Insieme alla polvere smuovo ricordi, ecco perché dopo aver riordinato qualcosa mi viene sempre il raffreddore allergico. Che schifo, certe giornate. So che poi si risolvono (e casomai non l'avessi scritto abbastanza lo scrivo un'altra volta - come Anne Blaisdell che ripete cento volte gli stessi concetti - Dio ti prego dimmi che nei miei scritti io non lo faccio! - comunque non sarà mai, mai e poi MAI come nel periodo ipocondria-depressione quindi VA BENE, anzi benissimo), ma intanto che schifo. Che schifo quando io e il topo proprio non riusciamo a trovarci, quando devo tenere il muso o essere indifferente perché lui mi venga a cercare, mosso oltretutto dal senso di colpa. Poi per forza non ho voglia di essere carina e coccolosa. Per forza ruggisco appena si avvicina. Mi ha regalato un telefono nuovo per Natale, a sorpresa, e forse anche un po' perché era stanco di vedermi lanciare il vecchio telefono in giro per casa ogni tre per due. È bellissimo e lo adoro, ma avrei preferito avere lui marito come regalo, cioè, la sua presenza, specie ora che ha avuto le ferie. Sembro un'ingrata, me ne rendo conto, ma sono sincera. Sii presente, non regalarmi oggetti. È come mio padre quando mi dice «Ah, è il tuo compleanno? Se passi per casa ti faccio la mancia.»... non voglio la mancia, voglio un padre. Non sono una mignotta, sono tua figlia, testa di cazzo!
Sì, sto attraversando un periodo di egoismo e di autocommiserazione che portatemi via.
POSCRITTO IGNORANTE: ho già ricevuto gli auguri per la Befana da parte di mio zio, quello che non sento mai, che non si fa mai vivo, che vedo una volta l'anno a Santo Stefano e a cui non importa un cazzo di me (e, viceversa, di cui non mi importa un cazzo) e mi chiedo... che sia seriamente convinto di essere spiritoso?
Nessun commento:
Posta un commento
Siamo in un blog libero, dì un po' quello che te pare!