lunedì 4 luglio 2016

RICHIESTE LEGITTIME... OPPURE NO?

Perché non capisco mai
quando ho torto e quando ho ragione?!!?
Millesettecento disagi della vita quotidiana. Potrei buttar giù qui e subito un intero saggio dedicato all'argomento, insieme a «Come complicarsi la vita in dieci, semplici mosse».
Mi sento a disagio per essermi lamentata con un corriere che venerdì scorso ha toppato una consegna, non tanto per la merce di per se stessa ma perché ho aspettato inutilmente per tutto il giorno, con l'orecchio sempre teso al campanello. Quando ho chiesto spiegazioni via email all'ufficio del corriere sono stata un po' dura, non certo offensiva o maleducata ma comunque dura, prima ancora di aver ascoltato le altrui ragioni. Dato che non era la prima volta che avevo difficoltà con questo corriere forse inconsciamente volevo un po' rifarmi di tutte le occasioni passate in cui avevo taciuto e sopportato, sta di fatto che quando poi prima si è presentato il ragazzo delle consegne tutto scuse e gentilezze mi sono sentita un essere infame.
Nel frattempo, da venerdì a questa parte ho ricevuto una lunga serie di email di scuse da parte del servizio clienti di Amazon. Era come stare di fronte a Benjamin Malaussène ne Il paradiso degli orchi. Perché un semplice reclamo sembra essersi trasformato in uno tsunami di merda??!

Secondo motivo di disagio è un'amica stretta che per un po' vorrei non sentire, più per istinto che per cause specifiche. Le cause specifiche in realtà ci sono, ma potrebbero essere discutibili, potrebbero essere solo le lagnanze del mio Ego. L'istinto è diverso, non ha bisogno di parole perché comunica per vie molto più sottili, per sensazioni di pancia e di pelle, ma che con me parli attraverso la pancia, la pelle o i peli del naso fa poca differenza dato che tendo a non ascoltarlo mai, a metterlo a tacere con la convinzione di sapere che cosa sia meglio fare per salvare la faccia, e non doversi poi pentire del proprio operato (è un po' come la sopraccitata storia del corriere, della lamentela legittima - e comunque bene educata - ma che diventa illegittima quando va a scalfire l'immagine di Valentina Perfettina - quella che non si lamenta mai).
La sensazione "di pelle" che l'istinto mi ha sempre comunicato, in merito a questa amica, è che non sia una persona che mi fa bene frequentare profondamente e su base costante. Non entro nei dettagli, mi perderei e finirei per ragionare su qualcosa che non ha bisogno di ragionamenti. Diciamo solo, in una parola, che con questa persona mi sento usata. Mi svuota delle mie energie vitali, mi chiede molto e mi toglie molto senza ricaricarmi in cambio, e di non essere mai ricaricata ne ho un bel po' piene le palle. Non è, anche questa, una richiesta legittima da parte mia? Quella di non dover porgere continuamente la giugulare per farmi ciucciar fuori la vita dal vampiro di turno, e senza neanche il beneficio di ricevere dei super poteri in cambio? Direi che sì, è una richiesta legittima. Allora perché, nel farla, mi sento l'essere più ignobile sulla faccia del pianeta?

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