addormentata alle dieci e mezza e ho dormito per dodici ore quasi filate?
Non sto parlando della paura di morire.
So di non essere eterna in questo corpo, non lo scopro adesso per la prima volta e allora perché, mi sono chiesta, tutti questi timori?
La verità è che ho paura di andarmene troppo presto e in modo violento.
La verità è che sento ancora di essere stata ferita ingiustamente, da quando ho memoria.
La verità è che ho sempre pensato che la vita volesse farmi lo sgambetto, e che il giorno in cui sarei stata serena e avrei avuto tutto quello che desideravo, la vita non lo avrebbe accettato, e mi avrebbe uccisa perché non meritavo di essere felice. E allora tutte le lotte di questi anni, tutti i tormenti autoinflitti, non erano forse il bisogno di combattere la paura di morire all'improvviso per la troppa felicità?
Se non sono mai felice, non muoio.
Top Dollar in "The Crow" dice: "L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai".
Io l'ho mai avuta questa inconsapevolezza, dato che sono una bambina di quattro anni terrorizzata, e incastrata nel corpo di una trentunenne? 

4 commenti:

  1. questi son quei post che non commento mai per inadeguatezza..però immagina che ti faccia pat pat sulla spalla,faccia sì sì con la testa e dica mezze frasi farcite di "anche io" vari

    RispondiElimina
  2. Grazie Bro ♥
    I pat-pat sono sempre ben accetti...

    RispondiElimina
  3. Mia nonna, di quarant'anni più vecchia di mia madre, le lasciava biglietti nei cassetti e nei mobili con le istruzioni di come e cosa usare in casa e in cucina se fosse morta prematuramente.
    E' morta a 85 anni.
    Mia mamma, in una versione molto più educorata e controllata è come lei, senza biglietti.
    Anch'io penso di morire ogni giorno. Non c'è scampo.
    Forse è per questo che non ho mai voluto imparare a cucinare.

    RispondiElimina
  4. XD
    Grazie per il commento, era il sorriso che proprio mi ci voleva.
    Ma sai in realtà qual è il mio più grande rammarico? Con un padre ipocondriaco e una madre che nega di stare male anche se sta sputando sangue, è quello di non riuscire a stare nel mezzo.
    Thanks again =))

    RispondiElimina

Siamo in un blog libero, dì un po' quello che te pare!