Allora, diciamo pure la verità: questo post l'ho iniziato venerdì notte, ed ero così incazzata ma così incazzata col mondo che l'avevo letteralmente riempito di cattiverie (la quantità di parole che riesco a scrivere quando sono incazzata non smette mai di sbalordirmi). Ma dopo averlo concluso, con una frase del tipo «Vi venisse il cagotto fulminante» (la finezza sempre), ho deciso di essere una donna saggia e di lasciarlo nelle bozze per un po'. Stai lì a macerarti, ho pensato, magari domani o dopodomani non sarò più così incazzata da volerti pubblicare.
Essere saggia è stato un bene. Oggi è una giornata troppo bella per avercela col mondo. Che poi non ce l'ho davvero con il mondo ma con me stessa, tanto per cambiare, perché so che fare certe cose come organizzare troppe uscite in poco tempo mi causa stress e mi prosciuga le energie, eppure non riesco a dire di no o a rimandare.
Poi, finisce sempre così.
Essere saggia è stato un bene. Oggi è una giornata troppo bella per avercela col mondo. Che poi non ce l'ho davvero con il mondo ma con me stessa, tanto per cambiare, perché so che fare certe cose come organizzare troppe uscite in poco tempo mi causa stress e mi prosciuga le energie, eppure non riesco a dire di no o a rimandare.
Poi, finisce sempre così.
(E adesso per almeno un mese non voglio più fare vita sociale!).
Dovrei aprire una lunga parentesi circa il fatto che se mi pesa vedere qualcuno, se la premessa di una serata è «Usciamo e leviamocela dalle balle, così poi per qualche mese sono a posto», forse dovrei farmi qualche domanda... ma lascerò perdere. Stanotte ho lavorato a LCDRA fino alle quattro e poi ho dormito poco, sento già il dolore che si sta lavorando la parte bassa del collo e non voglio finire anche questo week-end con una bustina di Oki. Magari tra qualche settimana, smaltito lo stress da vita sociale e rientrata nei miei equilibri, potrò lanciarmi in una lunga dissertazione sull'argomento (sto scherzando, eh...).
Dovrei aprire una lunga parentesi circa il fatto che se mi pesa vedere qualcuno, se la premessa di una serata è «Usciamo e leviamocela dalle balle, così poi per qualche mese sono a posto», forse dovrei farmi qualche domanda... ma lascerò perdere. Stanotte ho lavorato a LCDRA fino alle quattro e poi ho dormito poco, sento già il dolore che si sta lavorando la parte bassa del collo e non voglio finire anche questo week-end con una bustina di Oki. Magari tra qualche settimana, smaltito lo stress da vita sociale e rientrata nei miei equilibri, potrò lanciarmi in una lunga dissertazione sull'argomento (sto scherzando, eh...).
La prima stesura "2017" di LCDRA è finita. Pensavo di creare l'ebook partendo da qui, invece credo proprio che spenderò un altro paio di giorni per rileggere l'intero romanzo. Questo non lo migliorerà, per migliorarlo davvero dovrei a) riscriverlo, b) ampliarlo aggiungendo almeno altre centocinquanta pagine, ma magari lo pubblicherò con meno refusi.
Ho riflettuto a lungo, stanotte, su com'è questo libro. È un inizio, diciamo. Un primo capitolo di qualcosa che può diventare interessante. Un po' più di un'introduzione, un po' meno di un autentico romanzo (ci sono almeno quattro capitoli che lo "Show, don't tell!" non l'hanno visto manco per sbaglio, e un finale che dà una nuova definizione al termine RAFFAZZONATO, per dire), ma sono ancora dell'idea che debba restare imperfetto com'è. Avevo pensato di scrivere soltanto un altro capitolo della storia, quindi una dilogia e non una trilogia, ma forse potrei usare un libro di mezzo per sopperire alle mancanze di questo primo capitolo. Forse. Cioè, se sentirò il bisogno di espiare qualche grave peccato annoiandomi a morte con le mie stesse parole.
Ho riflettuto a lungo, stanotte, su com'è questo libro. È un inizio, diciamo. Un primo capitolo di qualcosa che può diventare interessante. Un po' più di un'introduzione, un po' meno di un autentico romanzo (ci sono almeno quattro capitoli che lo "Show, don't tell!" non l'hanno visto manco per sbaglio, e un finale che dà una nuova definizione al termine RAFFAZZONATO, per dire), ma sono ancora dell'idea che debba restare imperfetto com'è. Avevo pensato di scrivere soltanto un altro capitolo della storia, quindi una dilogia e non una trilogia, ma forse potrei usare un libro di mezzo per sopperire alle mancanze di questo primo capitolo. Forse. Cioè, se sentirò il bisogno di espiare qualche grave peccato annoiandomi a morte con le mie stesse parole.